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Jane Goodall in Umbria, Francesca Rossi: Tutti la devono conoscere!

14 Maggio 2013
Jane Goodall

Jane Goodall

di Vanna Ugolini

L’evento Jane Goodall in Umbria, (Terni primo giugno, Perugia 2 giugno prossimi), la presenza in Italia della grande scienziata di fama internazionale, non è nato per caso. Dietro c’è altra passione e altra curiosità, quella di Francesca Rossi, violinista perugina, insegnante di musica che fortemente ha voluto questo avvenimento e per mesi ha lavorato creando contatti, arricchendone i contenuti e lavorando con centinaia di bambini perchè l’incontro con Jane diventi un vero e proprio evento per tutti quelli che la incontreranno. Jane Goodall sarà in Umbria il primo e due giugno, incontrerà i bambini e i ragazzi di Terni e Perugia, presenterà il suo spettacolo al teatro (more…)

Clara Sereni e Vanna Ugolini presenteranno il “Il bagaglio”, libro di Anna Belardinelli

29 novembre 2012

Giovedì 29 novembre, alle ore 18,00 presso la Libreria Feltrinelli di Perugia, Clara Sereni e Vanna Ugolini presenteranno il “Il bagaglio”, libro di Anna Belardinelli. Racconti che parlano di donne e di viaggi. Viaggi folli di nove donne nate dalle scritture, sacre e profane. L’autrice ne segue (more…)

Dal 24 al 31 marzo avrà inizio ad Assisi, in varie sedi dislocate, l’evento “Ella fu”

21 marzo 2012

di Emanuela Marotta

Questa manifestazione culturale e artistica è nata dalla volontà, del comune di Assisi e dall’assessore alle pari opportunità e politiche giovanili Francesco Mignani, di dare più voce e spazio alla donna nella società dimostrando di avere nel territorio un buon numero di donne che arricchiscono l’Umbria. Per far si che questo nasca, sia organizzato e ideato è stata scelta l’Ass. “Ritmi”, che da anni si occupa di promozione sociale, musica, esposizioni d’arte e teatro. Come idea portante è stata scelta la Donna ma proiettata in un contesto nuovo, non banale come quello delle “donne contro gli uomini” o peggio ancora delle “donne contro le donne”, ma in quello dell’arte, della cultura e di come riescano a contribuire alla crescita culturale, artistica ed economica del Paese. “Ella fu”, nome che rievoca un’anima femminile, è il festival dedicato alla donna intesa come “Donna, Cultura, Sociale” che dimostrerà come l’universo femminile sia fatto di momenti di riflessione non solo in “rosa”, in cui tutti potranno mettersi in discussione cercando di uscire dagli stereotipi legati alla concezione: “sesso debole”, ed offrire uno spunto critico e autocritico. Infatti l’evento si prefigge di affrontare non il classico rapporto della donna in società con le sue attività quotidiane, con i suoi conflitti o con le sue fragilità, ma la donna inserita pienamente nella cultura, nell’arte, nel sociale come protagonista sia di se stessa che della sua vita. L’evento inizierà con un’esposizione tutta al femminile che accompagnerà il visitatore durante la settimana; arricchiranno la mostra, presentazioni di vari libri e ci saranno spazi dedicati alle associazioni, momenti teatrali e musicali. In questi otto giorni si metterà in evidenza una “gentil sesso” nuovo ed innovativo.

Sabato 24 – ore 17.30 – Galleria delle Logge
Inaugurazione  “Ella Fu…” – mostra d’arte visiva contemporanea

Interverranno le artiste Alessandra Baldoni, Tonina Cecchetti, Ilaria Margutti, Carlotta Marzi, Gabriella Napolitano, Virginia Ryan, Sofia Rocchetti, Monica Scafati, il Sindaco Ing. Claudio Ricci, il Presidente del Consiglio Comunale Patrizia Buini , l’Assessore alle Pari Opportunità Francesco Mignani e  Massimiliano Dragoni presidente dell’Associazione Ritmi.

Domenica 25 – ore 18   – Sala Ex Pinacoteca
Presentazione del libro  “Donne alla ricerca dell’origine”  della Dott.ssa Clarisse Schiller.
Interventi dell’ Assessore alle Pari Opportunità Francesco Mignani e della Dott.ssa Rossella De Leonibus
Martedì 27 – ore 16 –  Sala Ex Pinacoteca
Intervento dell’Associazione “Donne Insieme Onlus” di Foligno, della Dott.ssa Torrini Rosita – Senologa e del Presidente della Terza Commissione del Comune di Assisi, Claudia Travicelli. A seguire gli allievi della Scuola di Teatro Dilettantistico “Rossana Gaoni” leggeranno una selezione di brani tratti da opere letterarie con tema femminile.
Mercoledì 28 – ore 10 – 18 Galleria delle logge
“Ella Fu…” – mostra d’arte visiva contemporanea
Giovedì 29 – ore 18  – Sala Ex pinacoteca – Presentazione del libro “Le italiane” a cura della Dott.ssa Annamaria Barbato Ricci – Interventi della Dott.ssa Vanna Ugolini, vice caposervizio alla redazione di Terni de “Il Messaggero”, dell’Assessore alle Pari Opportunità Francesco Mignani. Ospite la Sig.ra Carla Spagnoli

Venerdì 30 – ore 18:30 – Bibenda – Wine bar
Presentazione del libro “Racconti alla finestra” di Emanuela Marotta.
Introdurrà la Dott.ssa Francesca Sciamanna.

ore 21.30 «Donne mie». Voci di donne in versi e musica. A cura di Elisa Tonelli. Canteranno Simona Fontanella, Alice Spadea, Costanza Piermatti, Paola Properzi. Alla chitarra il Maestro Antonio Ruvo. Darà voce ai testi Cristina Bastianini.

In libreria “Nel nome della cocaina. La droga di Perugia raccontata dagli spacciatori” di Vanna Ugolini

25 febbraio 2012

Prefazioni di Wladimiro Boccali, sindaco di Perugia e Dante Ciliani, presidente dell’Ordine dei giornalisti. Il libro è l’ideale proseguimento del video-documentario “ Zbun.Cliente”, inchiesta sullo spaccio a Perugia, da un’idea del Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia), scritto e girato dall’autrice per la regia di Pasquale Rossi, nella primavera del 2011.

Intervista a Vanna Ugolini

Come è nata l’idea del libro?

Il libro è l’ideale proseguimento del video-documentario “Zbun.Cliente”, che, a sua volta, è nato da un’idea della segreteria provinciale del Siulp, un sindacato di polizia. Si voleva creare uno strumento fruibile che desse una visione più completa dello spaccio a Perugia, ma, anche di quello che c’è dietro le quinte di questo fenomeno che da troppi anni sta contribuendo al degrado di Perugia. Il progetto è stato affidato a me e l’idea che fa da perno al documentario è quella di far parlare, per la prima volta, i pusher, gli spacciatori di strada e far raccontare la loro verità su questo problema. Il libro contiene, in più, le interviste integrali dei pusher e approfondisce l’argomento, con materiale d’archivio, dati, analisi.

Vanna Ugolini

Che quadro di Perugia viene fuori?

Viene fuori l’immagine di una città che, ormai, fa parte delle rotte del grande traffico di sostanze stupefacenti, profondamente ferita dal dramma delle morti per overdose: il capitolo che riguarda i morti per droga è stato continuamente aggiornato fino a poche ore prima della chiusura del libro. A dicembre 2011 c’è stata una vera e propria strage, con 8 vittime. I dati non ci sono ancora ma è molto probabile che, anche quest’anno, Perugia detenga il record dei morti per overdose rispetto alla popolazione residente a livello nazionale. Viene fuori anche l’immagine di una città divisa, che, ancora, non è riuscita a dare una risposta efficace in termini di prevenzione e di ricucitura del tessuto sociale.

Il libro spiega il perché di tanti morti per overdose proprio qui?

Emergono con certezza almeno tre cause: la prima è che il mercato dello spaccio è molto liquido, non c’è una struttura organizzata vera e propria ma una rete instabile di spacciatori. Nelle ultime perquisizione la polizia non ha trovato nemmeno più i bilancini di precisione che servono per tagliare la droga. Questo comporta che anche la droga che arriva sul mercato abbia un grado di purezza sempre diverso, facilitando, così la possibilità di andare in overdose. Inoltre il Sert ha segnalato ormai da tempo il fenomeno delle poliassunzioni: cioè si usano sempre più spesso mix di droghe diverse fra loro o in combinazione con alcolici e psicofarmaci. Anche questo contribuisce a facilitare le overdose. Una presenza massiccia e ramificata di spacciatori che ha fatto del centro storico di Perugia una sorta di supermercato a cielo aperto rende molto facile l’acquisto, la massiccia concorrenza fa sì che i prezzi siano più bassi che da altre parti e che gli spacciatori, sempre alla ricerca di nuovi clienti, offrano “prodotti” diversi e nuovi.

Il libro spiega perché Perugia è diventata una tappa così importante nella mappa del traffico di droga?

Il libro è una sorta di viaggio nel mondo dello spaccio e ogni tappa di questo viaggio porta elementi che possono spiegare perché tutto questo accada proprio a Perugia. Ci sono forse due elementi hanno aperto la strada ai problemi che ancora oggi rimangono irrisolti: una benessere diffuso e la mancanza di una criminalità locale che facesse da barriera all’ingresso alle nuove mafie. A questo si può aggiungere la presenza di 30mila studenti universitari. Un altro elemento che caratterizza la situazione di Perugia è l’alto numero di persone irregolari presenti che forse qui, più che altrove, sono riuscite a mimetizzarsi tra i tanti stranieri che scelgono l’Umbria per studiare o per turismo. L’Umbria, poi, è una regione governata da sempre dalla sinistra e fino a qualche tempo fa la cultura delle sicurezza era un concetto che apparteneva più alla destra. Forse, in questo senso, c’è stata anche una sottovalutazione del fenomeno. Nel libro ipotizzo anche il fatto che il tessuto urbanistico particolare abbia potuto favorire l’inserimento degli spacciatori: da un lato un centro storico fatto di vicoli e viuzze e frequentato per lo più da studenti e turisti, dall’altro una certa parte di periferia con quartieri-dormitorio. In parte, poi, sono gli stessi spacciatori ad indicare le cause: stanno qui perché, tutto sommato, riescono a trovare il modo di sopravvivere. Uno di loro dice che qui le condanne sono più miti, che trovano facilmente una casa, pur pagando affitti molto alti e in nero. Purtroppo questo fenomeno è stato sempre sottovalutato a Perugia: per molti anni è stato tollerato che venissero affittate in nero le case agli studenti . Ma quando si apre una falla nel muro di legalità, questa falla rischia di allargarsi sempre di più e di diventare un percorso consolidato per altra illegalità. Ci sono poi tutta una serie di aspetti sociali che ho raccolto da ricerche fatte recentemente dall’Agenzia Umbria ricerche e altri spunti di riflessione in termini di politiche di prevenzione di sicurezza. E non va trascurato nemmeno l’indotto economico che lo spaccio di droga procura.

Dal punto di vista della repressione è stato fatto abbastanza per arginare questo fenomeno?

I numeri degli arresti e delle operazioni portate a termine dalle forze dell’ordine sono importanti. Basti pensare che negli ultimi anni sono stati arrestati per reati connessi allo spaccio o al traffico di droga più di 600 persone l’anno dalle forze dell’ordine. E’ vero che il ministero non ha mai considerato realmente l’emergenza Perugia e che, spesso, le forze dell’ordine sono costrette a fare la guerra allo spaccio con armi spuntate.

Lei in precedenza ha scritto un altro libro, “Tania e le altre. Storia di una schiava bambina” che parla della tratta di essere viventi e sfruttamento della prostituzione. C’è qualche punto in contatto fra i due libri?

Sì, certamente. Gli investigatori ipotizzano che proprio il denaro che gli albanesi hanno guadagnato con lo sfruttamento della prostituzione sia stato poi investito in droga. A volte le stesse donne sono state usate come “mezzi di trasporto” della droga e sono loro stesse a offrirla ai clienti. In fondo è lo stesso meccanismo che si è creato con la tolleranza degli affitti in nero: quando si abbassa il livello della legalità, si lascia aperta la porta alla criminalità.

La mafia italiana in che rapporti sta con la criminalità straniera che sembra abbia in mano lo spaccio e il traffico della droga a Perugia?

Come cronista non posso che parlare in base alle indagini fatte fino a oggi. Quello della mafia, in Umbria, sembra essere più un assedio al tessuto economico umbro che al mercato della droga. Certo, una parte degli spacciatori si rifornisce direttamente nel napoletano, quindi compra da famiglie mafiose italiane e qualche tentativo di creazione di basi in Umbria da parte di malavitosi legati a famiglie mafiose c’è stato. Ma ormai da quindici-vent’anni la parte più consistente del mercato dello spaccio, sempre stando alle indagini messe a segno, è in mano ad albanesi e nigeriani, che, a loro volta, si servono dei pusher magrebini per la vendita diretta ai clienti. Dopo un periodo, a metà degli anni ’90, in cui c’era stata una sorta di guerra fra bande per la spartizione del mercato, da tempo le due etnie si sono divise equamente il mercato tra chi spaccia cocaina e chi spaccia eroina. Una sorta di patto criminale confermato anche dalle parole dei pusher oltre che dai risultati investigativi.

Come è riuscita a contattare i pusher che ha intervistato e cosa è emerso di particolare?

Le persone che ho sentito sono tutti i giorni sotto gli occhi di tutti. Ho usato qualche precauzione per non trovarmi in difficoltà ma non è stato difficile contattarli. Dalle loro parole è emerso che in Italia, in questa situazione e con queste leggi la condizione di clandestino è per sempre. Dall’Italia non se ne va, ma non viene nemmeno regolarizzato. Un clandestino è utile alle aziende che lo sfruttano con il lavoro nero e alla criminalità che lo arruola. E anche ai partiti che ne possono fare un vessillo da sbandierare nelle battaglie per l’integrazione o, al contrario, in quelle per la sicurezza nella città. C’è tanta ipocrisia intorno a questo problema che, invece, andrebbe affrontato con lucidità e rispetto della condizione difficile da cui queste persone provengono.

Nel libro si parla anche dei clienti.

Certo, anche per quanto riguarda questo argomento emerge molta ipocrisia: molti di coloro che di giorno sono in prima fila a protestare contro il degrado di Perugia, l’inefficienza delle forze dell’ordine o delle istituzioni la sera vanno ad acquistare la droga dagli spacciatori o fanno affari con loro. Dalle parole dei pusher emerge anche un dato di fatto: una diffusione massiccia del consumo di sostanze stupefacenti che viene considerata una condizione di normalità per moltissime persone di tutte le classi sociali e di tutte le età. E’ da questo che dovrebbe partire una riflessione seria sul problema.

Libri: presentati a Perugia “Legami Dolenti” di Massimo Canu e “Nel nome della cocaina” di Vanna Ugolini

24 febbraio 2012

Uno spaccato di vita a tratti decisamente crudo ma che apre gli occhi sul mondo della droga e, più in generale sulla roma degli anni  ’70 ad oggi, raccontato attraverso le esperienze reali di un gruppo di tossicodipendenti.

questo è Legami Dolenti, storie vere di tossicodipendenza, il primo romanzo di Massimo Canu, psicoterapeuta, docente di psicologia delle tossicodipendenze presso l’Università di roma “La Sapianza” e direttore dell’Agenzia Capitolina sulle tossicodipendenze, Istituzione di Roma Capitale, presentato a Perugia presso l’Hotel La Rosetta nel corso dell’incontro “Perugia capitale della droga?” promosso da Piacere Magazine.

Alla presentazione del libro, con la prefazione dell’on. Giorgia Meloni, già ministro della gioventù sono intervenuti il vicepresidente della commissione di inchiesta su tossicodipendenze,  mortalità per overdose, e fenomeni correlati della regione Umbria Maria Rosi, il vice caposervizio della redazione di terni de “Il Messaggero” e autrice del libro “Nel nome della cocaina” Vanna Ugolini. ha moderato l’incontro Matteo Grandi direttore della rivista Piacere Magazzine.