Posts Tagged ‘diavolo’

QUANDO PER FAVORIRE BOCCALI IL DIAVOLO ATTINGE ANCHE ALL’ACQUA SANTA

5 giugno 2014

Per i soliti interessi di bottega, si mescolano quelli del Diavolo con l’Acqua santa, tutti utili a far compiere quei miracoli di moltiplicare i voti elettorali a favore del Sindaco Boccali.
Chiamarli voto di scambio è difficile non poterci credere, ma questo è il migliore sistema, che consente al politico di turno di mantenersi in sella, elargendo contributi pubblici a questo o a quel gruppo di sostenitori che lo ricompenseranno nelle urne elettorali.

Una cosa è certa, il vantaggio ricevuto dal Sindaco Boccali al primo turno e che probabilmente sarà riconfermato al ballottaggio, proviene essenzialmente dallo sponsor Arci con la sua galassia di Associazioni socio culturali da questo dipendenti.
Basterebbe ricordare che il Sindaco Boccali, è grazie alla sua lunga collaborazione con l’Arci che ha potuto conseguire la brillante carriera politica. (more…)

SORPRESA: Il DIAVOLO NEGLI AFFRESCHI DI GIOTTO AD ASSISI E LA STORIA DEI TEMPLARI RACCONTATA A SAN BEVIGNATE

12 Maggio 2014
Chiara Frugoni

Chiara Frugoni

Martedì 13 maggio 2014 – ore 18.00

Diabolus in nubecula’. Il diavolo è nei dettagli 

CHIARA FRUGONI Già Università di Roma ‘Tor Vergata’
Introduce MARIA GRAZIA NICO OTTAVIANI
Università degli Studi di Perugia
Con il ritorno a Perugia di Chiara Frugoni si conclude il seguitissimo ciclo di conferenze La storia dei Templari raccontata a San Bevignate, parte integrante del più ampio progetto Perugia capitale templare, a sua volta concepito dal Comune di Perugia nel quadro della candidatura di “Perugia2019 con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria” a Capitale europea della Cultura. (more…)

ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE: “RECUPERARE E VALORIZZARE L’AREA DI INTERESSE STORICO E ARCHITETTONICO DI ROTAPRONA DI SAN VITO (TR)”

5 ottobre 2011

Buca del diavolo torrente Fersinone

Il consigliere regionale Gianfranco Chiacchieroni (PD) interroga la Giunta Regionale per sapere quali siano gli “intendimenti, gli interventi e le iniziative che si vorrà intraprendere per valorizzare e promuovere l’area di interesse storico situata in località Rotaprona di S. Vito (San Venanzo-TR). Chiacchieroni ritiene che sia opportuno intervenire per il restauro e il recupero di questo sito “rilevante sotto il profilo dell’archeologia industriale, per la presenza di  manufatti di rilevante valore storico-architettonico”.  Il consigliere del PD spiega che i manufatti di Rotaprona di S.Vito “Sono situati lungo le rive del torrente Fersinone. Vi è compresa una ‘chiusa’,  un canale artificiale, una fornace per la produzione di laterizi, una ‘colta’ per lo stoccaggio delle acque ed un mulino per la molitura per grano e olio. Tutto questo comparto – sottolinea Chiacchieroni – in cui è compresa anche un’abitazione, è di  proprietà della Regione Umbria”.

CICLAMINO, (ciclamen porpurescens o europaem)

6 febbraio 2010

di Loriana Mari

Caratteristiche: originario della Grecia, del Medio Oriente e dell’Africa, il ciclamino deve il suo nome dal greco kyklos, che significa cerchio, per il particolare movimento dello stelo.

Habitat: Cresce nei terreni ricchi di humus dei boschi, nei luoghi freschi, vicino ai torrenti e tra le rocce. Li puoi trovare nei boschi di lecci delle nostre regioni meridionali Il ciclamino è una pianta che cresce allo stato spontaneo in tutti i Paesi che si affacciano sul  bacino del Mediterraneo, ed anche in Paesi molto lontani come la Somalia e l’Iran.

Il tubero di questa pianta è tossico.

Fiorisce alla fine di gennaio e febbraio.

Storia, leggenda e magia: secondo un’antica leggenda (così narra Plinio il Vecchio), i luoghi in cui viene piantato il ciclamino sarebbero immuni da malefici e filtri nefasti. Così si attribuì a questo fiore la proprietà di guarire dal morso dei serpenti. Secondo alcuni era sacro ad Ecate, divinità dell’oltretomba, che presiedeva ad incantesimi e magie. Il ciclamino vivo influenza i centri di energia vitale; tenendo questa pianta  nella propria casa si avranno grandi benefici per l’ispirazione e la sicurezza di sé.

In epoca cristiana la pianta divenne attributo di Maria, dove le macchioline rosse che spesso sono all’interno del fiore simboleggiano il suo dolore per la morte del Figlio sulla croce.

ll profumatissimo ciclamino, analogamente alla Mandragora, è detta “Pianta di Ecate” o “Pianta del diavolo”, sottolineando come Ecate sia spesso vista, erroneamente, collegata ad un’entità negativa come Satana che è stata inventata dal cristianesimo e, quindi, molto successiva alla nascita di  Ecate.  E’ una pianta nota fin dall’antichità. La sua bellezza e le sue forme avevano già colpito la fantasia degli antichi, i quali elaborarono su di esso molte leggende, che si sono tramandate fino ai nostri giorni.

Gli antichi greci attribuivano al ciclamino una valenza magica per la forma tondeggiante del tubero e per la tendenza del gambo del fiore ad attorcigliarsi a spirale quando il fiore è fecondato. Gli antichi greci “leggevano” in queste forme “circolari” una affinità con il cerchio, inteso come figura magica perchè rappresenta l’universo, nel suo eterno ciclo di rinnovamento. Dunque, una pianta con quella forma diventava una pianta dalle virtù magiche. Il nome stesso del ciclamino si ispira a questo aspetto “magico”,  deriva dalla parola greca kyklos, cerchio.

La leggenda più famosa sul ciclamino ci è stata tramandata da alcuni scritti di un famoso naturalista greco, Teofrasto, vissuto nel III secolo a.C. Secondo Teofrasto, il ciclamino propiziava l’amore e la sensualità. Probabilmente Teofrasto aveva ricondotto la forma rotondeggiante e compressa ai poli del tubero all’utero femminile, associando così la pianta al concepimento. Questa credenza risultava inoltre rafforzata da una antica usanza, quella di adornare la camera dei giovani sposi con piccoli mazzi di questo fiore, in chiaro  augurio di fertilità.

Il ciclamino aveva colpito l’attenzione dei suoi antichi osservatori anche per un altro motivo: è una pianta velenosa. Nel tubero del ciclamino è presente un glicoside chiamato ciclamina, velenoso per l’uomo, ma non per alcuni animali. Anzi, il tubero di ciclamino è noto anche con il nome di pamporcino perchè è particolarmente appetito dai maiali. La presenza del veleno ha contribuito ad alimentare la leggenda del ciclamino come pianta dalle virtù magiche. Infatti, nell’antica Grecia il ciclamino era sacro ad Ecate, divinità lunare delle magie e degli incantesimi. Si era soliti piantare questi fiori intorno alle abitazioni  perchè si credeva che proteggessero dai malefici, e si usava l’estratto di ciclamino come rimedio contro il morso dei serpenti velenosi.

Questa doppia valenza del ciclamino, pianta di indiscutibile bellezza ma velenosa, pianta di vita e di morte, ha fatto sì che il ciclamino, nel linguaggio dei fiori, simboleggiasse la diffidenza.

Una volta i contadini mettevano a cuocere sulla brace   il tubero   del ciclamino   incavato    e riempito d’olio, che poi usavano per calmare il mal d’orecchie. Il tubero torrefatto   perde la sua tossicitá, fornisce  fecola usata come sostanza alimentare per animali. Questa un tempo era utilizzata perfino dall’uomo, per questo la pianta era  anche  detta  pan terreno.