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Teatro: UNO NESSUNO CENTOMILA ad Amelia e Gualdo Tadino

19 febbraio 2013
fotografia di Stefano Ridolfi

fotografia di Stefano Ridolfi

Intensa prova di Fulvio Cauteruccio protagonista dell’ultimo romanzo scritto da Luigi Pirandello Uno, Nessuno e Centomila, in scena giovedì 21 febbraio al Teatro Sociale di Amelia, con replica venerdì 22 febbraio al Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino.

Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.

 

Al via la stagione del Morlacchi: mercoledì 19 Luca De Filippo porta in scena “Le bugie hanno le gambe lunghe”

17 ottobre 2011

di Geraldina Rindinella

L’apertura della stagione di prosa del Morlacchi è affidata a uno dei maestri del teatro italiano Luca De Filippo che, mercoledì 19, ripartirà proprio da Perugia con la tournèe de “Le bugie con le gambe lunghe”. La commedia, scritta da Eduardo De Filippo nel dicembre 1947, ha come tema principale quello della verità e della menzogna: la vena amara che scorre in sottofondo alla comicità, a tratti quasi farsesca, del primo atto si accentua con il procedere dell’azione conferendo al testo un suo carattere insieme ”antico” e sperimentale. La storia vive dei reciproci intrighi che alcune coppie intrecciano intorno a Libero Incoronato, un uomo modesto, onesto, allo stesso tempo dignitoso e fiero, la cui vita tranquilla viene sconvolta dai vicini che tentano con tutti i mezzi di coinvolgerlo, suo malgrado, nelle loro squallide storie. Prima ingenuamente ostinato nello smascherare le clamorose menzogne spacciate per verità, di cui è testimone, Libero decide alla fine di adeguarsi in modo provocatorio alla regola generale, rilanciandola e amplificandola fino al paradosso. Ed ecco il titolo della commedia, che rovescia il proverbio popolare: le bugie con le gambe corte sono quelle dei bambini, quelle puerili, mentre quelle con le gambe lunghe sono quelle “che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare per non far cadere l’impalcatura della società”. Un personaggio e una commedia che anticipano modalità drammaturgiche molto moderne, fortemente presenti nell’Eduardo a venire. Insieme a Luca De Filippo, che in questa messinscena da prova ancora una volta del suo straordinario talento comico, un folto cast formato da Nicola Di Pinto, Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi, Massimo De Matteo, Giuseppe Rispoli, Gioia Miale, Antonio D’Avino, Chiara De Crescenzo, Alessandra D’Ambrosio e Carmen Annibale. Perchè vederlo? Perché Eduardo è, con Pirandello, l'”inventore” del teatro italiano del Novecento. Perché Luca De Filippo è regista e attore di grandissima sensibilità. Perché è un teatro che diverte, fa riflettere, accarezza la mente e il cuore.

 

Teatro: Il Berretto a Sonagli di Pirandello a Bevagna

1 febbraio 2011

BEVAGNA :   DOMENICA 6 FEBBRAIO 2011 ORE 17,00

BERGAMO:  MERCOLEDì 13 APRILE 2011 ORE 21,30

Compagnia Teatro Popolare d’Arte “ZUPPA DI PIETRA”, sezione Teatrale dell’Associazione MinervA-minervAArte con la regia di Mauro Pulcinella – Presidente Mariacristina Angeli

Personaggi e interpreti:

CIAMPA – Marcello Coronelli; BEATRICE Maria Teresa Jazzetti Keller; FIFI’Toriano Botti; IL DELEGATOFabio Moriconi; LA SARACENA Maria Cristina Cerri Ciummei; FANA Paola Di Pasquale; ASSUNTA Marica Riccio; NINAMarzia Keller

Regia, scene e costumi di MAURO PULCINELLA.  Segretaria di produzione:  Mariacristina Angeli

Collaborazione alla regia:  Franco Bussoletti Luci e fonica: Federico Santini – Enrico Cioni

Macchinista: Gianni Carnevali

“Affrontare i classici è sempre lavoro di non facile attuazione. C’è il rischio del confronto con allestimenti di storica rilevanza artistica e l’affannosa ricerca di una chiave di lettura originale o per lo meno non banale.

La realizzazione proposta dalla Compagnia Teatro Popolare d’Arte “Zuppa di Pietra” con la regia di Mauro Pulcinella, privilegia una lettura fedele delle tematiche pirandelliane: la gelosia e le apparenze, le maschere e i pupi, la pazzia.

L’azione de “ Il Berretto a Sonagli” inizia quando s’insinua nella mente della signora Beatrice Fiorìca il sospetto che suo marito (un personaggio senza nome né faccia), stringa una relazione sentimentale con Nina, la moglie di Ciampa, scrivano alle loro dipendenze.

Maria Cristina Angeli

Da questo comincia la trama ordita dalla donna per sorprendere suo marito e svergognarlo.

Contro il consiglio di tutta la sua famiglia, lei non rimane zitta. Vuole la giustizia, un concetto anacronistico in un’età cui le donne sono proprietà, oggetti invece che soggetti.

In un atto simbolico della sua ribellione verso la tradizione, sfida  sua madre Assunta, che supplica sua figlia di non creare lo scandalo.

Beatrice è stufa dei pregiudizi della gente da cui si sente intrappolata come in una ragnatela, stufa di recitare la parte della moglie sottomessa. In quella casa, ormai maledetta, le riesce ormai insopportabile vivere. “ Una casa dove è entrata la gelosia ormai distrutta è, finita, terremoto perpetuo!”

Ma la sua voglia di vendetta incrinerà irreparabilmente l’equilibrio sociale della cittadina siciliana.

La società impone parvenze onorevoli, obbliga a comportamenti irreprensibili, costringe l’individuo a fabbricarsi il proprio “pupo”, la maschera della dignità da sfoggiare in pubblico, non importa se poi, in privato, ogni precauzione s’infrange, ogni rispettabilità decade, l’importante è “salvare le apparenze”. Questo è ciò che conta per lo stesso Ciampa, perno primario dell’intero intrigo.

Mauro Pulcinella

Nel primo atto si assiste ad  una sorta di minacciosa incombenza fisica dello scrivano, improvvisamente privato dell’ossequio untuoso e servile, nei confronti della donna: quasi un avvertimento di quanto la confusa e ostinata volontà di vendetta possa scavare una ferita irreparabile nel tessuto sociale della cittadina. Nel secondo atto è quasi con malvagia soddisfazione che Ciampa, ricamando con l’ implacabile logica del ragionatore intorno all’ immagine del «Pupo» che vive in ciascuno di noi, spinge Beatrice a sanare quella ferita  ricorrendo all’unica soluzione possibile.

È un crescendo di tragicità grottesca intorno a Beatrice che sarà la sola a pagare un tributo notevole per aver voluto far trionfare, seppur con inutile affanno, la verità.

La scena introduce lo spettatore nell’ambiente sociale siciliano della prima metà del secolo, in quella terra degli agrumi e del sole dove il “che dirà la gente” è una verità e la verità è un’altra verità. Fondamentale perciò creare una barriera percettiva che diventa una ragnatela di cui né i personaggi né il pubblico riusciranno a liberarsi, a meno che…” Naturalmente anche questa volta le scenografie di Mauro Pulcinella saranno insolite e avranno quella nota artistica che sempre le differenzia e che indurranno lo spettatore a entrare in simbiosi con i protagonisti e con i loro stati d’animo. Una chiave di lettura scenografica originale, così come gli oggetti e i materiali utilizzati per la sua realizzazione, ideati, creati,  modificati e trasformati  dallo stesso Pulcinella.