Posts Tagged ‘franceschini’

Il ministro Franceschini domani alla festa de L’Unità regionale

7 settembre 2016
france

Dario Franceschini

È  il giorno di Dario Franceschini alla festa de L’Unità regionale e festa nazionale della cultura del Pd. Il ministro sarà, infatti, ospite dei dem umbri domani, giovedì 8 settembre, alle 21.45. Nel pomeriggio, alle 17.00, nell’ambito del percorso inaugurato dal Pd Umbria alla Villa del Colle del Cardinale, si parlerà di Bellezza e qualità: una sfida per l’Umbria”. Sarà un “dibattito su un nuovo modello di sviluppo della nostra regione” con Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e Giacomo Leonelli, segretario Pd Umbria. Alle18.45, invece, il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, intervistato dai direttori dei quotidiani on line dell’Umbria, parlerà di  “Pd e la sfida per il referendum”. 
(more…)

Gli Ossi di Seppia a Narni Fingendo che ci sia il mare

24 giugno 2015

10486523_10207022144622476_1309375017547663793_nIl viaggio di Eugenio Montale attraverso la sua opera più bella e dolente.

Racconto rispettosamente giocoso di Francesco  Franceschini.

In collaborazione con Sistema Museo

Sabato 27 Giugno – ore 21.00

Ingresso libero

Museo di Narni – ORARI di apertura fino al 30 giugno

da martedì a domenica 10.30 – 13.00 / 15.30 – 18.00

INFO 0744.717117 narni@sistemamuseo.it

SPELLO: Villa Romana Sant’Anna – Il ministro Dario Franceschini in visita ai mosaici

9 marzo 2015
Dario Franceschini

Dario Franceschini

Mercoledì 11 marzo alle ore 15.00

Il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini in visita al sito archeologico della Villa Romana di Sant’Anna: è in programma per mercoledì 11 marzo 2015 alle ore 15.00 il sopralluogo ai mosaici della Domus risalente al II-III sec. d.C. Il ministro ha accolto l’invito dell’onorevole umbra Marina Sereni che nei mesi scorsi aveva apprezzato questa prestigiosa e importante scoperta monumentale; sarà accompagnato dal sindaco di Spello Moreno Landrini,  dai rappresentati della Regione Umbria e delle Soprintendenze dell’Umbria. La visita sarà l’occasione per informare l’onorevole Franceschini sullo stato dell’intervento di recupero della Domus romana, scoperta nel 2005, che ha consentito di restituire fino a oggi un assetto edilizio unico nel suo genere con 14 ambienti di cui 8 presentano una pavimentazione musiva con splendide decorazioni policrome di tipo geometrico, antropomorfo e zoomorfo dalla superficie di circa 700 metri quadrati.

Il “CONSORZIO DI TUTELA DELL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA D.O.P. UMBRIA SI SPOSTA A VILLA FABBRI

1 novembre 2013

Il Consorzio di Tutela dell’olio extra vergine di Oliva DOP Umbria cambia sede e si sposta a Trevi. La nuova sede, che verrà inaugurata oggi, sabato 2 novembre, sarà operativa presso Villa Fabri, la dimora cinquecentesca restaurata e riaperta al (more…)

FRANCESCHINI: “L’IMU NON VERRÀ TOLTA”

30 aprile 2013

“L’Imu non verrà tolta, ci sarà una proroga per la rata di giugno. Avremo quindi un problema di cassa per i comuni e ci sarà anche la questione di evitare l’aumento dell’Iva nell’estate 2013. Ci siamo appena insediati, ma la prossima settimana vareremo un provvedimento apposito. E’ comunque nostra intenzione evitare decreti legge omnibus”

“Per molti di noi – ha detto Rosy Bindi nel suo intervento alla Camera – non è giusto sospendere l’Imu sulla prima casa, le priorità sono altre”.

Nota: Strana cosa la faccenda dell’Imu, il Pdl l’aveva inserita al primo posto per l’accordo sul governo e Franceschini la smentisce subito. Che dire? Si comincia bene. Qualcuno temeva un governo balneare o forse pensava che sarebbe andato al mare prima di agosto?  domanda: Quanto conta Franceschini? e quanto conta la Bindi e “il molti di noi'”?

PD – DAL “CAIMANO” ALLE CAYMAN

20 ottobre 2012

di Ciuenlai

Forse inconsapevolmente D’Alema e Bersani stanno certificando il loro più grande errore politico. Quell’errore si chiama Partito Democratico. E’ il modo con cui attaccano Matteo Renzi in questi giorni, a renderlo evidente. Lo trattano come fosse un esponente di un partito antagonista, come un corpo estraneo al Pd. Perché Matteo è un moderato e un liberista. Come Fioroni, Letta, Franceschini, Ichino, Morando, Bindi e tanti altri. Gli ex comunisti fanno finta di scoprire ora che nel Pd c’è una grande componente conservatrice, culturalmente filomontiana, che potrebbe anche vincere ed intestarsi il partito. Ma di che hanno paura? Hanno inciuciato col Caimano possono farlo anche con le Cayman.

GLI IMPRESENTABILI. DA D’ALEMA A RUTELLI – QUELL’ARMATA BRANCALEONE CHE IMBARAZZA BERSANI (E NON SOLO)

11 settembre 2012

di Ciuenlai

Ci sono alcune notizie che in quel di Reggio Emilia (Festa democratica) sono finite sotto traccia. La prima è la decisione di “sgomberare” il palco del comizio finale dai dirigenti del partito. Non è stata una concessione alle seconde file o ai militanti, ma una precisa scelta funzionale alle primarie. Ve l’immaginate una foto di Bersani con vicino D’Alema, Bindi, Letta, Veltroni, Finocchiaro, Franceschini, Fioroni e il resto ella tribù degli “impresentabili”? Renzi ci avrebbe fatto mezza campagna elettorale con (more…)

SUL PRESIDENZIALISMO IL PDL HA FRETTA, BERSANI E CASINI NICCHIANO

31 Maggio 2012

La palla è in campo ma ancora non è chiaro se e chi è disposto a giocare la partita. La proposta del Pdl c’è, dall’altra parte dopo il refrain “è tutto un bluff” qualcosa si muove. Ma almeno per ora siamo ai tatticismi. La linea tracciata dal Cav. e da Alfano segna lo spartiacque del capitolo riforme: adesso nessuno può bipassare il confronto sul presidenzialismo. Bersani apre con (more…)

LA STALLA VUOTA DELL’ART.18 E IL “SOL DELL’AVVENIRE” TARGATO DALEMA

26 marzo 2012

di Ciuenlai

Il modello tedesco sull’art. 18 non è la linea del Piave per il Pd. Siamo già a Giarabub, all’oasi isolata nel deserto, circondata da nemici, che prima o poi si arrenderà, magari con l’onore delle armi, ma si arrenderà. Il fatto è che il “fronte” è stato già sfondato in più punti e che il Partito Democratico (e direi anche la Cgil) è in ritirata su tutta la linea. Perché i protagonisti si soffermano sullo scontro (si fa per dire) di questi giorni e pochini ricordano i punti di partenza. Quando Il Governo Monti si insediò il Partito Democratico sbandierò ai 4 venti che “il risanamento stavolta toccava a chi non aveva mai pagato”. E il provvedimento dei provvedimenti che sanciva questa svolta era l’introduzione della tassa patrimoniale. Naturalmente di ciò non c’è traccia nelle decisioni prese dal sig. Monti che invece è andato avanti falcidiando le pensioni, aumentando l’irpef e l’Iva, raddoppiando il prezzo della benzina che ha moltiplicato quello della spesa delle famiglie, cancellato la voce diritti e via bastonando. Quello che si era detto di voler evitare, “il massacro sociale” è stato servito al coscio. Chi ha pagato la crisi? I soliti noti! Chi ha lucrato dalla crisi? I soliti ricchi (leggi possidenti, padroni, banchieri, finanzieri e affini). E adesso, a sconfitta annunciata, siamo alla farsa : La Cgil proclama uno sciopero generale a “babbo morto” e nel Pd cominciano a suonare forte le sirene di Fassino, Ichino, Veltroni, Fioroni, Letta, Gentiloni per l’aggiustamento, senza reintegro, del famigerato articolo. La metà del Pd è già pronta a firmare la resa di Giarabub “art.18”. L’altra metà, dopo aver constatato che tutti i buoi sono già usciti dalla stalla, si sta preparando a voltarsi dall’altra parte. Lo conferma un sibillino Dalema che per tenere buona la piazza, si dichiara Laburista e invita tutti ad ingoiare il rospo promettendo una svolta a sinistra nel 2013. Dobbiamo ridere?

 

Concerto del Duo Brentano alla “Stranieri” di Perugia

12 marzo 2012

Concerto per violino e pianoforte Beethoven, sonata n° 6 per violino e pianoforte (op. 30 n. 1) Szymanovski, sonata per violino e pianoforte op. 9

Chiara Franceschini – violino – Daniela Pezzo – pianoforte

 

QUEI CONSIGLI DI “PARITÀ” CHE AGITANO IL PD

21 ottobre 2011

di Ciuenlai

La mancata elezione della consigliera di parità da parte della maggioranza che governa la Regione dell’Umbria è più di un semplice pasticcio. E’ un primo e corposo segnale di una ripresa a tutto campo delle lotte intestine al Pd. Ci sono tre questioni che turbano la serenità del partito di Piazza della Repubblica : la minoranza che non si ritiene sufficientemente rappresentata nei maggiori organi di governo, la spaccatura dentro la maggioranza che sta dando vita ad un confronto vivace tra le due “Presidenti” e le elezioni politiche che si avvicinano. La segreteria regionale del Pd è da giorni impegnata in un tentativo di ricucitura tra le “due donne”, tra Maria Rita Lorenzetti e Catiuscia Marini, con Lamberto Bottini nella veste di mediatore. Si parla con insistenza di un incontro chiarificatore, che però ancora non si sarebbe riusciti a convocare, nonostante l’ok delle parti in causa. Il tutto in una situazione nella quale aumentano a dismisura i “battitori liberi”. E questo, unito all’insoddisfazione dell’ala popolare, fa crescere, in maniera esponenziale, il pericolo di imboscate in Consiglio Regionale. Il falò è stato acceso e si ingrandisce, perché sul tavolo inizia ad arrivare la “benzina” delle candidature per le politiche. Qui sono i Bersaniani a chiedere il riequilibrio. gli attuali assetti sono sbilanciati verso le minoranze del Pd. I popolari hanno Bocci e la Fioroni, i Franceschiniani Ferrante, i veltroniani Verini e Agostini, i fassiniani la Sereni e i fan di Marino Gozi. Ai sostenitori del segretario è rimasto il solo Trappolino. Tenendo conto che le proiezioni elettorali fanno pensare alla possibile perdita di un parlamentare si sta ragionando su 8 posti disponibili. La probabile proposta di mediazione da parte della segreteria potrebbe essere quella di una divisione cinque a tre. Sicuramente i vertici romani, imporranno la rielezione di Valter Verini braccio destro di Veltroni e di Marina Sereni braccio sinistro di Fassino. Secondo gli attuali assetti sarebbe un pareggio (Verini è dei modem e la Sereni di area Dem che adesso sta con Bersani). Per i restanti 4 posti dei bersaniani si fanno i nomi di Lamberto Bottini, Maria Rita Lorenzetti, Claudio Trappolino, Renato Locchi e di un non meglio precisato cattolico che potrebbe far capo sia all’area Letta – Bindi che a quella di Franceschini (ancora Ferrante?). Per i posti della minoranza in lizza ci sono Giampiero Bocci, Anna Rita Fioroni e Mauro Agostini. Ma anche qui non sono escluse sorprese se , per esempio, nascesse in Umbria un’area Renzi. Mancano all’appello solo le sinistre (Marino e Civati) per le quali, sembra, non ci sia “trippa per gatti”. Conosco l’obiezione : tutto questo potrebbe andare a sbattere con quella variabile indipendente chiamata primarie. Si e no, perché se c’è accordo, come è stato dimostrato altre volte, quella consultazione si può tranquillamente pilotare. Anche se, stavolta, non si può escludere l’entrata in campo di pericolosi esponenti della “terra di mezzo” o della sempre più prolifica “terra degli scontenti”. Gira anche qualche nome. Ma si facciamoli! Chiacchieroni, Cernicchi, Cintioli, Ciliberti, Rosi e l’immancabile Alberto Stramaccioni. Vista la complessità della cosa, c’è chi non esclude che, per evitare sorprese, si finisca per portare ad un unico tavolo tutte le pendenze presenti dentro al partito. Ed è possibile quindi, che una ricomposizione complessiva potrebbe riguardare anche gli attuali assetti regionali (Giunta e Consiglio). E questo ci riporta all’inizio dell’analisi. No, la non elezione di una consigliera di parità del centrosinistra, non è stato, per dirla alla Berlusconi, un incidente di percorso, ma un preciso “avviso di garanzia”, lanciato da più parti, verso i piani alti di palazzo Donini.

COMIZI D’AMORE DIBATTITO DEMOCRACK – LA RELAZIONE DI VELTRONI E LE CONCLUSIONI DI D’ALEMA (MILIONESIMA REPLICA SENZA ALCUNA RICHIESTA)

12 ottobre 2011

di Ciuenlai

La relazione di Veltroni – “Ci vuole un governo di emergenza, che non sia un ribaltone”. Bravo, come dice Ferrara, un Berlusconi bis.

Giuliano Ferrara

Il Dibattito (assenti giustificati Fassino che (dice) è in gita con Marchionne e Napolitano che, viste le guerre nel Pd, ha deciso di smettere di fare i pistolotti sulla coesione. facesse l’effetto inverso!) Ecco la cronaca di un dibattito affrontato con spirito unitario : Gentiloni non vuole le primarie, Letta preferisce la Bce a Fassina, Morando vuole un nuovo congresso, Fioroni è contro il nuovo ulivo, Franceschini vuole andare al centro e sta ancora aspettando l’autobus. Bersani, Renzi, Zingaretti e Civati, per non ripetersi, parleranno alle loro convention. La Bindi, colta di sorpresa, non avendo niente da dire, ha fatto sapere che sta organizzando un “reality Pd” con Castagnetti “ e Marini dal titolo “Il grande fardello”.  Le conclusioni di D’Alema – “In questa fase l’unità del partito è essenziale”.  Oggi le comiche terza edizione.

BERSANI CAMBIA LINEA : “SIAM QUI PER PETTINARE LE BAMBOLE”

6 ottobre 2011

di Ciuenlai

Alla fine, piano piano, le tesi che abbiamo testardamente sostenuto da anni, stanno trovando (purtroppo) riscontro nella realtà. Gli ex Dc si stanno mangiando l’eredità del Pci e si preparano a conquistare il partito. Gli ex stalinisti sono in evidente difficoltà e addirittura in minoranza. I Fatti: Lunedì 3 ottobre – la relazione di Bersani sul Nuovo Ulivo non viene approvata dalla Direzione del Pd Mercoledì 5 ottobre  Mattarella candidato di Franceschini (che si è riavvicinato a Veltroni) alla Corte Costituzio0nale viene eletto con (sospetti) voti di destra, Mercoledì 5 ottobre  il candidato di Bersani, il sindaco di Bari Emiliano, alla Presidenza dell’Anci non viene eletto. Passa Delrio candidato di Franceschini. L’attivismo dei maggiori imprenditori e banchieri Italiani (Montezemolo, Della Valle, Profumo ecc.) sta dando i suoi frutti. L’obbiettivo è semplice : ridimensionare la sinistra all’epoca della crisi. Adesso di fronte a Bersani e D’Alema ci sono due possibilità: 1) Reagire ed imporre la linea del Nuovo Ulivo e dell’alternativa 2) Farsi trascinare dalla deriva conservatrice del partito Che pensate che faranno, per salvare il loro c…?

IL PD E LA SINDROME DEL PANETTONE

30 luglio 2011

di Ciuenlai 

Il “rimpastino” della Giunta Regionale è stato caratterizzato solo da un rimescolamento delle deleghe. Le persone sono esattamente quelle nominate dopo le elezioni. Non è questa la novità, il dato politico è un altro. Sono cambiati gli equilibri interni al Partito Democratico. L’attuale minoranza del Pd (I Modem di Veltroni e Fioroni a Roma e di Verini e Bocci a Perugia) non ha più un proprio rappresentante nell’esecutivo. Al momento dell’insediamento l’allora area Dem di Franceschini aveva messo in campo Franco Tommassoni e Fabrizio Bracco. Due nomine sostenute dagli ex dc e da Marina Sereni. Nei mesi successivi questa corrente si è spaccata e una parte di essa è entrata a far parte della maggioranza che sostiene Bersani nella capitale e Bottini in Umbria. Guarda caso a questa componente fanno capo anche gli assessori prima citati. Ma guai a parlare di tradimenti. “Sono loro che si sono spostati, noi siamo rimasti dov’eravamo”. Sarebbe questo, secondo alcune fonti, il commento accreditato all’ex Presidente della Grifo latte, in risposta alle pesanti accuse di essere passato “dagli amici ai compagni”. Di riequilibrio nemmeno a parlarne. Alcuni componenti della segreteria regionale del Pd avrebbero puntato i piedi e sostenuto a spada tratta la nomina di Tomassoni, ormai in “odore ufficioso ma non ufficiale” di maggioranza. Si spiegherebbero così le iniziative e le turbolenze dei tre consiglieri democratici che fanno riferimento alla minoranza del partito (Smacchi, Barberini e Brega). Un comportamento che non piace al capogruppo Locchi che sarebbe infastidito da questa specie di doppia fedeltà al partito e alla cordata, con preferenza per la corrente”. Ma il timore dei “modem” nostrani, è che questo (dice uno di loro) non sia che l’inizio di “un più pesante e articolato regolamento di conti”. La linea Bersani della diversità politica, quella che impone a tutti i coinvolti in inchieste giudiziarie di fare il fatidico passo indietro, tenuta oggi in un cassetto, potrebbe essere rispolverata a settembre (per chi?). Il tempo dei pranzi “riconciliatori” e delle scelte condivise, pare finito. I bersaniani, tranne Mignini, sembrano averla accantonata. E allora ecco che spunta la classica domanda calcistica di inizio stagione, quella delle previsioni su chi non arriverà a mangiare il panettone “democratico”. C’è già chi abbozza una specie di risposta al quesito. E’ un personaggio dei piani alti di Piazza della Repubblica che fa la sua profezia : “tanto in autunno quelli se ne vanno”. Ma dove?

IL PD TRA L’UTOPIA (CASINI) E LA SCIENZA (VENDOLA)

22 aprile 2011

di Ciuenlai

Non riescono a cambiare linea, hanno il terrore di cambiare linea. Il Piave del Pd resta o Udc o Morte. Con sfumature diverse, questa è diventata una specie di ossessione. Bersani è per l’alleanza con il terzo polo anche in caso di vittoria di una coalizione di centrosinistra (Pd – Idv… – Sel). Dalema manco a parlarne, più si va a destra e meglio si inciucia. Veltroni propone il Governo di decantazione ed in subordine la grande ammucchiata dei cosiddetti moderati, alla quale dovranno aderire anche i democratici. Franceschini e Letta la chiedono da tempo. Fioroni va ancora più in là; la chiede e la pratica (nel senso che i suoi stanno già scasando verso Casini e Rutelli). La Risposta dei terzopolisti è sempre stata chiara e netta : No. Del resto una aggregazione claudicante, in attesa di Godot – Montezemolo, nasce come sfida al bipolarismo, nasce per romperlo, non per sostenerlo. Per di più, in quella logica, come dimostra la storia delle democrazie, sceglierebbe la destra non il centrosinistra. Ma loro insistono, presi come sono, da una paura terribile : “sta a vedere che stavolta vinciamo”. Mentre fanno questo, dall’altra parte i loro naturali alleati gli propongono un patto di consultazione e qualcuno (Giordano) la creazione di un grande partito della sinistra di governo, per riallinearci alle altre democrazie europee. Silenzio assoluto. Non hanno il coraggio di dire no per paura di tagliarsi i ponti con l’unica prospettiva che gli rimane e non hanno il coraggio di dire si perché imboccherebbero una strada che rimescolerebbe completamente gli schieramenti esistenti. Infine questa prospettiva genera nei dirigenti del Pd un diffuso timore. Si chiama Opa. Temono che una nuova classe dirigente possa imporsi (come è già avvenuto in tante elezioni primarie),se messa a confronto diretto con quella vecchia, inadeguata e scalcinata che ancora governa quel partito. Però tra risposte che non vengono e che probabilmente non verranno mai e risposte che mancano, continua questa fase di stallo, che permette a Berlusconi di sopravvivere e di non avere una corretta e vera opposizione in Parlamento e nel paese. Ferrero ha torto quando critica questa impostazione politica dell’altra sinistra. Bisogna espletare qualsiasi tentativo per fare rimanere in questa dimensione milioni di militanti e di elettori di questo partito, che lentamente stanno entrando in una fase di disimpegno, di apatia e di accettazione supina della situazione. In giro si sentono un mucchio di “Tanto che vuoi fare è così”. Se non altro bisogna provare a risvegliarli. Ma, sul medio e lungo periodo, Ferrero ha ragione. Se questa prospettiva non troverà, in tempi accettabili, una adeguata risposta da parte del Pd, allora bisognerà pensare ad una sinistra senza i democratici. Non si può aspettare in eterno un Pd che può entrare nella spirale perversa dell’incapacità a scegliere.

GHEDDAFI IL BACIO DELLA MORTE?

25 marzo 2011

Di Ciuenlai

Il rimpasto di Governo è servito. Ma non quello con Romani, l’indagato che Napolitano ha fatto Ministro con una pepata letterina di accompagnamento per i genitori (Berlusconi e soci); quello vero, che si è consumato ieri nelle aule del Parlamento. Il Pd e il terzo polo sostengono il Governo e sembra quasi che attendano di entrare in maggioranza. Bersani lo fa capire chiaramente : “sarebbe bello – ha detto – presentarsi in Europa con un piano bipartisan per la crescita”. Intanto La mozione sulla Guerra in Libia del Governo passa per le assenze in campo avverso. Se veniva bocciata saltava Berlusconi. Evidentemente l’oggetto non interessa (perlomeno ora e non su questo argomento). La mozione di minoranza viene invece approvata con i voti di Pdl e Lega. Come mai questa anomalia? Chi ha fatto in modo che il voto bipartisan avvenisse solo sul documento delle opposizioni? Ma andiamo avanti. Il Federalismo passa con l’astensione del Pd (che addirittura, se non fosse stato per Franceschini, avrebbe votato a favore). Un provvedimento con più ombre che luci e che prepara una stangatina fiscale (aumento delle addizionali irpef per le Regioni e di quelle sulle assicurazioni Rca più care d’Europa per le Province ecc.). Il si, sarebbe stato determinato, dal rinvio di un anno dell’aumento delle tasse. Un po’ poco per cambiare atteggiamento. Lassù qualcuno è impazzito? Ma no, il fatto è che , voci di corridoio, affermano che si è di nuovo riaccesa la speranza di fare fuori il Caimano. Si parla ancora dei processi e soprattutto di un mutato quadro politico. Insomma ci si preparerebbe al dopo. Prove d’inciucio o , più correttamente, di governo di transizione, crescono. L’atteggiamento della Lega sembrerebbe confermarlo. La sponda con il Pd su Libia e Federalismo non promette niente di buono per il Presidente del Consiglio. Che quello a Gheddafi, sia bacio della morte?

Giochi di potere 2, la politica è ormai tempo perso?

30 novembre 2010

di Ciuenlai

SCRIVEVO IL 20 SETTEMBRE SCORSO IN UNA DIDASCALIA DELLA FOTO INTITOLATA GIOCHI DI POTERE : “C’è poco di nobile nella disputa aperta dai veltroniani. Sono due gli elementi che hanno spinto Uolter, assieme a Fioroni (che questa battaglia la faceva già da tempo), a scendere in campo, E non riguardano il precariato, i disoccupati, le all…eanze, lo stato del partito ecc. ma gli assetti interni. E’ una sfida per il potere. Questione numero uno (la più nota), Uolter 2 smentisce, Uolter uno. Prima fa uno statuto che dice il segretario è il candidato premier e poi sostiene che deve essere esterno. E’ naturale prima era segretario, adesso no. Questione numero due (la più insidiosa) la commissione interna per le candidature. Se n’è parlato perché l’ipotesi di elezioni anticipate è sempre lì sul tavolo. E siccome si rivoterebbe con il “porcellum”, diventa fondamentale avere la possibilità di stabilire chi sta davanti e chi sta dietro, nelle liste. La commissione dei grandi elettori dovrebbe essere formata da Bersani e dai due capigruppo di Camera e Senato (Franceschini e Finocchiaro) e forse anche dal Presidente Bindi (Alla quale al massimo, faranno dare solo un’occhiata). La riconferma delle truppe dei due ….oni è quindi in pericolo. Ecco dunque spiegata la guerra in corso. Se trovano un accordo del tipo, si alle primarie o alla consultazione interne sul candidato premier e si all’allargamento a Fioroni della commissione, tutto rientra, con buona pace per lo spirito del lingotto, della vocazione maggioritaria e di quanto scritto nel documento. In Africa? Questa è roba da Sudamerica, da partito delle banane”.
OGGI REPUBBLICA SCRIVE : “Se si andasse ad elezioni a marzo il segretario e i capigruppo avrebbero la prima scelta sui nomi. Bersani un mese fa ha convocato Franceschini e Finocchiaro comunicando loro che al tavolo delle candidature siederanno solo loro tre”. I veltroniani sono preoccupati e chiedono aiuto a Dalema. Sono passati quasi tre mesi , è successo il finimondo, e loro sono ancora lì a preoccuparsi di chi farà le liste . salvo qualche raro raptus di Bersani, prontamente bacchettato da tutti, nessuno va alla ricerca del tempo perduto. Perché la Politica ormai è tempo perso.