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Termovalorizzatore: a Terni vince il partito del NO?

28 febbraio 2012

LETTERA A GOODMORNINGUMBRIA

Apprendo che il “partito del no” composto da Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione comunista e Italia dei Valori hanno consegnato al Sindaco Di Girolamo una petizione popolare contro la riattivazione del termovalorizzatore. Auspico che sul tema dello smaltimento rifiuti nella nostra città non prevalga l’approccio di chi, sfruttando la cattiva informazione, vuole dire no a qualsiasi opzione, come avvenuto in Regione sull’ipotesi di bruciare i rifiuti nei cementifici. Così come per altri grandi temi, come ad esempio l’approviggionamento energetico, il “partito del no” si oppone a delle scelte senza proporre un modello alternativo realizzabile in tempi certi.

Matteo Bressan –  Presidente Club della Libertà di Terni Italia Libera

Termovalorizzazione dei rifiuti , la Regione risponde picche… si fa l’inceneritore

7 febbraio 2012

La bocciatura della mozione di PDL e Lega che chiedeva di approfondire la questione della termovalorizzazione dei rifiuti nei cementifici è la dimostrazione che la maggioranza in Regione risente dei tabù e dei pregiudizi della sinistra più radicale che ha fatto di questo argomento una bandiera ideologica. Pur di non far saltare in aria la coalizione si sceglie la strada di evitare il confronto e andare a costruire un nuovo inceneritore che porterà maggiori costi e maggiore impatto ambientale oltre ad un prevedibile scontro sociale molto forte. Altre Regioni – anche la Puglia di Vendola – stanno scegliendo i cementifici come forma di smaltimento e lo fanno perché hanno spiegato alla popolazione i vantaggi economici e ambientali. Qui ancora si continuano a fare scelte che porteranno ad un pericolosissimo slittamento dei tempi di attuazione del piano e quindi ad un rapido riempimento delle discariche umbre che sono state già ampliate in barba a quanto si dice sulla pericolosità dello smaltimento in discarica. Dopo la giornata di oggi siamo ancora più preoccupati perché il sistema umbro sta andando totalmente fuori controllo e pone la nostra Regione tra quelle a rischio emergenza. Ma tant’è, l’importante è tenere insieme la maggioranza non risolvere i problemi dell’Umbria, quelli possono essere tranquillamente rinviati a data da destinarsi come nella migliore tradizione della vecchia politica.

Raffaele Nevi – Presidente Gruppo PDL Regione Umbria

 

UMBRIA, LA SINISTRA DA INCENERIRE

1 aprile 2011

di Ciuenlai

Se ci sono interessi e logiche di potere dietro alla scelta di gran parte del Pd e dei socialisti di realizzare (con una certa fretta) un termovalorizzatore a Perugia (più precisamente a San Sisto), io non posso, non voglio e non mi sento di dirlo. Ma questa vicenda più che ad accuse di questo genere, si presta ad una rigorosa e necessaria analisi politica. Nei litigi del centrosinistra c’è, da un po’ di tempo, un intruso che si chiama Udc. Gli uomini di Casini e della Binetti non perdono occasione per proporsi come “alternativa” alla sinistra nei governi locali. Fallito il laboratorio “Puglia”, c’è chi dice che sarebbe proprio l’Umbria la regione scelta da D’Alema, per riproporre l’esperimento. I fatti paiono dare ragione a questa ipotesi. Granocchia lascia la Giunta Provinciale di Perugia e l’Udc chiede l’apertura di una “fase nuova”che prevede di mettere il Prc fuori dalla porta. In Regione Idv e Prc lasciano l’aula sul collegato al bilancio per la vicenda rifiuti e loro si precipitano a votare a favore. Insomma si vogliono creare dei precedenti. Cambiare maggioranza oggi non è possibile. Bisognava farlo prima delle elezioni del 2009. Adesso, numeri alla mano, una decisione del genere metterebbe in crisi quasi tutte le amministrazioni locali. E allora a che servono queste manovre? A dare un segnale. Attenti signori; un’altra maggioranza (domani) è possibile. Quindi, “cara sinistra adeguati o rischi di essere sostituita dal centro o addirittura dal terzo polo”. Non vi meravigliate perché per vincere, numeri alla mano, al Pd la sola Udc non basta. Attualmente tutti i sondaggi segnalano che la sinistra (Prc – Pdci – Sel – Idv e altri cespugli) ha in Umbria un potenziale attorno al 25%. Con candidati alternativi potrebbe anche valere di più. E questo significherebbe rischi e ballottaggi “fratricidi” in parecchie realtà. Per questa ragione anche al Pd non conviene tanto tirare la corda, come ha intelligentemente fatto e capito la Presidente Marini. Il tappo potrebbero farlo saltare, prima del tempo, anche gli altri. Perché i colpi di mano sull’inceneritore e il permanere di altri dissidi non possono certo durare, senza conseguenze, tutta una legislatura.

La raccolta differenziata è la foglia di fico dietro cui si nasconde l’inceneritore?

8 novembre 2010

riceviamo da Movimento Perugia Civica e volentieri pubblichiamo

Dopo l’incontro pubblico di Ponte Valleceppi (29 ottobre), in cui per la prima volta ben quattordici associazioni, movimenti e comitati costituitisi in “Cittadini in Rete” si sono trovati insieme per esprimere un’opinione civica sul tema dell’inceneritore, la rete si va rafforzando e dotando di strumenti organizzativi e di comunicazione. Di tale rete, Perugia Civica si sente forza propulsiva e in essa investe le sue energie e il suo impegno.

L’incontro di P. Valleceppi è stata anche la prima volta che ha visto qualcuno portare  tra la cittadinanza delle informazioni tecnico/scientifiche sul tema dei rifiuti e sui problemi e rischi che pone l’ipotesi di incenerimento. Non lo ha fatto la Regione al momento di concepire il Piano regionale dei rifiuti, non lo ha fatto il Comune al momento di varare il piano per la raccolta differenziata porta a porta.

Per questo, ci colpisce che l’assessore Pesaresi, sia nell’assemblea di P. Valleceppi, sia nelle assemblee che organizza nei quartieri, abbia sempre evitato di nominare l’inceneritore, sia pure sotto il nome di termovalorizzatore. Solo negli interventi sui giornali o sui siti, l’assessore ha dichiarato che “il trattamento termico dei rifiuti non sarà mai sostitutivo della raccolta differenziata ma complementare e indispensabile” (Corriere dell’Umbria del 12 agosto, pag. 14) e lo ha dichiarato  prima ancora di aver messo a regime la prima parte della raccolta porta a porta, quella che interessa solo alcuni quartieri minori e poco popolosi della città.

Eppure, dell’inceneritore non si parla né nelle Linee programmatiche della Giunta Boccali, né in alcun atto ufficiale della Giunta o del Consiglio comunale: non c’è mai stato confronto pubblico su questo tema a Perugia.

Allora, o l’assessore parla a titolo personale, o c’è una volontà precisa di andare verso l’inceneritore senza sentire né i cittadini, né i loro rappresentanti, né le associazioni che propongono soluzioni alternative per la chiusura del ciclo della gestione dei rifiuti. E allora, la raccolta differenziata potrebbe essere solo la foglia di fico dietro cui si nasconde l’inceneritore.

La questione dell’inceneritore fa affiorare, con grande evidenza, il problema della mancata trasparenza e della partecipazione. Infatti, mentre l’assessore polemizza con i cittadini e le associazioni accusandoli di demagogia, non provvede minimamente a far conoscere (e magari anche discutere!) il progetto di raccolta differenziata porta a porta che sta cominciando ad attuare: non è ancora emerso né il piano finanziario, né il piano di estensione della raccolta differenziata.

La raccolta differenziata porta a porta è cominciata, con un’ottima accoglienza da parte dell’insieme della popolazione, in alcuni quartieri minori e periferici, e nel centro storico: ma quando sarà avviata a Madonna Alta, Ferro di Cavallo, San Sisto, Ponte San Giovanni, cioè nei grandi e popolosi quartieri in cui si oggi si concentra il grosso della produzione dei rifiuti? Quanto tempo (mesi, anni) durerà, e con quali fasi e tappe, l’estensione della raccolta porta a porta a tutto il territorio comunale?

E non sappiamo nemmeno quanto sarà investito nell’operazione e quale sarà il ricavo utile. Eppure l’assessore ha già parlato della necessità di aumentare in misura notevole la Tia, addirittura lasciando pensare che la colpa dell’aumento sia nei costi per l’avvio della raccolta porta a porta. Un bell’autogol, specialmente se vediamo che in tutti i comuni in cui si è avviata la raccolta porta a porta , la Tia è diminuita in modo considerevole.

Prima di arrivare a una conclusione, assessore Pesaresi, parliamone in pubblico!