Gentile Presidente,
il Movimento “Gilet Arancioni” da tempo chiede l’emissione di una moneta complementare da affiancare all’euro, come stabilito nelle circolari della Banca Centrale Europea, per fronteggiare difficoltà economiche di vario genere.
Lo Stato può ben affiancare all’euro un’altra moneta, avente corso libero, emessa dallo Stato medesimo.
L’accettazione di tale moneta indurrebbe i consociati a fare altrettanto, accettando una moneta a corso libero in pagamento dei propri crediti.
In tal modo si introdurrebbe una doppia circolazione monetaria, una con l’euro per le relazioni internazionali, una con la nuova moneta, riservata alle transazioni interne.
L’adozione di questa nuova moneta può essere effettuata per il pagamento dei tributi e per varie provvidenze (buoni trasferibili per sconti fiscali più o meno posticipati, la cosiddetta moneta fiscale, a condizione che tali buoni restino trasferibili anche per lo Stato, ciò al fine di ridurre il carico tributario del contribuente).
Non avendo bisogno di tassare i cittadini per procurarsi la moneta a corso libero, lo Stato ridurrebbe la pressione fiscale, così aumentando anche la domanda privata.
In merito va osservato che la Banca Centrale Europea ha rilevato: “I sistemi di moneta
complementare consentono ad una comunità locale o regionale di mobilitare le proprie risorse sottoutilizzate per soddisfare bisogni che altrimenti rimarrebbero insoddisfatti. La liquidità aggiuntiva che essi forniscono è un modo per incrementare i servizi, sia commerciali che pubblici, senza ricorrere a mutui
o ad incrementi di tassazione. Le monete locali consentono l’adozione di soluzioni lavorative più eque ed efficienti, poiché i cittadini a basso reddito possono effettuare i pagamenti di servizi mediante moneta locale, che possono procurarsi lavorando a progetti di pubblica utilità, piuttosto che nella moneta nazionale che a loro manca. Le monete complementari sono legali, nonostante vi siano normative da considerare, a livello nazionale o sovranazionale.
Le monete complementari possono incoraggiare il dibattito democratico negli enti locali circa il livello dei servizi pubblici desiderato, in ambiti che includono:
l’educazione, la salute, i servizi sociali, la sicurezza pubblica, la protezione ambientale, ecc. Le monete complementari consentirebbero di evitare i rischi connessi ad un pesante indebitamento, sia comunale, sia regionale, che statale”.
Quale miglior modo di investire oltre 700 miliardi di moneta complementare, che si potrebbe chiamare “Lira italica”, al cambio di 1 a 1 con l’euro, per affrontare e superare l’emergenza Covid 19?
Tutto ciò per alcune valide e ineccepibili ragioni:
– è un suicidio economico attendere 10 giorni per conoscere le decisioni dell’Uniove Europea sulla richiesta del governo italiano di contributi, non conoscendone nemeno l’importo, mentre ogni giorno le famiglie italiane non hanno il denaro necessario per sopravvivere;
– invece, i 700 miliardi di lire italiche si possono stampare in poche ore e in pochissimi giorni distribuirle agli italiani, agli ospedali, alle imprese, così allentando la pericolosa tensione che sta crescendo contro le Istituzioni della Repubblica.
Si fa presente che copia di questa lettera è stata allegata alla denuncia che il nostro Movimento ha presentato in data odierna alla magistratura.
Cordialmente
Il Presidente Nazionale
(Antonio Pappalardo)