Posts Tagged ‘mani’

Umbria: La bellezza sposa il benessere

23 Maggio 2020

” Bagliori di sole, l’ibiscus viola freme, sugge alla matrice il suo splendore, prorompe la vita ed io guardando mi inebrio di beltà. “

meribel bnLa bellezza dell’universo femminile risiede anche nell’intricato mondo dei colori caldi e decisi dei fiori, nelle corolle sensuali dell’ibiscus, nella sua bellezza fugace e delicata che coccola con le sue proprietà davvero benefiche il corpo e la mente, è un rituale che fa la differenza, l’ibiscus è un atto d’amore generoso nei confronti delle donne che decidono di prendersi cura di sé per stare bene ed essere smaglianti. La luminosità di una pelle ben curata non è solo il frutto di un trucco perfetto, dipende soprattutto dalle creme che giocano un ruolo fondamentale nel detergere la pelle.

Marinella Ragni di Gubbio, con il logo Meribel rappresenta nel panorama della meribel-1-1cosmesi la creatività femminile, nel 2009 ha ideato una linea di cosmetici naturale molto importante, che unisce bellezza e benessere attraverso l’utilizzo dell’ibiscus plissettato, un ingrediente naturale ricco di vitamina C, con l’intento di donare alla pelle delle donne che spesso si ritrovano a subire gli effetti secondari e spiacevoli della cosmesi, elasticità e un buon odore afrodisiaco, nel rispetto dell’ambiente e delle creature che ne fanno parte. (more…)

LE MANI SULLA CITTA’, MOVIMENTO 5 STELLE DICE BASTA

27 gennaio 2014
movimento 5 stelleLa campagna elettorale non è ancora iniziata ma le promesse della corrente amministrazione PD sono ben chiare; e non sono rivolte alla maggioranza dei cittadini che si preoccupano della sicurezza, della precarietà economica, della mobilità, dell’ambiente e del centro storico: a questi aspetti l’amministrazione ha  finto di volersi occupare occasionalmente, seguendo il malcontento popolare e pensando di risolvere problemi profondi, così come si tappa una buca per strada. (more…)

SERGIO CARRIVALE senzamaninbicicletta

19 dicembre 2013

di Costanza Bondi

carrivale

Un titolo che nulla lascia all’ignoto, quello dell’esordiente Sergio Carrivale, moderno citaredo del cantare, in versi poetici, il quotidiano. La frase “senza mani in bicicletta” fa tornare immediatamente alla mente di tutti il gioco da bambini dal quale in pochi, credo, ci siamo cimentati (more…)

Terni: Convegno del Comitato “Giù le mani dalle acciaierie”

25 ottobre 2012

Un convegno che servirà a rilanciare il dibattito sul futuro del polo siderurgico ternano a mantenere alta l’attenzione su una vertenza che è ancora aperta e per la quale l’intera comunità di (more…)

La bilancia della Giustizia è scassata ?

5 settembre 2011

 

Il Commento di Vito Schepisi

Verrebbe da chiedersi se in Italia la bilancia della giustizia sia scassata, o se siano gli uomini addetti alla pesa inclini ai due pesi e alle due misure. La risposta ha la sua importanza. Le garanzie, e la Giustizia rientra tra queste, costituiscono le basi di un sistema di democrazia liberale.

Sin dai tempi di “mani pulite”, quando da destra a sinistra si alzò il grido giustizialista contro una classe dirigente incapace di emendarsi e di offrire soluzioni politiche di respiro strategico, apparve chiara la direzione, rimasta unica, in cui si voleva andare a parare.

Già da allora, più che una bilancia a due piatti, la giustizia italiana era apparsa come un piano inclinato che faceva scorrere tutto in un’unica direzione. E non c’è niente di più immorale della presenza di due pesi e due misure nella lotta all’illegalità e al malcostume. Le discriminazioni sono antipatiche e generano sfiducia nelle istituzioni, la giustizia parziale induce persino quella parte che la fa franca a perfezionare e moltiplicare le sue pratiche illegali.

L’odio, il pregiudizio, ma soprattutto un po’ d’ignoranza, unita all’incapacità di trasformare l’antagonismo politico in una proficua strategia democratica, e poi la voglia delle soluzioni sbrigative, assieme alla falsa idea della sinistra di una propria supremazia intellettuale e morale, impedì agli inizi degli anni ’90 di far prevalere l’autocritica e la stessa, ma più completa, riflessione morale, per avviare un confronto politico-istituzionale, propedeutico all’avvio di una stagione di sostanziali riforme. Ne stiamo pagando tuttora le conseguenze.

Prevalse nel Paese, sui media, e nelle correnti della magistratura, anche in quelle più autonomiste, trascinate da quelle più politicizzate, l’idea che la questione morale fosse un problema da risolvere prevalentemente all’interno dei partiti della tradizione capitalista e di democrazia occidentale.

Non è stato mai chiarito, ad esempio, per quale principio, ai tempi di “mani pulite”, il Vice Procuratore Capo della Procura di Milano, Gerardo D’ambrosio, poi diventato parlamentare DS, e successivamente PD, come ebbe a riferire il PM Tiziana Parenti, avesse maturato l’idea che, se l’azione giudiziaria si fosse allargata al Pci-Pds, sarebbe crollato tutto il teorema giudiziario del Pool milanese. Sarà stata questa la ragione per la quale c’era chi non poteva non sapere e chi, invece, poteva, ma anche la ragione per la quale era sufficiente fare atto di ravvedimento, interagendo con una ben precisa parte politica, per restarne fuori e farla franca.

E’ stato così che l’area politica più pluralista e meno autoritaria, benché responsabile per aver instaurato e assecondato quel costosissimo sistema dei partiti e delle correnti, sostenuto, com’è emerso, con le pratiche corruttive e con le tangenti, ebbe a trovarsi schiacciata, come dai due bracci di una tenaglia, dalle furbizie delle connivenze giudiziarie e dai sentimenti massimalisti e reazionari di opposta tendenza politica.

Da una parte a soffiare sul fuoco era la sinistra post-comunista. Il Pci aveva visto dissolversi la sua strategia di avvicinamento alla conquista del potere con l’utilizzo degli strumenti della borghesia, e facendo leva sulla conflittualità interna, come aveva teorizzato Lenin. La sinistra marxista si era così liberata, furbescamente, dopo la caduta del Muro di Berlino, di quel nome che ricordava l’orrore e le tragedie emerse dall’esperienza disastrosa e dal fallimento civile, sociale, economico e politico dell’est europeo.

La sua nuova strategia, una volta diventato Pds, mirava sempre alla conquista del potere, ma ora nel solco del socialismo democratico di stampo europeo, riciclandosi e disponendosi a sostituirsi al partito socialista italiano di Bettino Craxi che, non a caso, veniva additato come il maggior responsabile del sistema corruttivo e illegale instaurato in Italia. Il leader socialista, che in Parlamento aveva denunciato la presenza di un sistema  di corruzione che attraversava tutti i partiti (I partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale), veniva, infatti, costretto all’esilio in Tunisia per sfuggire alla ferocia manettara, sapientemente alimentata da una connivente regia politico-giudiziaria.

Dall’altra parte, come secondo braccio della tenaglia, c’era quella parte della destra reazionaria e forcaiola che individuava nella Democrazia Cristiana e nel Partito Socialista le responsabilità del congelamento della sua consistenza elettorale ed il suo isolamento politico, e c’era anche l’emergente egoismo locale del Nord del Paese che faceva di “Roma ladrona” lo strumento per la richiesta di trasformazione dell’Italia in Stato federale che sapeva tanto di richiamo alla secessione.

Accade che i nodi che non sono sciolti si ripresentino, e la sensazione di farla sempre franca si trasformi, persino, in maggiore audacia. Il sistema Pci-Pds-Ds rischia ora di diventare il sistema PD. Se anche Giorgio Bocca sostiene di temere la minaccia di querele di Bersani, si rafforza il timore dell’intimidazione verso chi osserva e denuncia.

La sensazione che la bilancia della Giustizia sia scassata e che penda sempre da una parte, anche dinanzi alle querele, ora ha un che di ancora più inquietante.