di Ciuenlai
E’ un combinato disposto terrificante contro i poveri quello contenuto nella manovra del Governo Monti. Lavoratori e pensionati che guadagnano meno di 8000 euro lordi, essendo esenti (more…)
di Ciuenlai
E’ un combinato disposto terrificante contro i poveri quello contenuto nella manovra del Governo Monti. Lavoratori e pensionati che guadagnano meno di 8000 euro lordi, essendo esenti (more…)
di Ciuenlai
Ci avete fatto caso. Come le cose vanno male, inizia il coro europeo degli elogi a Monti. Tranquilli, che culo, voi avete supermario non dovete temere nulla. Qua, quanto è bravo lei. E’ una garanzia. Garanzia per chi? Ma per quelli che chiamiamo mercati. Loro chiedono e lui esegue. E giù tasse, tagli, riduzioni di reddito, servizi che spariscono, gente che diventa povera. Lui non ha fallito, ci fa fallire. E’ il compito che gli hanno dato. Ieri ha detto che “non ci sarà un’altra manovra”. Nascondete i portafogli, blindate i depositi in banca, tenete i gioielli di casa lontano dalla sua portata, fissate le sedie e gli armadi al pavimento, perché ogni volta che l’ha detto il giorno dopo ci mancava qualcosa. Hanno pure rifatto il famoso detto “Meglio un morto in casa che un montiano alla porta”.
nota di redazione: In effetti mentre diceva che non ci sarà un’altra manovra un po draculeo è sembrato.
Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. La famosa Proprietà invariantiva sembra scritta proprio per l’attuale situazione politica italiana. Vediamo :
1) Lo spread è tornato vicino a quota 400
2) La borsa va a picco
3) La produzione industriale sta crollando
4) I prezzi di tutto salgono alle stelle
5) Gli stipendi perdono potere d’acquisto a vista d’occhio
6) L’occupazione è ai minimi storici
7) Le tasse sono arrivate a mangiarsi quasi il 50% del reddito
Il tutto dopo aver perso le pensioni, le tutele sul lavoro e avere “incassato” una “paccata” di cose da pagare.
Domanda : Per molto meno abbiamo cacciato Berlusconi e Tremonti, perché per molto più ci dobbiamo tenere Monti e la Fornero?
Ciuenlai
E’ cominciato ieri sera a mezzanotte il blocco totale della Sicilia. Un’occupazione pacifica di tutti i principali porti, raffinerie e snodi viari dell’Isola. Tutti i punti di snodo sono presidiati dai protagonisti dei movimenti che, da oggi fino a venerdì 20 gennaio, daranno vita a quella che è già stata ”battezzata’ le “Cinque giornate della Sicilia”. Una battaglia culturale e sociale portava avanti da imprenditori che operano in tutti i settori dell’economia isolana. Dai trasportatori agli agricoltori, dai commercianti ai piccoli industriali. Tutti uniti nella lotta per una Sicilia migliore. E, soprattutto, non vessata dal car-prezzi.
“La rivoluzione parte dalla Sicilia”, si legge nei manifesti “non una guerra tra poveri, ma una guerra insieme contro questa classe dirigente che ancora una volta vuole farci pagare il conto. Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Siamo siciliani veri ed invendibili. Ora il gioco comincia a farsi duro”.
Non sono né di destra, né di sinistra. Minimo comune denominatore, la rabbia contro una classe politica nazionale vessatrice e la convinzione che la politica siciliana sia in mano agli ‘ascari’. Chi sono? A firmare la chiamata alle armi, il ‘Movimento dei Forconi’, un’associazioni di agricoltori, allevatori ed ora anche di autotrasportatori “stanchi del disinteresse quanto del maltrattamento da parte delle istituzioni”
fonte : linksicilia.it
nota di redazione: qualcuno sta sottovalutando questa situazione, il blocco delle merci dall’isola potrebbe creare problemi inimmaginabili per l’economia italiana, attenzione la Sicilia… è vicina
http://www.informarexresistere.fr
di Ciuenlai
Prima che Monti andasse al Governo le stime prevedevano per l’Italia un aumento del Pil dello 0,3%. Appena il Governo Monti si è insediato le stime si sono abbassate ad un meno 0,6% Dopo la presentazione manovra di Monti Passera e la Confindustria parlano, per il 2012, di un calo del Pil del 2%. Di questo passo quando la manovra sarà approvata, Monti porterà i libri in tribunale e i “Vopos” tedeschi” metteranno i sigilli al Brennero
di Ciuenlai
Cominciano (purtroppo) a riecheggiare le note del “era già tutto previsto”. Come ai tempi di Berlusconi, non appena l’ennesima (la quarta o la quinta? Ho perso il conto) manovra “salva la ricca italia”, entra in dirittura d’arrivo, si comincia a parlare di quella che dovrà venire da qui a pochi mesi. Si sussurra di altri 15 miliardi a primavera. E siccome di patrimoniale non vuol sentire parlare nessuno, dopo le pensioni il prossimo attacco avverrà sugli stipendi. Un assaggio di quello che ci aspetta ce l’ha fornito la signora Fornero, che si sta specializzando in rapine dai 2000 euro in giù. La signora, non contenta di aver falcidiato con il contributivo e la non indicizzazione le pensioni dei lavoratori, si è lamentata del fatto che le stesse sono “ così alte” (sic) perché è sbagliato il sistema di incremento (quale, dove l’ha visto?) degli stipendi. Adesso è una linea che cresce verso l’alto fino a raggiungere il massimo quando si va in pensione. Lei vorrebbe trasformarla in una curva che prevede un massimo a metà carriera e un ritorno al minimo quando si viene collocati in riposo. Così si risparmia due volte : sullo stipendio e sulla pensione. Facciamo un esempio : Un operaio entra con 800 euro, passa a 1200 verso 40/45 anni e torna a 800 a fine carriera. Così percepirà una lauta pensione di circa 450 euro, che però, a differenza di quelle d’oro, verrà indicizzata (pensa che culo!). E non dovrà lamentarsi che è poco, perché, continueranno a ripetergli fino alla noia, che “se non si fa così” avrebbe avuto anche meno. E a forza di andare verso il basso, un giorno arriverà la norma lavoro “a reddito zero”, che, essendo ancora troppo costosa per lo stato, una manovra dopo, verrà sostituita da quella dello stipendio “equo e solidale”. Bisognerà, cioè, passare un salario al padrone per poter lavorare.
Rifondazione comunista di Perugia valuta in maniera molto negativa la manovra del governo Monti, una manovra in perfetta continuità con le politiche di Berlusconi che scarica i costi della crisi su lavoratori, pensionati e giovani. Un governo di nominati in un Parlamento di nominati continua a tutelare i grandi patrimoni e gli speculatori, il capitale e le banche. Niente viene proposto contro l’evasione fiscale e, per il reperimento delle risorse, non si prevede nessuna patrimoniale. L’intervento sulle pensioni serve solo per fare cassa e non propone niente per i lavoratori precari e i giovani: si blocca la rivalutazione delle pensioni al costo della vita, si porta l’età pensionabile a 70 anni, si estende a tutti i lavoratori il sistema contributivo. Le drastiche riduzioni dei trasferimenti a Regioni ed Enti Locali sono in realtà tagli agli asili nido, alla non autosufficienza, alle politiche abitative e del lavoro, al trasporto pubblico, alla sanità pubblica, già colpita da tagli per 13 miliardi al 2014. La rivalutazione degli estimi catastali, unito alla reintroduzione dell’ICI sulla prima casa poi colpirà pesantemente le famiglie italiane, senza tutelare i lavoratori e le fasce più deboli, senza intervenire sui patrimoni e i privilegi del vaticano e con scarse ricadute per i Comuni. La sovrattassa prevista sui capitali scudati però è un misero 1,5%. Sui costi della politica, poi, siamo al ridicolo. La proposta di abolire le Province e le sue assemblee elette democraticamente dal popolo tramite un decreto legge, oltre a non produrre risultati, è un atto sbagliato, autoritario ed anticostituzionale che ha come unico precedente nel nostro paese Mussolini. Insomma Monti in Europa è con la Merkel, in Italia con gli speculatori contro il lavoro. Per questo sosteniamo lo sciopero generale della Cgil del 12 dicembre e il presidio sotto la Prefettura di Perugia per costruire una mobilitazione ad oltranza nel nostro territorio contro le politiche del governo. Uniamo la sinistra contro il governo Monti.
Enrico Flamini – Segretario Provinciale Prc Perugia
nota di redazione: Caro Flamini, molte sue considerazioni sono condivisibili, in particolar modo quando si riferisce ai giovani ed ai pensionati. Purtroppo però ci tocca registrare un silenzio assordante dei sindaci umbri che dall’Ici prossima ventura incasseranno tanti bei soldini, e stia tranquillo che applicheranno l’aliquota massima, alla faccia dei lavoratori e dei pensionati. Possiamo parlare di “miniconflitto di interessi”?
Il 12 dicembre sarò con voi
Commento di Stelio Bonsegna – Pur non condividendo il paragone della continuità berlusconiana. Noto nella manovra, la mancanza di vere riforme strutturali, cioè una vera riduzione del costo dello stato. Dove sono le riforme della lettera inviata alla UE , di Berlusconi?
Le Province, sono ancora li; i parlamentari hanno fatto finta di ridursi i privilegi, rientrati poi da altre parti; etc.etc..
Un suggerimento utile, sarebbe quello di ridurre anche le Regioni, accorpando le piccole, che come in Umbria, costano il doppio e talvolta il triplo di quelle più grandi. Riduzione drastica del compenso stipendiale ai Parlamentari, ai Magistrati (in quanto il loro stipendio è legato a quello dei parlamentari). E così via, snellendo questo stato esoso e corposo.
Ricorrere ai soliti Lavoratori, che han sempre pagato le tasse è un mezzuccio classico dei professori (vedi Prodi). E’ il mezzo più semplice per far cassa. Ma a forza di spremere, alla fine, di succo nel limone non ce ne resta più, come ora.
Oggi il lavoratore dovrà, suo malgrado, decidere se proteggere la sua vita, o pagare le nuove gabelle. Si, perché se paga le tasse, non ha i soldi per mangiare fino alla fine del mese. Se invece non le paga, le tasse, gli prendono la casa, l’auto (che spesso usa per recarsi a lavoro), però ha da mangiare, ma non un tetto dove ripararsi. Questo è il colmo della dabbenaggine di chi ci Governa, il quale mira ad interrompere quel circuito prezioso in cui i soldi permettono di consumare ed acquistare, per cui le aziende producono e possono vendere, quindi più si consuma, più si produce, più lavoro si crea.
In Italia questo modo di vedere l’economia, sembra non vada di moda, sopratutto a causa di una sinistra avvezza all’assistenzialismo di stato, mai abbandonato.
12 dicembre 2011, ore 10, in P.zza Italia con UGL, CGIL, CISL e UIL
Bisogna riconoscere a questo Governo, che è riuscito ad unire in una unica protesta di piazza i sindacati Confederali, UGL, CGIL, CISL e UIL; protesta che si accompagna, nello stesso giorno, ad uno sciopero unitario di tre ore che si terrà in tutta Italia. Forte è la nostra preoccupazione per l’impatto che questa manovra avrà sulle famiglie umbre e sui lavoratori, incidendo negativamente sul potere d’acquisto di ogni singolo cittadino (aumento dell’IVA), una manovra che favorisce esclusivamente le imprese ed il sistema bancario. Registriamo l’ennesimo aumento della benzina, che contribuirà ad aumentare i prezzi dei beni di prima necessità, ma diventa il tutto ancora più sconcertante se pensiamo che il 70% del prezzo pro litro del carburante, sono tasse tra le quali le accise della “guerra in Abissinia” del 1935 e “la crisi di Suez” del 1956. Purtroppo, anche in questa regione alcune scellerate politiche aziendali hanno favorito la nascita di un numero considerevole di lavoratori cassaintegrati o in mobilità che, con questa manovra, rischiano di trovarsi senza pensione né stipendio e senza nessuna possibilità di reintegro professionale favorendo così il lavoro sommerso o la crescita della criminalità locale ed organizzata. Con questa manovra, per infortuni e malattie professionali si ferma ogni forma di tutela per molti lavoratori cancellando tutti gli istituti dell’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, rimborso spese mediche ed equo indennizzo.
“Provvedimento inaccettabile”, basti pensare che quest’anno in Umbria, sino al mese di novembre, sono state registrate già 17 vittime sul lavoro mentre gli infortuni, nonostante abbiamo circa 20.000 lavoratori in “cassa integrazione” sono aumentati rispetto al 2010 circa del 4% pari a 15.467. Questa protesta è volta a richiamare l’attenzione di tutti i politici locali sulle ripercussioni che questa manovra avrà sulle “fasce più deboli”, augurandoci che la Regione Umbria vorrà velocemente organizzare nei prossimi giorni un incontro con le parti sociali e le associazioni che costituiscono il “Tavolo per lo Sviluppo” perché in questo momento è assolutamente necessario “fare meno slogan e più fatti” realizzando programmi a favore delle famiglie e dei lavoratori umbri, rilanciando politiche attive del lavoro, delineando nuove e più incisive strategie per combattere l’evasione e per il contenimento della spesa pubblica.
Enzo Gaudiosi – segretario regionale Ugl
Nota di redazione: Le varie sigle sindacali si ricompattano, ma forse la situazione economica e finanziaria del paese meritava più di tre ore di astensione del lavoro. Qualche anno fa per molto meno i sindacati avrebbero messo a ferro e fuoco il paese, che succede? Eppure mai come questa volta i cittadini ed i pensionati sono stati cosi maltrattati, e non basta dire come fa Angeletti (Uil) che ” se il governo non riapre la trattativa con i sindacati sulla manovra e in particolare sulle misure che penalizzano lavoratori e pensionati è possibile che entro dicembre possa essere proclamato un altro sciopero, stavolta di otto ore.” Angeletti parla solo a nome Uil o anche a nome di tutto il sindacato? Certo che fare uno sciopero di otto ore a fine dicembre è come chiudere le stalle dopo che i buoi sono scappati.
E’ antisociale perché si abbatte sui lavoratori da ogni punto di vista: sul versante previdenziale, fiscale, dell’aumento dell’imposizione territoriale e dell’Iva. Sulle pensioni, benché l’Inps sia in attivo, oltre alla mancata indicizzazione delle pensioni attuali, si determina l’età di pensionamento a 70 anni e la cancellazione nei fatti dei 40 anni di contribuzione: una misura vergognosa che scarica la crisi su tutti coloro che hanno lavorato una vita per pagarsi i contributi previdenziali e, con l’applicazione a tutti i lavoratori del sistema di calcolo retributivo, sulle giovani generazioni di lavoratori precari con stipendi da fame. Nello stesso tempo però il governo favorisce le imprese con la cancellazione dell’Irap e le banche attraverso la garanzia delle loro passività. E’ antidemocratica come dimostra la misura sulle Province. Un presidente del consiglio e un governo nominati dalla Bce in un Parlamento di altrettanti nominati cancella e chiude nei fatti assemblee democratiche ed elette dal popolo. In altri termini siamo di fronte ad un provvedimento palesemente anticostituzionale sbandierato come taglio dei costi della politica. Siamo invece al ridicolo e al pressapochismo, allo spregio del sistema democratico che ha come unico precedente nel nostro paese Mussolini. Bene ha fatto il nostro capogruppo in Regione Stufara a chiedere una riunione della maggioranza su questi temi, come è stato detto, nell’interesse non solo della cittadinanza regionale, ma di quella dell’intero Paese. Il nostro impegno sarà proprio quello di determinare da parte di tutte le istituzioni locali della nostra provincia, a partite dall’ Ente Provincia di Perugia, dai Comuni e dalle sue rappresentanze, un chiaro pronunciamento contro questi provvedimenti antidemocratici come sostenuto dal nostro segretario nazionale Paolo Ferrero all’assemblea nazionale dell’UPI. Nello stesso tempo proponiamo a tutte le forze politiche, sociali e di movimento della sinistra di lavorare affinché lo sciopero generale della Cgil del 12 dicembre e il presidio sotto la Prefettura di Perugia possano essere l’inizio della costruzione di una mobilitazione ad oltranza nel nostro territorio contro le politiche del governo, della BCE e dell’FMI.
Enrico Flamini – Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
Noi italiani, siamo un popolo di creatori e di grandi produttori della buona qualità e del buon gusto. Non possiamo mescolarci in una Europa dove vengono regolarmente ignorate le regole più elementari di una vita sana e dignitosa, sia nella nostra alimentazione che in altro campo. Un’Europa dove si fa passare per formaggio, un prodotto fatto senza latte; si fa passare per cioccolata, un prodotto che di cacao non ne ha nemmeno l’odore; si fa passare per vino, un prodotto fatto senza uva. Tolto il Made in Italy, cosa ci resta? Ci resta la subalternità al direttorio Franco-Tedesco, con stipendi di molto al di sotto della media europea, con tasse di molto superiori alla media europea e con il costo della vita, molto al di sopra della media Europea. Questa, in sintesi, la vera situazione del popolo italiano in questo momento. In poche parole, siamo i paria d’Europa. Quello che più stona, è che la scelta di entrarci, in questa Europa, non è stata una scelta di popolo, con un referendum popolare, ma ci è stato imposto dall’alto, dai nostri politici da noi messi li a governarci, con un cambio Lira- Euro da capestro. A chi è convenuto questo drastico passaggio? Ai Finanzieri d’assalto, ai Banchieri di pochi scrupoli, ai Politici di “lunghe vedute”, non certo ad un popolo, che ora ne sta scontando le atroci conseguenze. L’attuale Governo ne è l’emanazione e la dimostrazione più alta e significativa di ciò che spetta, in futuro, al popolo italiano; d’altronde l’imminente Decreto Legge lo sta a dimostrare: sacrifici, sacrifici, sacrifici e tagli, tagli, tagli, ma non ai Partiti, non ai Sindacati, non a questa mastodontica organizzazione Statale, non alle Banche (d’altronde è o non è il Governo dei Banchieri?). Qui sta il grande difetto (voluto?) di questo Decreto Legge. Questo Governo, ci sta dando l’ultimo colpo di grazia, dopo, povertà diffusa e poca ricchissima borghesia, costituita solo da grossi imprenditori industriali e da Banchieri, oltre ai soliti politici, naturalmente, classe privilegiata. Popolo pacifico, quello italiano, fino a rasentare l’incoscienza, quindi giusto il detto: “Ogni popolo ha il Governo che merita”. Così, in Europa, siamo considerati un popolo pecoreccio, abituato ad essere condotto da un pastore, quindi abituato a subire angherie dai politici, da esso stesso eletti e non incline a ribellarsi. Ma fino a quando il popolo gregge italiano subirà? Riuscirà questo popolo pecoreccio a trasformarsi in una muta di lupi? Almeno per riconquistare la sua meritata dignità in una vera Democrazia.
Stelio Bonsegna
di Ciuenlai
Per far digerire questa manovra ingiusta, iniqua, spostata sempre sui più deboli, il Governo e soprattutto Monti, usano toni apocalittici per far transitare il concetto del “dopo di me il diluvio”. Usano comunicazioni “terroristiche” (dal punto di vista verbale) del tipo : 1) “eravamo sull’orlo del fallimento” 2) “rischiavamo di non pagare gli stipendi…” 3) “potevamo finire come la Grecia” 4) “E’ stata evitata la catastrofe” (notare i tempi dei verbi che tendono a far credere che oggi, solo perché c’è lui e solo se si fa come dice lui, non si fallisce più. Eravamo, non siamo, potevamo ecc.) Il tutto per ottenere due obbiettivi : Il primo immediato; e cioè l’approvazione, senza se e senza ma della manovra, con il consenso rassegnato dell’opinione pubblica imbonita da un bombardamento mediatico a reti unificate sul postulato del “non si poteva fare altro” ; l’altro di prospettiva elettorale; e cioè poter dire tra un anno, sono io il salvatore della patria, per tornare in sella “a grande richiesta” con un governo di coalizione nazionale (stavolta politico) per altri 5 anni. Ma sono Tutte balle!! Il pericolo del default non esiste per la Grecia figuriamoci per l’Italia; Questo è il Governo dei “creditori” che, per non rischiare di andare a fondo, vogliono solo mettere in riga i “debitori”. Il loro scopo è farci pagare non farci fallire. E farci pagare a modo loro per mantenere un determinato ordine sociale. Se no non si capirebbe come mai, a saldi invariati, non si può cambiare il segno della manovra. Purtroppo dobbiamo segnalare che su questa linea si è ormai accomodato e accodato anche il Partito Democratico che, per la paura di essere escluso dai futuri banchetti governativi, ha ormai abbandonato qualsiasi tipo di rappresentanza dei più poveri e dei lavoratori in generale. Anzi minaccia Di Pietro che prova a fare un minimo di opposizione seria ai provvedimenti “lacrime (loro) e sangue (nostro). C’è aria di inciucio in via dei Palazzi. Anche i Socialdemocratici tedeschi hanno concluso il loro congresso lanciando la parola d’ordine della necessità di una profonda redistribuzione del reddito. Oggi, assieme alla difesa dei diritti, è questa la discriminante maggiore e più importante tra sinistra e destra. Ammesso e assolutamente non concesso, che il Pd abbia questa intenzione, con chi pensa di realizzarla? Con Berlusconi, Casini e Fini? Sono loro le nuove frontiere della “moderna sinistra”?
LETTERA A GOODMORNINGUMBRIA
cari amici, scusate lo sfogo, ma per chi ha una pensione , faccio un esempio, il mio, 1200 euro mensili, ne sto pagando 250 al mese per un mutuo su dei lavori di restauro. Non ho la compensazione per 2 anni per il costo della vita, quindi resta bloccata, mi aumenta l’irpef regionale, in più ti trovi a pagare un’ici maggiorata con i nuovi indici catastali. Come fai? Non mangi? La corrente costa cara, il riscaldamento non ne parliamo, il telefono, il bollo auto, poi come contorno ci metti l’iva sui beni di consumo aumentata del 2%. Se non faccio banca rotta, poco ci manca.
B.S. Perugia
Nota: Caro B.S. la tua situazione è più diffusa di quanto non si creda, una volta si diceva mal comune mezzo gaudio, ma adesso non vale più, il disagio dei lavoratori e dei pensionati vicini al minimo è palese, questo è un gioco al massacro che non ci piace per nulla, stiamo pagando sull’altare di questi “ipotetici mercati” un prezzo talmente alto che ci porterà al default individuale e familiare, e quindi anticamera del default nazionale. (che il neo premier abbia rinunciato al compenso sinceramente ci lascia del tutto indifferenti perchè sa tanto, insieme al pianto… di propaganda pura)
Lacrime e sangue doveva essere e lacrime e sangue è stata. La manovra pigia, a senso praticamente unico sui lavoratori di questo paese, chiedendogli sacrifici inenarrabili su pensioni, casa, irpef (si c’è anche l’addizionale regionale sulla sanità), Trasporti (si c’è anche l’aumento delle accise della benzina per finanziare il Tpl), Iva (tra sei mesi ci saranno aumenti dei beni di consumo tra il 5 e il 10%) ecc. Se si fa un conto della manovra ci si accorge che 4 parti le mettono i lavoratori (a occhio, per difetto, 2000 euro a famiglia) e una parte (scarsa) gli altri che detengono il 50% della ricchezza nazionale. Alla faccia dell’equità.
Ma la cosa più incredibile è avvenuta durante la conferenza stampa. Il Ministro Fornero dopo aver spiegato a tutti che un operaio che prendeva 1200 euro al mese e che è andato in pensione con 1000 euro era un “privilegiato” perché gli veniva applicato il sistema retributivo, si è messa piangere perché a quel “privilegiato” veniva tolta l’indicizzazione.
Lacrime di coccodrillo versate però con la consueta equità : Loro mettono le lacrime e i lavoratori il sangue.
“I ciechi e gli ipovedenti italiani credono nei valori della solidarietà, della giustizia, della pace e si ispirano ai principi del Consiglio d’Europa: lo stato di diritto, la democrazia, la coesione sociale. È per questi motivi che parteciperemo anche noi alla Marcia della pace Perugia Assisi del prossimo 25 settembre”. È quanto ha dichiarato Emilio Vantaggi, presidente regionale dell’Unione italiana ciechi dell’Umbria che ha anche anticipato come “la partecipazione alla marcia sarà l’occasione per protestare con voce forte e chiara nei confronti del Governo per i provvedimenti adottati in sede di manovra economica. In particolare, la finanziaria approvata dal Parlamento penalizza fortemente i disabili perché li colpisce due volte: prima come cittadini e poi appunto come disabili”. I circa 600 delegati dell’Unione italiana ciechi, allora, domenica marceranno anche per ribadire come “i tagli al fondo sociale alla non autosufficienza, al budget per il servizio civile volontario, al fondo per l’occupazione dei disabili rappresentino profonde ferite ai servizi che rischiano di emarginare e di escludere totalmente i disabili dal contesto sociale”.
Mi era sembrato strano che la Marini avesse tenuto una posizione autonoma e infatti, alle 12.49 le agenzie battevano una dichiarazione della Presidente in cui plaudeva alla nuova stesura della manovra del Governo e alle 17.55 – forse a seguito dell’ordine di scuderia del suo partito o degli altri partiti della coalizione o a seguito di una tirata di orecchie da parte della CGIL – fa una splendida retromarcia e attacca a testa bassa il Governo dicendo che la manovra è insostenibile. Quanto alle intenzioni di fare riforme più incisive di quelle pensate fino ad oggi – che il PdL propone da tempo, come la riduzione della Asl o l’accorpamento delle Agenzie – aspettiamo di vedere i testi perché una Presidente che cambia idea nel giro di cinque ore non può essere credibile. Con questa classe dirigente l’Umbria non mi sembra assolutamente in buone mani
Raffaele Nevi – Presidente gruppo PdL Regione Umbria
Il Segretario di Rifondazione Comunista dell’Umbria sostiene che esiste una “manovra” alternativa, valida e attuabile. Per uscire dalla crisi bisogna invertire la rotta e rovesciare le politiche che l’hanno causata. La manovra che vogliamo ha alla base alcuni grandi snodi: Patrimoniale e Tobin Tax, blocco delle spese militari, eliminazione dei privilegi del Vaticano. Attuando da subito misure in tal senso avremo un effetto di contrasto alla crisi ed un notevole incremento delle entrate dello Stato. Ci impegneremo pertanto affinché sia attuata un’imposta sulla patrimoniale ed introdotta la Tobin Tax. Con un’imposta sui grandi patrimoni immobiliari e finanziari sopra gli 800.000 euro, il contrasto all’evasione fiscale e la tassazione delle speculazioni finanziarie si produrrà un gettito da destinare alle emergenze sociali del paese. Ci batteremo per i tagli alla difesa. Risparmiamo 29 miliardi di euro previsti per l’acquisto di cacciabombardieri ed elicotteri da combattimento. Tagliamo le spese annue per le nostre truppe impegnate in situazioni di guerra, circa 1 miliardo e mezzo l’anno. Ed usciamo dalle missioni in Afghanistan e Libia. Tocchiamo gli intoccabili. Quanto ci costano i privilegi del Vaticano? Quanto ci si guadagnerebbe ad eliminarne almeno alcuni? Si stima che le entrate per lo Stato potrebbero ammontare per lo meno a tre miliardi annui. Come? Basterebbe eliminare l’esenzione dell’Ici, che scandalosamente lo stato del Vaticano può non pagare. Ritoccare l’8 per mille trasformandolo in 5 per mille (come per le associazioni no profit), rivedere le numerosissime agevolazioni fiscali su Ires, Irap e Iva e magari tagliare i fondi alle scuole private (invece che alla scuola pubblica). Uscire dalla crisi quindi è possibile con una “manovra” alternativa. In una situazione di emergenza come quella attuale, incidere su questi flussi di denaro può essere determinante per riequilibrare i conti.
CONVEGNO NAZIONALE
PROVINCIA DI PERUGIA, Sala Consiliare p. Italia 11
22 ottobre 2010 ore 15,30
Interventi programmati: Regioni, Province, Comuni, Polizia Locale e Camere di commercio: Come incidono il nuovo Federalismo fiscale e la Manovra Finanziaria correttiva 2011 – 2012 sulle prospettive giuridiche e contrattuali dei dipendenti del comparto.
ROSSI Aviano Vicepresidente Provincia di Perugia
CASTAGNOLA Stefano Segretario Nazionale FSI
DANZA Maurizio Segretario Nazionale Coord. FSI – Uff. Giuridico e Vertenze
SPINA Antonia Segretario Nazionale FSI
PARIS Maria Teresa Dir. Resp. Servizio Informazione comunicazione e decentramento provincia di Perugia
AMICI Ivo Coord. Regionale FSI – AA. LL. / Umbria
SANTI Paride Coord. Nazionale FSI – Moderatore dell’incontro
ROSI Maria Consigliere Regionale UMBRIA (PDL)
ZAFFINI Francesco Consigliere Regionale UMBRIA (FLI)
MONACELLI Sandra Consigliere Regionale UMBRIA (UDC)
On. GIOVANELLI Oriano Presidente Forum Riforma Pubblica Amministrazione (PD)
On. RONCONI Maurizio Responsabile Nazionale AA. LL. (UDC)
SINDACI delle principali Città dell’Umbria