Da un racconto di Francesco La Rosa nasce la fata Burlona. Un omaggio a Castelluccio di Norcia, con l’augurio che possa ritrovare presto la serenità perduta e la gioiosità di un tempo.

Mariella Cutrona
C’era una volta una fata, la fata Burlona, vestita di luce e di ali vibranti e scintillanti
come diamanti al sole. La fata Burlona viveva nel regno incantato delle fate, dove volava leggiadra, spargendo nell’aria armonia, gioia e, di tanto in tanto, un po’ di polverina orticante, che irrigidiva le ali delle sue amiche fate.
Burlona conosceva il linguaggio degli animali e, all’imbrunire, amava ascoltare le loro
esperienze.
Anche il vento le raccontava spesso di paesi lontani e di esseri umani che piangevano,
ridevano e scherzavano.
Cominciò a desiderare, a sognare il mondo degli umani e un giorno, decise di indossare un vestito dai colori sgargianti, il più bello, e volò sulla terra.
Burlona scelse di vivere nella piana di Castelluccio di Norcia per poterla trasformare in un tripudio di colori, di fiori e di profumi e si divertiva molto nel veder impallidire
improvvisamente le facce incredule dei contadini e dei pastori, quando papaveri,
genzianelle e trifogli spuntavano dal nulla tra le pietre. (more…)