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MARTEDÌ GRASSO CON IL “CARNEVALE DEL CANE” DA CONAD GAGGI PERUGIA

28 febbraio 2014

Festeggiare il Martedì grasso con i propri amici a quattro zampe. È la proposta di Conad Gaggi Perugia che, martedì 4 marzo, organizzerà, per il secondo anno, il “Carnevale del cane”, dalle 15 alle 20 al centro commerciale Giò, in via Ruggero D’Andreotto 19 a Perugia. Per gli amanti di fido e dei cuccioli ci sarà un programma ricco di appuntamenti a cominciare da “Ossa alla griglia”, un barbecue pensato esclusivamente per i cani, a cui faranno da cornice momenti di intrattenimento anche per i bambini che avranno la possibilità di essere truccati e acconciati da esperti del settore. La festa proseguirà poi con l’“Aperitivo cinofilo”, in cui si potranno assaggiare i prodotti messi a disposizione da Conad Gaggi, Mini Giò e Reset bar, oltre al “gelato di Carnevale” preparato per l’occasione dalla gelateria Mastro Cianuri. Non mancherà l’esibizione del centro cinofilo “Speed dog” che, alle 16.30, darà prova della famosa disciplina sportiva cinofila “Rally obedience”, prima di lasciare la scena alla “Sfilata canina di Carnevale” dalle 17.30. Ad essere premiati saranno il cane più simpatico, quello più elegante e la coppia, cane-proprietario, che più si assomiglia.

Marsciano: mostra di pittura contemporanea al Museo del Laterizio

25 settembre 2013
Lucy MacGillis

Lucy MacGillis

6 artisti di diverse nazionalità esporranno le loro opere da sabato 28 settembre fino al 23 ottobre 2013

Si tratta di due francesi, un bulgaro, un iracheno, un’americana ed un italiano, uniti dalla loro passione per la pittura figurativa, l’osservazione, il silenzio, la tavolozza. La mostra, organizzata dagli stessi artisti in collaborazione con il Comune di Marsciano, sarà inaugurata sabato 28 settembre alle ore 18.00 e resterà aperta fino al 23 ottobre 2013. Questi artisti lavorano con materiali tradizionali, sporcandosi le (more…)

LIBRI: Monteluce 1871 – 1930, storia di un quartiere perugino

2 Maggio 2012

di Costanza Bondi

Il pomeriggio del 30 aprile, in seno agli incontri dell’Accademia del Donca che come di consueto si svolgono al Teatro Morlacchi di Perugia, Sandro Allegrini ha presentato MONTELUCE: IERI, OGGI E DOMANI. EXCURSUS STORICI E PROSPETTIVE. Conferenza in cui, rispettivamente, lo ieri/l’oggi/e il domani erano rappresentati da Mara Moriconi, autrice del libro dal titolo STORIA DI UN QUARTIERE PERUGINO: MONTELUCE 1871 – 1930,Valeria Cardinali, assessore all’urbanistica e  Sabrina Cittadini, presidentessa dell’Associazione Monteluce.

Se quindi Monteluce ha da sempre rappresentato un legame nel territorio tra le due università (la statale e quella per stranieri), per il presente l’Associazione presieduta dalla  Cittadini cerca di tenerne ancora i piedi le fila aggregative insieme alla parrocchia di don Luciano Tinarelli, in quanto memoria storica personificata sul versante religioso del quartiere stesso, l’Arci, la Polisportiva e i residenti tutti. Si tratta, infatti, di un luogo caratterizzato da quella specifica dimensione umana che ancora oggi si può trovare in un paese, così che le tante piccole iniziative promosse dall’Associazione non tendono altro che ad illuminare suddetto quartiere che, già nel nome, porta appunto la sua luce. A sostegno di ciò è il dato previsionale che ci fornisce l’assessore Cardinali sui 770 circa nuovi residenti, per un’edilizia calmierata a canone convenzionato, a cui faranno da corredo servizi pubblici e riconversione di spazi, negozi di

Mara Moriconi, Valeria Cardinali, Sabrina Cittadini

alimentari e di generi vari, la Casa della Salute, un Centro Benessere, uno spazio di servizio per studenti gestito dall’Adisu e una parte dedicata all’amministrazione comunale per servizi al cittadino. Al di là di tali notizie di attualità o previsionali, reperibili nella cronaca più o meno quotidiana, di interessantissimo apporto culturale è stato l’intervento di Mara Moriconi, che tra l’altro ha aperto la conferenza, sulla storia del quartiere oggetto di studio. Monteluce, infatti, nell’immaginario collettivo dei perugini è rappresentato ancor oggi come “l’ospedale”, non fosse altro perché tutti, lì, ci siamo nati e, fino a poco tempo fa, ci abbiamo fatto nascere i nostri figli. A inizio secolo, però, Monteluce era inesistente come quartiere, trattandosi infatti di piena campagna: neanche la chiesa era aperta al pubblico, poiché di proprietà delle monache dell’ordine delle Clarisse e quindi soggette alla clausura. Tale monastero, edificato nel 1218 e vantando, così, una data di fondazione seconda solo – in ordine cronologico – a quello di Santa Chiara in Assisi, ospitò le clarisse fino alla costruzione dell’ospedale. Fin quando, cioè, la Congregazione di Carità della città decise di spostare l’ospedale da via Oberdan ad altra sede. La scelta della sede ricadde appunto sul monastero, che fu demolito nel 1910: alle ore 17.15 del 12 maggio le monache danno l’addio alla propria casa secolare, così che il 14 settembre dello stesso anno, alla presenza del primo ministro di allora, viene posata la prima pietra. Ma il “parto” (è il caso di dirlo) edilizio durò una ventina d’anni, sebbene fosse finanziato congiuntamente da fondi della Congregazione della Carità e da quelli dell’amministrazione pubblica. Per salvaguardare eventuali epidemie, l’ospedale fu costruito secondo le nuove norme igieniche che di lì a poco si erano affacciate nel panorama sanitario: quindi un’unica struttura ospedaliera, sì, ma costruita in più blocchi distinti fra loro. Dopo la prima guerra mondiale, la nuova classe borghese emergente, bisognosa di trovare anche un’identità residenziale che esulasse sia dalla campagna popolana che dalla nobiltà cittadina, trovò in Monteluce il quartiere adatto a soddisfare le proprie esigenze edilizie. Così fu che il “non-luogo” tra la città e l’ex monastero iniziò a riempirsi di nuove costruzioni: il resto è noto… anche se per saperne di più su particolari e aneddoti inerenti questa nostra bella storia cittadina, potete documentarvi, appunto, nel libro della Moriconi, editato da Era Nuova. Esilaranti e pertinenti, come sempre quando si è ospiti di Allegrini, sono stati quelli che lui stesso ha definito “intermezzi letterari”: letture di testi in lingua perugina inserite tra un intervento e l’altro all’interno della conferenza, che hanno scaturito nel pubblico risate più o meno amare. Dopo il racconto di fra’ Giacomo Paris e le sue prodezze da fanciullo nel quartiere, con la mamma che per rimproverarlo gli diceva farè la fin’ de Cinicchio e pu da grande finirè ‘n prigione, è stato il turno del saluto al vecchio ospedale di Rosanna Armellini, letta da Gianfranco Zampetti, con la nostalgia, sissignore è proprio lìa e del magone ‘nto lo stomico pei calcinacci che se vedon a vniggiùe di Ruggero Papini decantato da Leandro Corbucci.