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DA FACE BOOK, DISPERATO APPELLO DI UNA MADRE, “SALVATE I MIEI FIGLI”

21 aprile 2011

LA STORIA DI FEDERICA CARIOLI

di Carla Morelli

Ha 32 anni, abita a Foligno, è affetta da pregresse patologie, madre di tre bambini con gravi problemi di salute. Federica, lancia il suo appello su Facebook: “una richiesta di giustizia e di aiuto, perché i miei figli hanno  bisogno di ricevere dalla Als 3 terapie specifiche continuative nel tempo, e  con specialisti quali logopedisti, esperti di psicomotricità,  neuropsichiatri,
a novembre sono stata denunciata dall’Azienda per mancanza di terapia verso i miei figli, dopo che a settembre avevo chiesto per loro una terapia pomeridiana non concessa, in modo da potergli far frequentare, la mattina, l’asilo, punto  importante per la riabilitazione. Il primo figlio, di 5 anni è autistico, la  seconda di 3 anni e mezzo è meno grave, affetta da disturbo del linguaggio, la terza di due anni ha un grave ritardo mentale. Tutte e tre nati prematuri  all’ospedale di Perugia. Un appello per una sensibilizzazione e un aiuto, prima  che  per le ingiustizie della “famigerata” Asl 3 (quella della presunta  “sanitopoli” umbra), il Tribunale tolga i piccoli a questa povera donna . Questa Famiglia, come tante in Umbria che ospitano persone gravemente  disabili, non riceve nessun sostegno dalle istituzioni preposte, ne economico, ne in
servizi di assistenza domiciliare, mentre nel territorio è pieno di strutture pronte a ricevere i 3 figli di Federica, nessun sostegno alla famiglia tutte  le  risorse alle case protette ed agli istituti.
Un’anomalia tutta Umbra che caratterizza e condiziona la vita e l’unità di  molte famiglie che vedono, viste le enormi carenze assistenziali al domicilio,  portar via i loro cari malati non potendo erogare nel contesto famigliare le  cure necessarie.

Città di Castello. Passione ed impegno, cibo di qualità e musica di qualità, due binomi vincenti

21 settembre 2010

di Gianna Nasi

Due giovani sui trentanni, Pietro Rignanese ed  Emanuele Barili gestiscono un ristorante carino in un vicolo del centro storico di Città di Castello “Trattoria degli amici miei”. Gestire un ristorante “senza spalle coperte” come dicono loro, cioè senza disponibilità finanziarie immediate e qualche adulto o genitore che ti aiuta, non è cosa da poco. Sono andata a parlare con loro perché dopo tanta crisi e lamentele dei commercianti, ho saputo che il loro locale funziona.“Qual’è il segreto?” ho chiesto e Pietro ha immediatamente risposto “La passione”. Questa è sempre la chiave di volta di ogni attività. Crederci, lavorare cercando di fare il meglio. Rinunciare a quello che fanno tutti per seguire il proprio sogno. Questo accade in un mondo dove il sistema non funziona, il lavoro giovanile non è incentivato, a volte neanche apprezzato, perché vedere alla guida di un’attività persone che non hanno compiuto i 30 anni è per molti segno di poca stabilità e serietà. Invece due giovani cucinano puntando sulla qualità in nome di quella tradizione italiana che ci distingue nel mondo intero. “Quali sono gli aspetti negativi?”. Il primo immaginabile se si pensa al calcio Sono tutti Ct. E qual’è l’altro pilastro del mondo maschile italiano? Ma la mamma no? E dunque come contrastare i loro metodi culinari?Il calcio e la mamma, due icone incancellabili per cui tutti sono tecnici della nazionale ed esperti di alimentazione. Il secondo aspetto negativo vista la giovane età, sono gli orari e gli impegni. Ed allora da gennaio ad aprile il locale ospita ogni giovedì sera eventi musicali molto vari.

Un weekend di gennaio c’è stato anche un Festival Unplugged: chiunque poteva esibirsi con 3-4 pezzi acustici. Momento di grande aggregazione. Gratuito il concerto e con possibilità o meno di cenare. Ne è stato fatto anche un cd. Ci sono state poi varie serate a tema. Serata Bavarese con birra cruda, stinchi, cavolo e patate, cameriere con abiti bavaresi e canti bavaresi. Serata Skarnevale musica Ska (una specie di raggae un po’ veloce). Serata Irlandese con stufato di vitello, birra rossa  e musica tipica. Serata Tex-Mex con chili con carne, tacos di pollo e folk americano.

C’è stato poi un progetto di serate acustiche con strumenti particolari come vibrafono e arpa; folk americano e blues; dulciment dei monti Apalachi; luculela; slide guitar, chitarra di ferro che si suona con slide che può essere anche di vetro (nella cassa armonica ha dei coni che aumentano la portanza del volume rispetto alla chitarra acustica). Ci sono stati concerti jazz uno del duo Maurizio Marrani al pianoforte e Andrea Ambrosi al contrabbasso. C’è stata una serata di tributo a Paolo Conte e Baldo e Papero che hanno fatto cabaret. Al Festival delle Nazioni hanno cucinato un piatto russo il Glubzi, involtini di cavolo con carne mista, riso, sugo di verdure e panna acida. Al ristorante ha suonato il quartetto Savino. All’evento delle vetrine c’era in palio una cena gratis alla trattoria. Ci sono state anche alcune serate di degustazioni.