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Aeroporto dell’Umbria San Francesco in caduta libera

11 novembre 2013

Riceviamo e pubblichiamo

Nel mese di Ottobre, il presidente di SASE Spa Mario Fagotti, società che controlla l’aeroporto dell’Umbria San Francesco, è stato ascoltato dalla prima Commissione consiliare della Provincia di Perugia, riguardo la richiesta di un altro milione di euro. Un milione che si aggiunge agli oltre 70 milioni che sono stati spesi per accontentare le ambiziose volontà di politici ed amministratori pubblici. L’audizione di Mario Fagotti  è durata circa 30 minuti, nei quali ha esposto una serie di generiche e quanto mai improbabili informazioni su previsioni, rientri economici e aumento di tratte aeree.

Dal 4 novembre, chiusa la tratta per Bruxelles e, a seguire, anche i voli per Barcellona e Cagliari, nonché i charter estivi. Rimangono 3 voli settimanali.  Il Movimento 5 Stelle di Perugia, di fronte alla persistente assenza di un piano industriale per l’aeroporto, continua a rimanere sconcertato. Non è tollerabile che, in un territorio a forte vocazione turistica, l’aeroporto non abbia un progetto operativo a lungo termine. Quale è la visione di business turistico da parte delle istituzioni per la nostra Regione? Rimanendo in attesa che l’amministrazione locale riesca a partorire un progetto credibile e coerente per il rilancio dell’economia locale sfruttando un vero piano del turismo per lo sviluppo economico nella nostra Regione. Già alcuni mesi fa  i due deputati del Movimento 5 Stelle, Filippo Gallinella e Tiziana Ciprini, hanno presentato un’interrogazione parlamentare riguardante la situazione dell’aeroporto di Perugia con riferimento all’oneroso investimento per l’ammodernamento dell’aeroporto di Perugia nonchè alle modalità di dichiarazione dei passeggeri da parte della SASE Spa ed alle reali condizioni di bilancio della Società a partecipazione pubblica. Ad oggi nulla è cambiato, nessun attrattore turistico è stato pensato oppure organizzato in quanto  la nostra Amministrazione Regionale, che tanto si è spesa in ambito nazionale per far riconoscere l’aeroporto S. Francesco quale attrazione nazionale,  non si è preoccupata minimamente di organizzare i servizi accessori minimi per dare atto ad una organizzazione almeno sufficientemente organizzata.

Per l’ennesima volta è d’obbligo stigmatizzare le scelte della politica locale, che si dimostra impreparata ad un’azione coerente di promozione turistica, sapendo intervenire al solo scopo di tamponare le emergenze con provvedimenti estemporanei  e non con una pianificazione economico – amministrativa che sappia rispondere alle richieste e legittime aspettative dei cittadini del territorio.

MoVimento 5 Stelle Perugia

 

Foligno: Rinunciano al regalo di natale per donare due defibrillatori

22 dicembre 2012
Giovanna Grieco

Giovanna Grieco

di Giovanna Grieco

Un defibrillatore e un defibrillatore Trainer, donati alla Croce Rossa regionale, e a quella di Foligno, sono stata consegnati nel corso di una cena che si è svolta presso l’Hotel della Torre, organizzata dal Gruppo Bazzica. Gli apparecchi sono stati acquistati dai dipendenti di uno dei gruppi più conosciuti della zona, le aziende Bazzica Srl e Promass Srl, leader nel settore del polistirolo e del polipropilene e (more…)

Prc Perugia: “No al balzello su PC e Cellulari per la RAI”

20 febbraio 2012

Alice Fagotti

Rifondazione Comunista di Perugia apprende con stupore (notizia di queste ore) la richiesta avanzata dalla RAI che ha inviato un’ingiunzione di pagamento a 5 milioni di imprese, chiedendo il pagamento del canone su qualsiasi apparecchio in grado di ricevere il segnale televisivo: pc, videofonini, videoregistratori, iPad e sistemi di videosorveglianza. Riteniamo infatti che questi strumenti siano indispensabili oggi per lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, di conseguenza questa richiesta è per noi considerata una nuova tassa sul lavoro e quindi inaccettabile. Crediamo inoltre che le imprese utilizzino questi strumenti per lavorare e non per vedere Sanremo via cavo. Di tutto hanno bisogno oggi le aziende, tranne che di ulteriori oneri, che per altro andrebbero da un minimo di 200 euro fino a 6mila euro l’anno. Potremmo anche assumere la protesta di quanti ritengano che l’azienda RAI oramai si prodighi solamente per la ricerca dell’audience, promuovendo programmi scadenti e incapace di offrire una corretta informazione a causa del suo asservimento alla politica e allo schema bipolare, ma questo è sotto gli occhi di tutti i cittadini italiani.

Alice Fagotti – Segreteria provinciale Prc-FdS Perugia