Posts Tagged ‘ministero’

Nevi: Caso Novelli, necessario un confronto con il ministero

23 ottobre 2015

forza_italia_ logoE’ opportuno che la vicenda del Gruppo Novelli venga affrontata a livello nazionale avviando un confronto al Ministero dello Sviluppo Economico, sede naturale e appropriata per riunire le parti intorno al tavolo e definire le strategie del gruppo nel breve,medio e lungo periodo.
É necessario che la Regione persegua la strada dell’apertura di un tavolo al MISE, come peraltro chiesto anche dai sindacati, facendo sentire la sua voce autorevole al Governo.

Raffaele Nevi

Presidente Gruppo Forza Italia Regione Umbria

PD e PSI Perugia. Quella sottile linea rossa tra servizi e sprechi.

6 ottobre 2014

 

Francesco Giacopetti

Francesco Giacopetti

Leggiamo con sconcerto e molta rabbia che secondo i dati elaborati e resi pubblici da Sose, una società facente capo al ministero dell’Economia, il comune di Perugia risulterebbe tra i più spreconi d’Italia. Leggendo attentamente i dati ci accorgiamo però che qualcosa non va. Quei dati, riferiti al 2010, definiscono Perugia città “spendacciona”. Nel dubbio che qualcosa non funzioni
approfondiamo la lettura e continuiamo a scoprire che il comune di Perugia, durante l’amministrazione Boccali, ha speso ben il 31% in più del fabbisogno standard in servizi sociali, asili, ambiente, raccolta differenziata, trasporti pubblici, a fronte di comuni, come Lamezia Terme, dove, invece, le spese sono inferiori del 40% rispetto al fabbisogno standard, ma i servizi non vengono erogati mentre la spesa maggiore è imputabile alla burocrazia e agli uffici pubblici. Ora: se erogare servizi, investire in settori quali (more…)

L’incredibile storia del Maresciallo Marco Diana

1 agosto 2013

“Non riesco a capire perché debbano accadere queste cose”.

Marco Diana

Marco Diana

Marco Diana quando pronuncia queste parole è fuori di sé. L’aver indossato la divisa con onore e fedeltà è costato tantissimo al maresciallo dei Granatieri di Sardegna, che dopo aver servito il suo Paese in molte contrade del mondo è da tempo malato di cancro, una malattia che, secondo i medici, è stata causata dal contatto con uranio impoverito. La reazione del soldato è comprensibile, non riesce a comprendere perché l’Asl di Iglesias ha perduto per la terza volta i documenti che attestano il suo stato di salute. Documenti importanti, redatti dall’Istituto Europeo dei tumori diretto da Umberto Veronesi, senza i quali l’Azienda non può somministragli le terapie salvavita di cui ha bisogno. Senza quelle cure, ha calcolato Diana, non (more…)

Assisi- Botteghe di Mestiere, Corsi d’apprendistato e sui mestieri a vocazione artigianale.

29 giugno 2013

Il termine ultimo per le iscrizioni scade giovedì 4 luglio.

La Bottega di Mestiere è un modello rappresentato da un’impresa singola o da un aggregato di imprese operante nei comparti produttivi della tradizione italiana. Attraverso l’attivazione di percorsi sperimentali di (more…)

Il nuovo governo della fallimentare repubblica italiana vara un nuovo dicastero: il ministero alla Coesione sociale.

18 novembre 2011

Gustavo Gesualdo

La evidente volontà di premier e capo dello stato si indirizza inequivocabilmente al salvataggio della unità nazionale così come è, senza alcun senso critico e sentiero razionale, salvando tutti e tutto: mafiosi, amici di merende dei mafiosi, grandi evasori fiscali, pluriomicidi, stupratori ed assassini alcoolizzati stradali extracomunitari, corrotti e corruttori, parassiti e fannulloni di ogni genere e razza. I due “grandi statisti” non si avvedono della evidente incongruenza e del fatto che, molto più che evidentemente, la necessità di munire l’azione del potere esecutivo di un dicastero della Coesione sociale, comprova esso stesso che non esiste una coesione sociale, come non esiste una unità nazionale ed una cointeressenza popolare. Un errore di quelli con il botto, una svista allucinante che denuncia con quali pregiudizi ideologici (altro che tecnocratici) si vuole impostare un governo che salvi tutto e tutti, comunque, senza nessuna selezione, in assenza di un qualunque criterio intellettivo. Il capo dello stato aveva già dismesso i suoi panni di soggetto istituzionale super partes nel suo ultimo viaggio a napoli, la sua città natale, nella quale ha pubblicamente dichiarato il suo campanilismo napoletano e meridionale, a tutto danno e nocumento del resto del paese, aggiungerebbe un attento osservatore. Napoli, è la città sulla quale grava gran parte della responsabilità nella perdita verticale di fiducia e del pregiudizio internazionale sulla Italia intera, nella sua ostinata continuata ed aggravata difesa e non persecuzione della illegalità e nella sua incapacità di gestire la continua emergenza (ormai emergenza nazionale da qualche anno) della Monnezza napoletana, emergenza che è stranamente scomparsa dai disonori della cronaca, sia pure non sia scomparsa la sua monnezza: dove è finita e/o dove finirà la monnezza napoletana è divenuto un segreto di stato gelosamente custodito. Altro che KGB, altro che Putin. Quel che è certo e comprovato è che sia Napolitano che Monti agiscono all’unisono nel rimuovere ogni oggettiva responsabilità napoletana, campana, calabrese, siciliana e, generalmente meridionale (questione assolutamente irrisolta) dalle pur evidenti responsabilità sulla escalation violenta con cui i mercati ed i paesi esteri hanno preso d’assalto l’intero paese. Il sospetto che si voglia salvare in toto un paese così chiaramente non coeso e non unito da aver addirittura bisogno di un ministero della coesione sociale, sale vertiginosamente nella lettura attenta della stampa allineata al potere del nuovo MinCulPop, versione tecnocratico-burocratico-comunista, nella convinzione assoluta che, il voler imporre al paese una coesione che non esiste nei fatti, urti irrimediabilmente contro un paese reale frammentato ed oramai spezzato in almeno tre tronconi geografici e territoriali. Ecco che una visione ideologica, una ideologia dell’unitarismo reale (leggi socialismo reale delle repubbliche sovietiche unite con la forza di una dittatura tecnocratico-burocratico-comunista) si avvale della forza del potere esecutivo per imporre al paese una volontà pregiudizievole ed ideologica, da applicare con tutta la forza pubblica del governo nazionale al paese reale, piaccia o non piaccia, sia condivisa o meno, sia questa volontà possibile, o paradossalmente assurda.. Se non è un atto di violenza questo, allora io non so cosa sia la violenza. Se non è un atto arbitrario questo, allora io non so cosa sia uno stato liberale di diritto. Se non è una palese ammissione di disunità del paese questa, allora io non cosa significhi il detto popolare “simili con i simili”. A questo governo che piace così tanto alle autorità europee vorrei ricordare come i trattati europei difendano in modo netto e determinato il valore del diritto della autodeterminazione dei popoli. A questo Capo dello stato europeista vorrei ricordare che l’adesione dell’Italia alla Unione Europea sottopone la stessa costituzione italiana ad ordinamenti e livelli di giudizio superiori a quello nazionale, difesa e tutela superiore dei diritti che è stata inoltre recepita dalla stessa Italia. Insomma, non si può far finta di non vedere e non sentire che l’agire dell’esecutivo all’unisono con la massima carica istituzionale italiana “fanno finta” di non sapere e di non capire in relazione al diritto di autodeterminazione dei popoli e di tutela e di difesa delle eventuali minoranze secessioniste italiane richiamata e ammonita in trattati e convenzioni che recano la firma italiana. Questa limitazione dei diritti fondamentali dell’uomo e delle comunità umane è inaccettabile, è irricevibile. L’ostinazione con la quale si profonde un enorme impegno nel tacitare le disuguaglianze e le impossibili coesistenze italiane e nel voler imporre a mezzo ministero esecutivo una “coesione sociale” lascia amareggiati e rammaricati, profondamente ed ingiustamente feriti nella più profonda libertà dell’uomo e della donna e di ogni popolo: quella di autodeterminarsi e decidere in piena libertà di scelta con chi coesistere e con chi no. Il violento impatto che una coesione imposta coercitivamente ed esecutivamente potrà avere su di un paese reale già molto distante da uno stato di diritto così povero di giudizio giuridico equilibrato e non di parte ed ideologico supera ogni previsione. In effetti, il voler arbitrariamente salvare comunque e per forza chi è camorrista da chi non lo è, chi è mafioso da chi non lo è, potrebbe avvitare definitivamente il paese reale in un pericoloso vortice che allontani ancor più il paese reale dallo stato di diritto, il paese produttivo di ricchezza dal paese che produce ed esporta illegalità, il paese del made in Italy dal paese che distrugge l’immagine del made in Italy. Oggi, il potere pubblico italiano ha fatto una scelta ben determinata e precisa, scelta fatta ignorando un reale grido di allarme sulla non unità di un paese che si vuole imporre coeso. La politica del potere che redistribuisce una ricchezza che non produce, impicca l’economia che produce la ricchezza che altri pretendono di redistribuire arbitrariamente, in un momento di spaventosa crisi interna ed internazionale può creare certamente il presupposto per un fall out totale del sistema economico, stanco di trascinarsi dietro pesi importanti di popolazioni improduttive e parassitarie, di popolazioni fortemente propense alla illegalità ed al degrado. Non si può chiudere la questione meridionale in questo modo, senza discernere, senza selezionare, senza razionalizzare. Si conferma così una evidente volontà politica ed istituzionale del potere pubblico che impone messaggi ripetitivi ed arbitrari da MinCulPop: tutti mafiosi, nessuno mafioso; tutti corrotti, nessuno corrotto; tutti nella monnezza, nessuno nella monnezza. No, non è così che si risolvono le questioni importanti e storicamente radicate di un paese che è sempre stato definito come quello “delle due italie”. Ora, la nuova dittatura tecno-burocratica che non è stata eletta direttamente dal popolo sovrano impone il suo diktat:  questo è un governo di salvezza nazionale nel senso che, noi, potere pubblico ed istituzionale, sacrificheremo una parte dle paese (il nord) per salvare un’altra parte del paese (il sud). E questo atto di imperio, è inaccettabile, irricevibile, ingiustificabile. L’economia non è una scienza e nemmeno solo una parola: l’economia è quella cosa che consente a tutti di mettere un piatto a tavola ogni giorno. L’economia, come la finanza, non accetta imposizioni, non accetta regole anti-economiche, non può consentire il sacrificio del motore economico di una nazione per salvare chi non produce ricchezza sufficiente per il proprio sostentamento, obbligandosi ad elemosinarne in mani altrui. Non vi è alcuna dignità in tutto questo. Non vi è alcuna regola economica in tutto questo. Non vi è alcuna ragione umana in tutto questo. Non si può risolvere la questione meridionale in questo modo, come non si può mettere a rischio il futuro ed il presente di un intero paese per salvare con la forza chi, non solo non contribuisce in modo importante e nemmeno sufficiente allo sviluppo economico complessivo, ma pesa invece gravemente come un parassita su di esso. Non si può sacrificare lo sviluppo economico complessivo in una coesione forzata fra chi produce ricchezza e chi la brucia senza rispetto alcuno, bruciando contemporaneamente anche l’immagine stessa di chi produce quella ricchezza, mettendolo in gravi difficoltà, contraffacendo quella ricchezza, derubando quella ricchezza, gravando su quella ricchezza. Ma quella ricchezza e quella economia sta prendendo il largo da un simile modo di intendere la coesione sociale e la comunità nazionale. Le imprese fuggono precipitosamente da questo stato di fatto e di diritto. I capitali fuggono precipitosamente da questo stato di fatto e di diritto. Chiunque sia dotato di intelletto, fugge precipitosamente da questo stato di fatto e di diritto. E se si è arrivati oggi alla imposizione di un ministero della coesione sociale, a cosa arriveremo domani? Al mobbing ed alla intolleranza del potere pubblico, o peggio, alla persecuzione morale e materiale di ogni libertà fondamentale? Verrà perseguitato ed incarcerato chiunque dovesse scendere in piazza al grido di libertà? Quale avallo popolare sorregge tale coesione? Non so se per fall out economico-finanziario o per fallimento politico-burocratico, ma è forte la sensazione che questa distanza fra stato di diritto (inteso soprattutto come casta tecno-burocratica e come casta politica) ed il paese reale aumenterà considerevolmente, invece di diminuire, sino alla dimensione del distacco. In quel giorno, eserciti di tecnocrati, burocrati e politici capiranno l’importanza ed il valore della economia che produce ricchezza, del lavoro che produce ricchezza. E dovranno cercarsi un lavoro, uno vero, per sbarcare il lunario, maledicendo quel giorno in cui decisero di sottomettere arbitrariamente gli interessi di quella parte del paese che producevano ricchezza, ad un sultanato dello sbafo pubblico, ad una dittatura dello spreco pubblico. Ad ognuno le proprie responsabilità, compresi quei politici che le ragioni riportate in queste righe proclamano a parole, ma non difendono nei fatti. Poiché è stato varcato il confine della democrazia rappresentativa. Poiché è stato superato il limite della tolleranza economica. E non vi è alcuna giustizia in tutto questo. E men che meno, una coesione sociale, una giustizia sociale.

 Gustavo Gesualdo – alias  Il Cittadino X – Alleanza Federalista

Pierluigi Faloni è il nuovo Prefetto di Asti

7 ottobre 2011

Pierluigi Faloni (a Sinistra) consegna il diploma Unci al cav. Paolo Ferri

Pierluigi Faloni, nato a Roma nel 1955, in servizio dal 1979 al Ministero dell’Interno, dall’incarico di viceprefetto coordinatore della Prefettura di Padova è passato a dirigere dal mese di settembre 2011 la Prefettura di Asti. Nel corso della sua carriera ha prestato servizio sia nella sede centrale che alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero degli Affari Esteri ed  ha ricoperto inoltre molteplici incarichi presso l’Unione Europea come componente di commissioni su temi della giustizia, degli affari interni, dell’emigrazione ecc. E’ stato capo e componente di delegazioni italiane in missioni internazionali in paesi di tutto il mondo per la negoziazione di accordi internazionali in materia di terrorismo, traffici di esseri umani, droga e in tante altre delicate funzioni. Persona di cultura con un’ottima conoscenza delle nuove tecnologie informatiche,  Faloni ha partecipato alla realizzazione e all’aggiornamento di libri sul Palazzo del Viminale e su ‘ La storia d’Italia attraverso i palazzi del Governo. Conosciuto per le sue competenze , è stato accolto con viva simpatia nella nuova sede di lavoro dove si è subito recato in visita alle maggiori istituzioni cittadine portando il suo saluto. Commendatore della Repubblica per i tanti meriti acquisiti, il Pierluigi  Faloni è legato alla nostra regione dove si è spesso recato in visita e dove è stato ospite delle manifestazioni dell’Unci – Cavalieri d’Italia come socio della sezione di Perugia, presieduta dal Comm. Elio Carletti che , nel suo lavoro di funzionario di prefettura ha avuto più occasioni per conoscerne e apprezzarne le competenze e la sensibilità unite ad una corretta etica del lavoro verso i collaboratori.

nota di redazione. Al Commendatore Pierluigi Faloni giungano le congratulazioni più vive da Goodmorningumbria unitamente agli auguri per una carriera sempre più ricca di successi professionali.

Ugl: dopo la verità, giustizia per il poliziotto di Foligno

16 novembre 2010

“Abbiamo avuto la verità, ora vogliamo piena giustizia per il poliziotto Ass.te Capo C.M., in servizio da oltre sedici anni nella Polizia Stradale di Foligno nonché da diversi anni dirigente sindacale dell’Ugl Polizia di Stato – dichiara il segretario regionale confederale dell’Ugl dell’Umbria, Enzo Gaudiosi – I rappresentanti della legge hanno dato con chiarezza inequivocabile il loro responso. Il Pubblico Ministero Manuela Comodi, al termine delle indagini preliminari, ha formulato il 18 c.m. la richiesta di archiviazione “definitiva” perché non si evidenziano fatti penalmente rilevanti a carico dell’indagato e il Tribunale di Perugia ha accolto senza riserve tale richiesta”.

Le puntuali indagini compiute anche con l’ausilio di videocamere hanno escluso la partecipazione del poliziotto alla sassaiola tra alcuni tifosi scoppiata in una stazione di carburante vicino allo stadio Blasone dopo la partita tra il Foligno e l’Arezzo del 2009. Il poliziotto della Stradale di Foligno era stato chiamato in causa dai tifosi dell’Arezzo la cui testimonianza era stata raccolta dagli agenti della Digos della città toscana. Disordini, fatti gravi, che portarono il Questore di Perugia a vietare al poliziotto l’accesso alle manifestazioni sportive di calcio per ben tre anni con l’obbligo di firma presso l’ufficio di P.S.

“Ogni sospetto è ormai svanito nel nulla – continua Gaudiosi – il procedimento giudiziario ha portato ad un importante risultato, un risultato nel quale abbiamo creduto fino in fondo senza mai dubitare, assolutamente certi della sua estraneità, emersa anche grazie al lavoro accurato dell’avvocato Laura Modena. Un ringraziamento particolare voglio pertanto rivolgere alla Magistratura che ha dimostrato ancora una volta grande professionalità, imparzialità ed equità.Ora è il momento di pretendere rispetto per quell’uomo e quel lavoratore che ha prestato giuramento di fedeltà allo Stato e ha indossato sempre con professionalità la divisa. L’auspicio è che il Questore di Perugia ritorni immediatamente sui suoi passi e revochi con la stessa celerità il grave provvedimento D.A.SPO emesso.Il tentativo di criminalizzare l’agente di polizia si è rivelato infatti per quello che era: un atto inquietante. Crolla e implode su se stessa la vile campagna di delegittimazione contro un servitore coraggioso e umile dello Stato. Una campagna che ha sviato le indagini della Magistratura impedendo di assicurare alla giustizia i veri responsabili dei disordini. E’ bene che la giustizia faccia ora il suo corso senza ulteriori intromissioni”.