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Sanità, le Parafarmacie non abbassano la guardia

16 novembre 2010

LETTERA AL DOTT: MANDELLI, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DEGLI ORDINI DEI FARMACISTI

Egr. Dr. Mandelli,
Le scriviamo in riferimento ai commenti da Lei fatti all’audizione del  Presidente Catricalà presso la XII Commissione del Senato, commenti  riportati nell’edizione odierna de “Il Farmacista on line”. Vorremmo ricordarLe che Lei è il Presidente della Federazione degli Ordini dei  Farmacisti, non dei Farmacisti Titolari di Farmacia. Non ci risulta, ad oggi , che esistano in Italia percorsi di studi e/o abilitazione alla professione diversi per i Farmacisti che operano in  farmacia o in parafarmacia. Infatti, a scriverLe sono due farmaciste  regolarmente laureate (come Lei) ed abilitate alla professione grazie allo stesso Esame di Stato sostenuto da Lei e dai Suoi colleghi titolari di Farmacia. Attualmente siamo titolari di una parafarmacia, ma entrambe  abbiamo lavorato come dipendenti per anni presso farmacie e non pensiamo che  il semplice fatto di esserne uscite abbia causato in noi una perdita delle capacità e soprattutto dell’etica professionale. Detto ciò, non ravvisiamo motivazioni circa la Sua ansia riguardo alla  eventuale distribuzione dei farmaci di Fascia C mediante canali diversi  dalla farmacia, purché sotto la diretta responsabilità di un farmacista. Vorremmo ulteriormente tranquillizzarLa informandoLa, se mai non ne fosse
già al corrente, che:
1. La tracciabilità del farmaco è assicurata anche in parafarmacia grazie  all’attribuzione del codice univoco da parte del Ministero della Salute;
2. I canali di approvvigionamento del farmaco sono gli stessi per le  farmacie e le parafarmacie, con tutte le garanzie di qualità e sicurezza che  ciò comporta;
3. I sistemi informatici per la gestione dell’attività sono gli stessi,  pertanto anche le parafarmacie sono costantemente aggiornate sulle  problematiche che possono riguardare ritiri, cautele, modifiche dei fogli  illustrativi, ecc…
4. I farmacisti che operano in parafarmacia sono tenuti all’aggiornamento  costante tramite ECM così come i colleghi che esercitano la professione in farmacia.

Se quanto sopra esposto corrisponde a verità se ne deduce che la garanzia di sicurezza non è una motivazione valida per sostenere che la distribuzione  del farmaco di fascia C sia esclusiva della farmacia in quanto tale. Se, al contrario, si sostiene che la sicurezza potrebbe essere compromessa
dal fatto che la parafarmacia è una “semplice” attività commerciale,  riscontriamo un’ulteriore incongruenza: non vediamo per quale motivo  dobbiamo essere equiparate ad un titolare di farmacia per quanto riguarda  gli oneri relativi al pagamento dei contributi ENPAF. Tale onere è, per la  maggior parte delle nostre attività, una voce di spesa pesante: nel nostro caso specifico, ad esempio, come socie e quindi entrambe “titolari  dell’attività commerciale” parafarmacia dobbiamo all’ENPAF ogni anno 8.102,00 euro, senza possibilità alcuna di riduzione. Potremmo anche comprendere le Sue preoccupazioni se le esternasse in veste  di imprenditore e titolare di farmacia. Non altrettanto se lo fa come  Presidente della FOFI e quindi (ci perdoni se ci ripetiamo) rappresentante e  portavoce di TUTTI i farmacisti.
Certe del fatto che prenderà in considerazione quanto sopra esposto la
ringraziamo porgendo i nostri più
Cordiali saluti
Dr. Mariarosaria Sarracco
Dr. Lara Milanese