Posts Tagged ‘storici’

Alla scoperta dei borghi storici di Perugia: Il lebbrosario di Collestrada

25 luglio 2015
l'antico ospedale dei lebbrosi poi ricostruito  nel XVI secolo dall'Ospedale della Misericordia e oggi conosciuto come "Ospedalone di San Francesco"

l’antico ospedale dei lebbrosi poi ricostruito nel XVI secolo dall’Ospedale della Misericordia e oggi conosciuto come “Ospedalone di San Francesco”

Il lebbrosario di Colle venne fondato dal Comune di Perugia  probabilmente  dopo il 1209, anno dell’acquisizione del territorio suddetto da parte di Perugia che lo aveva ottenuto da Assisi, ma prima del 1216, anno in cui  evidentemente già esisteva, almeno in parte, visto che è nota la vicenda per cui vi si sarebbe fermato a pernottare Francesco nel suo viaggio di ritorno da Perugia dove aveva incontrato Onorio III per la concessione dell’indulgenza della Porziuncola, meglio conosciuta come il Perdono di Assisi.  A tutt’oggi  i primi sicuri riferimenti documentari sembrano essere quelli relativi al priore, forse il primo avuto dall’ospedale, provenienti rispettivamente da un documento dell’archivio capitolare perugino del 1224 e da un altro del monastero di Sassovivo della primavera del 1228. Dopo questa data, le pur scarne tracce della sua esistenza si susseguono con una certa parvenza di rarefatta regolarità, sebbene sia assolutamente evidente la totale assenza di un qualsivoglia archivio a lui riconducibile, che pure doveva essere esistito. Fortunatamente, sopperisce in parte l’ente patrocinatore, ovvero lo stesso Comune, ed è tra i documenti di sua pertinenza che qua e là, tra una rubrica statutaria e una delibera consiliare, un fascicolo contabile e una lettera pontificia, emergono pochi ma importanti lacerti a cominciare proprio dalla normativa che il Comune dedica espressamente all’ hospitale de Colle nel 1279. Nel corpus statutario è infatti ricompresa, la rubrica n. 416 dall’eloquente intitolazione: «Qualiter potestas et capitaneus teneantur manutenere et defendere res et bona leprosorum de hospitali de Colle». (more…)

Agello di Magione, domenica 6 novembre riapre al culto la chiesa di San Donato

2 novembre 2011

Chiesa di San Donato

Riapre al culto domenica 6 novembre con una festosa cerimonia che avrà inizio alle ore 16 con la presenza dell’Arcivescovo di Perugia, monsignor Gualtiero Bassetti, del Ministro  Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, Agnone padre Colaceli e del Sindaco di Magione Massimo Alunni Proietti, la Chiesa di San Donato in Agello, dichiarata con decreto della Soprintendenza dell’Umbria nel dicembre 2008  “edificio di interesse culturale  per i suo profilo storico, ambientale ed architettonico oltre alle ricche decorazioni interne”. I lavori di restauro, diretti dall’architetto Cristina Passeri e dall’ingegnere Mauro Cruccolini, hanno interessato la parte interna dell’edificio e sono stati finanziati con i fondi messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana e con le offerte degli abitanti di Agello. Sono in corso delle pratiche per ottenere un  contributo da parte della Soprintendenza. Nel 2006 l’allora parroco Giuliano Governatori, prematuramente scomparso, aveva iniziato  le pratiche burocratiche per accedere ai fondi previsti attività proseguita dal nuovo parroco, padre Francesco Ciaffoloni, che ha completato l’iter permettendo l’inizio del restauro  e seguendo personalmente i lavori. Alcuni artigiani e volontari di Agello hanno risistemato le parti in legno della chiesa (porte, panche e l’antico ambone), mentre il restauratore Nicola Panichi ha provveduto ai lavori di tinteggiatura e di sistemazione degli affreschi sotto il vigile controllo della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria.

Interno Chiesa di San Donato

Dopo i lavori di restauro interni rimane da sistemare  il sagrato e la piazza circostante, questa parte di  lavori verranno eseguiti entro i primi mesi del prossimo anno  sulla base dell’accordo tra la Parrocchia di Agello ed il Comune di Magione; la Croce posta sul sagrato verrà restaurata e  riposizionata su un nuovo piedistallo a cura della Pro Loco e della famiglia Prelati Ruggero. La Chiesa di San Donato, eretta fuori del paese,  ha un notevole valore storico ed artistico. Il suo impianto originario è certamente precedente al 1115 come si può dedurre in un documento dell’8 febbraio di quest’anno in cui Papa Pasquale II,  nel confermare “all’Abate del Monastero di San Pietro di Perugia i beni, i privilegi e le chiese già concessi ai suoi antecessori”, cita la chiesa di San Donato unitamente a ciò che il Monastero possedeva in Agello S.Donato rimane sotto la giurisdizione del Monastero fino al 1859, anno in cui fu ingrandita e restaurata dal Santini. Da quella data, fino al secondo dopoguerra, è sede di una  delle due parrocchie del paese con un proprio parroco nominato dalla Diocesi di Perugia. Per gli abitanti di Agello,  colpiti anche dal terremoto del dicembre del 2009, la riapertura al culto della chiesa rappresenta un momento di grande festa  anche in preparazione alle Feste Giubilari del S.S. Crocifisso che si terranno nel mese di giugno 2012.

Paciano, Il museo “Don Aldo Rossi”: la collezione

4 dicembre 2010

A cura dell’Assessorato alla Cultura Comune di Paciano

Scheda sul museo di Alessandra TiroliSoprintendenza ai Beni Storici ed Artistici dell’Umbria

Crocifissione

Il museo odierno, sezione di Paciano del sistema Museo diffuso dell’archidiocesi di Perugia- Città della Pieve, cofinanziato dai lasciti di don Aldo Rossi, dalla comunità parrocchiale di sala della confraternita del Santissimo Sacramento dove Francesco da Castel della Pieve, pittore proveniente dalla stessa città di Pietro Vannucci detto il Perugino, nel 1452 affrescò una grandiosa Crocifissione dietro commissione del priore Andrea di Giovanni Paciano e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, nasce, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici dell’Umbria, dalla volontà di valorizzare e conservare pezzi  e memorie del passato della comunità, così come già ideato da don Aldo Rossi nel 1994. La raccolta è ubicata infatti negli stessi luoghi, ovvero nella sala della confraternita del Santissimo Sacramento dove Francesco da Castel della Pieve, pittore proveniente dalla stessa città di Pietro Vannucci detto il Perugino, nel 1452 affrescò una grandiosa Crocifissione dietro commissione del priore Andrea di Giovanni. Poco più tardi, in una parete laterale, un pittore locale vi affrescò un’Annunciazione, tuttora visibile anche se rovinata. Nella grande sala confraternale sono stati collocati alcuni tra i più importanti dipinti che Paciano tuttora conserva: la Madonna del davanzale assegnata a Bernardino di Mariotto (fine XV secolo), una tela ad olio con Annunciazione della prima metà del Seicento, due pregevoli tele dell’ordine dei serviti del XVII secolo (Madonna addolorata e Madonna col Bambino e santi); una terza, sempre del Seicento, con santi domenicani (tutte provenienti dal convento di Sant’Antonio), e due dipinti raffiguranti Santa Lucia. Una piccola sezione è dedicata al pacianese Antonio Castelletti (1764-1840) con i Misteri, opera giovanile connessa alla tela della Madonna del Rosario, conservata nella parrocchiale, e il processionale Gonfalone di Santa Bonosa, compatrona di Paciano. Chiude la sezione la ricostruzione del polittico di Antonio e Giovanni Sparapane, di cui si conservano due laterali raffiguranti Santa Mustiola e San Pietro apostolo (1475-78).

Lo spazio espositivo oggi si arricchisce di altri spazi e della chiesa di San Giuseppe,

Madonna delle Grazie

recentemente restaurati e destinati al nuovo uso. Subito dopo l’ingresso della chiesa, chiamata anche Santa Maria della Concezione e “chiesa dentro”, nella cappella della Concezione, per la quale venne realizzato, si trova, entro la mostra in stucco a rilievo dipinto e dorato, il Gonfalone della Madonna delle Grazie realizzato attorno al 1470 dalla bottega  di Benedetto Bonfigli. Lungo la navata, dove nel 2000 sono riemersi una serie di affreschi votivi risalenti al XV secolo (due recano la data 1444 e 1449) raffiguranti santi e Maestà, sono alcune statue lignee (San Giuseppe, vestito, del XVII secolo; due Addolorate una del XVII e una del XVIII e una Vergine del Rosario, con capelli veri, del XVII secolo, una Natività, della fine del XVIII secolo) e un Gesù bambino detto dell’Aracoeli in cera dipinta. In alto, al di sopra dell’altare, nella sua antica collocazione è la Crocifissione di scuola bolognese della metà del XVIII secolo.

All’interno dello spazio presbiteriale dominato dalla deliziosa cantoria e inquadrato dalle due colonne neoclassiche, oltre alcuni rilievi del XVII e XVIII secolo (Angelo, Ecce Homo, Testa di Cristo e Immacolata) e la statua di San Giuseppe, posta nella nicchia sull’altare, sono una serie di espositori nei quali sono collocati pregevoli arredi ecclesiastici del XVI-XVIII secolo: croci; ostensori; calici; pissidi; servizi da mensa, da aspersione e da incenso; reliquiari; tabernacoli; carteglorie, candelabri e candelieri. Tra i calici si segnalano reperti di grande valore come quello datato 1591 ed altri due esemplari del XVI secolo. E’ qui collocata, nello spazio che l’ha sempre ospitata, la tela di Francesco Appiani (1704-1792) raffigurante lo Sposalizio della Vergine. Oltrepassate le tabelle confraternali si sale al piano ammezzato dove sono la saletta dei reperti archeologici, rinvenuti  dopo la seconda guerra mondiale nei pressi dell’area archeologica di Fonteboccio. Nella stanza adiacente trovano posto alcuni tra i paramenti sacri più significativi del territorio, per importanza ed antichità. Una piccola apertura introduce all’interno del vecchio campanile  ed ancora nella cantoria, dove si conserva un pregevole organo di Adamo Rossi datato 1795.