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UMBRIA MISTICA E SANTA

1 gennaio 2010

Santa Rita da Cascia

San Francescodi Emanuela Ruffinelli

L’Umbria evoca nella fantasia collettiva l’idea di pace e tranquillità. Una regione in cui la vita ha ancora una dimensione umana, lontana dai ritmi frenetici delle regioni fortemente industriali o altamente turistiche. La natura, la storia e l’arte la fanno da padrone e ne fanno un luogo dell’anima. In un periodo in cui accanto al benessere materiale si ritorna a cercare con forza il benessere spirituale, l’Umbria diventa polo d’attrazione per quanti intraprendono un cammino alla ricerca di sé attraverso la scoperta di luoghi d’arte e di cultura, luoghi mistici e spirituali e una natura austera e solenne. Le principali figure religiose che nel corso dei secoli hanno contribuito a creare e a diffondere in tutto il mondo l’immagine dell’Umbria come luogo mistico e meta del turismo religioso, sono state senza dubbio San Francesco, Santa Chiara, San Benedetto e Santa Rita dei quali si tramanda memoria anche attraverso i monumenti che sono stati eretti successivamente alla loro morte, a testimonianza della loro fede e della loro vita religiosa, diventando luoghi di culto altamente simbolici.

Tali luoghi richiamano ogni anno migliaia di pellegrini che da tutto il mondo raggiungono l’Umbria per respirare quell’atmosfera di serenità e pace che va ben oltre allo spirito, fino ad essere promessa per l’umanità. Assisi, la città di San Francesco è simbolo mondiale di pace, luogo di incontro non solo tra diverse razze e culture, ma anche fra le diverse religioni. D’altra parte non poteva essere diversamente; terra di quel Santo che si è spogliato di tutto per parlare con Dio e il suo creato, gli animali e la natura. Il Santo della povertà, dell’umiltà e della spiritualità. Il Santo povero che ha saputo parlare ai potenti della terra e rimanere umile, povero tra i poveri. Il Cantico delle Creature è il testo più antico della letteratura italiana, scritto in più fasi da San Francesco riassume la sua concezione positiva del mondo e della vita. La natura è immagine di Dio e l’uomo è parte della natura e per questo motivo frate Francesco si rivolge ai suoi elementi chiamandoli fratelli e sorelle. Assisi è anche la città di Santa Chiara che seguite le orme di San Francesco fu da lui vestita con il saio francescano e successivamente nominata badessa dell’ordine delle clarisse da lei costituito. Chi visita questi luoghi dimentica inevitabilmente la vita di tutti i giorni e percepisce e sente la visione religiosa di San Francesco. Seguendo le tracce del Santo si arriva al luogo in cui parlò al lupo, la città di Gubbio, stupendo borgo medioevale, che vale una visita e una sosta. Gubbio è forse l’unica comunità in Umbria in cui ancora la celebrazione del Santo Patrono si vive intensamente, con autentico trasporto e partecipazione e non come semplice evento folcloristico laico. Ogni anno si ripete la “ Corsa dei Ceri” in un bagno di folla che travolge ed emoziona anche chi non è del luogo in un’atmosfera impetuosa colma di euforia e di passione.
Forte nel mondo è anche la popolarità di Santa Rita da Cascia e San Benedetto da Norcia, ed ugualmente emozionante la visita dei luoghi in cui vissero la loro fede. Se San Francesco è simbolo di povertà e pace, Santa Rita è simbolo d’amore incondizionato, capace di darsi completamente alla sua famiglia, all’umanità e soprattutto a Dio. Un amore che sa andare ben oltre all’odio e al rancore fino al perdono totale. Santa Rita è conosciuta anche come la Santa degli Impossibili, poiché si dice che tuttora aiuti i più bisognosi, le persone senza speranza.  L’Umbria Mistica e Santa, va gustata lentamente, passo dopo passo, perché questa Regione (che vanta «cento e più» centri storici, ognuno dei quali ha qualcosa da mostrare, una leggenda o una storia da raccontare), è un autentico scrigno di ricchezze e di bellezze, alcune famose, conosciute, propagandate, altre – e sono numerosissime – nascoste, da scoprire, da ammirare, da gustare, appunto.

in collaborazione con http://www.elama.it

“Le vie del Brigante”- L’Umbria segreta su RAI 2

29 novembre 2009

a destra franco valentini e danilo ronzi regista della trasmissione nell’eremo di Pale

di Francesco La Rosa

E’ stata trasmessa da Rai2 in orario per insonni, “le vie del Brigante” rivisitazione in chiave ironica e curiosa di alcuni luoghi tradizionalmente esclusi dagli itinerari turistici più conosciuti. Cosi la curiosità di conoscere l’autore del programma che è umbro mi porta a Foligno e mi permette di presentarvi un personaggio che appare veramente fuori dal tempo.

Franco Valentini è curiosamente noto a Foligno con lo pseudonimo “il Brigante” e  per cercare di capire cosa può aver motivato la produzione di questo programma televisivo sono andato a trovarlo nel suo “eremo” di Piaggia nei pressi di Sellano.

L’uomo, davvero appare un brigante,  la barba bianca gli da un aspetto apparentemente truce, sprofondato su una seggiola mi scruta e aspetta la mia prima mossa, ed io muovo subito…

Sig. Valentini ci diamo del tu o del lei?

Per costume locale in questo modo di interloquire, ti danno del lei quando vogliono punirti, quindi diamoci del tu.

Come è nata l’idea di questo programma?

L’idea è nata dopo una simpatica conversazione con amici fra i quali un noto artista romano che da qualche tempo risiede a Stifone presso Narni, e quasi come  sfida ho accettato di produrre questo documento televisivo, cercando di dare un contributo per una lettura dell’Umbria  fuori dagli stereotipi.

Quali aspetti intendevate evidenziare con questa opera?

Siamo partiti dalla consapevolezza che il territorio umbro già da sé è “la storia dell’arte” e dai secoli passati possiamo considerarlo come una semina di fatti e di avvenimenti culturali che ne hanno fortemente condizionato ogni angolo dello stesso.

Perché l’ironia come filo conduttore?

Beh, la mancanza di mezzi finanziari e mezzi tecnici non ci lasciava altra scelta e quindi abbiamo cercato l’impatto mediatico  utilizzando come patrimonio l’ironia delle persone normali.

Riesci a conciliare il tuo lavoro con questi impegni artistici?

Ho sempre pensato che esiste un lavoro per vivere e un lavoro per fare, e di solito accade che il lavoro per vivere è “quello che è” non si ama, invece il lavoro per “fare” è quello che soddisfa le più intime esigenze dell’uomo, come lo straordinario  concerto organizzato al Castello di Giomici poco tempo fa. Per queste cose cosi importanti ed esaltanti il tempo dobbiamo trovarlo

Parlaci di questo concerto…

L’idea di questo concerto è nata conversando con il maestro fernando Grillo, da importanti critici considerato ”il Buddah del contrabbasso”, ma che io considero invece “l’angelo del contrabbasso”  con il quale “discuto musicalmente” da quaranta anni, abbiamo pensato di invitare un quintetto d’archi composto da artisti che possono essere considerati nel loro campo fra i più grandi esecutori del nostro tempo, come il russo Dimitri Tombassov, primo violino della Orchestra Filarmonica di Berlino, e che abbiamo potuto offrire all’Umbria anche grazie alla appassionata competenza e partecipazione di un caro amico, Luciano Vagni, proprietario del Castello di Giomici i cui saloni  hanno  fatto da magica scena all’evento.

Cosa ti ha dato dal punto di vista musicale e umano l’incontro con Tombassov?

Dimitri è un uomo che ha compiuto una scelta di vita importante lasciando la Filarmonica di Berlino per essere grande solista fra grandi solisti, e studiare e sperimentare insieme a lui presso il Castello di Pupaggi le prove del concerto, anche grazie alla sua straordinaria umiltà è stato esaltante per me e mi resta un ricordo incancellabile, e anche se con grande simpatia il quintetto mi ha nominato presidente onorario in realtà mi sento il rozzo che poco può contribuire al compimento culturale di questi grandi musicisti.

Perché avete scelto Pupaggi per il laboratorio?

L’idea è partita dal soffitto della chiesina del ’500  di Pupaggi dove il soffitto è riempito magnificamente da un grande affresco che rappresenta Dio che è contornato da due quintetti di angeli contrapposti con in mano archi e vielle, angeli che curiosamente hanno le ali dipinte con il tricolore, ma anche dal fatto che la zona è stata nei secoli passati un grande laboratorio di sperimentazione di medicina e chirurgia e percorso di grande valore musicale. Da sottolineare anche la splendida ospitalità nel castello  della famiglia Onori che ci ha permesso di penetrare in maniera precisa nell’ambiente e nella gente di questo territorio che  nei propri cromosomi ha sintetizzati gli eventi più importanti dei passaggi della storia del mondo moderno. Il riferimento a San  Benedetto non è casuale come non è casuale che Benedetto sia il Patrono di Europa.

Cosa farai da grande?

Farò da grande tutto ciò che ho fatto da piccolo, e continuerò a riflettere sugli stessi errori, che stranamente ricordo come i  momenti più belli e senza i quali non sarei quello che sono, tanto è vero che il mio modo di vivere nella mia lunga e stratificata” professione di ateo” non ho mai avuto paura di ringraziare il cielo e dire: Signore ti ringrazio per quello che mi dai.

Per concludere vuoi dedicare una tua riflessione in versi ai lettori di Goodmorning Umbria?

“Quando la sera guardo il sole ed il suo tramonto, anche i miei pensieri si uniscono nella mia fronte e si abbracciano come le onde del mare al pari delle rughe che ormai segnano i lunghi giorni della mia vita”.

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scrivi a gdmumbria@gmail.com

 

Musei di Norcia

11 ottobre 2009
norcia, piazza s. benedetto

norcia, piazza s. benedetto

ARCHEOLOGIA  DELLA VALNERINA IN MOSTRA A NORCIA


Il Circuito Museale Nursino nasce nel 2000 con l’inaugurazione della Mostra Archeologica Permanente “Norcia preromana e romana” presso il Criptoportico romano di Porta Ascolana. Si compone attualmente di due strutture museali a breve distanza l’una dall’altra all’interno della città: il Museo Civico e Diocesano, riaperto nel 1996 all’interno della Castellina, in piazza S. Benedetto e il Criptoportico romano di Porta Ascolana, in via Roma.

LA CASTELLINA

La Castellina è architettonicamente e storicamente un prestigioso edificio cinquecentesco, la residenza fortificata dei governatori apostolici che amministravano a Norcia la giustizia per conto dello Stato Pontificio, edificata per volontà del Pontefice Giulio III per garantire alla Chiesa un maggiore controllo sul Comune di Norcia che vantava un governo di tipo repubblicano. Del progetto fu incaricato Iacopo Barozzi da Vignola che il 28 Agosto 1554 ne tracciò, sul posto, la pianta, inglobando al suo interno il Palazzo del Podestà, quasi del tutto demolito, e la Pieve di S. Maria Argentea, ricostruita poco oltre.

Il fortilizio è quadrato con bastioni angolari fortemente scarpati. Da piazza S. Benedetto, attraverso un elegante portale bugnato e un controportale si accede ad un cortile porticato su cui si aprivano le cancellerie civile e criminale, le scuderie, i quartieri della guarnigione e le carceri, mentre al piano superiore trovava posto la residenza del governatore. Oggi la Castellina, oltre a varie mostre temporanee, ospita il Museo Civico e Diocesano, la Collezione Massenzi e la Mostra Archeologica “Partire per l’Aldilà”.

MUSEO CIVICO E DIOCESANO

Il museo riunisce opere d’arte provenienti dal territorio (arredi sacri, affreschi, dipinti su tela o tavola, sculture policrome lignee o in pietra, terracotte invetriate) di proprietà ecclesiastica e comunale,  databili tra XII e XVIII sec. Notevole la Croce proveniente dalla fraz. di Campi firmata da Petrus  Pictor e datata 1212 o 1241 o la grande pala di Antonio da Faenza (Madonna col Bambino e Santi Francescani, tempera su tavola, 1519) proveniente dall’ex Chiesa dell’Annunziata. A Giovanni Dalmata si deve un gruppo di sculture in pietra (Madonna col Bambino e  i SS. Giovanni Battista ed Evangelista, 1469) che decoravano l’altare della “Madonna della Palla” della Chiesa di S. Giovanni, mentre è attribuito a Luca della Robbia il raffinato gruppo dell’Annunciazione, in terracotta invetriata, realizzato per  la Chiesa dell’Annunziata agli inizi del 1500.

COLLEZIONE MASSENZI

La raccolta archeologica e storico-artistica, tra le maggiori collezioni private dell’Umbria, è giunta a Norcia grazie alla generosità del suo donatore, il Cavaliere Evelino Massenzi. Di rilevante importanza storico-archeologico-artistica la collezione archeologica si segnala per la notevole omogeneità culturale e per la consistenza del materiale che la compone: vasi etruschi e greci e in minima parte magno greci, per lo più di VII-VI sec. a.C. ma anche di epoca classica ed ellenistica (V- I sec. a.C.) consentono di ripercorrere la storia della ceramografia etrusca e greca dall’VIII sec. a.C. fino all’età romana. Tra i materiali meritano menzione un’anfora in bucchero di quasi un metro di altezza di produzione chiusina, alcuni vasi attici a figure nere e rosse, uno skyphos (coppa profonda con due manici) falisco e un cratere a colonnette di fabbrica volterrana con raffigurazioni di ambito dionisiaco. Tra le opere d’arte della donazione che il Comune ha la fortuna di possedere una splendida statua in terracotta policroma raffigurante l’Annunciata, attribuita allo scultore senese Jacopo della Quercia, databile intorno al 1410.

MOSTRA ARCHEOLOGICA PERMANENTE “PARTIRE PER L’ALDILA”

Realizzata grazie ai generosi contributi del Rotary Club Norcia – S. Benedetto e di archeonursia, la mostra rende fruibili al pubblico rilevanti materiali rinvenuti a partire dal 2001 nei pressi di Norcia in tombe a fossa, cassone e a camera, databili tra IV e I sec. a.C., che documentano la ricchezza e la prosperità di Nursia (il nome latino di Norcia) al momento della sua romanizzazione.

CRIPTOPORTICO ROMANO DI PORTA ASCOLANA

Dell’antico centro sabino sono esposti gli interessanti  reperti portati alla luce in loc. Campo Boario, nei pressi delle attuali mura urbiche, relativi a un villaggio di capanne di IX-VIII sec. a.C e a una necropoli di VI-III sec. a.C., una delle numerose importanti necropoli dislocate intorno alla città. Con la conquista romana della sabina (290 a.C.) il municipio di Nursia riceve un assetto urbanistico elegante e monumentale ancor oggi evidenziato dalla presenza di un criptoportico ubicato nell’area del foro della città antica, visitabile all’interno della Mostra.

PER INFORMAZIONI:

Orario di apertura: 1 Novembre-30 Aprile 10-13; 15-17 (Lunedì chiuso); 1-31 Ottobre; 1-31 Maggio 10-13; 16-18 (Lunedì chiuso); 1 Giugno- 30 Settembre 10-13; 16-19,30

tel.-fax. 0743/817030, www.artenorcia.net; e-mail info@artenorcia.net

Servizi al pubblico: Bookshop, visite guidate, laboratorio didattico, accessi facilitati