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Santuario della Verna : Il rumore del silenzio

14 luglio 2010

Cappella dell'Ascensione

di Gianna Nasi

Capisci subito dai tuoi passi che dal viale  ti porta al Santuario che è un luogo spirituale: sembra quasi che le persone non facciano neanche rumore camminando e se ne stiano in ammirazione della natura. Un bosco ricco e intenso  fra le rocce a picco.

I bassorilievi robbiani rappresentano immagini sacre e la più interessante è sicuramente quella all’interno della chiesa: a destra e a sinistra in basso della pala, si elevano da due vasi due rami di frutti alternati ma tutti facente parte dello stesso ramo che si ricongiunge al centro in alto nella simbolica rappresentazione di Dio. Sotto Gesù in mezzo a quattro coppie di angeli, e in basso gli apostoli con al centro una donna (La Maddalena?). Sempre in chiesa una teca con un saio racchiuso dal vetro.

Cappella dell’Ascensione,  costruita nel 1601 contiene una delle più grandi opere    (m 4,70 x 3,20)  di Luca della Robbia del 1490 .

suora nella Sala delle Stimmate

Più avanti il corridoio che porta al letto di S. Francesco. Fra le rocce consumate dal tempo  una grata a mò di protezione di quello che una volta era il etto del santo, con dei rosari e delle foto dove i pellegrini lasciano le loro speranze. Ma quando te ne stai li senti il rumore del silenzio. Le orecchie quasi vibrano. Come diceva una vecchia canzone di Art and Gurfunkel, The sound of silence “..no one dare to disturb the sound of silence”. Infatti non riesci neanche a parlare e immagini il piccolo frate che dormiva in un luogo cosi freddo umido e buio ma con un cuore pieno  di calore umano e spirituale e il desiderio e la determinazione di fare e lottare per il  bene.

Reduci dai mondiali di calcio dove la novità più pubblicizzata è stata la vuvuzela, una trombetta stonata con cui manifestare il proprio entusiasmo, e i clacson dopo le vincite delle varie squadre, le discussioni  sui decibel dell’ assordante musica in discoteca, il modo arrogante e aggressivo usato dai più dove chi strilla più forte sembra avere ragione … penso che tutti dovremmo andare in un posto simile, per capire il significato perduto del silenzio.

… Le mani i i piedi, proprio al centro, si vedevano confitte dai chiodi… il fianco destro trapassato come da una lancia…

Letto di San Francesco

Il silenzio consente la meditazione, una riflessione su se stessi per capire chi siamo e dove vogliamo andare, fuori dai percorsi obbligati e pieni di frastuono, di staccare la spina sul mondo frenetico e roboante che ci spinge avanti con forza e ci obbliga a fare tutto in fretta e sempre di più, senza garantire un risultato vero e soddisfacente, dove nel chiasso perdiamo la bellezza di un sorriso, un tramonto, un sussurro…..

Il letto di San Francesco, sulla nuda roccia era il luogo dove il Santo riposava, la grata di ferro fu collocata per proteggere la pietra dai pellegrini che credendola sacra che ne asportavano i pezzi

Con l’assenza di suono ci si può anche riconciliare con la natura bellissima che ci circonda e di cui scopriamo l’esistenza solo nelle discussioni sul biologico, sull’ ogm, le coltivazioni rovinate dalla tempesta, o le catastrofi naturali. Nel suono del silenzio ci possiamo guardare dentro e fuori riscoprendo che siamo fatti di materia e di spirito e proprio questo è un modo per ritrovarne la tanto sperduta unità.