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Natale, è vera essenza di fede

12 dicembre 2009

Giotto, presepe di Greccio

di Anita D’Alessandro

Nella dolce notte del Natale, si racchiude il più grande miracolo umano “la nascita”. Si, la nascita è il compimento di tutto il reale e come tale è da considerarsi una grande festa.

Si festeggia la nascita del Bambino di Betlemme, volta a simboleggiare l’inizio di un nuovo cammino interiore, di una spiritualità che accompagna noi esseri umani.

Il Santo Natale ci regala prima di tutto la grazia della redenzione e poi i “regali”. Purtroppo il consumismo, generato dalle società capitaliste che ci propagandano continuamente valori materialistici come il successo e la vita opulenta, fagocita i valori tradizionali delle feste religiose come il Natale, per trasformarli in semplici vacanze che costituiscono occasioni di enorme consumo, dimenticando così il vero motivo per cui si festeggia.

La nascita del Bambin Gesù è un’occasione che ogni anno rinnova l’essenza della fede, facendoci uscire dalla tempestosa frenesia moderna per regalarci e farci riscoprire il grande valore del silenzio, della semplicità e del rinnovo.

Era la notte di Natale del 1223 quando il Santissimo Francesco per grazia divina rievocò la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell’evento, ideò il primo presepe; il presepe di Greccio.

La sua è una visione pura e semplice che rievoca la natività del Re povero, è una rappresentazione ricca d’amore rivolta a quel Dio che si fa bambino per venire ad abitare in mezzo a noi. Questo è il Natale. È questa la vera essenza di fede. È un’opportunità di rinascita spirituale per tutti: rinasciamo per purificarci, per riscoprire un nuovo cammino che ci accompagni quotidianamente; tutto ciò ha inizio con il Natale che mantiene la promessa di alimentare questa nuova luce ogni giorno.

Il presepe di Greccio rappresenta la vita per antonomasia, perché è il simbolo supremo della comunione di amore che nasce e vive nella famiglia. È rispetto e adorazione per l’essere umano, ma anche amore e adorazione per la madre terra e gli esseri animali. Dunque il fieno che San Francesco inserisce nel presepe per donarlo al bue e l’asinello, simboleggia la grande ricchezza che la nostra madre terra ci offre, è da lei che ogni forma vivente raccoglie tutti i frutti di cui ha bisogno. Il bue e l’asino deputati a riscaldare il Bambin Gesù, rappresentano il simbolo dell’amore, invitandoci all’amore a al rispetto verso tutte le altre creature viventi che in quanto tali concorrono a chiudere un ciclo, il “ciclo della vita”. Tutto è sua creazione.

Dunque è con il Natale che ci dobbiamo confrontare per comprendere chi è Dio e chi è l’uomo.

Il mistero del Natale è il mistero dell’uomo, della vita e della bellezza. È un’occasione per rigenerarsi, ripartire, mettere ordine, prendere e donare amore. Natale è amore, è emozione, è purezza, raccogliamoci in meditazione in silenzio per coglierlo in pieno e per poi poterlo donare. Questa profonda riflessione esorta ad evitare di oscurare la natività di Gesù  con quella di Babbo Natale, riducendo l’evento centrale dell’umanità ad una profusione consumistica. San Francesco nel presepe di Greccio, ha voluto ricordare, malgrado le misere circostanze, che questa non fu affatto una nascita ordinaria. Questa unione di povertà e nascita miracolosa rappresenta Gesù come vero essere umano ma anche figlio di Dio in maniera unica.

Ogni giorno guardiamo al Natale, a quell’immagine così unica del presepe affinché tale simbolo assieme al crocifisso possano illuminare la nostra anima per essere illuminati tutto il giorno, tutti i giorni.