La Via di San Francesco è un itinerario della storia e del cuore, una via maestra che ripercorre e passa per molti luoghi legati alla vita del Santo di Assisi. Ti muovi attraverso paesaggi rigogliosi e verdeggianti, su strade e sentieri su cui passò Francesco e che attraversano pianure, colline e montagne; incontri alberi, rocce e fiumi sinuosi mentre intorno a te c’è pace… solo il (more…)
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A DREAM FOR TOMORROW: THE EREMO DELLE CARCERI IN ASSISI
26 gennaio 2013la versione in Italiano è nella sezione SPIRITUALITA’
It was in the morning, some time ago, and I do not know what kind of impulse led me to the Eremo delle Carceri. Immediately I had a thrill in this place full of oozed spirituality. The silence, peace, nature, the air, the smells, the fresh but acrid smell of the undergrowth, the birds singing and the gentle spring breeze to join all in one thing: The permeate of the spirituality of the “Poverello” of Assisi. Invaded and permeated by this perception, I went through this magical journey (The Little Chapel, The Caves, The Little Cloister, Two Wells, one of which is powered by the Source of the “Miracle of the Water”, The Cave of S. Francis, etc.) and felt clearly, by my side, the presence of Brother Francis, as my most (more…)
L’ELZEVIRO … di Giampiero Tasso
16 Maggio 2012Che Perugia non brilli per lo Studium… oramai è cosa nota… ma che in prima pagina un quotidiano umbro riesca a pubblicare un elzeviro del genere mi perplime….
IL PAPA E’ IN UMBRIA. MA NESSUNO LO SA. Ha fatto di tutto papa Benedetto per arrivare a La Verna, dove era atteso dai fedeli. Addirittura facendo deviare l’elicottero su cui viaggiava verso il cuore verde d’Italia, per cercare di aggirare la tempesta. Accompagnato da Monsignor Riccardo Fontana ex vescovo di Spoleto ed ora a capo della diocesi di Arezzo, il pontefice ha sorvolato domenica pomeriggio il lago Trasimeno, ammirando dall’alto l’isola Polvese. ma il maltempo era troppo forte e il tentativo dell’elicotterista è fallito. Da qui la decisione di non andare oltre, per mantenere le condizioni di sicurezza. Il tutto conservando negli occhi e nel cuore la bellezza dell’Umbria…..
PS e qualcuno riesce a spiegarmi cosa vuol dire questo articolo… pago la pizza… dietetica che sono sotto dimagrimento…
Il Sentiero Francescano visto da un’olandese
30 agosto 2010di Chantal Sikkink
La passeggiata francescana è una passeggiata messo a puntino da un olandese, Kees Roodenburg. Ha cominciato a studiarsi una passeggiata “alternativa” a Santiago di Compostela, la quale secondo lui è un po’ troppo “raffinata”, cioè troppi alberghi, gente che non è rispettosa mentre magari fa la fila davanti alla tomba di San Giacobbe.
A lui ciò non piace e poi preferisce l’Italia più che la Spagna come paese per le passeggiate.
Non è geloso dei “Santiagiani” ma lui preferisce arrivare a piedi a Roma.
Il suo primo libro risale al 1994, un libro dove descrive la passeggiata, fin nei minimi dettagli, completo d’indirizzi per il ristoro, pernottamenti, ristoranti, negozi così come delle cartine topografiche. Era più un libro pensato e scritto per parenti ed amici, che per chi ama il trekking.
Inizialmente si andava da Assisi via Terni a Roma. Poi scoprì più luoghi al nord d’Assisi collegati sempre a San Francesco, come il monte La Verna, dove il Santo ricevette le stigmate.
Scopri pure la passeggiata di 500 km descritta da Helene Nothenius che la nominò “Franciscania”, da Firenze-Assisi-Roma.
Roodenburg (che ora ha 75 anni) controlla e rifà spesso la sua passeggiata, soprattutto perchè negli anni passati ricevette segnalazioni di tratti non ritrovati seguendo le sue indicazioni. Qualche volta colpa il vandalismo, qualche volta magari perché il sentiero è sparito in un lago artificiale o un albero è stato tagliato (il percorso viene segnalato tramite delle righe orizzontali: rosso-bianco-rosso e il segno del Tao.
Esiste anche un sito dove le persone possono segnalare i problemi riscontrati e dove Roodenburg prende spunto per aggiornare la sua guida.
Ogni tanto cambia anche radicalmente il percorso, ha fatto così con un tratto vicino a Spoleto, che ora è diventato zona industriale ed .ha spostato il percorso, cercandolo più in alto.
Comunque sia, Roodenburg vede la sua guida come uno spunto, “il percorso ideale, è il percorso che la persona stessa sceglie”.
Noi abbiamo iniziato la nostra passeggiata qua, in Italia, più preciso a S. Ellero, ma ci sono pellegrini che partono dall’Olanda, costeggiando il Reno, passando per gli Alpi attraverso la Svizzera o via Bolzano.E’ il percorso olandese più antico.
Il percorso descritto da Roodenburg è diviso in 32 tappe ed è attualmente 495 km. C’è chi lo fa d’una tirata o lo fa a tratti come noi. L’anno scorso abbiamo coperto il tratto S. Ellero – Sansepolcro, quest’anno faremo Sansepolcro – Valfabbrica. Se tutto va bene, arriveremo a Roma, S. Giovanni in Laterano nel 2013.
Sono rimasta colpita dal fatto che questa passeggiata è molto conosciuta in Olanda e Germania ed anche dal fatto che tutti conoscono questo Roodenburg. Negli alberghi da lui indicati si può avere il 10% di sconto E’ una passeggiata dura, ma molto speciale, c’è poca confusione, non c’è la massa ed hai il tempo di goderti “i silenzi” della natura e caricare la memoria di immagini stupende
Santuario della Verna : Il rumore del silenzio
14 luglio 2010di Gianna Nasi
Capisci subito dai tuoi passi che dal viale ti porta al Santuario che è un luogo spirituale: sembra quasi che le persone non facciano neanche rumore camminando e se ne stiano in ammirazione della natura. Un bosco ricco e intenso fra le rocce a picco.
I bassorilievi robbiani rappresentano immagini sacre e la più interessante è sicuramente quella all’interno della chiesa: a destra e a sinistra in basso della pala, si elevano da due vasi due rami di frutti alternati ma tutti facente parte dello stesso ramo che si ricongiunge al centro in alto nella simbolica rappresentazione di Dio. Sotto Gesù in mezzo a quattro coppie di angeli, e in basso gli apostoli con al centro una donna (La Maddalena?). Sempre in chiesa una teca con un saio racchiuso dal vetro.
Cappella dell’Ascensione, costruita nel 1601 contiene una delle più grandi opere (m 4,70 x 3,20) di Luca della Robbia del 1490 .
Più avanti il corridoio che porta al letto di S. Francesco. Fra le rocce consumate dal tempo una grata a mò di protezione di quello che una volta era il etto del santo, con dei rosari e delle foto dove i pellegrini lasciano le loro speranze. Ma quando te ne stai li senti il rumore del silenzio. Le orecchie quasi vibrano. Come diceva una vecchia canzone di Art and Gurfunkel, The sound of silence “..no one dare to disturb the sound of silence”. Infatti non riesci neanche a parlare e immagini il piccolo frate che dormiva in un luogo cosi freddo umido e buio ma con un cuore pieno di calore umano e spirituale e il desiderio e la determinazione di fare e lottare per il bene.
Reduci dai mondiali di calcio dove la novità più pubblicizzata è stata la vuvuzela, una trombetta stonata con cui manifestare il proprio entusiasmo, e i clacson dopo le vincite delle varie squadre, le discussioni sui decibel dell’ assordante musica in discoteca, il modo arrogante e aggressivo usato dai più dove chi strilla più forte sembra avere ragione … penso che tutti dovremmo andare in un posto simile, per capire il significato perduto del silenzio.
… Le mani i i piedi, proprio al centro, si vedevano confitte dai chiodi… il fianco destro trapassato come da una lancia…
Il silenzio consente la meditazione, una riflessione su se stessi per capire chi siamo e dove vogliamo andare, fuori dai percorsi obbligati e pieni di frastuono, di staccare la spina sul mondo frenetico e roboante che ci spinge avanti con forza e ci obbliga a fare tutto in fretta e sempre di più, senza garantire un risultato vero e soddisfacente, dove nel chiasso perdiamo la bellezza di un sorriso, un tramonto, un sussurro…..
Il letto di San Francesco, sulla nuda roccia era il luogo dove il Santo riposava, la grata di ferro fu collocata per proteggere la pietra dai pellegrini che credendola sacra che ne asportavano i pezzi
Con l’assenza di suono ci si può anche riconciliare con la natura bellissima che ci circonda e di cui scopriamo l’esistenza solo nelle discussioni sul biologico, sull’ ogm, le coltivazioni rovinate dalla tempesta, o le catastrofi naturali. Nel suono del silenzio ci possiamo guardare dentro e fuori riscoprendo che siamo fatti di materia e di spirito e proprio questo è un modo per ritrovarne la tanto sperduta unità.