di Mary Mancinelli

Mary Mancinelli
Riporto la richiesta fatta dal Comitato per la Difesa dei Diritti dei Cittadini il quale prende posizione contro l’aumento del biglietto (TPL) a Perugia passato ad euro1,50 . Il comitato chiede come mai visto che l’aumento viene attribuito ai famosi tagli del Governo, il biglietto a Terni costa a tuttoggi 1,00 euro come pure a Spoleto e Foligno dove oltretutto il servizio è svolto da SSIT, società notoriamente in grosse difficoltà economiche. Sostiene inoltre, che l’ APM nel bilancio 2009 dichiara “attribuzione ai soci Comune e Provincia di Perugia di euro 2.000.000 di riserve ” La verità, continua a sostenere il Comitato, è probabilmente che non si sà come mantenere aperto il Minimetrò di Perugia per quanto riguarda l’anno 2.011, in considerazione dei seguenti motivi: il Comune di Perugia passa al Minimetrò circa 1 milione di euro al mese, cifra comprendente il contratto di servizio e le rate di mutui e swap 2.107.136 euro. La Regione versa a sua volta c.ca 500.000 euro mensili, comprensive di 5 milioni di sovvenzioni ed euro 905.025 come compensazione del biglietto unico. Probabilmente a causa dei tagli del Governo, dal prossimo anno sarà impossibile passare al Minimetrò la cifra di 1,5 milioni al mese, e per questo si è iniziato da subito alzare il prezzo del biglietto ed a gennaio a tagliare i servizi, senza considerare che, da quanto appreso sulla stampa, anche i privati ACAP e SULGA faranno altrettanto lasciando a piedi quelli delle frazioni limitrofe già da tempo penalizzati. Il comitato a tal proposito pone la domanda e vuol capire se è buon operato e come mai contano di più per l’amministrazione i 10 mila viaggiatori giornalieri del Minimetrò piuttosto che i 140 mila abitanti dell’intero comprensorio di Perugia. (Eros Panemi CDDC). Aggiungo che già dalla stracitata Legge 144/99 le spese ed i progetti (viabilità, mobilità sostenibile) veniva normata da costi/benefici, naturalmente di pubblico interesse e non di ristrette “cerchie” o/e questioni di visioni “Cesaree”, cui da anni si risponde ad ogni problematica cittadina con il mantra…”i soldi non ci sono perchè sono state fatte “grandi opere”. Or dunque, difficile constatare che tale affermazione in un paese civile non avrebbe avuto modo di esser pronunciata una seconda volta, crisi o non crisi, fù invece messa “in circolo” come fatto ineluttabile e di nessuna responsabilità attribuibile usata per rispondere a richieste che andavano per la messa in sicurezza di una scuola piuttosto che di illuminazione stradale, buche, autobus ecc e già in tempi non sospetti alla crisi. Ora riproposta in salsa Governo/crisi, ma proprio adesso emerge sempre più prepotente la questione di come mai non si diede priorità al rifacimento della FCU come metropolitana di superficie chiesta da sempre a gran voce la quale oltre che costare meno avrebbe prodotto vantaggi certi e benefici notevolmente superiori al Minimetrò.