Circa vent’anni fa il regista francese Luc Besson diresse un film allora molto seguito, intitolato “Il quinto elemento” in cui, in pieno clima surreale e fantascientifico, si tentò di parlare, in modo accattivante ed originale, del tema più ampiamente sviluppato di tutta la filmografia mondiale:l’amore. Un tentativo nuovo di parlare, agli adolescenti, di cose antiche, dell’amore come “anima mundi”, dell’esistenza umana come dotata di libertà assoluta e, se riconosciuta, libera di fare il bene, di crearlo e con esso salvare il mondo.