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Gradimento Presidenti, la Marini esce dai primi dieci. Girlanda: “Un fallimento di tutta la Giunta”

10 gennaio 2012

Fuori top ten. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, esce dai primi dieci posti nella classifica di gradimento dei presidenti regionali stilata da Datamonitor. L’indagine si riferisce all’ultimo trimestre 2011. Sul dato Rocco Girlanda, deputato Pdl, ha affermato: ”Un risultato magro frutto di un’azione politica fallimentare e lacunosa, che gli umbri hanno chiaramente percepito, così come le divisioni interne all’attuale maggioranza a palazzo Cesaroni. Una fotografia impietosa nei confronti della più importante carica amministrativa della nostra regione e, di riflesso, dell’intera giunta, tanto più se confrontata con la passata legislatura, che aveva visto l’allora presidente Lorenzetti – conclude Girlanda – quasi sempre sul podio dei governatori regionali più amati dai cittadini”.

Per la cronaca sono Luca Zaia (Veneto) e Vasco Errani (Emilia Romagna) a guidare la classifica. Ad uscire dai primi dieci, oltre la Marini, anche Nichi Vendola (Puglia, SEL) e Vito De Filippo (Basilicata, PD).

fonte: http://www.lagoccia.it

La campagna elettorale anticipata e i dolori del Pd Umbro

4 ottobre 2011

di Darko Strelnikov  Strelnikov.d@libero.it

Il ripetuto “mi ricandido” del Sindaco di Perugia Vladimiro Boccali denuncia una anomalia

Wladimiro Boccali

politica, che può determinare e sconvolgere il corso dell’intera legislatura amministrativa. L’attacco alle Province ha in pratica sancito l’apertura della campagna elettorale due anni prima del previsto. I posti che contano diminuiscono, quindi ogni partito, ogni componente e ogni aspirante candidato deve fare i conti con la contrazione dell’offerta. Le Province potranno anche resistere fino alle prossime elezioni, ma non saranno più un posto appetibile. Oramai sono il male nell’immaginario collettivo, come dimostra un sondaggio di un blog umbro, nel quale l’86% delle persone interpellate si sono espresse favorevolmente per la loro totale abolizione e solo il 4% per il mantenimento nella forma attuale. Quindi, al di là dei tempi di cambiamento, chi ci si avventurerà, rischierà di fare la parte del commissario liquidatore. Un tipico ruolo da fine carriera. Lo sanno in parecchi e  la “grande fuga” da Piazza Italia 11 è già iniziata. Da qui i “mi ricandido” che sanno tanto di gente che mette il

Catiuscia Marini

cappello sulla sedia occupata per non perdere il posto. Non è il caso di Boccali, che questa mossa non avrebbe mai voluto farla. Perlomeno adesso. Secondo persone vicine al primo cittadino di Perugia la sua intenzione sarebbe stata esattamente quella opposta. E c’è da capirlo : oggi fare il Sindaco è solo oneri e niente onori. E questa è una condizione che può levare il sonno a coloro che oggi siedono sugli scranni più alti dell’Umbria. La diminuzione degli incarichi a 5 stelle aumenta, inevitabilmente, il numero dei concorrenti. In questa situazione è impensabile che il centrosinistra possa scegliere la strada delle riconferme per i secondi mandati. Le primarie sono una opzione “senza se e senza ma”. E, in questa situazione, chi rischia di più sono, paradossalmente, Boccali e la stessa Marini. La crisi favorisce gli sfidanti. In un contesto fatto di tagli e di tasse, di diminuzione dei servizi e di aumento delle tariffe, di ticket sanitari e di panini che sostituiscono i secondi (come ai miei tempi) nelle mense scolastiche, Sindaci e Presidenti possono giungere all’appuntamento letteralmente spompati e con un alto tasso di impopolarità. Per di più sotto la minaccia del “fuoco amico” di consiglieri fedeli ai pretendenti al trono. Non c’è, nel partito di maggioranza relativa, il clima giusto per un accordo. Quello precedente (Regione e Comuni di Perugia e Terni alla maggioranza e Province alla minoranza) è stato fatto saltare in aria dalla nuova realtà dei fatti. Farne uno nuovo è difficile. Le inchieste giudiziarie hanno scosso dalle fondamenta gli equilibri interni alle componenti del Pd. Gira un aria di sospetto da far paura. L’accordo di pace tra Dalemiani e Area Modem siglato in un famoso pranzo è quasi carta straccia. L’unica soluzione sarebbe quindi quella di competere alle primarie e poi trattare sulla base dei risultati raggiunti. Ma questo presuppone che correnti, cordate e componenti parlino con una voce unica. Non è così. Meno posti fa rima con più litigi. Risultato i Bersaniani sono spaccati e  i modem sono divisi. La frammentazione aumenta e la fa da padrona. Non esiste un leader riconosciuto, non esiste un gruppo dirigente autorevole, non esiste una linea politica da indicare e da seguire. Si va alla giornata, secondo gli umori e tenendo conto delle tante asperità di percorso. Si va per compromessi che spesso sono storia di un minuto. Le cosiddette riforme regionali risentono di questo clima. Spostare o abrogare qualcosa è una delle 7 fatiche di Ercole. Ogni giorno è un passo indietro rispetto al punto di partenza. E allora enti e strutture da salvare si moltiplicano ogni documento che esce. Ma più conservazione si fa e più gli elettori si distaccano dall’attuale classe dirigente. E, a modo loro, lo fanno anche sapere. Per il secondo anno consecutivo le feste di partito hanno impietosamente fatto registrare il tutto deserto per il Pd e il tutto esaurito per Vendola e Soci.  Mentre la Presidente Rosy Bindi parlava nel pieno centro di Perugia a 4 gatti e tre micine, in quel di Ramazzano, sperduta contrada di campagna, per raggiungere la quale è consigliato il navigatore, tale Don Andrea Gallo, alla kermesse regionale di Sel, trascinava fino ad ore piccole, migliaia di persone. Una aspetto che marca la diversità tra l’indifferenza per gli uni e la passione per gli altri. Ma c’è un altro indicatore che registra queste difficoltà. Le ennesime elezioni amministrative parziali. Anche stavolta, come qualche mese fa, i rumors parlano di difficoltà dei democratici ad individuare candidati forti a Todi, Bettona e Deruta. Nella città della Marini si andrà probabilmente alle primarie nelle quali quasi tutti i partiti del centrosinistra hanno già un candidato decente. Tutti meno il Pd dilaniato tra l’avvocato Marconi e l’ex segretario Rossini. Due persone che non sembrano riscuotere grandi consensi dentro e fuori il partito. E allora spunta il grande favorito. L’uomo che ancora non c’è; il candidato dei socialisti. Come andrà a finire lo vedremo, ma questa è l’ennesima prova di un partito che non riesce più a governare e ad egemonizzare la coalizione. E stavolta non sono elezioni normali, sono elezioni parziali in casa della destra (Todi, Deruta e Bettona). Perderle vorrebbe dire sancire definitivamente le ragioni di un declino. E pensate che potrebbe succedere dentro il gruppo dirigente del Pd, se in casa della Presidente il candidato non fosse del Pd e non risultasse vincente. Dicono che Antonino Ruggiano abbia ultimamente ricevuto strani segnali di appoggio. Sarà vero?

 

 

 

 

Welfare – Marini “la spesa sociale non è né superflua né improduttiva”

24 settembre 2011

L’impegno della Regione per mantenere “alto” il livello dei servizi

Dibattito tutto al femminile alla festa regionale di Sel.  Sul tema “Welfare al tempo della crisi” si sono confrontate la Presidente della regione Catiuscia Marini, la Segretaria regionale della Funzione Pubblica della Cgil Vanda Scarpelli, la Presidente della Caritas Daniela Monni e Per Sinistra Ecologia e Libertà Monica Cerutti del Coordinamento Nazionale e Silvia Menicali del coordinamento regionale del partito. Particolarmente seguito ed atteso l’intervento della Marini. La Presidente dopo aver attaccato la manovra del Governo che “dati alla mano porta alla morte del welfare in Italia”, ha contestato la tendenza di una certa cultura di destra che “considera la spesa sociale come inutile, improduttiva e da tagliare”. “E’ una concezione sbagliata – ha detto ancora la Marini – perché non si può ridurre la spesa sociale nel mezzo di una crisi, che aumenta il bisogno di politiche di sostegno a coloro che sono in difficoltà. Ed è sbagliata anche sul piano economico perché l’incremento e la difesa delle politiche sociali può garantire lavoro, innovazione ed aiutare concretamente lo sviluppo. Dietro il mondo dell’assistenza, dietro l’aiuto ai più deboli, ci sono decine di aziende che oggi rischiano di andare in difficoltà e che invece potrebbero produrre occupazione e ricchezza”. Rispetto all’Umbria la Marini ha detto che, nonostante i tagli draconiani, la Regione farà tutti gli sforzi per mantenere un livello alto di servizi al cittadino e che questa è una delle principali priorità che sta di fronte al governo regionale. la festa di Sel, che si svolge nell’area verde della frazione di Ramazzano di Perugia,  continua stasera con,  alle 18,00 con un dibattito sulle energie alternative con il segretario regionale della Cgil Mario Bravi, i Presidenti di Confagricoltura Marco Caprai e della Cna dfi Perugia Renato Cesca, il responsabile del marketing strategico Novamont Marco Versari e i dirigenti nazionali e regionali di Sel Gennaro Migliore e Alfonso Morelli. Seguirà alle 21,00 il momento clou della festa con l’intervista da parte del direttore del sole 24 ore Roberto Napoletano a Nichi Vendola. Infine, domani sera alle 21,00 Giorgio Forconi giornalista di “Report” intervista Don Andrea Gallo.