
Posts Tagged ‘sindaci’
Sanita, i Sindaci umbri del Pd: Senza l’idea e la prassi di “comunità” non c’è politica, non c’è governo, non c’è Pd.
28 febbraio 2016
Borghi più Belli d’Italia in Umbria: uniti per il turismo
12 febbraio 201613 comuni umbri, certificati “Borghi più Belli d’Italia”, si uniscono per potenziare la loro capacità turistica. (more…)
“Almeno un Sindaco per Regione fra i Grandi Elettori del Presidente della Repubblica Italiana”
10 aprile 2013La “esclusione” del Sindaco di Firenze Matteo Renzi dai “grandi elettori”, chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica (senza voler entrare in “riflessioni politiche”), fa però emergere, sul piano normativo istituzionale, il (more…)
UMBRIA – VERSO LA STRAGE DEI SINDACI?
2 marzo 2013di Ciuenlai
L’analisi, come certe tempeste, è perfetta. “Il Pd in Umbria e a Perugia ha tenuto”. Infatti ha perso solo il 15%. C’è tempo per la sua completa estinzione. Con il 30% in tasca, può reggere altre due “tenute” di questa portata. Ma questa è solo la prima parte delle riflessioni a caldo dei dirigenti democratici. La parte (more…)
Mancata programmazione norme smaltimento rifiuti solidi urbani; problemi viabilità trasporto rifiuti da Ponte Rio a Borgogiglione
8 gennaio 2013Intervento del presidente della Conferenza dei Sindaci del Trasimeno
La superficialità con cui il Ministero dell’Ambiente e la Regione Umbria hanno affrontato una problematica così importante qual è quella della scadenza dei termini per consentire lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in discarica lascia trasecolati. È disarmante pensare che in una democrazia matura, e tecnologicamente avanzata, si possa bloccare il circolo di smaltimento dei rifiuti per effetto di lentezze burocratiche, di prese di posizione personalistiche e per contrasti tra Enti che dovrebbero avere lo stesso obiettivo su una tematica molto sentita dai cittadini ed estremamente sensibile per il territorio.
Il clima festivo di questi giorni deve aver fatto dimenticare a tutti gli interessati che il 31 dicembre 2012 scadeva la proroga prevista dalla legge ministeriale per consentire alle aziende (more…)
Impostare le proprie campagne elettorali sull’ accoglienza agli stranieri, clandestini e non, è sbagliato ed incivile nei confronti dei cittadini .
21 Maggio 2012LETTERA A GOODMORNINGUMBRIA
Questo modus operandi non è altro che falso perbenismo e beneficienza gratuita non più ammissibile. Si innescano meccanismi perversi a danno dei cittadini italiani. Diritti negati ai cittadini italiani, che poi sfociano inevitabilmente in rabbia ed intolleranza. (more…)
TOLLERANZA ZERO ANCHE PER I CANI SCIOLTI SENZA GUINZAGLIO .
8 Maggio 2012A chi è indirizzato lo slogan “Tolleranza zero” che da mesi il Sindaco Boccali, va ripetendo, di fronte a un evidente degrado della pubblica sicurezza? Forse agli ignari cittadini, indisciplinati nel rispettare le regole, trasgrediscono quelle norme previste nei regolamenti comunali, introducendo i loro cani sciolti negli interni delle aree verdi e pubblici giardini, come quelli del Frontone, oppure a quella parte di cittadini, spesso stranieri che nella nostra città e anche all’interno delle aree verdi, svolgono la pericolosa attività dello spaccio di droga. Inutile nascondersi ipocritamente, per timore di essere considerati senofobi e razzisti, dover constatare che gran parte degli spacciatori sono i soliti nord africani, spesso clandestini e per giunta mantenuti da noi, quando qui vivono come ospiti usufruendo di permessi di soggiorno per ragioni umanitarie, parte di questi vengono arrestati per spaccio soggiornando brevemente nelle patrie galere, per essere rapidamente liberati e rivederli l’indomani a proseguire i loro traffici di morte nelle nostre contrade. Ad aggiungersi a questo esercito di spacciatori ci sono anche i borseggiatori, i delinquenti che si introducono violentemente nelle nostre case, come altri forse meno pericolosi ma altrettanto negativi per l’immagine della nostra città, gli accattoni per mestiere che ci ritroviamo giornalmente sui nostri percorsi o i lavavetri ai semafori. Non è contro questi ultimi che il nostro Sindaco Boccali avrebbe dovuto intraprendere una battaglia senza tregua per estirpare un marciume che infanga e adombra la nostra Perugia? Non doveva essere questa una delle prime priorità per ridarci la sicurezza tanto sbandierata, della quale nessuno crede che sia stata fin qui raggiunta? Ebbene no, la battaglia per la sicurezza viene ora dirottata nell’interno delle aree verdi, con pattuglie di vigili “in borghese” seminascosti dietro i cespugli per spuntare improvvisamente all’arrivo di ignari cittadini che qui vengono a portare i loro fedeli amici a 4 zampe, che magari li lasciano sciolti e liberi per rincorrere una pallina di gomma o giocare con altri cani, momento utile per socializzare i cani e i padroni. Rapidamente i “vigili in borghese” presentando la loro tessera di riconoscimento contestano al malcapitato padrone del cane il crimine commesso commutandolo con una sanzione di 150 euro per ogni bestiola senza guinzaglio. Pur non contestando l’esistenza di norme che vietano di lasciare i cani sciolti all’interno di aree verdi, vorremmo che questa Amministrazione usi maggiore buon senso nell’applicare certe norme, distinguendo le circostanze e i luoghi dove queste trasgressioni avvengono. Vanno fatte le opportune differenze tra dei Pitt Bull e cani di minuscola taglia, spesso giocherelloni ed inoffensivi anche per le mosche. Smettiamola di continuare a vessare ulteriormente i cittadini, già penalizzati dalle troppe tasse, queste multe applicate solo per far cassa, rischiano di allontanare la presenza di cittadini onesti, che con i loro cani frequentando i parchi e i giardini pubblici, restano l’unica garanzia per allontanare altri frequentatori senz’altro più pericolosi per la pubblica incolumità.
Lettera firmata
“NON CI CREDO”… IMU SOLO UNA TANTUM?
20 aprile 2012Monti accoglie l’ordine del giorno per abolire la tassa sulla prima casa dal 2013.
Angelino Alfano PDL: «il governo si è impegnato a trovare altre risorse affinché non si debba più pagare l’Imu sulla prima casa nel 2013, perché riteniamo che la prima casa sia un bene su cui non bisogna infierire». Alfano ha rivendicato la battaglia portata avanti dal Pdl sull’Imu, che ha ottenuto «prima la rateizzazione dell’imposta e ora l’accoglimento di un nostro ordine del giorno affinché l’Imu sia dovuta una tantum»
Sentite i sindaci: «Se la proposta vuol dire ripensiamo all’Imu siamo d’accordo, se invece vuole dire tagliamo risorse ai Comuni perché la tassazione sugli immobili non dovrebbe esserci, non ci siamo: ci allontaneremmo da tutte le esperienze europee» così ha detto il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, commentando l’ordine del giorno del Pdl sulla trasformazione dell’Imu in tassa una tantum. «Siamo contrari a togliere la tassazione sugli immobili che tuttavia va legata alla tassazione dei Comuni, non deve diventare, come è ora, una tassa dello Stato»
nota di redazione: i sindaci hanno messo le mani sul malloppo e non sono disposti a mollare, però ammettiamolo … commuovono per il loro attaccamento a ventosa sui contribuenti.
Commento di Stelio Bonsegna: A rate, come dire : Presa per i fondelli. Poi credete veramente che sia una tantum e non diverrà: “una semper”?. Chi governerà il prossimo anno, saprà certo sfruttare la proroga di questa tassa incostituzionale ed incivile (non solo in Italia, ma in tutta Europa). Ci vuole una legge che limiti la tassazione in 3 aliquote fisse, calcolando le tasse totali che un cittadino si ritrova a pagare, quando va a far benzina, quando acquista qualche servizio, quando si rifornisce di gas da riscaldamento, per l’energia elettrica, etc.. etc. Perché se siamo in Europa, è giusto che le tasse siano uguali dappertutto, come gli stipendi. Invece in Italia, Abbiamo la Politica più cara d’Europa, le tasse più alte d’Europa e gli stipendi tra i più bassi d’europa, che non giustificano tale tassazione, oltre ad i politici più pagati d’Europa (record encomiabile). Si cominci a dimagrire il costo dello stato (tutto) e parastato, poi eventualmente, dietro referendum, si chieda a noi di collaborare, facendoci mettere le mani intasca, tranne per chi purtroppo, non può permetterselo . Chiaro, cittadini Italiani?
Ugl: Sicurezza, ormai una questione di politica-economica
7 gennaio 2011“Schierare a presidio delle ordinanze dei sindaci sulla sicurezza urbana gli apparati di polizia pone problemi rilevanti che meriterebbero una lucida valutazione. Sia perché si rischia di distrarre dalla difesa dell’ordine pubblico risorse già sotto pressione, sia perché si potrebbe incrinare l’equilibrio fra Istituzioni sovrapponendo indebitamente ruoli e funzioni” afferma il segretario regionale confederale dell’Ugl dell’Umbria, Enzo Gaudiosi.
Il riferimento è al decreto-legge 12 novembre 2010 n. 187 recante misure urgenti in materia di sicurezza, convertito a dicembre in legge al Senato in via definitiva. Tra le principali novità, il pacchetto sicurezza 2010 prevede misure per il contrasto alla criminalità organizzata e alla violenza negli stadi tra cui l’arresto in “flagranza differita” fino a 48 ore per chi commette reati durante le manifestazioni sportive e la creazione di un fondo per le vittime di reati commessi negli stadi. Inoltre, il pacchetto prevede un rafforzamento dei poteri degli steward che vengono equiparati a pubblici ufficiali.
“Ma l’articolo che più fortemente preoccupa perché di carattere elettoralistico e propagandistico è il numero 8 che amplia i poteri del sindaco in materia di sicurezza pubblica. Questo articolo inserisce di fatto nella catena di comando e responsabilità nell’uso della polizia, prevista dalla Costituzione della Repubblica, la figura del sindaco.
Secondo la legge italiana il sindaco è l’autorità che sovrintende alla sicurezza urbana e dei cittadini, non è però la massima autorità di Pubblica Sicurezza nella città.
Quest’ultima autorità infatti in particolare per l’uso della forza pubblica è in capo al Prefetto e al Questore della corrispondente provincia. Ora, prevedere un Prefetto responsabile delle misure sul concorso delle forze di polizia ai fini dell’attuazione delle ordinanze del sindaco-sceriffo rischia di creare un grave vulnus costituzionale ai poteri dello Stato e alla loro divisione.
La questione sicurezza merita invece attenzione e serietà sia a livello locale che nazionale. Nella nostra regione ad esempio non si può tacere la recente e incredibile vicenda che lega il destino del corpo di polizia locale delle Comunità Montane alla soppressione di questi enti. Non è dato ancora sapere quale sarà il futuro professionale
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di questi agenti per i quali si sono spese risorse pubbliche in formazione, che fino a poco tempo fa sono stati finanziati dalla Regione con legge umbra 23/79 e che ora sono alla ricerca di una ricollocazione.
La sicurezza in Umbria e in Italia ormai sta assumendo contorni che hanno dell’incredibile. Mancano i mezzi per poter lavorare, negli uffici c’è carenza di personale, materiale e attrezzature. I nostri agenti devono provvedere personalmente all’acquisto di giubbotti antiproiettili. Computer e auto che hanno vent’anni, benzina limitata e nemmeno carta e penna vengono più fornite. Questa è la situazione reale. Anzi surreale.
Peggiorano sempre più le condizioni di lavoro nelle caserme umbre, in particolare quelle di Todi, di Città di Castello e di Assisi, presidi di legalità che restano aperti soltanto grazie alla alta professionalità degli agenti che giorno dopo giorno dimostrano coraggio, abnegazione e spirito istituzionale di Corpo. Un segnale che conferma la scarsissima attenzione da parte dei sindaci locali e della Giunta Marini sempre in prima fila per ottenere visibilità e stare alla ribalta della cronaca ma mai in prima linea per trovare risorse utili ad alleggerire le carenze croniche di cui soffre il Comparto Sicurezza anche in Umbria.
E come se non bastasse, oggi il progetto sicurezza per realizzarsi ha bisogno anche dei privati. Basti soltanto pensare che per sostenere la lotta alla mafia la squadra Mobile di Palermo avrà una nuova sede operativa grazie al protocollo d’intesa firmato in questura con Confindustria Sicilia. Gli industriali siciliani si sono infatti impegnati a stanziare circa 350 mila euro per ristrutturare la nuova sede, fornendo pure arredamenti e strumenti tecnologici avanzati. A questi imprenditori illuminati va il nostro più sentito ringraziamento ma non possiamo nascondere che avremmo preferito che fossero gli enti pubblici a garantire il contrasto alla criminalità”.
Umbria – Tre cose da fare subito : Riforme, nuovi rapporti politici e rimpasti di Giunta
4 novembre 2010di Darko Strelnikov
E’ cominciata la corsa al “dobbiamo cambiare”. Dopo l’apertura dell’inchiesta sulla sanità, si va avanti a botte di richieste di autocritica, di buoni propositi per il futuro, di dichiarazione sulla necessità di “invertire la rotta e rompere con il passato”. Persino i sindacati, che hanno fatto del consociativismo la bandiera della loro presenza negli enti pubblici umbri, reclamano (ma con che coraggio senza mettersi in discussione?) il cambiamento. Insomma dalle parti del centrosinistra in generale e del Partito Democratico in particolare, c’è una specie di fuggi fuggi dalle responsabilità e di messa in onda del gioco delle tre scimmiette (non c’ero, non sapevo, non vedevo, non sentivo, non parlavo). Sembra quasi che molti abbiano vissuto in un mondo lontano anni luce dalla nostra regione. Invece erano qui e partecipavano attivamente alla gestione del sistema di Governo (o di potere se vi piace di più) creato nell’ultimo decennio ed ora sotto accusa. Chi, come me ed altri, ne parla da anni in termini politici, è stato spesso messo alla gogna, come eretico da sbattere sul rogo. Oggi, chi tappava gli orecchi, deve fare i conti con la dura “verità rivelata”. L’impressione però è che, ancora una volta, l’approccio non sia dei migliori e che si sia alle prese di posizione, ai riti di palazzo. Sembra che molti siano in attesa di tempi migliori, per poi gradatamente riprendere il lavoro : “da dove l’avevamo lasciato”. Non ci sono stati, infatti, segnali politici chiari di inversione di tendenza. Anzi, in alcuni casi (leggi la Presidenza della Vus), sono ricominciate le battaglie intestine. Ci si avvita su parole come “ trasparenza”, “merito”, “discontinuità”, che dicono tutto e non dicono niente. Persino l’opposizione sceglie strade per me sbagliate. Chiedere nuove regole per la nomina dei manager sanitari è aria fritta. L’esperienza insegna che più lacci si mettono, più si ingessano le norme, più si restringono le possibilità di opzione e più si creano le possibilità di fare “aborti”. Il punto è la modifica strutturale di un metodo e di una cultura, che è comune sia alla destra che ad una certa sinistra e cioè quella di privilegiare, negli incarichi, gli amici e gli amici degli amici. Unico requisito richiesto la fedeltà. Meglio se accompagnato da una scarsa capacità e intelligenza; cose che rendono più tranquillo il manovratore. Ma allora quali dovrebbero essere i segnali di cambiamento da mettere immediatamente in campo? Proverò ad elencarne qualcuno:1) Naturalmente le riforme. Riforme non aggiustamenti. Occorre un mezzo terremoto. Deve rimanere solo ciò che veramente serve ed essere cassato tutto quello (ed è tanto) che è inutile. Gran parte delle competenze oggi in mano ad un esercito di enti devono essere trasferite alle istituzioni elettive, anche per una questione di democrazia : sono le uniche il cui operato può essere giudicato dai cittadini. Niente nuove agenzie, via tutto l’intermedio, una sola Asl e va allargato il processo di accorpamento delle aziende pubbliche. Dopo quella dei trasporti ci vogliono quelle dei rifiuti e dell’acqua. Insomma un trend diverso, nel quale le nomine entrerebbero nel palmo delle due mani, costringendo tutti a fare in conti con la competenza, l’affidabilità e l’esperienza dei candidati.2) Le continue sconfitte elettorali, l’emergere di un sistema politico clientelare, deve imporre alla guida del centrosinistra una revisione dei rapporti interni. Il Partito Democratico è chiamato ad un bagno di umiltà e a rinunciare a fare la parte dell’asso pigliatutto e del dio- imperatore che decide ogni cosa. Il Pd ha in Umbria un potere che nessun altro partito, nemmeno il Pci, si è sognato di possedere. Ha tutte le principali presidenze, i sindaci delle città più grandi (dove non li ha è perché ha perso con il centrodestra o con altri), la maggioranza (spesso i 2/3 degli assessorati) nelle giunte, la conduzione dei Consigli. Invece di pensare, come ancora di salvezza, di allargare , ancora una volta, le sue alleanze verso l’Udc (che in questi giorni sta lanciando ponti d’oro alla Marini), condivida le responsabilità con gli attuali partners, costruisca un vero progetto comune di legislatura, impegnando tutte le istituzioni al raggiungimento degli obiettivi concordati. 3) Questo si porta dietro un altro processo da iniziare immediatamente : Il rinnovamento della classe dirigente. Qui mi tirerò dietro tutti gli strali possibili, ma, com’è mio costume, non mi sottrarrò ad esercitare il diritto di critica. E’ sotto gli occhi di tutti che, perlomeno negli ultimi 15 anni, si è assistito ad un graduale e costante peggioramento della qualità degli amministratori. Se non si riconosce questo dato è difficile produrre innovazioni per il futuro. C’è una discreta dose di incompetenza in giro, condita con qualche piccolo sorso di incapacità e di improvvisazione nella gestione della cosa pubblica, soprattutto nelle Giunte (non prendo in esame i Consigli, perché sono scatole vuote prive di poteri, che non incidono minimamente sulle scelte degli esecutivi). Questo, fra parentesi, ha reso sempre più difficile il lavoro dei Presidenti e dei sindaci eletti e li ha costretti ad assumersi in proprio, gran parte delle responsabilità dell’amministrazione. E’ l’effetto di una pratica che deve soddisfare gli orticelli delle formazioni minori e gli orti delle correnti dei democratici. Il primo correttivo da introdurre è quello di fare un accurato esame della situazione e prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di andare a rimpasti di Giunta in molti enti, mettendo dentro persone di riconosciuta capacità e dando maggiore fiducia ai giovani (se ci sono) che si sono veramente distinti nell’attività politica per spirito di servizio, che hanno già avuto esperienze pubbliche e che meritano, quindi, di essere messi alla prova. Non una rivoluzione, ma un cambiamento che dia un segnale preciso a tutta la società regionale e cioè che il merito e il rinnovamento vero (e non solo di anagrafe) diventano i principali se non gli unici criteri di scelta. 4) Fatto tutto questo abbiamo risolto? Ci abbiamo messo una pezza, una bella pezza. Perché manca ancora il futuro. Bisogna costruire meccanismi che aiutino la crescita di una nuova classe dirigente. La lancetta è già sul rosso. Le prossime elezioni amministrative testimoniano la grande difficoltà di tutte le forze politiche e dei poli a trovare candidati riconosciuti, popolari e competitivi. La generazione del 68 fa fatica a trovare sostituti. E allora ad Assisi spuntano riconferme e vecchi nomi, A Gubbio si brancola nel buio o si mettono in pista nomi di bandiera e a Città di Castello non si è ancora deciso se andare sull’usato sicuro (Bacchetta), su un dirigente di belle speranze (Biagini) o su un nome illustre che richiama la storia della nostra sinistra (Zaganelli). E, in questa confusione, il partito che soffre di più è il Pd, che scopre come le sue anime e i suoi dirigenti locali, non abbiano più il feeling di una volta con i cittadini. Per invertire questa tendenza le cose da fare sono due : una politica ed una istituzionale. I partiti debbono rivalorizzare e rivitalizzare le strutture di base, per rimettere in moto un meccanismo di confronto diretto sui problemi reali della gente e dare l’opportunità ad una nuova generazione di misurarsi sul campo con la politica delle cose e non dei palazzi. I comuni devono creare nei quartieri e nelle frazioni organismi di base, elettivi, senza compenso per i partecipanti, che costituiscano un ponte di congiunzione diretta tra l’amministrazione e i cittadini e, nel contempo, una utile palestra per decine e decine di persone, che così potranno iniziare a misurarsi su problemi, come gestione della cosa pubblica, bilancio, scelte. Tutto ciò perché la futura classe dirigente non si forma alle scuole di partito, che ci devono essere perché aiutano, ma alla scuola delle esperienze vissute sul terreno diretto, sul territorio, tra e con la gente, avendo come riferimento, una cosa ormai messa in soffitta, il bene comune. Per la serie, quando l’ovvietà diventa necessità.