Posts Tagged ‘comunità’

Droga e dipendenze comportamentali: la proposta di modifica della normativa sulle droghe DPR 309/90

28 novembre 2019

droghe“Dalla denuncia alla proposta: gli attori del sistema insieme avviano la riflessione sulla riforma della normativa sulle droghe DPR 309/90”

Una proposta concreta di revisione della legge sulle droghe, la legge 309 del 1990. E’ quanto hanno presentato oggi a Roma, presso la Camera dei Deputati e alla presenza di parlamentari di diversi gruppi, le principali reti dei servizi del pubblico e del privato sociale che in questi mesi hanno lavorato assieme: il coordinamento Nazionale dei coordinamenti regionali che operano nel campo dei trattamenti delle Dipendenze (Intercear), la Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict), il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca), l’Associazione nazionale comunità terapeutiche pubbliche per le dipendenze patologiche (Ascodip), FederSerd, la Società italiana patologie da dipendenza (Sipad), la Società italiana tossicodipendenze (Sidt), San Patrignano, Comunità Incontro, Exodus, Comunità Emmanuel, Associazione Saman. (more…)

Solidarietà al Piccolo Carro su una tematica che coinvolge decine di strutture su tutto il territorio nazionale

1 dicembre 2016
Riceviamo e pubblichiamo
Il CNCM, Coordinamento Nazionale Comunità di tipo familiare per Minorenni, che raccoglie più di 300 strutture di accoglienza residenziale, esprime solidarietà al socio PICCOLO CARRO in  merito all’attacco mediatico e giudiziario che sta subendo su una tematica che non riguarda solo questa struttura ma decine di comunità di accoglienza su tutto il territorio nazionale.

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Ronconi: Anche se tardiva, condivisibile la contrarietà del sindaco di Foligno della chiusura delle Comunanze agrarie

1 marzo 2016

centrodemocratico-300x205[1]Stupisce come la Regione dell’Umbria, nel tempo in cui sono state praticamente sciolte le Comunità Montane, il governo ha decretato l’assorbimento del Corpo delle Guardie Forestali a quello dei carabinieri, decreti un ulteriore impoverimento delle associazioni di comunità da secoli impegnate nella cura e nella coltivazione dei territori montani. (more…)

PER TERNI, AZZERIAMO LE COMUNITA’ MONTANE

25 luglio 2012

Lettera aperta al Presidente della Provincia

Le Province sono sotto la scure del Governo per essere decimate, per ridurre la spesa pubblica e con essa l’enorme debito dello Stato, concausa dell’attuale grave crisi. Questa sforbiciata, basata (more…)

Appello degli ergastolani al Papa Benedetto XVI

18 dicembre 2011

“Amore è credere nell’altro e dargli fiducia” – (dal quaderno di un angelo)

Santo Padre,

siamo degli ergastolani, dei condannati a essere colpevoli e prigionieri per sempre, ergastolani con l’ergastolo ostativo ad ogni beneficio. Santo Padre, molti di noi sono in carcere da 20, 30 anni, altri di più, senza mai essere usciti un solo giorno, senza mai un giorno di permesso con la propria famiglia. Molti di noi sono entrati da ragazzi adolescenti e ora sono quarantenni destinati ad invecchiare in carcere, altri erano giovani padri e ora sono nonni con i capelli bianchi. Santo Padre, noi e la Comunità Papa Giovanni XXIII, Le vogliamo dire che la pena dell’ergastolo è una pena che si sconta senza vita; che avere l’ergastolo è come essere morti, ma sentirsi vivi; che la pena dell’ergastolo è una pena del diavolo perché ti ammazza lasciandoti vivo; che la pena dell’ergastolo tradisce la vita; che subire la condanna dell’ergastolo è come perdere la vita prima ancora di morire; che la pena dell’ergastolo ti mangia l’amore, il cuore, e a volte anche l’anima; che la vita senza promessa di libertà non potrà mai essere una vita. Santo Padre a cosa serve e a chi serve il carcere a vita? Si diventa non viventi. A che serve vendicarsi in questo modo? Non vediamo giustizia nella pena dell’ergastolo, ma solo una grande ingiustizia perché si reagisce al male con altro male aumentando il male complessivo. Una società giusta non dovrebbe avere né la pena di morte, né la pena dell’ergastolo. Non è giustizia far soffrire e togliere la speranza per sempre per riparare al male che ha fatto una persona. Il male dovrebbe essere sconfitto con il bene e non con altro male. Il riscatto umano non è possibile con una pena che non potrà mai finire. La nostra vita è di una inutilità totale, è aberrazione, sofferenza infinita. L’ergastolo è una pena che rende il nostro presente uguale al passato, un passato che schiaccia il presente e toglie speranza al futuro. Santo Padre, 310 ergastolani tempo fa si sono rivolti al Presidente della Repubblica dicendogli di preferire la morte al carcere a vita. Nell’anno 2007 un migliaio di ergastolani, sostenuti da 10.000 persone fra amici e parenti, hanno fatto lo sciopero della fame ad oltranza per l’abolizione dell’ergastolo. Nell’anno 2008 quasi ottocento ergastolani hanno inoltrato un ricorso alla Corte europea per chiedere l’abolizione dell’ergastolo perché in Europa solo in Italia esiste l’ergastolo ostativo. Sempre nell’anno 2008 un migliaio di ergastolani hanno fatto uno sciopero della fame a staffetta per l’abolizione dell’ergastolo. Santo Padre, i mass media dicono che l’ergastolo in realtà non esiste, ma allora, se non esiste, perché non lo tolgono? Vogliamo scontare la nostra pena, ma chiediamo una speranza, una sola, chiediamo un fine pena certo. Santo Padre ci sentiamo abbandonati da tutti, dagli uomini, dalla Chiesa e a volte persino da Dio, perché non si può essere contro la guerra, contro l’eutanasia, contro l’aborto e non essere contro la pena dell’ergastolo. Santo Padre, non abbiamo voce: ci dia la Sua per fare sapere che in Italia esiste l’ergastolo ostativo, una pena disumana che non avrà mai termine. Don Oreste Benzi, Fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII ha sempre appoggiato il superamento dell’ergastolo e qualche giorno prima della sua morte, alle Settimane Sociali del 2007 ha detto: “Adesso inizia lo sciopero della fame a Spoleto, nel supercarcere, per l’abolizione dell’ergastolo. Hanno ragione. Che senso ha dire che le carceri sono uno spazio dove si recupera la persona se è scritta la data di entrata e la data di uscita mai? È una contraddizione in termini. Perché non devono aver il diritto di dare prova che sono cambiati? Non è giusto questo.”

Sicuri di sentire la sua voce, grazie!

Gli ergastolani in lotta per la vita e la Comunità Papa Giovanni XXIII

Per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

Il Responsabile Generale – Giovanni Paolo Ramonda

Animatori del Servizio Generale Carcere

Mauro Cavicchioli – Giuseppe Angelini

Chiunque può aderire all’appello degli ergastolani sul sito http://www.apg23.org

 

info:  Angelini Giuseppe Tel. 328 164 98 30

nota di redazione: Goodmorningumbria aderisce all’invito degli ergastolani e si augura che i suoi lettori si sentano di  fare altrettanto.

 

Olio nuovo, campionatura e valutazione di qualità a Piegaro

12 novembre 2011

Torna a Piegaro, Oli Piegaresi, l’ormai tradizionale appuntamento con l’esperto per la valutazione degli oli prodotti sul territorio (organizzata dal Museo del Vetro – Comune di Piegaro in collaborazione con la Comunità Montana – Associazione dei Comuni Trasimeno – Medio Tevere). Un’occasione molto attesa dagli olivicoltori locali, che potranno aderire gratuitamente consegnando un campione della propria produzione presso il Museo del Vetro entro mercoledì 23 novembre 2011 (telefonare al 3337907764). I campioni verranno valutati dall’esperto, e i risultati della valutazione verranno comunicati nel corso dell’iniziativa, che si terrà presso i locali del Museo del Vetro di Piegaro domenica 27 novembre 2011 alle ore 17.30. E’ un’importante occasione per testare la qualità dell’olio del territorio, tenersi aggiornati sulle innovazioni tecniche, approfondire le conoscenze sulla qualità dell’olio extravergine di oliva e naturalmente confrontarsi con l’esperto, a disposizione per domande e chiarimenti. La partecipazione è aperta anche a produttori non residenti nel territorio piegarese.

NEVI, PDL, ESISTONO PRECARI DI SERIE A (COMUNITA’ MONTANE) E PRECARI DI SERIE B (TUTTI GLI ALTRI)

5 novembre 2011

Mi pare che sulla riforma endoregionale sia all’opera il partito della conservazione che crede che le riforme si possano fare purché non si metta in discussione lo statu quo. Il PDL è interessato a capire i dettagli del piano della Giunta Regionale e le conseguenti cifre precise ma ciò che si legge sui giornali sembra un film degli anni ’70 in cui, sulla scia del motto “ tanto paga pantalone”, si dava il via a grandi infornate di personale a scopi elettoralistici che oggi si ritrovano sulle spalle tutti i contribuenti umbri. Ora la Giunta Regionale invece di sgonfiare l’apparato, come l’Assessore Rossi ha più volte pubblicamente dichiarato, si appresterebbe a varare la più grande stabilizzazione di personale pubblico degli ultimi 20 anni. Se è scontato il consenso dei Sindacati che fanno il loro mestiere, altrettanto scontato, se quello che si legge sulla stampa fosse vero, sarà la nostra durissima opposizione in Consiglio Regionale perché l’Umbria non ha bisogno di avallare i danni delle precedenti gestioni “allegre”, di cui comunità montane e webred sono gli esempi lampanti, ma ha bisogno di forte discontinuità. È bene ricordate che i precari ci sono sia negli uffici della Giunta che del Consiglio e sarebbe difficile spiegare loro che esistono precari di seria A (comunità montane) e di serie B (tutti gli altri). E i giovani che non hanno mai avuto la fortuna di essere precari ma sono disoccupati? Annuncio che nei prossimi giorni il gruppo del PDL, una volta acquisito il quadro completo, farà le sue proposte precise alla comunità regionale assumendosi come al solito la responsabilità della contro proposta che “l’officina del PDL” sta elaborando. La speranza è che nella maggioranza le tante parole spese da autorevoli colleghi del PD, dell’IDV e di altri partiti non si pieghino come spesso succedete al partito della spesa pubblica e allo strapoteredella Cgil

Raffaele Nevi – Presidente gruppo PdL Regione Umbria

Regione, Segnali di cambiamento o segnali di aggiustamento?

4 dicembre 2010

di Darko Strelnikov
Apparentemente le cose stanno cambiando. Lentamente ma stanno cambiando. Le Comunità Montane verranno (probabilmente) abolite, l’Azienda unica dei Trasporti è una realtà certificata dal notaio, gli amministratori della Regione si sono tagliati lo stipendio del 10%. La situazione impone decisioni forti e di netta discontinuità con il passato. Questi primi segnali sembrerebbero andare in questa direzione. Dunque questo inizio di legislatura non può che non essere giudicato in maniera positiva. Però, (c’è sempre un però), nonostante tutto, alcuni vizi di fondo sembrano essere ancora presenti e il giudizio non può che rimanere appiccato all’esito finale delle varie operazioni, che si stanno compiendo e che ancora si devono compiere. E allora nasce spontanea una domanda : siamo di fronte ad un aggiustamento del vecchio metodo di governare o ad un  deciso cambio di passo, ad una vera e propria rivoluzione? Leviamo subito di mezzo Lenin, perché sconvolgimenti epocali e di assalti al palazzo d’inverno, in giro non se ne vedono. Piuttosto si ha l’impressione di una volontà, anche decisa di mutamento, che, ad un certo punto, si ferma e frena nel momento più importante. Insomma saremmo ai “Vorrei ma non posso”, ai “Due passi avanti e uno indietro” o peggio al viceversa (uno avanti e due indietro). Andiamo per esempi pratici prendendo subito di petto la questione della Comunità Montane. Se le aboliranno, come credo, sarà (ancora apparentemente) una scelta coraggiosa. Eliminare gli enti intermedi significa dare un colpo mortale a quel sistema di potere locale, inutile e costoso dal punto di vista istituzionale e amministrativo, ma preziosissimo per il mondo e le esigenze della politica. Ma solo se si ha il coraggio di arrivare fino in fondo. La scelta di accorpare tutto in una agenzia regionale desta più di una perplessità. Si continua a privilegiare soluzioni che non prendono la via maestra; quella degli enti elettivi, gli unici che debbono e possono essere i titolari di tutte le competenze di Governo. La mossa, più che una necessità, più che una novità è apparsa come un escamotage per permettere alla Regione di non perdere e cedere ad altri quei poteri. Ed è un classico di questi anni. Un classico che ha riguardato viabilità, acqua, trasporti e altre materie. La Regione Umbria del secondo millennio, credo unica in Italia, ha sempre voluto mantenere, accanto alle proprie ed esclusive prerogative di programmazione e legislazione, un ruolo significativo nel campo dell’amministrazione attiva, che invece, in uno schema ideale, dovrebbe appartenere totalmente a Province e Comuni. Ma sulla vicenda delle Comunità Montane c’è di più. Quello che è uscito dalla porta potrebbe anche rientrare dalla finestra. Come? Delegando a fantomatici Consorzi dei Comuni diverse attribuzioni dei vecchi enti. Non è una ipotesi, ma una precisa richiesta che “l’enclave” del Trasimeno ha già ufficialmente fatto. Se fosse così avremo una Agenzia Regionale che gestisce attraverso associazioni degli enti locali. E allora che sarebbe cambiato, visto che le Comunità Montane erano proprio questo? Sarebbe cambiato nome e avremmo un’agenzia in più. Tombola! Come razionalizzazione potremmo classificarla come una perla, una goduria, un esempio indimenticabile di gattopardismo. Ma anche la creazione di “Umbria Tpl”, l’azienda unica dei Trasporti, accanto ad una significativa opera di aggregazione e semplificazione, si porta dietro anche qualche buon “vizietto” della politica e diversi interrogativi sugli orizzonti futuri. Al di là del valore delle persone nominate, alcune delle quali, come il Presidente e soprattutto il Direttore, si portano dietro una esperienza amministrativa e una capacità manageriale notevoli e consolidate nel tempo, l’organigramma risponde ancora troppo a logiche di equilibrio politico tra partiti ed enti proprietari. Anche se il Cda non è scandaloso, come dice qualcuno dell’opposizione, perchè composto da gente che ha, in misura diversa, dimestichezza con l’argomento trasporti. E questo non è poco. Ma se si voleva produrre una vera innovazione bisognava seguire la logica dell’amministratore unico, che tanto bene funzionò all’Atam e all’Asp, prima della loro fusione e che potrebbe avere ancora una sua validità. Comunque, mi si dirà, si è iniziato. E questo è un indubbio merito. Dico di si, ma solo se il processo va avanti a 360 gradi. Gli accorpamenti nei servizi riguardano diverse materie. Però di fare aziende uniche di acqua e rifiuti si parla poco, anzi non se ne parla per niente. Addirittura qui si va in senso contrario. Umbriacque ha comunicato ai sindacati che vuole dividersi in due società. Altro che fusioni, qui siamo alle divisioni! E allora perché i trasporti si e gli altri no? Perché, probabilmente, la situazione delle aziende pubbliche del settore stava diventando insostenibile. Salvo l’Apm, che ha avuto una gestione oculata e che con importanti e lungimiranti operazioni esterne all’Umbria promosse da tutti i suoi presidenti (Brutti, Panettoni e Moriconi) ha sempre avuto una gestione in attivo, i bilanci di Atc e (soprattutto) Spoletina avevano il fiato corto ed erano in situazioni finanziarie difficili. Insomma l’Azienda Unica è stata l’unica soluzione (direi obbligata) in grado di scongiurare definitivamente qualsiasi ipotesi di chiusura. Se è così, la Giunta Regionale, a questo punto, dovrebbe chiarire se tutto ciò è un inizio o è invece una fine, se quella delle razionalizzazioni aziendali è una linea valida in tutti i settori o no. Dovrebbe chiarire se l’ obbiettivo finale è la creazione di un unico soggetto imprenditoriale pubblico dei servizi, o se invece , quella dei trasporti, è una eccezione dettata da uno stato di necessità. Sta qui il nocciolo della questione. Perché si fa presto a travestire un ipotetico “cambiamento” in un semplice “aggiustamento”.