Posts Tagged ‘crocifisso’

San Venanzo TR): bocciata la mozione dell’opposizione sul crocifisso nella Sala Consiliare

30 luglio 2015

crocifisso-ligneo-montefiore-conca-crocifisso-bigIeri, nel corso dei lavori presso l’Aula Consiliare del comune di San Venanzo, il Consiglio Comunale ha bocciato a maggioranza la mozione presentata dalla Lista Civica di opposizione, San Venanzo Viva, che aveva proposto di apporre il crocifisso nella stessa Sala Consiliare del Comune. Come spiega Riccardo Nucci, capogruppo di opposizione: “In un paese fortemente cristiano come San Venanzo, dove ogni anno si celebrano moltissime feste religiose, abbiamo ritenuto opportuno proporre l’affissione del crocifisso nella Sala che, dal punto di vista Istituzionale, rappresenta il Comune e quindi i suoi cittadini”.

Riccardo Nucci

Commento: Ma anche tu caro Nucci, che ti salta in mente, fare questa proposta con questo caldo, a levarlo si fa prima ma per appenderlo  bisogna mettere un chiodo, chissà magari in comune non hanno nessuno con la  voglia di fare un buco. F.LR.

L’Italia lentamente muore e voi non ve ne accorgete neppure…

9 aprile 2013
Laura Boldrini a Civitanova Marche

Laura Boldrini a Civitanova Marche

LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA LAURA BOLDRINI

di Marinella Tomasi

Presidente Boldrini, apprendo come la maggior parte degli Italiani che in passato non lontano ebbe a dire di essere nata nel paese sbagliato , quindi mi domando: come può lei (more…)

La Festa del S.S.Crocifisso, in programma ad Agello dal 14 al 24 giugno

11 giugno 2012

Una tradizione, che risale alla fine dell’Ottocento, quando alcune parrocchie della diocesi di Perugia acquistarono una imponente statua di Gesù Crocifisso; vuole che ogni 25 anni una (more…)

“Giù le mani dal Crocifisso. Nessuno si permetta di toccare il simbolo dell’Occidente Cristiano”

1 dicembre 2010

Il Priore della Confraternita *Jacques De Molay* della regione Sicilia
Frà Corrado Armeri

I Cavalieri Templari Cristiani *Jacques De Molay* con il loro Priore della Sicilia frà. Corrado Armeri – esprimono tutta la loro disapprovazione per quanto accaduto nella scuola di Solarino. Ricordiamo a tutti che l’umanità intera – a prescindere dai differenti credo religiosi – riconosce nel Crocifisso l’immagine di Dio, che si fece uomo per Amore degli uomini, sino a sacrificare la Sua stessa vita. Pertanto preannunciamo che, nel rispetto delle regole della democrazia, faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per opporci ad ogni tentativo – anche giudiziario – di quanti mirano a negare e sovvertire l’Identità, anche religiosa, della nostra Europa.
Non è una nuova crociata, perché il Crocefisso non ha bisogno di essere difeso, è l’unico ed inequivocabile simbolo di Pace , messaggero di Ideali altissimi che costituiscono le radici non solo dell’identità Cristiana ma anche italiana ed europea. Il Crocifisso conclude tragicamente la grande storia di un uomo innocente che sceglie di morire per non tradire gli altri uomini. Per i cristiani quell’uomo è il figlio di Dio, per altre religioni quell’uomo è un profeta, per i non credenti quell’uomo merita sicuramente rispetto .
Crediamo fermamente che sotto il simbolo del Crocifisso da sempre è sinonimo di dialogo con tutti, un valido indirizzo per la solidarietà e l’accoglienza. Un simbolo che rinvia ad un atto di amore, quello del Cristo che ha invitato ad amare i nemici; dunque un messaggio di straordinaria attualità, che da duemila anni a questa parte parla di tolleranza e di apertura, e oggi sostiene il processo di inclusione e di crescita di una Italia e di una Europa che si trovano ad essere centro e meta di importanti flussi migratori,ma che non può e non deve perdere la sua identità Cristiana.
Il Crocifisso si onora , reagiamo con sdegno ai tentativi di rimuoverlo, dalle nostre pareti,che siano esse scuole o edifici pubblici, chiunque è libero di rimuoverlo dalla propria coscienza,ma non accettiamo scuse di nessun tipo specialmente riguardando le possibili offese alle altre religioni ,chiunque può essere laico,ma non vigliacco.

 

Natale, è vera essenza di fede

12 dicembre 2009

Giotto, presepe di Greccio

di Anita D’Alessandro

Nella dolce notte del Natale, si racchiude il più grande miracolo umano “la nascita”. Si, la nascita è il compimento di tutto il reale e come tale è da considerarsi una grande festa.

Si festeggia la nascita del Bambino di Betlemme, volta a simboleggiare l’inizio di un nuovo cammino interiore, di una spiritualità che accompagna noi esseri umani.

Il Santo Natale ci regala prima di tutto la grazia della redenzione e poi i “regali”. Purtroppo il consumismo, generato dalle società capitaliste che ci propagandano continuamente valori materialistici come il successo e la vita opulenta, fagocita i valori tradizionali delle feste religiose come il Natale, per trasformarli in semplici vacanze che costituiscono occasioni di enorme consumo, dimenticando così il vero motivo per cui si festeggia.

La nascita del Bambin Gesù è un’occasione che ogni anno rinnova l’essenza della fede, facendoci uscire dalla tempestosa frenesia moderna per regalarci e farci riscoprire il grande valore del silenzio, della semplicità e del rinnovo.

Era la notte di Natale del 1223 quando il Santissimo Francesco per grazia divina rievocò la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell’evento, ideò il primo presepe; il presepe di Greccio.

La sua è una visione pura e semplice che rievoca la natività del Re povero, è una rappresentazione ricca d’amore rivolta a quel Dio che si fa bambino per venire ad abitare in mezzo a noi. Questo è il Natale. È questa la vera essenza di fede. È un’opportunità di rinascita spirituale per tutti: rinasciamo per purificarci, per riscoprire un nuovo cammino che ci accompagni quotidianamente; tutto ciò ha inizio con il Natale che mantiene la promessa di alimentare questa nuova luce ogni giorno.

Il presepe di Greccio rappresenta la vita per antonomasia, perché è il simbolo supremo della comunione di amore che nasce e vive nella famiglia. È rispetto e adorazione per l’essere umano, ma anche amore e adorazione per la madre terra e gli esseri animali. Dunque il fieno che San Francesco inserisce nel presepe per donarlo al bue e l’asinello, simboleggia la grande ricchezza che la nostra madre terra ci offre, è da lei che ogni forma vivente raccoglie tutti i frutti di cui ha bisogno. Il bue e l’asino deputati a riscaldare il Bambin Gesù, rappresentano il simbolo dell’amore, invitandoci all’amore a al rispetto verso tutte le altre creature viventi che in quanto tali concorrono a chiudere un ciclo, il “ciclo della vita”. Tutto è sua creazione.

Dunque è con il Natale che ci dobbiamo confrontare per comprendere chi è Dio e chi è l’uomo.

Il mistero del Natale è il mistero dell’uomo, della vita e della bellezza. È un’occasione per rigenerarsi, ripartire, mettere ordine, prendere e donare amore. Natale è amore, è emozione, è purezza, raccogliamoci in meditazione in silenzio per coglierlo in pieno e per poi poterlo donare. Questa profonda riflessione esorta ad evitare di oscurare la natività di Gesù  con quella di Babbo Natale, riducendo l’evento centrale dell’umanità ad una profusione consumistica. San Francesco nel presepe di Greccio, ha voluto ricordare, malgrado le misere circostanze, che questa non fu affatto una nascita ordinaria. Questa unione di povertà e nascita miracolosa rappresenta Gesù come vero essere umano ma anche figlio di Dio in maniera unica.

Ogni giorno guardiamo al Natale, a quell’immagine così unica del presepe affinché tale simbolo assieme al crocifisso possano illuminare la nostra anima per essere illuminati tutto il giorno, tutti i giorni.

Crocifisso o compromessi sulle questioni religiose?

27 novembre 2009

anita d'alessandro

Per esortare alla riflessione, nei precedenti articoli, sul tema della secolarizzazione, sono stati affrontati alcuni argomenti che hanno posto alcuni interrogativi sulla religione oggi.

Pertanto si è ritenuto opportuno partire e soffermarsi sull’importante tema riguardante il progresso della scienza, argomento di grande rilievo culturale e sociale per l’essere umano, perché essendo la scienza il risultato di un rigoroso sillogismo scientifico ci ha beneficiati di tanta tecnologia e progresso, a tal punto da dominare la nostra vita su tutti i fronti, plagiando così il nostro “modus vivendi” ci ha resi meno propensi ad accettare le cose che non possono essere provate e dimostrate.

Ad un secondo livello è stato affrontato il tema della secolarizzazione, osservando la questione dei bisogni materiali prodotti dalla società confrontandosi con i precetti divulgati dalla Chiesa volti a sostenere un benessere spirituale.

Ora, questi fenomeni sociali, caratterizzano a tal punto la nostra esistenza allontanandoci da temi tradizionalmente forti, carichi di significato e di valori culturali, lasciando alla morale laica ampio spazio per la determinazione delle regole comportamentali.

Infatti, con la nascita dell’Unione Europea, che si compone di ben 27 stati membri, si assiste al grande fenomeno dell’immigrazione. È la nascita di una nuova società che racchiude in sé i suoi pregi e i suoi difetti; e che se analizzato da un punto di vista puramente umano, è da attribuire grande pregio a tale fenomeno sociale, perché ci rende cittadini del mondo generati da un unico Dio. Un Dio che ci vede uguali, che non ci giudica per le nostre differenze cultuali e di razza, è un Dio che ci esorta all’integrazione attraverso il recupero e l’elogio della nostra identità storica, culturale e religiosa. Egli non ci giudica! Anzi, la loro libera manifestazione è sinonimo di grazia divina, quindi amore e rispetto per il prossimo. Purtroppo, sovente la poca mancanza di morale, rende gli uomini ciechi, incapaci di difendere se stessi facendosi travolgere da correnti che non fanno altro che aggravare il senso di grande vuoto.

In tal senso la scarsa morale può favorire il nascere di azioni discriminatorie, si finisce col giungere a compromessi, anche da parte di istituzioni laiche, su questioni puramente religiose, portando come soluzione dei conflitti religiosi ad una diluizione dei principi e dei riti religiosi, in modo da non offendere la parti in causa. È questo il caso del non poco discusso tema del “crocifisso” nelle aule scolastiche del nostro paese, ritenuto dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, una “violazione della libertà  dei genitori ad educare i figli secondo le loro culture e credo religioso”. Ma nel caso specifico sarà questa la strada volta al dialogo e al confronto tra gente di cultura e di religione diversa? Sarà questa la strada che porrà l’equità religiosa tra le due parti in causa? Non è offuscando la propria cultura, la propria religione che si enfatizza il valore della non discriminazione sociale a favore dell’uguaglianza come aspetto supremo della dignità umana. È proprio attraverso il recupero e la manifestazione della propria identità storica, culturale, spirituale che si crea rispetto, integrazione, scambio. Perché laddove vige l’assenza di morale, di etica e sacralità, proprio lì vive il vuoto.

Ogni popolo, ogni cultura deve rendere atto della propria sacralità nel rispetto e nell’accettazione dell’altra. È bene ricordare, come afferma l’Osservatore Romano, che “il crocifisso tra tutti i simboli quotidianamente percepiti dai giovani è quello che più rappresenta una grande tradizione, non solo religiosa”.

È questo nel corso della storia un punto di riferimento incrollabile volto a simboleggiare la libertà e la dignità di ogni uomo.