
Antifonario del 1400, volume di cm 50x35 circa, in pergamena, caratterizzato da numerose miniature, ed in una di questa all'interno della lettera R miniata, è raffigurata una scena della Resurrezione.
di Francesco La Rosa
Di fronte alla Cattedrale di Città della Pieve, in piazza Gramsci, nella prestigiosa sede di Palazzo della Corgna, troviamo la magnifica biblioteca comunale, che con i suoi 31.000 volumi distribuiti in due sezioni, una per adulti ed una per ragazzi, può essere considerata un sicuro ed importante punto di riferimento culturale per tutto il comprensorio.
La prima sezione, con quattro grandi sale con luogo di lettura, emeroteca (raccolta di giornali e periodici messa a disposizione dei lettori) e sala studio per studenti, e la seconda sezione contiene testi e fumetti dedicati al lettori più giovani.
La ricchezza dei servizi offerti facilita il continuo aumento dei frequentatori della biblioteca anche grazie alle novità editoriali presenti negli scaffali a disposizione dei lettori. Ma l’impegno culturalmente e storicamente più significativo è dedicato alla conservazione di importanti opere raccolte in un catalogo di 4.000 volumi circa provenienti dai numerosi conventi del territorio Pievese soppressi dopo l’Unità d’Italia, escluso il Convento delle Clarisse. La tradizione racconta che Santa Chiara nel 1200 abbia partecipato all’inaugurazione del convento e che quindi dato il luogo di origine è facile pensare che i libri siano prevalentemente teologici, filosofici e letterari e che siano databili dal 1350 al 1830, patrimonio costituito da manoscritti, incunaboli, (volumi stampati fra il 1450 ed il 1500) e “Cinquecentini”. Un catalogo ulteriormente arricchito da volumi provenienti dalla collezione privata di Giuliano Jenne, cittadino della Pieve, che ha voluto contribuire alla diffusione della cultura nel proprio territorio donando al Comune l’intera biblioteca di famiglia. Di grande curiosità e rilievo storico è la presenza nella biblioteca di un Antifonario (libro di musica sacra del 1400 con copertina in legno rivestita in cuoio) e che è il volume più antico prodotto in epoca anteriore alla Riforma Gregoriana, infatti sullo spartito le note sono distribuite su quattro righe ed in forma rotonda e non in cinque righe e note quadrate come siamo abituati a vedere.