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CHI AMA LA PROPRIA PATRIA, AMA ANCHE LE PATRIE DEGLI ALTRI, CHI DISPREZZA LA PROPRIA PATRIA, DISPREZZA LA PATRIA DI OGNUNO

11 ottobre 2017

socciLa mia generazione ha imparato da Giovanni Paolo II cosa significa amare la propria patria. Lui che veniva da una terra di eroi e di martiri, un Paese che nel Novecento è stata massacrato dai due terribili totalitarismi, il nazismo e il comunismo.

Da noi la parola “patria” era quasi dimenticata e disprezzata, come lo è oggi. E Giovanni Paolo II – che amava la sua terra polacca – ha insegnato a tutti noi ad amare la nostra e la patria di tutti. In ogni suo viaggio, appena sceso dall’aereo, baciava la terra che era andato a visitare. Perché era la terra patria di quel popolo che lo ospitava. (more…)

Teatro, “Pro Patria” con Ascanio Celestini ad Amelia

23 aprile 2012

Ascanio Celestini

Teatro Sociale di Amelia, giovedì 26 aprile, alle 21.

Un racconto che vuole provare a ricucire i fili della storia del nostro paese, ritrovando quella scintilla intellettuale e politica che ha dato vita a un’esperienza lunga e dolorosa, un percorso che ha coinvolto uomini e donne uniti da un grande ideale: fare l’Italia.

Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. E chi ruba due mele? Chi ne ruba cento? Quando il furto della mela diventa un reato? C’è un limite? C’entra con la qualità della mela? La legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. La statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. Non è una bilancia per pesare la frutta.

Sono le parole di un detenuto che sta scrivendo il discorso. un discorso importante nel quale cerca di rimettere insieme i pezzi della propria storia, ma anche di una formazione politica avvenuta in cella attraverso i tre libri che l’istituzione carceraria gli permette di consultare.

Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria http://www.teatrostabile.umbria.it.

 

 

I Cristiani nel mondo sono stranieri in patria?

11 ottobre 2011

di Costanza Bondi

I cristiani nel mondo sono sempre più agnelli in mezzo ai lupi: la strage per la protesta di migliaia di cristiani copti scesi in piazza ieri al Cairo dopo l’ incendio dell’ ennesima chiesa ne è la conferma. La situazione è pressoché drammatica: su 100 persone che nel mondo perdono la vita a causa dell’odio religioso, 75 sono cristiani. Il citato esempio degli accadimenti del Cairo è esemplare di come gli attacchi ai cristiani siano una reazione all’occidente di cui i fedeli locali vengono percepiti come un’appendice, nonostante tali comunità religiose siano preesistenti allo stesso islam. Da più parti si solleveranno ora le eco dei filo-arabi tout court che, pronti e lesti, porteranno dalla loro il revanchismo anticrociate di cui gli islamici possano forgiarsi in proposito. A costoro (già) rispondo, tirando in ballo una religione ancora più antica – la mitologia greca – che prima di tutto non si tratta di nemesi storica per cui i figli debbano pagare le colpe dei padri. Padri che nel caso specifico sarebbero addirittura i trisavoli dei quadrisavoli dei quintisavoli… e così all’infinito. Secondariamente, trovo esecrabile ogni conquista (sociale, politica, economica) che si nasconda dietro parvenze religiose. Per antonomasia, le guerre di religione in Francia del 1500 insegnano. Tornando alle crociate, è da considerarsi inoltre che si trattava di altri tempi e di altri eventi che definirei “non maturi” a cui nel corso della storia è seguita un’evoluzione morale all’interno del cristianesimo tutto, che ha posto le basi dell’eticità odierna del pensiero in generale. I 600 e passa anni che discostano per nascita le due religioni a riguardo, potrebbero servire per un’equiparazione degli intenti, solo ed esclusivamente se si partisse dalle stesse basi di tolleranza e di rispetto – proprie della religione cristiana – e non da quelle di supremazia o di conquista del presunto infedele, come predica la jihad. Attualmente il Cristianesimo è la religione più diffusa al mondo, con circa 2,1 miliardi di fedeli (1 miliardo di cattolici, 500 milioni di protestanti, 470 milioni di evangelici pentecostali , 240 milioni di ortodossi, e 275 milioni d’altri), davanti all’Islam, tra 900 milioni ed 1,4 miliardi, e all’Induismo, tra 850 milioni e un miliardo – dati forniti dal CESNUR – Nonostante ciò i cristiani rimangono minoranza in svariati luoghi del mondo subendo su loro stessi la conseguenza di tale condizione. Concludo con un pensiero a me da sempre caro e del quale nel mio piccolo mi sono sempre fatta portavoce: una società che non tutela le minoranze, di qualunque tipo esse siano, è minorata e minata di per sé.