Posts Tagged ‘pacifici’

Meccanotecnica Umbra sostiene il restauro del Tempietto sul Clitunno

19 febbraio 2015

tempietto_1Un contributo di sessantaquattro mila euro in due anni per finanziare gli interventi di restauro e di manutenzione del Tempietto di Campello sul Clitunno. È questa la cifra che sarà messa a disposizione da Meccanotecnica Umbra che stamani, giovedì 19 febbraio, ha sottoscritto la convenzione con il ministero dei Beni e delle Attività Culturali. L’azienda di Campello, specializzata nella produzione di tenute meccaniche per i settori automotive ed elettrodomestici, è nata in Umbria circa 50 anni fa e qui è ancora fortemente radicata. A partire dal 2000 Meccanotecnica ha saputo posizionarsi anche nei mercati esteri dove maggiore è lo sviluppo economico e dove ha trovato importanti sbocci commerciali. (more…)

Primarie SEL, Ultime ore di campagna elettorale, appello al voto per Paolo Pacifici

28 dicembre 2012
Paolo Pacifici

Paolo Pacifici

Ultime ore di campagna elettorale per Paolo Pacifici candidato per le Primarie al Parlamento per Sinistra Ecologia Libertà. Pacifici, Sindaco di Campello sul Clitunno, in queste ore ha ottenuto anche importanti dichiarazioni di sostegno. Sicuramente la più toccante quella di Erica Mottini, la figlia di uno degli operai che persero la vita nell’incidente sul lavoro alla Umbria Olii di Campello. “Chiedo di votare Paolo Pacifici per l’attenzione che ha riservato nei nostri confronti – dichiara Erica Mottini – affinché non restassimo soli, per la sua battaglia per affermare la verità e la giustizia sulla drammatica vicenda di Campello”. Un altro significativo sostegno viene da alcune (more…)

Montecchio: Si scrive chiusura della scuola di Pozzociolino – si legge nuovo spreco di denaro pubblico

31 Maggio 2011

Il Vice Sindaco Pacifici e l’assessore Uffreduzzi del Comune di Montecchio intendono render noto il considerevole spreco di denaro pubblico che è costretta ad accettare  l’Amministrazione comunale ed i cittadini del comune di Montecchio, date le direttive imposte dalla Regione Umbria, dall’ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, con il tacito consenso dell’Istituto Comprensivo di Baschi – Guardea – Montecchio. Lo spreco in oggetto riguarda i locali della scuola per l’infanzia di Pozzociolino recentemente ristrutturati e messi a norma antisismica grazie a due sostanziosi finanziamenti regionali, pari a 142.000,00 euro, e a un contributo dello stesso Comune di Montecchio, pari a 16.000,00 euro. La sezione sarebbe  stata chiusa dopo una decisione presa in modo unilaterale a tutto svantaggio del Comune di Montecchio, dei suoi cittadini e dei loro soldi. Come se questa situazione non fosse già abbastanza paradossale, si favorisce ora l’apertura di una nuova sezione in un altro Comune facente parte dello stesso istituto scolastico, con un probabile conseguente esborso di denaro pubblico,per rendere i locali funzionali alla nuova scuola. Ci domandiamo come si possa chiudere una scuola pienamente funzionante e rimodernata, ma soprattutto come si possa prendere in giro i cittadini sperperando i loro soldi. Salvaguardare il plesso di Pozzociolino significa garantire agli alunni una struttura pienamente a norma che attualmente la Dirigente Scolastica ha l’onore di dirigere; significa tutelare gli interessi di tutto l’Istituto; evitare lo spreco di una somma ingente già investita e infine astenersi dallo spenderne un’altra. Chiediamo a tutti i soggetti coinvolti un ripensamento circa i provvedimenti già adottati, chiediamo di evitare lo speco dei soldi dei contribuenti, chiediamo un dialogo aperto e disponibile in nome del buon senso e del rispetto verso i cittadini

Grotta Bella di Avigliano: il mistero delle figurine di Marte di piombo

30 aprile 2011

La produzione di figurine di piombo è esclusivamente attestata solo nella zona di Amelia e non trova confronti in tutta Italia per l’epoca protostorica.  Gli studiosi si sono posti due domande: perché usare un materiale come il piombo tipico di manufatti funerari per dei votivi di guerrieri? E, soprattutto, esistono dei confronti in altri siti al di fuori dell’Italia?

di Marina Antinori

Il Monte l’Aiola si erge fra i rilievi più settentrionali della catena dei monti amerini, parallela al gruppo montuoso dei monti Martani. Alle pendici N-O si apre un’ampia e articolata cavità naturale chiamata Grotta Bella. È compresa nell’ambito settentrionale del comune di Avigliano Umbro, distante 2 Km, e a sud-est del paese di Santa Restituta.  È accessibile per una mulattiera dalla frazione di Casa Vecchia.  La grotta-santuario era collegata attraverso la via Amerina ai vicini centri di Todi e di Amelia distanti rispettivamente 16,5 e 8 Km.

Gli scavi all’interno della camera principale sono stati condotti, tra il 1970 e il 1974, dalla Sopraintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria in collaborazione con l’istituito di Paleoetnologia dell’Università di Milano. La frequenza insediativa si estende a partire dal neolitico fino all’Età Romana. Il santuario di Grotta Bella aveva un ruolo politico ed ideologico oltre che economico e sociale, come il servizio “emporico”, posto sotto il controllo da parte di una classe dominante che in questo modo esercitava il proprio prestigio su di un territorio non ancora urbanizzato. I dati suggeriscono per il periodo che va dal V-IV sec a.C. una frequentazione di aristocratici il cui potere si basava sul controllo di possedimenti di armenti, sull’allevamento, sui pascoli e sull’agricoltura. A costoro si riconducono i votivi più antichi come i bronzetti e di strumenti premonetali come l’aes rude e di pezzi contromarcati. L’immagine della classe dominante è espressa simbolicamente anche nelle figure dei guerrieri, scudini e di danzatrici di piombo ( IV sec a.C.), oltre che nei bronzetti di Marte ( Gruppo Nocera Umbra, V sec. a.C. ); questi ultimi alludono ad individui aventi lo specifico ruolo sociale di capi militari. La produzione di figurine di piombo è esclusivamente attestata solo nella zona di Amelia ( anche nella necropoli preromana in località Pantanelli, dove era un santuario testimoniato da terrecotte architettoniche ) e non trova confronti in tutta Italia.  Gli studiosi si sono posti due domande: perché usare un materiale come il piombo tipico di manufatti funerari per dei votivi guerrieri? E, soprattutto, esistono dei confronti in altri siti al di fuori dell’Italia?

Le figure maschili, alte tra i 7 e i 12 cm,  realizzate con la tecnica di fusione, restituiscono una figura di guerriero con busto di prospetto. Il guerriero indossa un chitonisco, e sopra una corazza con spallacci allungati. Il braccio è alzato, nell’atto di impugnare la lancia, in una posa non dissimile da quella dei bronzetti di Marte. Gli scudini, realizzati per coniazione, non sono dei votivi isolati, ma si integravano con le figurine dei guerrieri: il retro che raffigura un braccio quasi in alto rilievo, con l’avambraccio infilato nel bracciale dello scudo a tre lacci, e la mano ancorata all’asta della monopola. Le immagini sugli scudini vanno da semplici globetti a quella di un gorgoneion di tipo “orrido” ma addolcito, caratterizzato da grandi occhi prominenti, un lungo naso e, una bocca sottile con lingua pendula, per tipologia databile al IV sec. a.C.

La presenza di scorie di piombo fra i materiali della stipe, e strumenti di lavoro di ferro, come pinze, tenaglie, e martellini, potrebbero essere indizi, sopratutto le prime, di una lavorazione in loco, scaturita dalla necessità di una produzione a basso costo e standardizzata a uso degli utenti.

Nell’antichità il piombo era generalmente utilizzato a scopi funerari o defissori, o in ogni caso a indicare il mondo katàktonio o “sotterraneo”. Molto noti sono ad esempio le defixiones, vere e proprie maledizioni: a volte incise su tavolette di piombo poi deposte in sepolcri; oppure su dei proiettili scagliati sul nemico durante degli assedi; delle figurine venivano utilizzate per lanciare un maleficio su qualcuno, ed infilzate con dei chiodi o degli spilloni. Da sottolineare che di solito i fanciulli venivano deposti all’interno di semplici sarcofagi fatti di piombo per essere inumati.

Allo stato attuale non è possibile dare un significato certo, ma molto rilevante è riportare in questa sede racconti di abitanti della zona testimoni di ritrovamenti diretti. Questi riferiscono di un’enorme quantità di queste figurine di piombo, andate smarrite ad opera di scavi clandestini, mentre altre inedite sono raccolte nel Centro di Paleontologia Vegetale della Foresta Fossile di Dunarobba ( non esposte al pubblico ). Emerge un elemento singolare che potrebbe far supporre una ritualità specifica e un significato sconosciuto ancora agli studiosi: erano conficcati tra le rocce, a volte letteralmente arrotolati ( è il caso delle tipologie “a ritaglio”), e deposti insieme a un vasetto miniaturistico ( della tipologia a “situla”, di cui possiamo ritrovare dei confronti ad esempio a colle S. Rufino d’Assisi ) riempito con cereali.

Per quanto riguarda un confronto, la Monacchi ha saputo riscontrarne uno piuttosto convincente con  dei votivi di piombo rinvenuti in Grecia, addirittura a Sparta, nei santuari del Menelaion, dell’Amyklaion e di Artemis Orthia, distribuiti tra la fine dell’VIII sec. a.C. e il IV sec. a.C., ma concentrati soprattutto nel VI sec. a.C. e ritenuti una produzione tipica della città peloponnesiaca.

Non sappiamo quando questa grotta di grande interesse tornerà visitabile. In passato è stata gestita da varie cooperative, ma con risultati poco soddisfacenti. Attualmente il Comune di Avigliano Umbro sta lavorando affinché la custodia del sito e  le visite guidate siano gestite da un’associazione locale. C’è la volontà di coinvolgere gruppi speleologici e di eseguire ulteriori ricerche di approfondimento.

Si ringrazia il Comune di Avigliano Umbro per la visita, ( attualmente la grotta non è aperta al pubblico ) in particolare l’accompagnatore, il consigliere Fabio Pacifici, che ha fornito notizie non presenti in pubblicazioni note.

BIBLIOGRAFIA

W.G CAVANAGH – R.R. LAXTON, Lead Figures from thr Melaion and Seriaton, in ABSA LXXIX, 1984, tav. 2-6; A.J.B. WACEW, in The sanctuary of Artemis Orthia, London 1929, p. 249 segg., tavv. CXCIX, 6-8; 10-12; CLXXXIII, 13-15.

MATTEINI STOPPONI 1996 M. Matteini, Stopponi, Museo Comunale di Amelia, Electa, Amelia 1996.

MONACCHI 1984 D. Monacchi, Resti della stipe del Monte Subasio ad Assisi, in SE, vol LII, 1984, serie III.

MONACCHI 1986  D. Monacchi, Nota sulla stipe votiva di Grotta Bella, (Terni), in SE, Volume LIV, 1986, Serie III.

MONACCHI 1996  D. Monacchi, Terrecotte architettoniche dal Santuario di Pantanelli di Amelia, in SE, Volume LXIII, 1996.