Posts Tagged ‘religione’

KAMIKAZE, SHAHID E ΜΆΡΤΥΣ, MA CHE GUERRA E’?

7 aprile 2016

kamikazeRIFLESSIONI

La guerra è senz’altro l’aspetto della umana convivenza più esecrabile, più crudele eppure la meno evitabile tra le sciagure che la possono interessare. Il surrogato della guerra (la politica) riesce in qualche caso a dilazionare, a posporre una soluzione conflittuale ma quasi mai riesce a stabilizzare definitivamente una dissidio umano. (more…)

Adesso nemmeno la Divina Commedia gli sta più bene

8 marzo 2012

NON FIRMATE LA PETIZIONE

Cancellare la Divina Commedia da tutti i programmi di studio perché conterrebbe delle parti anti-islamiche ed anti-ebraiche: a sostenerlo, attraverso una petizione inoltrata al ministro dell’Istruzione, è l’Arre, l’Associazione per il rispetto di tutte le religioni e la convivenza pacifica delle etnie culturali. Nella petizione si legge che “un numero crescente di cittadini italiani di religione islamica, insieme all’associazione tosco-emiliana per la difesa delle tradizioni cittadine e alla federazione Ggr (Gruppi gay riuniti) chiede di espungere la ‘Divina Commedia’ – un poema, oltretutto, scritto in una lingua non più comprensibile dalle nuove generazioni – dai programmi d’insegnamento di ogni ordine di scuole“. L’associazione ritiene che, “a torto, il capolavoro della letteratura italiana contiene centinaia, se non migliaia, di versi che violano ogni ‘political correctness’” che “offendono gravemente non poche minoranze di cittadini, legittimano pesanti discriminazioni nei confronti dei diversi, rappresentano una intollerabile violazione dei ‘diritti soggettivi’ vanificati dal mancato rispetto della dignità delle persone”. Nella lunga lettera inviata al ministro Gelmini, l’Arre sostiene che “la ‘Divina Commedia’ offende, ad esempio, le religioni non cristiane. Ecco un esempio: “il Canto XXVIII dell’Inferno: ‘Mentre che tutto in lui veder m’attacco,/guardommi, e con le man s’aperse il petto,/dicendo: ‘Or vedi com’io mi dilacco!/vedi come storpiato è Maometto!/Dinanzi a me sen va piangendo Alì, fesso nel volto dal mento al ciuffetto’, dove all’empio dileggio nei confronti del Profeta dell’Islam si unisce lo scherno”.

Nota di redazione: Che significa il “numero crescente di cittadini italiani di religione islamica”? Crescente quanto? Sono abbastanza da mettere in discussione l’origine della cultura e della lingua italiana? Un dubbio sorge spontaneo, cosa nasconde questo “offendersi gravemente” leggendo la Divina Commedia? A pensar male si fa peccato, ma sembra un bieco tentativo, dopo il crocifisso… ricordate?, di scardinare dalle fondamenta ogni riferimento,  nella società e nelle scuole, alla cristianità madre della nostra civiltà.SPIACENTE, IO NON FIRMO.

Commento di Stelio Bonsegna: E’ la guerra alla nostra cultura, favorita anche dalle quinte colonne italiane e di sinistra, oltre che anarchiche. Una guerra che si sta svolgendo sotto i nostri occhi, contro la nostra ultra millenaria cultura, da un Islam sempre più infido che si avvale di fanatici infiltrati nel nostro occidente, culturalmente molto più avanzato e democratico. Proprio la nostra Democrazia, viene usata come cavallo di troia da questo bellicoso Islam. Corriamo ai ripari finché siamo in tempo, altrimenti l’Eurabia teorizzata dalla Povera Oriana Fallaci, si concretizzerà.

commento di Roberto Carelli: Non c’è più . . . Italia.

commento di Serenella Orti:Sembrava impossibile quando la Fallaci con il suo libro aveva previsto ciò che pian piano sta avvenendo.La sinistra a cui lei era legata l’allontanò.L’invasione avviene pian piano. Accomodanti alle loro esigenze per non essere classificati razzisti permettiamo la costruzione di moschee a volte ritrovo per terroristi.per quale scopo si sta permettendo il tutto? La cultura italiana che è stata d’esempio nel mondo dovrebbe essere messa in discussione….per i comodi di chi? Non gli stiamo dando troppo a nostro discapito? Mettendo perfino in discussione le nostre origini…

Crocifisso o compromessi sulle questioni religiose?

27 novembre 2009

anita d'alessandro

Per esortare alla riflessione, nei precedenti articoli, sul tema della secolarizzazione, sono stati affrontati alcuni argomenti che hanno posto alcuni interrogativi sulla religione oggi.

Pertanto si è ritenuto opportuno partire e soffermarsi sull’importante tema riguardante il progresso della scienza, argomento di grande rilievo culturale e sociale per l’essere umano, perché essendo la scienza il risultato di un rigoroso sillogismo scientifico ci ha beneficiati di tanta tecnologia e progresso, a tal punto da dominare la nostra vita su tutti i fronti, plagiando così il nostro “modus vivendi” ci ha resi meno propensi ad accettare le cose che non possono essere provate e dimostrate.

Ad un secondo livello è stato affrontato il tema della secolarizzazione, osservando la questione dei bisogni materiali prodotti dalla società confrontandosi con i precetti divulgati dalla Chiesa volti a sostenere un benessere spirituale.

Ora, questi fenomeni sociali, caratterizzano a tal punto la nostra esistenza allontanandoci da temi tradizionalmente forti, carichi di significato e di valori culturali, lasciando alla morale laica ampio spazio per la determinazione delle regole comportamentali.

Infatti, con la nascita dell’Unione Europea, che si compone di ben 27 stati membri, si assiste al grande fenomeno dell’immigrazione. È la nascita di una nuova società che racchiude in sé i suoi pregi e i suoi difetti; e che se analizzato da un punto di vista puramente umano, è da attribuire grande pregio a tale fenomeno sociale, perché ci rende cittadini del mondo generati da un unico Dio. Un Dio che ci vede uguali, che non ci giudica per le nostre differenze cultuali e di razza, è un Dio che ci esorta all’integrazione attraverso il recupero e l’elogio della nostra identità storica, culturale e religiosa. Egli non ci giudica! Anzi, la loro libera manifestazione è sinonimo di grazia divina, quindi amore e rispetto per il prossimo. Purtroppo, sovente la poca mancanza di morale, rende gli uomini ciechi, incapaci di difendere se stessi facendosi travolgere da correnti che non fanno altro che aggravare il senso di grande vuoto.

In tal senso la scarsa morale può favorire il nascere di azioni discriminatorie, si finisce col giungere a compromessi, anche da parte di istituzioni laiche, su questioni puramente religiose, portando come soluzione dei conflitti religiosi ad una diluizione dei principi e dei riti religiosi, in modo da non offendere la parti in causa. È questo il caso del non poco discusso tema del “crocifisso” nelle aule scolastiche del nostro paese, ritenuto dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, una “violazione della libertà  dei genitori ad educare i figli secondo le loro culture e credo religioso”. Ma nel caso specifico sarà questa la strada volta al dialogo e al confronto tra gente di cultura e di religione diversa? Sarà questa la strada che porrà l’equità religiosa tra le due parti in causa? Non è offuscando la propria cultura, la propria religione che si enfatizza il valore della non discriminazione sociale a favore dell’uguaglianza come aspetto supremo della dignità umana. È proprio attraverso il recupero e la manifestazione della propria identità storica, culturale, spirituale che si crea rispetto, integrazione, scambio. Perché laddove vige l’assenza di morale, di etica e sacralità, proprio lì vive il vuoto.

Ogni popolo, ogni cultura deve rendere atto della propria sacralità nel rispetto e nell’accettazione dell’altra. È bene ricordare, come afferma l’Osservatore Romano, che “il crocifisso tra tutti i simboli quotidianamente percepiti dai giovani è quello che più rappresenta una grande tradizione, non solo religiosa”.

È questo nel corso della storia un punto di riferimento incrollabile volto a simboleggiare la libertà e la dignità di ogni uomo.

Il progresso scientifico e la religione oggi

13 novembre 2009

anita d'alessandro


di Anita D’Alessandro

Si  nota oggi un allontanamento dell’uomo dalla religione?

E’ il progresso scientifico causa di tale distacco?

Sono questi gli interrogativi che ognuno di noi dovrebbe porsi e che raramente ci si pone perché la vita di oggi, così veloce nel suo scorrere, lascia poco tempo per poter riflettere su quelli che dovrebbero essere e sono i grandi problemi dell’umanità.

Nel mondo di oggi la diffusione dello scetticismo è, senza dubbio alcuno, notevole e si è  spesso increduli sulle cose dell’aldilà perché pensiamo che ciò non costituisca un segno di cultura, di emancipazione, di progresso; oppure riteniamo, da un altro punto di vista,  che il seguire determinati culti, determinate pratiche religiose, ottemperare a talune rogole morali sia sufficiente per la quotidiana esistenza dell’essere umano. In entrambi i casi si giunge ad una forma di abulia, di apatia, di disinteresse ai gravi problemi  accennati: nel primo caso si ritengono  utili gli interrogativi sulla religione; nel secondo ci si ritiene  contenti di un cieco affidarsi a quelle pratiche ed all’osservanza di quei principi morali. Ora è vero che la surmodernità, non è connessa soltanto con la incredulità e scetticismo nelle masse, ma si ritiene possa  “favorire il sorgere di nuovi e più rilassanti costumi di vita”. In tal modo i mutamenti di costume, la perdita di molti pilastri della morale comune, e fattori come lo sviluppo della tecnica, come l’urbanesimo e il suo conseguente fenomeno odierno della città frammentata, la diffusione di nuove professioni, hanno sempre più inaridito il senso della religione: il risultato è la perdita di serenità, la vita sempre più convulsa, il bisogno di evasione, la incomunicabilità, la chiusura dalla società e dalla vita.

Pertanto le chiese e tutti  i  luoghi sacri sono affollati da gente che crede la fede faccia da antidoto ai propri sensi di colpa. “La fede non è questo”.

Non manca qualche studioso che ha sostenuto una religione cosmica, al posto delle religioni organizzate che le considera, cristallizzate e che lo scetticismo è dovuto a credere Dio non come forza naturale non come espressione della legge di causalità, bensì come essere antropomorficamente concepito. Senonchè anche questa spiegazione non appare convincente: muta il nome, mutano i caratteri della divinità ma il problema rimane sempre: chi fa ed ha fatto tutto l’universo, così precisamente calcolandone i limiti, le dimensioni e così via?

La  verità è un’altra che la scienza non dà sostegno psichico all’uomo e dice bene Alexis Carrel (Nobel per la medicina 1912) che la natura ha creato tutto ciò che all’uomo ed alla società serve; sicchè ad ogni bisogno ci può fornire quanto necessita per soddisfarlo. Ora, come dice il biologo, vi sono dei momenti in cui l’uomo avverte il bisogno di congiungere le mani e rivolgersi a qualcuno che soddisfa la necessità di uscire fuori da una disperazione o dalla carenza di serenità. Ed è una prova tangibile che dopo la preghiera esce rasserenato. Cominciamo dunque col credere, non cerchiamo di andare al di là delle nostre possibilità, di penetrare tutti i misteri, perché solo lasciando qualche cosa nel mistero l’uomo riesce a conservare la salute dello spirito; a comprendere quello che altrimenti non ha compreso e mai comprenderà. Vi è un “perché” che neppure la scienza più progredita può riuscire a spiegare: è quello che sta alla base di ogni discorso sul problema della vita e della morte: è quello che può essere avvicinato soltanto dalla scienza sorretta dalla fede.