Posts Tagged ‘rivolta’

Le “Cinque giornate della Sicilia”, una battaglia culturale e sociale

17 gennaio 2012

LA SICILIA E’ IN RIVOLTA E I MEDIA NAZIONALI CHE FANNO? SILENZIO

il ‘Movimento dei Forconi’, un’associazione di agricoltori, allevatori ed ora anche di autotrasportatori “stanchi del disinteresse quanto del maltrattamento da parte delle istituzioni”

I Tir, da quelli che trasportano benzina a quelli che trasportano prodotti agricoli e altri prodotti ancora, hanno spento i motori. Tutto fermo. Tutto bloccato. Come già accennato, una “Rivoluzione”. Pacifica, ma più che mai determinata. “La rivoluzione parte dalla Sicilia”, si legge nei manifesti “non una guerra tra poveri, ma una guerra insieme contro questa classe dirigente che ancora una volta vuole farci pagare il conto. Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Siamo siciliani veri ed invendibili. Ora il gioco comincia a farsi duro”. Non sono né di destra, né di sinistra. Minimo comune denominatore, la rabbia contro una classe politica nazionale vessatrice e la convinzione che la politica siciliana sia in mano agli ‘ascari’.

“Si muoveranno i Tir degli autotrasportatori siciliani presso i presidi stabiliti in tutte le province, accompagnati da manifestanti provenienti da tutta I’Isola per gridare forte l’indignazione contro una classe politica di ladroni e nepotisti. Il sistema politico istituzionale è al collasso, i politici rubano a doppie mani, la stessa cosa fanno i burocrati, non c’e… spazio di discussione per risolvere il problemi della gente. Lombardo presidente della Regione siciliana si dichiara incapace d’intervenire, mentre l’economia del’Isola è ferma e le aziende e le famiglie sono al fallimento. Tutti ci aspettiamo delle risposte, ma non sappiamo da chi. “

Libia, un altro paese arabo in rivolta, una popolazione che lotta per la libertà.

27 febbraio 2011

di Emanuela Marotta

Anche la Libia è in rivolta, dopo la Tunisia, che ha acceso gli animi rivoluzionari e poi ancora l’Egitto e l’Iran, i libici si sono letteralmente scagliati nelle strade e nelle piazze per prendersi la libertà. Stufi del regime totalitario durato 42 anni di Gheddafi, la popolazione è in rivolta da molti giorni, una ribellione sanguinaria tra chi sostiene ancora il “dittatore” e chi invece lo vuole fuori dal paese subito. Dalle ultime dichiarazioni che hanno rilasciato i militari e i poliziotti libici c’è una gran parte di loro che si è schierata con la popolazione per difenderla dagli attacchi dei fedeli di Gheddafi ma c’è anche una gran parte che si è unita alla sommossa finendo nella lista nera dell’orami ex presidente. Considerato e diventato tiranno in questi ultimi giorni dopo le ultime dichiarazioni fatte alla televisione: “ucciderò tutti quelli che si metteranno contro di me”, sono stati mandati dei suoi video dove accusa ancora una volta con un discorso l’Europa e l’America dei tumulti e di aver aizzato il popolo contro di lui. I video delle strade, dove le persone sono in preda al panico o nel pieno di una guerra civile si sono diffusi quasi in tutto il mondo, le ultime immagini riportate dai media hanno fatto vedere le fosse comuni dove vengono seppelliti centinaia di corpi. Le ultime affermazioni di Gheddafi fatte alla stampa sembrano dei vaneggiamenti di un capo orami spento e sconvolto, denuncia di alto tradimento l’Europa e i militari, nomina anche l’Italia e minaccia di bloccare le forniture del gas. Ha inoltre incolpato l’occidente di aver drogato i manifestanti e di averli pagati, gli egiziani e i tunisini che vivono il Libia sono costretti a scappare o a nascondersi. Le parole del leader libico hanno un gusto amaro, sembrano di un folle in preda al panico perchè il suo regime sta crollando e non è più in grado di controllare la folla inferocita contro di lui. Tutti i suoi beni e una gran parte dei suoi soldi sono stati confiscati e congelati da alcune banche, anche i suoi figli stanno scappando dal paese, i mezzi di comunicazione sono controllati e internet è stato bloccato ma c’è chi rischia anche la vita per far arrivare le testimonianze registrando dal cellulare e caricandolo su delle “finestre” nel web, che sono ancora aperte al mondo. Anno 2011, anno in cui la storia deve segnare indelebilmente il Magreb in completo tumulto, anno in cui gli arabi, tutti, stanchi dei loro regimi hanno reagito ai soprusi e hanno scelto l’insurrezione; la lega araba si è riunita proprio in questi giorni per discutere di quest’onda, non anomala ma tenuta a largo per molto tempo per poi scagliarla contro chi non ha avuto il vero valore musulmano.