E ora c’è chi tifa spread? E’ del tutto legittimo, in democrazia, criticare la manovra economica del governo, ma c’è un partito trasversale (forte nel Palazzo e debole nel Paese) che ha un’irresistibile e inaccettabile tentazione: appunto tifare spread.
O comunque “tifare Mercati” o Unione Europea o Macron o Merkel o qualunque altra entità che possa creare problemi al governo. E magari metterlo in crisi e abbatterlo, replicando quello che accadde nel 2011 al governo Berlusconi. (more…)
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QUELLI CHE TIFANO SPREAD (CONTRO L’ITALIA) PER ABBATTERE IL GOVERNO…
2 ottobre 2018LO SPREAD “CAMBIA VERSO” LA VITA DELLA GENTE NO
28 febbraio 2015Lo spread funziona un po’ come la benzina. Quando il petrolio sale il costo del carburante va su a rotta di collo, quando scende va giù di qualche decimale. Lo spread sale le pensioni diventano una chimera, le tasse vanno alle stelle, i diritti spariscono. Lo spread scende le tasse rimangono, i diritti non ritornano ed in pensione si continua ad andare un minuto prima della morte. Cambia lo spread ma la storia è sempre la stessa : la povera gente paga e “i mercati” incassano. E giù tutti a dire “continuiamo così”. Con una marea di poveri e con una manciata di ricchi.
commento: Tutto questo da ragione a chi nel 2011 sosteneva che lo spread fosse una bufala, ma il sistema mediatico-politico e istituzionale lo usò per disarcionare l’avversario politico eletto (l’ultimo) dai cittadini, preferendo il catastrofico bocconiano Monti. F.L.R.
I dati economici condannano senza appello “il fu” governo Monti
27 dicembre 2012di Vincenzo Merlo
Al di la’ delle opinioni, i dati economici condannano senza remore un anno di governo Monti, tutti gli indicatori essendo peggiorati rispetto al governo Berlusconi. Il PIL mostra infatti un calo del (more…)
L’ITALIA DEL SI, L’ITALIA DEL NO, L’ITALIA DEL FORSE
10 settembre 2012E’ veramente cosi questo Paese? Il Paese delle contraddizioni? Lo Stato che disse “No al Nucleare”, ma nello stesso tempo compra energia di provenienza nucleare dalla Francia. Se (more…)
MERCATI, SPREAD E UE: LA SITUAZIONE DOPO LE PAROLE DI DRAGHI E MONTI
23 agosto 2012I mercati hanno accolto come una resa le parole del presidente della Bce Mario Draghi. Una resa ai falchi, al presidente della Bundesbank Jens Weidmann, ai rigoristi nordeuropei che tracciano i confini degli interventi che la Bce può permettersi di fare. In conferenza stampa, Draghi ha (more…)
IL BUIO OLTRE LO SPREAD
26 luglio 2012di Ciuenlai
E’ l’effetto del pensiero unico. Hanno applicato il rigore a mani basse, spacciandolo come unico rimedio e adesso si accorgono di aver sprecato per niente un fiume di denaro, di aver depresso l’economia e di aver messo in serio pericolo il futuro di questo paese (noi “disfattisti” l’avevamo detto, loro “illuminati” purtroppo l’hanno fatto). Non sanno più cosa fare. Vivono con il terrore di dover continuare su questa strada, di dover chiedere sacrifici molto più pesanti di quelli già fatti. Vivono con il terrore che tutto questo possa spazzarli via a “furor di popolo”. E’ per questo che parlano di elezioni anticipate (tra otto mesi può essere tardi); è per questo che sono impegnati a cercare una legge elettorale fatta su misura. Per garantirsi la riconferma prima che venga giù il diluvio. Mai come in questi giorni si misura il fallimento della classe dirigente tecnica e politica della seconda repubblica. Una classe dirigente che invece di darsi da fare per trovare valide alternative a questo stillicidio (alternative che esistono e che non si conoscono bene perché messe a tacere dalla stampa e dai media del pensiero unico) tira a campare. Per la serie “finchè dura c’è verdura”. E quando finisce?
CRISI. GIRLANDA: NAPOLITANO MOSTRI COERENZA E CONVOCHI MONTI
23 luglio 2012“A seguito dell’andamento dello spread e del calo della borsa, credo che a breve il Presidente Napolitano debba convocare Mario Monti per conoscere le sue intenzioni per il prossimo futuro, (more…)
I dolori del giovane Euro, lo spread ed il futuro delle famiglie italiane
6 luglio 2012Intervista a Stefania Verruso Segretaria regionale La Destra
di Francesco La Rosa
Stefania, prima di entrare nel core business della nostra conversazione puoi raccontarci in sintesi la nascita de La Destra? E la storia di Storace che ha voluto andare alle elezioni da solo.
La Destra è nata prima del Pdl, nel 2007, era una corrente (destra sociale) all’interno di An in dissenso con Fini.
Ma perché ha preferito andare da solo? (more…)
Germania, “l’euro e l’oro dei nibelunghi”, rinasce Sigfrido?
14 giugno 2012di Giuseppe Vullo
L’altro giorno mio figlio che voleva chiedere un prestito od un mutuo e mi ha detto: papà se non mi fai da garante le banche non mi prestano i soldi. In conseguenza di questo aneddoto di economia familiare,vorrei tentare di fare una riflessione generale, da comune cittadino, della difficile situazione dell’euro e la pericolosa involuzione dell’Europa! (more…)
LA PROPRIETA’ INVARIANTIVA DELLA DESTRA
14 aprile 2012Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. La famosa Proprietà invariantiva sembra scritta proprio per l’attuale situazione politica italiana. Vediamo :
1) Lo spread è tornato vicino a quota 400
2) La borsa va a picco
3) La produzione industriale sta crollando
4) I prezzi di tutto salgono alle stelle
5) Gli stipendi perdono potere d’acquisto a vista d’occhio
6) L’occupazione è ai minimi storici
7) Le tasse sono arrivate a mangiarsi quasi il 50% del reddito
Il tutto dopo aver perso le pensioni, le tutele sul lavoro e avere “incassato” una “paccata” di cose da pagare.
Domanda : Per molto meno abbiamo cacciato Berlusconi e Tremonti, perché per molto più ci dobbiamo tenere Monti e la Fornero?
Ciuenlai
DUE MONDI, DUE EUROPE, DUE ITALIE
9 marzo 2012di Ciuenlai
La propaganda parla di pericolo scampato e di problema risolto. In parte è vero. Il Governo Monti sta portando a termine il compito che i suoi mandanti gli hanno assegnato. Quello di risanare la situazione finanziaria. Infatti lo spread scende e la borsa sale. Per i “principali” del Governo tecnico la ripresa è già iniziata. Loro stanno tornando a riempirsi il portafoglio con le loro speculazioni. Oggi i giornali raccontano delle povere banche che, per salvare il mondo, hanno rinunciato al 75% del debito della Grecia. Mica vero! Lo hanno fatto perché in questi anni con una serie di operazioni legate alle assicurazioni, alle vendite allo scoperto e altre alchimie, si sono fatti “tondi” sulle spalle dei greci. Perdite? No guadagni! La propaganda però non racconta l’altra parte, quella nostra, quella della gente comune e delle famiglie. Per risanare i “loro” conti i “finanzieri” hanno agito sul “nostro” portafoglio. Il prodotto interno lordo è calato dell’1% nell’ultimo trimestre, il potere di acquisto degli gli stipendi è diminuito, durante la crisi, di circa il 25%, tutte le tasse e le tariffe sono aumentate o stanno per aumentare, la spesa è più cara di un 5/10%, la disoccupazione è a livelli record, la cassa integrazione (che vogliono eliminare) è cresciuta del 50% in un solo mese, perché centinaia di aziende sono in crisi o chiudono. Questa è la situazione dell’economia reale, la nostra situazione. E non è un caso che il capo della Bce, il nostro amato Draghi, parli di ripresa lenta nel 2012. E come ci può essere ripresa dell’economia reale se la quantità di ricchezza in mano al famoso 90% diminuisce a vista d’occhio? Chi compra se non ci sono soldi da spendere? E come faranno a resistere quelli che vendono o fanno i prodotti da vendere se quelli che devono comprare non possono farlo? La verità è che la grande operazione di ristrutturazione sociale è arrivata quasi alla fine. D’ora in poi ci saranno due mondi, due Europe, due Italie. Quella dei ricchi,sempre più ricchi, il cui mercato crescerà e quella degli altri, sempre più poveri la cui condizione peggiorerà e di brutto. E’ forse un caso che la Fiat pensi di costruire Suv, di depotenziare gli stabilimenti per le utilitarie e di chiudere quelle per gli autobus?
CARO MONTI …QUANT’E’ BELLA RECESSIONE…..
16 febbraio 2012di Ciuenlai
Monti va a Strasburgo e tra gli applausi di banchieri, finanziari e colleghi della Ue. annuncia “Stiamo uscendo dal cono d’ ombra”. Lo ha detto confortato dagli strepitosi, che dico… impressionanti, dati dell’economia italiana :
1) Nell’ultimo trimestre il Pil è diminuito dello 0,7% (notizia rigorosamente relegata e nascosta da tutti i giornali nelle pagine interne, in prima c’è Celentano, vuoi mettere?). Le previsioni di un calo di circa il 2% nel 2012 sono state confermate; N. B. – L’Italia è l’unico paese in recessione tra le principali nazioni europee;
2) Il debito pubblico è aumentato di 55 miliardi;
3) Lo spread è tornato a salire verso i 400 punti.
Lui ha annunciato che non ci sarà una manovra correttiva (correttiva di che? Di quella che ha fatto due giorni fa?). Si accontenterà di quella da 50 miliardi che, per effetto dei suoi accordi capestro, saremo costretti ad “onorare” e pagare ogni anno, per 20 anni.
E’ un film che a Bruxelles hanno già girato, un film che si chiama Grecia. Il remake si chiamerà Italia? Sarà per questo che Bersani si è affrettato a esprimere sostegno verso quella nazione. Dice che si sta allenando a solidarizzare con l’Italia.
P.S. Ah la poesia, riveduta e corretta da Monti, dice che fa così :
Quant’è bella recessione,
Che non fugge per la via!
Chi vuol esser Grecia, sia:
Dello spread non v’è certezza
IL CURATORE FALLIMENTARE: CHE NOIA IL POSTO FISSO!
5 febbraio 2012Non so quante persone hanno avuto il dispiacere di ascoltare il curatore fallimentare Monti, l’altra sera al TG5. La conduttrice ad un certo punto dell’ intervista ha chiesto se per far fronte al debito nazionale non era il caso di prendere in considerazione la vendita dei beni immobili che il nostro Stato ha, e lui, prontamente ha risposto che non è una priorità del governo la vendita dei beni immobili, ma bisogna prendere i soldi dalle tasche della gente! Perché? Forse perché i suoi amici speculatori non sono ancora pronti ad acquistare le nostre caserme dismesse, ora che ancora hanno un valore? O forse perché per paura che i suoi amici speculatori spendono troppi soldi per acquistarle ora, e quindi si aspetta che i beni, che non godono di alcuna manutenzione, cadano a pezzi per poterli poi regalare agli speculatori? Il nostro Stato è proprietario di beni immobili per un valore di circa 1.500 miliardi di euro, che, se messi in vendita coprirebbero il 95% del debito pubblico, ma da parte dei nostri politicastri, TUTTI, non c’è alcuna intenzione di riportare l’ Italia ad essere un Paese che ha rispetto del suo popolo!
Sul tema del lavoro ha detto che il posto fisso non esiste più, per i giovani italiani, che il posto fisso è noioso! Non mi pare che lui si annoi con 75000 euro al mese, e con un posto fisso di senatore a vita (oltre ad altri incarichi presso la Goldman Sachs, l’ università, ecc) a carico di quei cittadini che pagano le tasse! E come lui tutti i suoi amici politicastri. Pensate che abbiamo “mangiapane a tradimento” che siedono sugli scranni di Montecitorio dal 1946! Gente che nella vita non ha mai mosso un dito per guadagnarsi il pane quotidiano! Per loro c’ è il posto fisso? La figlia del ministro Fornero ha due incarichi, a posto fisso, presso due università! Questa è la ricetta cresci Italia? E non basta! Si sta già prenotando per il dopo 2013! Infatti quando la conduttrice del TG5 gli ha chiesto di spiegare come mai lo spread rimane alto, gli interessi sui BOT restano alti, lui ha candidamente risposto che gli investitori premiano l’ Italia solo a breve termine, perché c’ è lui al governo, mentre per dopo il 2013, non essendo certo chi governerà il nostro Paese, gli investitori, o speculatori stranieri, non si fidano. Si fiderebbero se fosse certa la sua permanenza al governo! Come dire:” oh come sono bravo! Ho alleggerito le tasche della povera gente e voglio continuare a farlo anche dopo il 2013 perché la culona teutonica e il nano francese mi hanno detto di continuare cosi!”
Ma allora signor Monti, il posto fisso esiste o no? Perché se per lei e si suoi amici politicastri esiste, non ha mantenuto fede alla sua promessa di essere a capo di un governo che vuole fare dell’ equità la sua bandiera; ma a questa promessa già non ha tenuto fede in occasione delle sue manovre assassine, quindi non mi aspetto alcun chiarimento in merito alla domanda.
Giovanni Verrecchia – Imprenditore – San Remo
NOTIZIE DALLA CRISI 3 – LA CRESCITA… DEI PAGAMENTI, IL MERCATO DEGLI SCHIAVI E I CASINI DI CASINI
28 dicembre 2011di Ciuenlai
Promemoria per il Pd 1 – Oggi parte la fase 2. Si parla di aumento delle tariffe autostradali, di rendite catastali vicine ai prezzi di mercato e di prestito forzoso (una roba da 400 miliardi sulle spalle dei contribuenti). Dice che sono provvedimenti per la crescita (?). Alla domanda “E di che?” il portavoce del Governo avrebbe risposto “dei pagamenti da fare”.
Promemoria per il Pd 2 – Dunque la fase 1 d’inverno è stata aumento dell’irpef, dell’iva, dell’Imu e fine delle pensioni, la fase due di primavera sarà ritocco delle tariffe, delle tasse sulla casa e azzeramento dei pochi risparmi rimasti. Nella fase tre d’estate non avendo più niente da aumentare, non avendo più niente da tassare, non avendo più niente da incassare, si sta studiando di passare subito al pignoramento dei mobili. Infine la fase 4 d’autunno pare prevede, finalmente e dopo tanti sacrifici, la riapertura del mercato del lavoro. I sopravvissuti in buone condizioni alle tre fasi precedenti, verranno venduti in piazza e nei mercatini rionali come schiavi, per abbassare lo spread.
Promemoria per il Pd 3 – Casini attacca Berlusconi “Chi ha creato il problema non può essere la soluzione. Giusto! E visto che lui ha fatto pappa e ciccia con il nano dal 1994 al 2008, anche lui fa parte del problema e non è la soluzione.
Commento di Leonella Filippucci
Attualmente nessuno del “transatlantico” è la soluzione….. per il promemoria n.2 si constata la legge di sopravvivenza…non tutti ma solo il più forte
Commento di : Stelio Bonsegna
Caro Ciuenlai, il problema di Berlusconi era solo quello di essere al Governo, quindi inviso alla Sinistra, come il fumo negli occhi, da quando rovinò quel famoso giocattolino da guerra di occhettiana memoria. Danni non ne ha fatti, anzi, il Governo attuale gioca con i risparmi fatti dal suo Governo. La crisi andava affrontata civilmente, come in tutti gli altri stati Europei, mentre in Italia, le opposizioni hanno approfittato per mettersi in vista ideologicamente, ma senza progetti. Non guardiamo poi il tradimento all’interno del PDL, come d’altronde cova anche nell’opposizione. Il risultato è stato: Ognuno per se. Dio per tutti.
Il Debito lasciatoci in eredità dai vecchi governanti, dobbiamo risolverlo con i nostri mezzi, uscendo dall’euro ghigliottina, che ci ha impoveriti all’inverosimile. Ma sopratutto, mandare a casa Monti, prima che faccia dell’Italia, terra bruciata.
Sovranità europeista e tritacarne degli spread
17 dicembre 2011C’è vita (politica) sotto le macerie degli spread. In giro per l’Europa ci sono segnali confortanti, non allineati con i canoni più elementari, che tanto successo hanno in casa nostra. François Hollande, che la primavera prossima contenderà l’Eliseo a Nicolas Sarkozy, ha detto che i tedeschi se la possono scordare l’ipotesi di far controllare la disciplina di bilancio alla Corte di giustizia europea, perché una cosa è essere tenuti all’armonizzazione delle politiche fiscali, altra l’essere denunciati, e doverne rispondere a un giudice, per scelte politiche prese con metodo democratico. Detto in modo più generale: va bene cedere sovranità nazionale verso istituzioni europee che abbiano l’eguale base di legittimità, vale a dire siano frutto della volontà popolare, non va affatto bene, invece, rinunciarci a favore di quale che sia magistratura o burocrazia. Il socialista Hollande ha ragione, ed è il tema politico dell’Europa futura. Da noi sembra che esistano solo due opzioni: o tutti uniti nell’ottemperare ai dettami europei, delegandone l’attuazione ai tecnici, quindi ammettendo il commissariamento della politica e, con questa, della democrazia; oppure scatenarsi in un moto reazionario e antieuropeo, che abbia nella moneta unica il suo bersaglio ideale. Alternativa d’impareggiabile povertà culturale, oltre che politica. Dilemma che, oltre tutto, si risolve a tutto favore della prima opzione, che ha il difetto di caricare come una molla la rabbia sociale, senza disporre di alcuno strumento per governarne l’eventuale scatto. Oramai tutti hanno imparato che la Bce deve diventare “prestatore di ultima istanza”, talché lo sento ripetere a pappagallo da chiunque voglia darsi l’aria d’aver capito cosa significa. Ma dietro la formuletta di rito c’è un problema politico: come all’interno di uno Stato la spesa pubblica (ed il debito che ne consegue) ridistribuisce reddito, così avverrebbe all’interno dell’Unione. La redistribuzione, possibilmente coniugata con la produzione, altrimenti genera burocrazia e miseria, è scelta politica, presuppone il chi, il cosa e il dove si guadagna e il chi, il cosa e il dove ci si rimette. Chi, in Europa, può praticare queste scelte? La risposta, oggi, è: nessuno.
Se si vuole uscire dalla trappola logica, che ha dato vita al tritacarne degli spread, si deve andare verso una maggiore integrazione, quindi verso maggiore cessione di sovranità, ma anche verso maggiore democrazia, quindi maggiore politica europea. In Germania non c’è solo l’incapacità e la pochezza di Angela Merkel, ci sono anche voci autorevoli, come quelle dei due Helmut, Schmidt e Kohl, che ne condannano le scelte. In Francia non c’è solo l’imperizia di Sarkozy (a proposito, visto che, secondo lui, detto in pubblico, la Merkel “nous fout le bordel”, perché non se ne chiede la destituzione e non lo si radia dai consessi civili, come si fece con chi, in privato, si è espresso poco opportunamente sulle terga della citata?), c’è anche l’europeismo di Jacques Delors e il pragmatismo di Jean-Claude Trichet. In Inghilterra il sindacato ha scioperato contro la riforma delle pensioni, ma i laburisti (che sono opposizione, di sinistra) non li hanno seguiti, ben consapevoli, come il governo, che lo stato sociale del passato non ce lo si può più permettere. Insomma, c’è vita (politica), ci sono idee e, grazie al cielo, ci sono interessi che si contrastano. L’Italia è la settima potenza economica mondiale. Abbiamo colpe verso noi stessi (alto debito pubblico e bassa crescita) e abbiamo sempre, demenzialmente, guardato all’Unione come a un vincolo, anziché come a un’opportunità. Ma la nostra forza ci consegna anche responsabilità e limitarci ad obbedire agli ordini senza interloquire, con autorevolezza e determinazione, nelle scelte ci rende complici di chi sbaglia. Trovo impressionante che la Camera dei Deputati abbia trionfalmente approvato (464 voti a favore e 11 astenuti) la modifica costituzionale che scolpisce nel marmo il pareggio di bilancio, impegnandosi ad un via libera definitivo entro il febbraio 2012, dimenticando che:
a) tale vincolo c’era già (articolo 81);
b) già nella legislatura 1992-’94 si corse al suicidio politico, facendosi imporre l’agenda da fuori.
La settima potenza economica non si fa dettare i compiti e corre a farli. Almeno chiede un consiglio di classe e, dentro quello, cerca le sponde per fare politica, per far valere i propri interessi, per non umiliare quelli europei. Così, come se fossimo ancora padroni della nostra storia
Davide Giacalone
Tulipano del 600: dallo sprint allo spread
24 novembre 2011di Costanza Bondi
In quel del Seicento, la Borsa nacque ad Amsterdam, la città che all’epoca poteva fregiarsi del titolo di capitale mondiale dell’economia. Ricchezza, commerci e affari brulicavano nella Repubblica olandese, stato libero e indipendente che grazie alla propria politica di tolleranza religiosa aveva attirato commercianti dai più reconditi del sistema economico europeo del tempo. E proprio in questa repubblica, precisamente e non a caso a Bruges (allora città dei Paesi bassi meridionali, corrispondente all’attuale Belgio), nacque la prima casa di contrattazione, nella quale si potevano eseguire transazioni per mezzo di quelli che oggi chiamiamo mediatori finanziari. Edificio questo che, tramite la translitterazione dovuta alla pronuncia alla francese della città di Bruges, fu denominato BOURSES, da cui l’odierna Borsa italiana. Altra istituzione fondamentale di tale fiorente andamento economico fu la creazione nel 1602 della Compagnia Olandese delle Indie Orientali la quale, oltre a detenere il monopolio delle spezie nei commerci con l’Estremo Oriente, godeva di un’autonomia tale che poteva persino battere moneta. Sta di fatto che l’ambasciatore in terra ottomana dell’allora imperatore Ferdinando I d’Asburgo iniziò ad importare i cosiddetti “turbanti”dall’Oriente, ciò che noi oggi chiamiamo tulipani e il cui nome deriva appunto dalla forma che ne assumono i petali, una volta sbocciato il fiore. Tale Carolus Clusius – botanico francese naturalizzato olandese – fu invece colui che per primo ne iniziò a coltivare i bulbi e a crearne varietà sempre nuove. E qui veniamo al dunque. Col meccanismo della domanda/offerta in cui la prima surclassava di gran lunga la seconda, il mercato dei tulipani aumentò in modo considerevole e al contempo sconsiderato. Posto che un capo di bovino a inizio ‘600 poteva avere un valore che oscillava tra i 100 e i 130 fiorini e che uno stipendio medio era sufficiente appena per acquistarlo, una partita di un centinaio di tulipani in bulbi fu comprata ad Amsterdam per la “modica” cifra di 90.000 fiorini. Correva l’anno 1637. La domanda dei tulipani continuava a crescere, ma non di pari passo con l’offerta, per cui nacque il primo commercio speculativo legalizzato. Cosciente che siffatto giro speculativo non potesse rimanere redditizio a lungo, qualcuno tra i più accorti cominciò a vendere i tulipani e relativi bulbi in proprio possesso. Altri seguirono in breve l’esempio. Poi, altri ancora. E quindi i prezzi dei tulipani iniziarono a calare perché – come si sa – nell’aleatorio gioco di borsa sono il “sentore” e la “percezione” che contano. Perciò tutti, percependo che il tulipano non fosse più un prodotto desiderabile da acquistare, si misero a venderlo ad un costo sempre più basso e sicuramente di gran lunga inferiore a quanto l’avevano pagato. Panico e sconforto ridussero all’osso quella che fino a pochi anni prima era la più fiorente entità commerciale che il mondo avesse mai conosciuto prima: l’economia olandese dette il primo esempio nella storia di “bolla speculativa”. Quel fenomeno cioè che ancora oggi si ha quando i prezzi di un bene subiscono un aumento considerevole, in conseguenza di un’impennata della relativa domanda, repentina e limitata nel tempo: crescita questa che si perpetua solo fin quando chi investe “percepisce” che è arrivato il momento in cui il prezzo del bene ha smisuratamente superato il proprio valore, così da renderne ingiustificato ogni altro acquisto. E scoppia la “bolla”. Abbiamo quindi descritto un chiaro esempio di come “historia magistra vitae” sia ancora in cerca di scolari…
LA CRISI E L’ORDINE NUOVO DEL NUOVO REICH
10 novembre 2011di Ciuenlai