Per “Eccentrica cultura”, animare i quartieri con FareNight, Il Trio Perugino del Dónca omaggia la figura del giornalaio-poeta Tonino Paccoia. Sketches dall’opera di Artemio Giovagnoni (I professionisti dell’accatonaggio, L maresciallo Picilocchi, Donne coraggiose). Letture poetiche da Spinelli e altri autori contemporanei in lingua perugina. (more…)
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“Perugia al centro, anche fuori dal Centro”
23 agosto 2012Teatro: Spettacolo e cultura presso la necropoli etrusca del Palazzone
25 luglio 2012Evento di spettacolo e cultura presso la necropoli etrusca del Palazzone, sopra l’Ipogeo dei Volumni. Lo organizzano la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Umbria, il Comune di Perugia e la Pro-Ponte Etrusca, con la collaborazione della perugina Accademia del Dónca e del suo fondatore Sandro Allegrini. Il 26 luglio alle 21, nello spiazzo antistante l’Antiquarium, il Trio perugino del Dónca (Fausta Bennati, Leandro Corbucci, Gian Franco (more…)
“Comprate e vendute: storie di donne trattate come merce”
13 Maggio 2012Lunedì 14 maggio, Sala dei Notari, ore 17
Incontro di Sandro Allegrini con il giornalista Alvaro Fiorucci e l’ispettrice di polizia Monica Napoleoni.
Un tema, quello del mondo che ruota intorno alla prostituzione, particolarmente attuale e doloroso. Una vasta panoramica sulla realtà del nostro territorio, delineata da due personaggi che, per motivi professionali – seppure in ambiti diversi – ne hanno maturata una particolare e approfondita conoscenza.
AlvaroFiorucci, è firma storica dei telegiornali della Rai. Caporedattore del tg della sede regionale umbra, Fiorucci è stato presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e dell’Associazione della stampa umbra (dopo aver (more…)
LIBRI: Monteluce 1871 – 1930, storia di un quartiere perugino
2 Maggio 2012Il pomeriggio del 30 aprile, in seno agli incontri dell’Accademia del Donca che come di consueto si svolgono al Teatro Morlacchi di Perugia, Sandro Allegrini ha presentato MONTELUCE: IERI, OGGI E DOMANI. EXCURSUS STORICI E PROSPETTIVE. Conferenza in cui, rispettivamente, lo ieri/l’oggi/e il domani erano rappresentati da Mara Moriconi, autrice del libro dal titolo STORIA DI UN QUARTIERE PERUGINO: MONTELUCE 1871 – 1930,Valeria Cardinali, assessore all’urbanistica e Sabrina Cittadini, presidentessa dell’Associazione Monteluce.
Se quindi Monteluce ha da sempre rappresentato un legame nel territorio tra le due università (la statale e quella per stranieri), per il presente l’Associazione presieduta dalla Cittadini cerca di tenerne ancora i piedi le fila aggregative insieme alla parrocchia di don Luciano Tinarelli, in quanto memoria storica personificata sul versante religioso del quartiere stesso, l’Arci, la Polisportiva e i residenti tutti. Si tratta, infatti, di un luogo caratterizzato da quella specifica dimensione umana che ancora oggi si può trovare in un paese, così che le tante piccole iniziative promosse dall’Associazione non tendono altro che ad illuminare suddetto quartiere che, già nel nome, porta appunto la sua luce. A sostegno di ciò è il dato previsionale che ci fornisce l’assessore Cardinali sui 770 circa nuovi residenti, per un’edilizia calmierata a canone convenzionato, a cui faranno da corredo servizi pubblici e riconversione di spazi, negozi di
alimentari e di generi vari, la Casa della Salute, un Centro Benessere, uno spazio di servizio per studenti gestito dall’Adisu e una parte dedicata all’amministrazione comunale per servizi al cittadino. Al di là di tali notizie di attualità o previsionali, reperibili nella cronaca più o meno quotidiana, di interessantissimo apporto culturale è stato l’intervento di Mara Moriconi, che tra l’altro ha aperto la conferenza, sulla storia del quartiere oggetto di studio. Monteluce, infatti, nell’immaginario collettivo dei perugini è rappresentato ancor oggi come “l’ospedale”, non fosse altro perché tutti, lì, ci siamo nati e, fino a poco tempo fa, ci abbiamo fatto nascere i nostri figli. A inizio secolo, però, Monteluce era inesistente come quartiere, trattandosi infatti di piena campagna: neanche la chiesa era aperta al pubblico, poiché di proprietà delle monache dell’ordine delle Clarisse e quindi soggette alla clausura. Tale monastero, edificato nel 1218 e vantando, così, una data di fondazione seconda solo – in ordine cronologico – a quello di Santa Chiara in Assisi, ospitò le clarisse fino alla costruzione dell’ospedale. Fin quando, cioè, la Congregazione di Carità della città decise di spostare l’ospedale da via Oberdan ad altra sede. La scelta della sede ricadde appunto sul monastero, che fu demolito nel 1910: alle ore 17.15 del 12 maggio le monache danno l’addio alla propria casa secolare, così che il 14 settembre dello stesso anno, alla presenza del primo ministro di allora, viene posata la prima pietra. Ma il “parto” (è il caso di dirlo) edilizio durò una ventina d’anni, sebbene fosse finanziato congiuntamente da fondi della Congregazione della Carità e da quelli dell’amministrazione pubblica. Per salvaguardare eventuali epidemie, l’ospedale fu costruito secondo le nuove norme igieniche che di lì a poco si erano affacciate nel panorama sanitario: quindi un’unica struttura ospedaliera, sì, ma costruita in più blocchi distinti fra loro. Dopo la prima guerra mondiale, la nuova classe borghese emergente, bisognosa di trovare anche un’identità residenziale che esulasse sia dalla campagna popolana che dalla nobiltà cittadina, trovò in Monteluce il quartiere adatto a soddisfare le proprie esigenze edilizie. Così fu che il “non-luogo” tra la città e l’ex monastero iniziò a riempirsi di nuove costruzioni: il resto è noto… anche se per saperne di più su particolari e aneddoti inerenti questa nostra bella storia cittadina, potete documentarvi, appunto, nel libro della Moriconi, editato da Era Nuova. Esilaranti e pertinenti, come sempre quando si è ospiti di Allegrini, sono stati quelli che lui stesso ha definito “intermezzi letterari”: letture di testi in lingua perugina inserite tra un intervento e l’altro all’interno della conferenza, che hanno scaturito nel pubblico risate più o meno amare. Dopo il racconto di fra’ Giacomo Paris e le sue prodezze da fanciullo nel quartiere, con la mamma che per rimproverarlo gli diceva farè la fin’ de Cinicchio e pu da grande finirè ‘n prigione, è stato il turno del saluto al vecchio ospedale di Rosanna Armellini, letta da Gianfranco Zampetti, con la nostalgia, sissignore è proprio lìa e del magone ‘nto lo stomico pei calcinacci che se vedon a vniggiùe di Ruggero Papini decantato da Leandro Corbucci.
Da Rocchi a Locchi: per una modernizzazione di Perugia nel XX e nel XXI secolo
23 aprile 2012Due momenti importanti per la modernizzazione di Perugia del Novecento e del terzo millennio. Ulisse Rocchi, già medico e direttore dell’ospedale perugino di via Oberdan, portò significative innovazioni nella vita cittadina. Esponente borghese, subentrato al notabilato agrario, Rocchi si propose come convinto progressista, governando la città per un quindicennio. Fondatore del giornale “La provincia”, legò il proprio nome al trinomio “luce, acqua e tram”, sintetizzando in queste tre voci un pacchetto di opere pubbliche che contribuirono all’innalzamento del profilo civile della città del Grifo. Alla fine della sua carriera politica concorse l’incidente, verificatosi durante la costruzione di via Cesare Battisti quando, nel crollo di un’impalcatura, morirono degli operai. Roberto Sciurpa, autore di uno studio sui sindaci
della città del Grifo, per ricordare le contraddizioni e lo spirito trasformistico di Rocchi, cita la satira riportata ne “L’Unione Liberale” che gli mise in bocca la strofetta: “Per far piacere al popolo / che m’è tanto cortese / faccio il
socialistoide / truccato da borghese”. Renato Locchi, sindaco di Perugia per due consiliature, ha tenacemente voluto la realizzazione di significative opere pubbliche come il teatro Brecht di San Sisto, il nuovo Ospedale S. Maria della Misericordia (ex Silvestrini), il minimetro e la “sala del commiato”, per portare l’ultimo saluto, da parte di amici e familiari, a cittadini non credenti, presso il cimitero civico.
Il talk tra Sandro Allegrini, Claudia Minciotti e Renato Locchi si dipanerà intorno a temi della storia perugina passata e presente, con intermezzi poetici, letti dagli attori Leandro Corbucci e Gian Franco Zampetti. L’animazione verterà su poesie e prose pubblicate dagli autori perugini dell’Accademia del Dónca nelle antologie dell’Officina del Dialetto e nel volume “Minimetro che passion!”, con Book shop organizzato da Morlacchi editore.
Alle Tre Vaselle di Torgiano, Chef per una sera. Tre chef speciali per una serata speciale
18 aprile 2011Le ricette del TRIO DEL DONCA scelte e interpretate dal Trio medesimo.
Con il commento di SANDRO ALLEGRINI – Mercoledi, 20 aprile 2011
L’atmosfera esclusiva di un locale di charme, un menu scelto con attenzione e sapienza, la freschezza dei prodotti del territorio, l’estro e la simpatia di un personaggio speciale. Al ristorante Le tre Vaselle, storico locale nel cuore di Torgiano, vari personaggi del mondo della cultura e della vita pubblica umbra si improvvisano… chef per una sera.
Per la serata del 20 aprile Fausta Bennati, Leandro Corbucci e Gian Franco Zampetti, gli straordinari interpreti della tradizione letteraria perugina noti al pubblico come Trio del Donca, presenteranno i propri “piatti del cuore”. A commentarli, il rigore e la simpatia di Sandro Allegrini, scrittore, giornalista, critico letterario, attento custode e acuto osservatore della cultura umbra. L’iniziativa, che gode del patrocinio dell’Accademia della Cucina Italiana, Delegazione di Perugia, è liberamente ispirata alla trasmissione TV Chef per un giorno
Info e prenotazioni
Le tre Vaselle resort&spa – Via Garibaldi 48 Torgiano
Prenotazioni entro le 12.00 del 20 aprile:
075 9880447 3vaselle@3vaselle.it
Prezzo promozione: 35,00 Euro