Posts Tagged ‘inceneritore’

Terni: Vicenda inceneritore, tutti assolti gli amministratori

17 gennaio 2016

pd“Finalmente, dopo quasi dieci anni, la magistratura competente pone un elemento di chiarezza rispetto alla vicenda giudiziaria legata all’inceneritore di Terni, rimuovendo ombre ingombranti e restituendo serenità e dignità agli amministratori coinvolti, assolti dalle accuse mosse, e alla comunità locale”. Così, in una nota congiunta, il Pd della provincia di Terni e il Pd cittadino. “Troppo spesso – si legge (more…)

OTTIMO RISULTATO AL COMUNE DI TERNI

31 luglio 2014

di Nico Possenti

I Renziani del PD (Bartolini ed Orsini) insieme a due consiglieri delle liste civiche Progetto Terni e Cittaperta, Chiappini e Bencivenga hanno permesso al Comune di Terni di fare un grande passo avanti. Infatti   è stata approvata una delibera che prevede l’esclusione dell’incenerimento o trattamento termico dei rifiuti e di (more…)

Ancora rifiuti, Ancora inceneritore. Questo scempio deve finire

25 ottobre 2012

LETTERA A GOODMORNINGUMBRIA

Francamente siamo stanchi, di essere presi in giro di essere insultati e derisi da questa casta di amministratori pubblici. Stiamo parlando di rifiuti ma l’indignazione e la rabbia valgono anche (more…)

Termovalorizzazione dei rifiuti , la Regione risponde picche… si fa l’inceneritore

7 febbraio 2012

La bocciatura della mozione di PDL e Lega che chiedeva di approfondire la questione della termovalorizzazione dei rifiuti nei cementifici è la dimostrazione che la maggioranza in Regione risente dei tabù e dei pregiudizi della sinistra più radicale che ha fatto di questo argomento una bandiera ideologica. Pur di non far saltare in aria la coalizione si sceglie la strada di evitare il confronto e andare a costruire un nuovo inceneritore che porterà maggiori costi e maggiore impatto ambientale oltre ad un prevedibile scontro sociale molto forte. Altre Regioni – anche la Puglia di Vendola – stanno scegliendo i cementifici come forma di smaltimento e lo fanno perché hanno spiegato alla popolazione i vantaggi economici e ambientali. Qui ancora si continuano a fare scelte che porteranno ad un pericolosissimo slittamento dei tempi di attuazione del piano e quindi ad un rapido riempimento delle discariche umbre che sono state già ampliate in barba a quanto si dice sulla pericolosità dello smaltimento in discarica. Dopo la giornata di oggi siamo ancora più preoccupati perché il sistema umbro sta andando totalmente fuori controllo e pone la nostra Regione tra quelle a rischio emergenza. Ma tant’è, l’importante è tenere insieme la maggioranza non risolvere i problemi dell’Umbria, quelli possono essere tranquillamente rinviati a data da destinarsi come nella migliore tradizione della vecchia politica.

Raffaele Nevi – Presidente Gruppo PDL Regione Umbria

 

Terni, petizione popolare contro l’inceneritore

11 gennaio 2012

E’ in atto nella provincia di Terni una petizione popolare che esprime il dissenso dei cittadini sulle decisioni politiche legate agli inceneritori di rifiuti. Il piano di gestione dei rifiuti dell’Umbria infatti prevede la riapertura dell’inceneritore di Terni (chiuso nel 2008). E’  possibile firmare la petizione anche on-line  al link  seguente

http://www.firmiamo.it/non-bruciateci-il-futuro–no-alll-inceneritore-a-terni

Diamo aiuto a migliaia di persone ma anche a voi stessi (perchè un inceneritore in meno, ovunque esso si trovi, giova a tutti)

E lo chiamano sviluppo! Autostrada, nodo, maxistalla, mercato coperto, argini del Tevere, Monteluce, Ikea, inceneritore… Vecchie idee che non funzionano più

5 novembre 2011

A metterle tutte in fila, le grandi pensate degli amministratori locali, c’è da rabbrividire:  la trasformazione della E45 in autostrada (con annesso pedaggio); il nodo di Perugia (22km di strada che per collegare l’ospedale alla “regione” e “snellire il traffico” distruggerà per sempre aree agricole di pregio); la Maxistalla con annesso biodigestore indispensabile per salvare dal collasso le Opere Pie (piazzando l’impianto giusto a Santa Maria Rossa, epicentro di una zona già martoriata da residui zootecnici prodotti dagli impianti di Olmeto/Bettona); la trasformazione del mercato coperto in un mega centro commerciale (con s-vendita alla società privata “nuova Oberdan” dell’intero complesso e con lo scavo di una voragine a pochi metri dal Palazzo del Popolo); l’arginatura scriteriata del Tevere (con la conseguente urbanizzazione delle aree non più a rischio di esondazione, il tutto sembra fatto apposta per accontentare qualche imprenditore locale); l’operazione Monteluce (demolizioni terminate… ricostruzione quando?); l’operazione Ikea (con il discutibile scambio di terreni su cui indaga la magistratura, l’altrettanto discutibile aumento dei posti di lavoro e lo sbandierato arrivo di 2 milioni di clienti all’anno – e altrettante auto circolanti!); l’inceneritore rifiuti da costruire a tutti i costi anche se non ci dicono dove (con una raccolta differenziata che sembra fatta apposta per fallire); la demolizione dell’ex Tabacchificio di Ponte Valleceppi, oramai ex esempio di archeologia industriale (da rimpiazzare con le ennesime palazzine che rimarranno invendute). Il tutto infarcito da interventi “di contorno”, come le tante deroghe dal piano regolatore per rendere edificabili le aree agricole, rotonde che spuntano ovunque come funghi, (altri sette se ne attendono in via Pievaiola), distese di impianti fotovoltaici al posto dei campi coltivati, parcheggi al posto di antichi orti medievali, centrali termiche che bruceranno biomasse (o rifiuti?) a due passi dall’ospedale regionale, eventi “altamente culturali” come l’eurochocolate ecc…  Tali scelte, capaci di arricchire solo un limitato gruppo di imprenditori/speculatori, non sembrano portare grossi benefici ad una larga fetta di cittadini, sempre più poveri e costretti, in nome della crescita economica, a subire come inevitabili i tanti episodi di inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, la desertificazione di quartieri vecchi e nuovi ceduti  alla microcriminalità, un traffico automobilistico in continuo aumento e una vita sempre più difficile. La frenetica corsa al cemento per inseguire il miraggio dello sviluppo non funziona più: abitazioni e capannoni rimangono invenduti, gli ipermercati chiudono per mancanza di clienti (si veda la recente chiusura di ELDO, preceduta negli anni dalla chiusura di STANDA, COIN, UPIM) e le opere pubbliche sono ferme per mancanza di risorse e di idee della classe politica. E’ ora che i cittadini tornino a dire la loro per trovare nuove vie alternative ad un sistema che sembra essersi  esaurito. E’ ora che la politica si apra ad una reale partecipazione.

Movimento Perugia Civica

L’aumento della Tia punisce i cittadini che fanno la raccolta differenziata

6 dicembre 2010

Ma Comune e Gesenu in realtà vogliono costruire un inceneritore

Stanno arrivando in questi giorni le bollette di conguaglio della Tia, che il Comune di Perugia emette, e la Gesenu incassa. Un bell’aggravio per le famiglie e le attività economiche, soprattutto in tempi come questi. E infatti, mano a mano che arrivano le bollette aumenta il malumore popolare.
Si tratta dell’aumento deciso a primavera, come compensazione del fatto che, pur essendo abolita l’Iva sulla Tia, il Comune deve comunque pagarla alla società che effettua le operazioni di cassa (la Gest), e quindi si rivale sui cittadini.
Ma il fatto più grave è che questo aumento è stato pensato come una conseguenza dell’avvio della raccolta differenziata: infatti con esso si pagheranno (delibera del Consiglio Comunale n. 81 del 26 aprile scorso) 450 mila euro per la raccolta differenziata in orari notturni nel centro storico e 1.468 mila euro per estendere il “porta a porta” nelle aree periferiche. La delibera è stata adottata alla unanimità, votato cioè praticamente sia della maggioranza che dell’opposizione. Ma il paradosso è che nella stessa seduta l’assemblea ha approvato anche un emendamento che stabilisce di “dare mandato ai propri consiglieri in seno al consiglio di amministrazione della Gesenu di intervenire affinché i maggiori gettiti derivanti dall’aumento della differenziazione dei rifiuti siano in prospettiva destinati alla riduzione della Tia”. Invece, al di là delle belle parole, il costo dell’operazione viene interamente addossato ai cittadini. Un bel modo per rendere impopolare la raccolta differenziata: invece di incentivarne la diffusione tra i cittadini, aumentandone la consapevolezza ambientale, si trasforma la differenziazione in un balzello e in peso fiscale per le famiglie. Invece di ricompensare i cittadini per il conferimento di materie preziose come la carta, il vetro, la plastica, ecc., li si punisce aumentando i costi della raccolta. Eppure in tante città italiane in cui si fa una seria raccolta differenziata, le bollette della Tia sono calate sensibilmente. E intanto la stessa Gesenu, e molti politici locali, vanno ripetendo che bisogna costruire un inceneritore a Perugia, ma non ne discutono con la popolazione e non chiariscono alcuni punti fondamentali: Dove si farà l’inceneritore? Chi pagherà l’inceneritore?
Quanto costerà l’inceneritore? Quanto costerà al cittadino ogni tonnellata di “rifiuti” distrutta nell’inceneritore? Quanto si perderà, in valore di mercato, per ogni tonnellata di materie recuperabili distrutte nell’inceneritore? E, viceversa, quanto costerà l’avvio di una seria raccolta differenziata, e quanto renderà una volta a regime? Di quanto potranno esser ridotte le bollette Tia una volta realizzata la raccolta differenziata su tutto il territorio comunale?
Rispondere a queste domande, da parte degli amministratori comunali, sarebbe un buon modo per cominciare a discutere seriamente della questione, prima di avventurarsi in dichiarazioni del tipo “l’inceneritore è indispensabile”: se si fanno bene i conti, possiamo vantaggiosamente esser dispensati dal rischio che comporta un inceneritore in città. Il Comune faccia chiarezza sulle scelte, faccia informazione sui rischi dell’incenerimento, faccia partecipare i cittadini alle scelte decisive per il futuro della comunità cittadina.

La raccolta differenziata è la foglia di fico dietro cui si nasconde l’inceneritore?

8 novembre 2010

riceviamo da Movimento Perugia Civica e volentieri pubblichiamo

Dopo l’incontro pubblico di Ponte Valleceppi (29 ottobre), in cui per la prima volta ben quattordici associazioni, movimenti e comitati costituitisi in “Cittadini in Rete” si sono trovati insieme per esprimere un’opinione civica sul tema dell’inceneritore, la rete si va rafforzando e dotando di strumenti organizzativi e di comunicazione. Di tale rete, Perugia Civica si sente forza propulsiva e in essa investe le sue energie e il suo impegno.

L’incontro di P. Valleceppi è stata anche la prima volta che ha visto qualcuno portare  tra la cittadinanza delle informazioni tecnico/scientifiche sul tema dei rifiuti e sui problemi e rischi che pone l’ipotesi di incenerimento. Non lo ha fatto la Regione al momento di concepire il Piano regionale dei rifiuti, non lo ha fatto il Comune al momento di varare il piano per la raccolta differenziata porta a porta.

Per questo, ci colpisce che l’assessore Pesaresi, sia nell’assemblea di P. Valleceppi, sia nelle assemblee che organizza nei quartieri, abbia sempre evitato di nominare l’inceneritore, sia pure sotto il nome di termovalorizzatore. Solo negli interventi sui giornali o sui siti, l’assessore ha dichiarato che “il trattamento termico dei rifiuti non sarà mai sostitutivo della raccolta differenziata ma complementare e indispensabile” (Corriere dell’Umbria del 12 agosto, pag. 14) e lo ha dichiarato  prima ancora di aver messo a regime la prima parte della raccolta porta a porta, quella che interessa solo alcuni quartieri minori e poco popolosi della città.

Eppure, dell’inceneritore non si parla né nelle Linee programmatiche della Giunta Boccali, né in alcun atto ufficiale della Giunta o del Consiglio comunale: non c’è mai stato confronto pubblico su questo tema a Perugia.

Allora, o l’assessore parla a titolo personale, o c’è una volontà precisa di andare verso l’inceneritore senza sentire né i cittadini, né i loro rappresentanti, né le associazioni che propongono soluzioni alternative per la chiusura del ciclo della gestione dei rifiuti. E allora, la raccolta differenziata potrebbe essere solo la foglia di fico dietro cui si nasconde l’inceneritore.

La questione dell’inceneritore fa affiorare, con grande evidenza, il problema della mancata trasparenza e della partecipazione. Infatti, mentre l’assessore polemizza con i cittadini e le associazioni accusandoli di demagogia, non provvede minimamente a far conoscere (e magari anche discutere!) il progetto di raccolta differenziata porta a porta che sta cominciando ad attuare: non è ancora emerso né il piano finanziario, né il piano di estensione della raccolta differenziata.

La raccolta differenziata porta a porta è cominciata, con un’ottima accoglienza da parte dell’insieme della popolazione, in alcuni quartieri minori e periferici, e nel centro storico: ma quando sarà avviata a Madonna Alta, Ferro di Cavallo, San Sisto, Ponte San Giovanni, cioè nei grandi e popolosi quartieri in cui si oggi si concentra il grosso della produzione dei rifiuti? Quanto tempo (mesi, anni) durerà, e con quali fasi e tappe, l’estensione della raccolta porta a porta a tutto il territorio comunale?

E non sappiamo nemmeno quanto sarà investito nell’operazione e quale sarà il ricavo utile. Eppure l’assessore ha già parlato della necessità di aumentare in misura notevole la Tia, addirittura lasciando pensare che la colpa dell’aumento sia nei costi per l’avvio della raccolta porta a porta. Un bell’autogol, specialmente se vediamo che in tutti i comuni in cui si è avviata la raccolta porta a porta , la Tia è diminuita in modo considerevole.

Prima di arrivare a una conclusione, assessore Pesaresi, parliamone in pubblico!