Sarà per non aver vissuto la tragedia della guerra, la povertà e l’indigenza del Terzo e Quarto mondo, sarà che lo slogan preferito da noi sessantottini era “una risata vi seppellirà” comunque sia, la mia generazione ha perduto l’abitudine al pianto, la frequentazione con la rassegnazione disperata. O meglio, senza la partecipata presenza di pubblico attonito. Questo è il punto: da sempre il pianto è stata la spontanea, sincera, appagante (more…)