Posts Tagged ‘export’

Voucher per l’internazionalizzazione: contributo di 10 mila euro a fondo perduto per attività di internazionalizzazione delle pmi

4 settembre 2015

confUmbria Export tra gli enti accreditati dal Ministero per lo sviluppo dei progetti

Si chiama Voucher per l’internazionalizzazione l’iniziativa del ministero per lo Sviluppo economico il quale erogherà alle pmi italiane un contributo di dieci mila euro a fondo perduto per sostenere le aziende in progetti di sviluppo dei mercati internazionali. (more…)

Country Presentation Azerbaijan. Le opportunità economiche e commerciali per le imprese umbre

12 Maggio 2015
Enzo Faloci con il direttore della Camera di Commercio del Kirghizistan

Enzo Faloci direttore di Umbria Export con il presidente  della Camera di Commercio del Kirghizistan

MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015, ORE 15.30

Confindustria Umbria – Via Palermo, 80/A – PERUGIA

È in programma mercoledì 13 maggio alle 15.30 nella sede di Confindustria Umbria a Perugia la country presentation dedicata all’Azerbaijan, un mercato di grandi dimensioni e di grandi opportunità.

L’incontro è rivolto agli imprenditori della regione ed è organizzato da UniCredit e Confindustria Umbria che, in collaborazione con Umbria Export ed Itazercom. (more…)

PRIORI ART EXPO, via dei Priori, Sabato 18 maggio ore 18

16 Maggio 2013

Il PRIORI ART EXPO è un esempio di arte fuori dal museo, come è stato teorizzato ormai da anni da Elisabetta Cristallini e Lucio Altarelli, sulla scia dei diversi eventi di Public Art che dagli anni Ottanta ad oggi si sono svolti in diverse città italiane. L’arte cerca nuovi spazi non istituzionalizzati, (more…)

Export Italia 2011: la Troika bara come l’URSS ?

18 febbraio 2012

L’articolo di Dicembre del Sole24ore decanta infatti l’ottimo risultato per i dati sull’export italiano, dopo aver finalmente cambiano questi arcaici valori…. si antediluviani e chissà perché li hanno cambiati in piena crisi economica con la nazione sull’orlo del default !?

Sarà che Monti viene suo malgrado dalla Troika UE che un po’ come l’URSS ci ha abituato a questi giochetti statistici mentre la nazione sprofondava verso il baratro ?

Eppure solo il mese precedente, lo stesso Sole24ore forniva una dettagliata analisi statistica sul crollo dell’export in Italia che vede il settore dei beni strumentali ( manifatturiero ) in recessione di ben -21,8%. In altre parole anche le nuove serie “truccate” dell’Istat confermano che l’industria generica è al collasso. E non vediamo del resto come potrebbe essere diverso con le massive delocalizzazioni e outsourcing aggravate enormemente dalla concorrenza sleale, per non parlare del crollo della domanda a fronte dei sostegni più o meno di stato che hanno portato sovrapproduzione e innalzamento del debito privato delle imprese balzato dal 60% al 100%.

Quei pochi miglioramenti che ci sono derivano essenzialmente dalla svalutazione dell’Euro che è quello di cui abbiamo un disperato bisogno come la Grecia del resto… La sola industria del lusso che ha visto aumentare la domanda e l’export, e del turismo che però è da riformare in quanto poco competitivi e troppo costosi, si veda invece la Francia, riuscirà ad assorbire l’intera manodopera ? E nel frattempo gli operai del settore metalmeccanico e manifatturiero, settori a forte orientamento dell’Italia, che fine faranno ? E che fine faranno le loro imprese ? E le miriadi di PMI che ne costituiscono l’indotto ?

E infatti di oggi la notizia che l’Italia entra ufficialmente in recessione tecnica… anzi a dire il vero a guardare i dati reali e non valori artefatti, il nord Italia più ricco entra in recessione tecnica, perché il resto del paese è alla fame.

Vediamo cosa porta l’aumento di pressione fiscale e la mancanza di una politica decisa in termini di liberalizzazioni, nonché la mancanza di sviluppo di un programma concreto e sostenibile per il successivo calo delle tasse. Il governo annuncia che dalla lotta all’evasione sarà detratto l’Irpef. Una parte di questi fondi, 10 miliardi di euro ( senza contare gli aumenti della pressione fiscale ), saranno sottratti agli sconti fiscali per poi restituirli sotto forma di sconto IRPEF. In altre parole le tasse escono dalla porta e rientrano dalla finestra, un bel gioco di prestigio non c’è che dire.

Ci chiediamo come questo possa davvero dare fiducia agli investitori. Le carte sono scoperte signori, la BCE sta emettendo moneta, la dà alle banche ed esse poi acquistano debito visto che la BCE non può darla direttamente agli stati per statuto. Per evitare l’inflazione serve l’oro italiano che però ci serve per darlo in garanzia sul debito o per emettere una moneta italiana stabile… Essenzialmente è probabilmente questo il motivo per cui Draghi è alla BCE ossia per usare l’oro italiano su cui la Germania da tempo ha messo gli occhi e con esso comprare il debito italiano dalla Germania tramite il fondo del MES e/o dell’ESFS, un pericolo di cui avevamo già parlato in passato. Senza contare la penetrazione cinese nell’economia Europea a cominciare dalle esportazioni, impianto di aziende cinesi, e acquisto del debito dell’Eurozona che ovviamente non sarà a gratis…

Questo fa ridurre lo Spread per mero effetto tecnico, che però è lì nuovamente a risalire da un momento all’altro, con gli investitori pronti a scappare a gambe levate dall’Eurozona a meno che appunto USA o Cina intervengano nel debito Europeo. Ecco perché la volatilità in Europa è estrema e molto altalenante, del resto e come il sottoscritto denunciava già 3 anni fa fra altisonanti dichiarazione in merito la solidità dell’euro, invero l’Eurozona è fragile e piena di debiti. Né la vendita del patrimonio immobiliare Italiano, per quanto ci riguarda, risolve niente di per sé. Prima di tutto perché dovrebbero esserci dei compratori, potenzialmente ci sarebbero poichè c’è grande interesse nel mondo verso l’Italia, ma il mercato immobiliare, e non solo, Italiano è nettamente in contrazione, poiché la gente non compra più case e le aziende chiudono e con la fuga dei capitali e degli investimenti il crack immobiliare è alle porte anche in Italia, tanto più se una massa così grande di immobili viene immessa su un mercato in contrazione; in seconda analisi non serve fare cassa senza risolvere gli squilibri strutturali o i problemi torneranno con la differenza che per allora non avremo più niente da vendere. Del resto la gallina dalle uova d’oro dell’emissione di moneta sta ingrassando le banche piene di debiti e investimenti sbagliati e uccidendo la cittadinanza in piena recessione. Perché ? Perché quella che dovrebbe essere un’azione transitoria per dare respiro e agire in concreto sugli squilibri strutturali, sta diventando come l’assuefazione ad una droga. Attenti che stiamo andando in overdose….! Ci sono già i primi segnali: vedi Grecia e Portogallo.

Domenico Galardo

http://www.indipendenzaitaliana.blogspot.com

Internazionalizzazione: le possibilità offerte dal mercato russo per le imprese umbre

27 febbraio 2011

Un mercato interessante e in espansione quello russo che è stato accuratamente descritto in occasione della Country Presentation Russia, che si è svolta oggi pomeriggio nell’auditorium di Confindustria Perugia. L’incontro fa parte del ciclo di appuntamenti organizzati da Confindustria Perugia, in collaborazione con Umbria Export e con SFCU, per illustrare le potenzialità di alcuni tra i mercati maggiormente in espansione. I prossimi seminari saranno dedicati ad approfondire la conoscenza di Argentina, Brasile, Cina, Medioriente, Polonia e Tunisia. Nel corso della presentazione sono state illustrate le opportunità economiche offerte dal mercato russo, con particolare attenzione agli aspetti tecnico-commerciali e doganali legati a questo Paese. La Federazione Russa è prima al mondo per estensione geografica, decima per economia mondiale in termini nominali e sesta per economia mondiale in termini di potere di acquisto. Dal 1995 al 2010 il PIL russo è cresciuto con un tasso medio del 3,3%, con un picco del 12% nel 1999 e, per effetto della crisi economica globale, -8% nel 2009. Ciò nonostante, in seguito a una serie di profonde riforme politiche e fiscali, gli ultimi dati del Fondo Monetario Internazionale evidenziano che la Russia è riuscita a compiere una rapidissima ripresa con una crescita nel 2010 di oltre il 4,3%. Anche per queste ragioni rappresenta uno dei mercati più ambiti dalle imprese umbre. Ad approfondire i diversi aspetti di interesse delle imprese sono stati professionisti di diversi settori che conoscono bene il paese e che sono stati in grado di far conoscere le opportunità commerciali e gli aspetti doganali e finanziari del mercato russo. Ad aprire i lavori sono stati gli interventi di saluto di Antonio Campanile, Presidente Confindustria Perugia, Gabrio Renzacci, presidente dei Sistemi Formativi Confindustria Umbria e Massimiliano Tremiterra, Direttore Centro Estero Umbria. Roberto Pelo, Direttore Ufficio di Mosca dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero, ha descritto in modo dettagliato le caratteristiche della Russia sottolineandone le opportunità commerciali.

Sergej Olenich, Vice Direttore Rappresentanza ZAO Rosteck-ITE in Italia, ha presentato il sistema doganale in Russia e i servizi dell’ufficio doganale russo che si trova all’interporto di Jesi.

Michele Raris e Cataldo Quatela, del Coordinamento Banche Area CIS & South Mediterranean, si sono soffermati sugli aspetti industriali e finanziari del mercato russo.

L’operatività di Sace e Simest in Russia sono stati illustrati rispettivamente da Valerio Alessandrini, Senior Account Manager, Coordinatore Lucca-Toscana ed Umbria di SACE e da Alessandra Colonna, Responsabile Comunicazione e Media di SIMEST.

L’incontro si è concluso con la testimonianza aziendale di Carlo Falcinelli, Direttore Strategie Industriali e Sviluppo Internazionale della Colussi S.p.A.