“Eccellente il lavoro svolto dalla magistratura perugina – è quanto sostiene Gaudiosi Enzo, segretario regionale UGL – che opera sempre con l’attenzione dovuta e con il massimo senso di responsabilità in ogni indagine.
Il poliziotto di Foligno è risultato completamente estraneo alla sassaiola tra tifosi dell’Arezzo e del Foligno dopo la partita del 2009 allo stadio Blasone. Tengo a ribadire che, nonostante tutto, ha continuato anche dopo l’orario di lavoro a dedicare molto tempo per difendere i propri colleghi, in qualità di dirigente sindacale operando da molti anni nella Segreteria regionale dell’Umbria dell’Ugl Polizia di Stato. Il poliziotto di Foligno è stato calunniato, offeso e deriso da persone di dubbia dignità. La vicenda già dal 2009 è stata, infatti, oggetto di molti commenti, alcuni anche insolenti, apparsi su tantissimi blog di gruppi ultras, sostenitori di squadre di calcio anche militanti in serie A. Ma grazie alla magistratura perugina è finito un incubo e si è chiuso un brutto capitolo. Ora, come è naturale che sia, si apre un altro di capitolo, necessario per fare chiarezza su ogni punto della vicenda. La magistratura dovrà ricercare, individuare e punire coloro che hanno sottoscritto le tante accuse infamanti nei confronti del poliziotto/sindacalista”. Il segretario regionale dell’Ugl dell’Umbria, Enzo Gaudiosi annuncia pertanto che l’Ugl Polizia sta valutando concretamente l’ipotesi di costituirsi parte civile per tutelare la propria immagine, lesa dalla incresciosa vicenda, e che certamente ha recato danno al suo dirigente sindacale e all’associazione sindacale stessa. “La legittimazione a costituirsi parte civile delle OO. SS., sostenuta da numerose sentenze, deriva – continua Gaudiosi – sia dall’interesse legittimo alla salvaguardia della vita, della salute e dell’integrità psicofisica del lavoratore, che dalla protezione del diritto della personalità del sindacato per il discredito derivante alla propria sfera funzionale. Vi è un diritto soggettivo del sindacato alla tutela dell’interesse collettivo perseguito e viene riconosciuta una lesione del diritto della personalità del sindacato conseguente all’offesa diretta ed immediata dello scopo sociale. La funzione del Sindacato si esplica, quindi anche attraverso la tutela e la difesa di una condizione lavorativa che non deve essere segnata da episodi che possono intaccare la dignità lavorativa della persona; su tali basi, la giurisprudenza di legittimità ha affermato la legittimazione dei sindacati a costituirsi parte civile, alla sola condizione che i lavoratori interessati siano ad essi iscritti (nel caso il poliziotto è anche un dirigente sindacale dell’UGL)”.