di Francesco La Rosa
Gli acquarelli di Giulio Cesare Garbolini ci fanno da splendida cornice.
Stifone, un borgo di origini antiche, addirittura pre -romana, era abitato fino agli anni ’60 da circa 400 persone , mentre oggi sono circa 30, è una frazione di Narni (Tr), famosa per i numerosi mulini gestiti dalla famiglia Silori, presso i quali i contadini delle contrade vicine venivano a macinare.
La mancata ristrutturazione non gli toglie il fascino di un tempo, anzi lo evidenzia, posizionato in discesa sul declino della collina che porta al fiume, e non lontano dai centri abitati importanti, per chi vuole può essere un luogo per rivivere le magiche atmosfere della campagna umbra, e ritrovare ovviamente un ritmo di vita che in città è ormai solo un lontano ricordo.
Situato a circa 80 km da Roma, Stifone è conosciuta per aver avuto la prima centrale elettrica del XIX secolo, nei pressi del porto fluviale che i romani avevano costruito per il trasporto e la distribuzione delle granaglie nel territorio, e non a a caso, il territorio mantiene il primato della qualità dell’acciaio in un luogo dove si incontrano, sublimandosi, i quattro segni di Acqua, Fuoco, Terra, Aria.
Una curiosità ci ricorda un episodio del “ventennio”, durante il quale ed in occasione della visita del Duce, per consentire il transito dell’auto presidenziale, nella parte bassa di una parete di una casa gli abitanti hanno scolpito la traccia per consentire l’agevole passaggio della vettura del Duce, ed ancora oggi sono visibili le tracce.