di Ciuenlai
Non vi fate ingannare dai titoloni dei giornali o dai soliti ciarlatani che girano le televisioni con la qualifica di esperti, che ci raccontano ogni giorno “la complessità della crisi”. Ma quale complessità! La lettura della situazione è semplicissima e alla portata di chiunque.
Esiste un governo mondiale dell’economia fatto da magnati, banchieri e ricconi che va sotto il nome di mercati che indica ai suoi “dipendenti” (leggi Governi nazionali) come operare. Questi signori (pardon i mercati) possiedono i nostri “debiti” e quindi decidono del nostro futuro e di quello della terra.
E la linea è chiara. Siccome le risorse del pianeta non sono infinite, questa casta, per mantenere e possibilmente aumentare i suoi privilegi, ha deciso di allargare il fossato che separa i ricchi dai poveri. Sempre meno persone possiederanno gran parte della ricchezza e sempre più persone perderanno l’attuale e cosiddetto “benessere” e scivoleranno verso la povertà economica e culturale.
Il primo passo è l’eliminazione totale dello stato sociale al grido del “non ce lo possiamo più permettere”. E su questa strada sono a buon punto. Il secondo, sul quale si sta procedendo da qualche anno, è la graduale diminuzione dei redditi delle famiglie di tutto il cosiddetto mondo sviluppato (l’occidente).
Dice, ma levando i soldi ai lavoratori e al ceto medio si deprimono i consumi e quindi anche i profitti. Sta qui il trucco della globalizzazione. L’aumento del tenore di vita degli ex sottosviluppati (Cina, India, Brasile ecc.) pareggerà con gli interessi, il peggioramento degli ex sviluppati (cioè noi). Finchè tra miglioramento degli uni e peggioramento degli altri, si raggiungerà il punto di equilibrio, che sarà dato da un livellamento al ribasso della vita della stragrande maggioranza delle persone sia dal punto di vista economico, e soprattutto da quello della protezione sociale che verrà, da una parte, eliminata quasi del tutto e dall’altra non incentivata per niente.
Questa operazione, tuttora in corso, si avvale di una massiccia opera di propaganda che produce una specie di indottrinamento di massa usando due formidabili argomenti : la felicità di poter raggiungere traguardi solo sognati per gli ex sottosviluppati e la paura di perdere anche quel poco che ti lasciano per gli ex sviluppati.
Tutto questo è reso possibile dal monopolio ideologico. Non è vero che l’ideologia è morta. Solo che ne esiste solo una; quella del capitalismo (pardon del liberismo che è la stessa cosa), quella del dio denaro, alla quale si devono piegare tutti gli uomini e le donne, alla faccia della civiltà. Non c’è da 20 anni un mercato delle idee. Non esiste la possibilità di scegliere tra sistemi alternativi. E allora quello che c’è fa il bello e il cattivo tempo.
Finchè questo monopolio non verrà spezzato e qualcuno non tornerà a progettare per poi proporre un modello di società con al centro l’uomo e la sua terra, saremo costretti ad assistere a questa specie di caccia ai poveraccio che va in onda, tutti i giorni, sul canale mondo