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Sandro Allegrini presenta al Morlacchi Marcello Monacelli: le opere e i giorni di un giornalista perugino

31 ottobre 2012

Marcello Monacelli

5 novembre, Teatro Morlacchi, ore 17 – Sandro Allegrini presenta: Marcello Monacelli: le opere e i giorni di un giornalista perugino (letture di Mariella Chiarini dal volume postumo “Perugia mia”) con Enzo Ferrini, Claudio Sampaolo, Vincenzina Monacelli, Remo Gasperini, Gerardo Gatti, Leonetto Medici Marcello Monacelli era nato il 7 agosto 1922 in via Vincioli, da famiglia di origine artigiana e operaia. Partigiano a soli 22 anni, fu responsabile del periodico del Partito d’Azione “Giustizia e Libertà”. Dalla fine degli anni 40, collaborò col “Giornale dell’Umbria” e con “Stadio”, dando seguito e alimento alla sua profonda passione per lo sport. Il giornale della sua vita è Il Messaggero in cui rivestì il ruolo di responsabile della redazione perugina, rimanendovi fino al 1981 e restando come prezioso collaboratore anche dopo la pensione. In tale veste curò rubriche memorabili come “Perugia mia”, una cui silloge è stata pubblicata nel 2011 in volume con lo stesso titolo. Altra rubrica apprezzata fu “week end”, (more…)

LETTERA AI GIORNALI DI RICCARDO NENCINI (SEGRETARIO NAZIONALE PSI)

30 luglio 2011

NENCINI (Segretario Nazionale Psi) SCRIVE AI DIRETTORI DI REPUBBLICA, CORRIERE DELLA SERA, SOLE 24 ORE, LA STAMPA, IL MESSAGGERO E QUOTIDIANO NAZIONALE

Caro direttore, una seconda (nuova?) tangentopoli sta spazzando l’Italia. Colpisce soprattutto i partiti più rappresentativi e pezzi dell’alta burocrazia statale a dimostrazione che i nodi mai sciolti negli anni ’90 si sono ripresentati con immutata forza, che la politica ha rinunciato alla sua funzione di strumento regolatore e braccio responsabile nel governo di una nazione, che nella penisola non vi sono decisive differenze tra le parti in gioco quando si tratta di ‘questione morale’.
Con un paio di sottolineature.

La prima. Senza volersi infilare il saio del Savonarola, radicali e socialisti, in questo decennio, sono rimasti lontani dal fuoco.  Non ricordo un amministratore socialista condannato per aver approfittato della pubblica amministrazione.  Eppure sono diverse centinaia gli amministratori iscritti al PSI nei comuni, nelle province e nelle regioni italiane.  E non si tratta nemmeno di fortuna.  Il passato, per noi, è stato maestro di vita, abbiamo cambiato i nostri rappresentanti locali, aperto a esperienze più giovani e cancellato le correnti quando non vi erano posizioni politiche antagonistiche.  Il potere gestito è decisamente minore ma il cambiamento c’è stato comunque.
La seconda. Leggo, anche di recente, di partiti che adottano codici di comportamento per moralizzare la loro vita interna.  Bene.  Il mio PSI – con inizio nell’estate 2008 – pose due questioni alle forze presenti in parlamento. Ridurre al medesimo livello le indennità, oggi ingiustamente diversificate, di Consiglieri e Assessori Regionali  (quota Umbria-Toscana, la più bassa: risparmio di 110/120 milioni di euro).  Conferire il finanziamento pubblico solo ai partiti in regola con l’art. 49 della nostra Costituzione.  Un sacco di applausi poi un catacombale silenzio sugli atti che si dovevano assumere.  Noi, che lanciammo quelle proposte, ci siamo affidati alle campagne pubbliche per sostenerle.  Da soli.  Non sarà questa, direttore, una evoluzione della diversità della sinistra?

Riccardo Nencini – (Segretario nazionale del Psi)

nota di redazione: a Libero? a Il Giornale? Il Tempo? Il Mattino? era finita la carta segretario?

FINALMENTE E DOPO TANTI ANNI DI SUBALTERNITA’ LA CISL RIALZA LA TESTA

23 febbraio 2011

Commento di ALFEO RINALDUCCI – Segretario nazionale Italia Federale

Dopo il Segretario Generale Bonanni, anche il Segretario Regionale Sbarra, in un articolo pubblicato su “Il Messaggero Umbria”, espone una lucida analisi politica ed economica sulla situazione dell’Umbria che ci sentiamo di condividere in toto. Mentre il segretario della CGIL Bravi, con una visione oramai arcaica continua a rincorrere l’unità sindacale come panacea di tutti i mali dei lavoratori, non vi nascondo la grande soddisfazione che provo nel sentire la CISL parlare di proposte concrete per lo sviluppo, l’occupazione, la produttività, la partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende, meglio se private. Alcune categorie della CISL, queste cose le dicevano circa 25 anni fà pretendendo per se, ma anche inutilmente per gli altri, l’incompatibilità fra cariche sindacali e quelle politiche, come fondamento per un approccio convincente all’unità sindacale. Purtroppo, oggi come allora, la CGIL è funzionale e subordinata alla sinistra, alla quale in questi ultimi anni, causa lo sbandamento della stessa sinistra, sembra indicargli la rotta e l’agenda politica; pare perfino superfluo ricordare quegli uomini che dalla “triplice sindacale” sono passati ai vertici dei partiti e delle Istituzioni, dopo aver doverosamente servito i partiti stessi di riferimento. Sotto la bandiera pseudo unitaria sono passati i provvedimenti legislativi più penalizzanti per i lavoratori subordinati, vedi ad esempio l’abolizione contingenza e scala mobile. L’unità sindacale tanto anelata oggi come ieri significherebbe per la CGIL, in particolar modo in Umbria, la supremazia sul movimento sindacale tutto avendo allora e oggi la maggioranza dei lavoratori tesserati. Tornando a Sbarra, per non rattristarci  troppo per quello che sarebbe potuto essere e non  è stato, vi riporto le sue affermazioni più significative: “La CGIL indica come traditore abbietto e fiancheggiatore tutti quelli che nell’immaginario FIOM  sono gli altri sindacati democratici. La Regione Umbria è imbalsamata da 50 anni in quello che è diventato un sistema di potere che da 20 anni si replica per cooptazione e si alimenta di spesa pubblica. Questo sistema non ha avuto stimoli, non c’è stato ricambio, si è garantito con le rendite e non  ha saputo cogliere le opportunità del terremoto dei fondi europei e della propensione al risparmio delle famiglie. La mobilità sociale? Impossibile se si è messo alla  dirigenza  degli Enti scegliendo, non i più bravi ma gli amici e se non si garantisce ai giovani un futuro che non sia basato sulla conoscenza giusta. Le Imprese? Ci vuole più coraggio, sono piccole, puntano all’aiuto pubblico e non cercano l’export ne l’innovazione del prodotto. Le Imprese hanno limiti strutturali come li ha la Pubblica Amministrazione, troppo grande e improduttiva. Non abbiamo sviluppato un sistema di sevizi privati, abbiamo unì’occupazione atipica  e precaria che penalizza donne e fasce scolarizzate di giovani, i salari sono più bassi d’Italia e non  aiuta più chi non ha lavoro neanche quel micro-cosmo economico che è la famiglia. Vi bastano quasi 25.000 posti di lavoro persi in 2 anni? Da soli abbiamo denunciato che era finito il modello Umbro dell’alta occupazione e della bassa produttività. Il sistema Regionale si deve riformare alla svelta se vuole agganciare, quando ci sarà, la ripresa economica.” Quelle di Sbarra, sono valutazioni di un uomo libero ed onesto, che speriamo sia ascoltato dai lavoratori che non vogliono essere più imbrogliati e strumenti del “potere”. Coraggio, abbiamo di fronte delle praterie sempre più verdi e sempre meno rosse!.