La nomina del Governatore ha chiuso un problema minore (chi ha vinto, chi ha perso) e ne ha

Ignazio Visco
lasciato aperto uno enorme: i governi nazionali – nella attuale crisi finanziaria ed economica continentale e globale – che strumenti hanno per influire e orientare le soluzioni atte ad impedire il declino nazionale? La posizione del banchiere centrale nazionale nella Bce è un elemento non unico ma decisivo per affermare le vitali ragioni nazionali. Cerchiamo di far emergere le questioni ancora sommerse partendo dal “chi vince, chi perde e chi perde e vince”.
Chi vince
a – Il Presidente della Repubblica perchè ha impedito interferenze esterne (nazionali e internazionali) per condizionare le procedure formali e sostanziali previste dalla legge sulla nomina del Governatore.
b – La Banca d’Italia perchè ha evitato l’ingresso di un esterno alla guida della più esclusiva e separata struttura istituzionale del nostro Paese.
Chi perde
a – Il Presidente Berlusconi perchè invischiato in mille promesse elargite in tutte le direzioni e a favore di tutti i candidati.
b – L’autocandidato Bini Smaghi e il suo variegato gruppo di sostegno (da Sarkozy alle piccole consorterie locali)
c – Tutte le forze politiche e sociali (rappresentate e non) e tutti i grandi organi d’informazione. Si è dimostrato che fanno molto rumore e contano poco. In una società destrutturata tutti sono deboli.
Chi perde e vince
a – Tremonti che non ottiene la designazione di Grilli, ma liquida il candidato di Berlusconi e il candidato di Sarkozy. Quando un ministro impedisce al Presidente del Consiglio e ad un Capo estero di realizzare i loro disegni, mostra di avere forza politica, ma segnala anche una situazione di Governo che fa riflettere.
b – Bossi che ha condizionato Berlusconi ottenendo dall’interno del Governo un risultato che poteva essere ascritto come successo dell’opposizione.
Questo il quadro formale.
Ma quali sono i problemi aperti e non risolti che potranno riscrivere l’ordine dei vincenti e dei perdenti?
a – L’integrazione politica europea è una questione in bilico. L’alternativa è tra piccoli passi avanti, o precipitosa retromarcia.
b – La Bce non è in condizione di forza per fronteggiare la crisi politica dell’Europa.
Nella Bce si vota secondo il principio: una testa-un voto. La “testa-Italia” (il Governatore Visco) ed il “voto-Italia” a quale autorità italiana risponderanno? Al Governo o a un proprio pensiero autonomo? Domanda per ora senza risposta. Tremonti aveva tentato di porre il problema del rapporto Parlamento-Governo-Banca d’Italia -Bce. Ma non ha avuto la forza di andare sino in fondo, perché su questa via c’è l’ostacolo della debolezza strategica della politica governativa. Tremonti pensava di aggirare il nodo politico occupando posizioni dominanti. Non basta più.
Rino Formica
da: Rivista Critica Sociale