Posts Tagged ‘vendola’

Spagnoli: pesanti ripercussioni sull’occupazione in Umbria se viene annullato il progetto F35

28 gennaio 2013

FUTURO_E_LIBERTA'_(Electoral)Per la sinistra, da Bersani a Vendola, sembra che la crisi economico-finanziaria che vive l’Italia e la stessa possibilità di superarla dipenda dal mantenimento o meno del programma degli F 35; ne chiedono insistentemente la soppressione, accecati da un malinteso “antimilitarismo”, senza minimamente preoccuparsi dei pesanti risvolti che una tale decisione comporterebbe sull’economia nazionale e sui livelli occupazionali. Il progetto F 35, pur con la riduzione operata dal Governo di 41 apparecchi sui 131 inizialmente previsti, garantisce la (more…)

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’: ECCO LE LISTE UMBRE

11 gennaio 2013


SINISTRA_ECOLOGIA_LIBERTA'_-_4LISTA CAMERA SEL UMBRIA

VENDOLA NICOLA DETTO NICHI, PICCOLOTTI ELISABETTA, PACIFICI PAOLO , PORFIDI FEDERICA, GUERRA SIMONE , LEONARDI ELISA , LUARASI VJOLA, FAINA FABIO, CONSOLI GIUSEPPINA

LISTA SENATO SEL UMBRIA

NATALE ROBERTO. GRANOCCHIA GIULIANO, BOLDRINI NICOLETTA, BORI LUIGI, MARTELLI ISABELLA, ROCCHIGIANI VALENTINO, DI LERNIA MARIA TERESA

E’ in atto la raccolta  le firme per la presentazione delle liste.
Avete la possibilità di firmare lunedì e martedì presso la nostra sede in Via Leonardo Da Vinci, 5 Perugia dalle ore 15.00 alle ore 19.00.

MONTI – BERSANI : LA COALIZIONE NASCOSTA AGLI ITALIANI

20 dicembre 2012

di  Ciuenlai

Fior di commentatori stanno facendo finta di arrovellarsi il cervello per cercare di spiegare come mai Mario Monti abbia la voglia di cimentarsi alle elezioni, sapendo che il risultato del suo raggruppamento non potrà superare il 15/20% e rischiando quindi di arrivare terzo o addirittura quarto. Semplice, perché, lui non corre proprio per vincere, ma per aiutare la vera coalizione. Deve soccorrere i centristi per fare in modo che l’accordo Pd – moderati abbia, soprattutto al Senato, una ampia maggioranza, tanto ampia da metterla al sicuro anche da un possibile abbandono di Vendola e di Sel, se l’agenda del professore, come tutto lascia presagire, diventerà il (more…)

Per il rinnovo del Parlamento nel 2013 La Destra presenterà proprie liste anche in Umbria

8 dicembre 2012
Stefania Verruso

Stefania Verruso

di Stefania Verruso  – segretario regionale de La Destra Umbria

Le incertezze che hanno scosso il centrodestra – dopo il tormentone primarie, comitati, ex An, scissioni e ora l’imminente ritorno di Berlusconi – sia a livello nazionale che umbro, non riguardano in nessun modo il partito de La Destra. Gli uomini e le donne del segretario Francesco Storace sono pronti per la prossima tornata elettorale con un programma, con proprie liste e con le idee ben chiare su valori, giudizio sul Governo Monti e rilancio del Paese. Una realtà questa anche per la sezione dell’Umbria. A noi interessa il futuro dell’Italia post-Monti, un governo che in un anno ha messo in ginocchio cittadini, famiglie e (more…)

LE PRIMARIE, LE ELEZIONI, I RIMPASTI DI GIUNTA, IL NUOVO CENTROSINISTRA, L’ASSE PD – PSI E I GUAI DEGLI ALLEATI. LE GRANE DELLA MAGGIORANZA DA QUI ALLE AMMINISTRATIVE

19 novembre 2012

di Darko Strelnikov

Che ci riserva il futuro? Nella nostra regione sembra tutto filare liscio in un mare di tranquillità. Ma si tratta solo di una semplice tregua, perché il quadro politico nazionale sta cambiando in (more…)

Primarie Pd, l’associazione “Enrico Berlinguer” è con Vendola

17 ottobre 2012

Mario Andrea Bartolini

di Michela Mariotti

Il 17 ottobre si è tenuta, presso la Sala della Partecipazione Palazzo Cesaroni – Regione Umbria, la conferenza stampa dell’Associazione Politico Culturale Enrico Berlinguer di Perugia.

L’On. Mario Andrea Bartolini, Presidente dell’Associazione, conferma gli obiettivi principali dell’Associazione, ovvero unità delle forze di sinistra e pieno sostegno della coalizione di Centrosinistra. Dopo l’accordo regionale sottoscritto con i compagni del PSI , si è cercato di raggiungere un analogo risultato con SEL, con l’obiettivo di unire, in Umbria, le forze che si richiamano ad una moderna sinistra di Governo e che rifiutano ogni forma di settarismo e di demagogia. Si continuerà a lavorare in questa direzione perché si sente l’esigenza di unità, per costituire, insieme al Partito (more…)

VENDOLA E BERSANI TRA MOLTI VORREI E TROPPI NON POSSO

11 giugno 2012

di Ciuenlai

E’ da un anno circa che i due si “nasano” con un obbiettivo comune e ambizioso sullo sfondo, la creazione di un, ancora non ben definito, soggetto politico della sinistra e dei progressisti del secondo millennio. Vendola ha smesso di fare la concorrenza al Pd, Bersani di avere paura (more…)

SUL PRESIDENZIALISMO IL PDL HA FRETTA, BERSANI E CASINI NICCHIANO

31 Maggio 2012

La palla è in campo ma ancora non è chiaro se e chi è disposto a giocare la partita. La proposta del Pdl c’è, dall’altra parte dopo il refrain “è tutto un bluff” qualcosa si muove. Ma almeno per ora siamo ai tatticismi. La linea tracciata dal Cav. e da Alfano segna lo spartiacque del capitolo riforme: adesso nessuno può bipassare il confronto sul presidenzialismo. Bersani apre con (more…)

SINISTRA – QUEI SETTE MESI REGALATI A GRILLO E AL PD

29 Maggio 2012

di Ciuenlai

La sinistra ha perso un anno. L’alternativa ha perso un anno. La sollecitazione di Vendola e Di Pietro a Bersani è utile, doverosa, ma, rischia di arrivare fuori tempo massimo. Dopo Vasto ci sono state troppe esitazioni. E se Grillo ha avuto il successo che ha avuto, questo, si deve anche all’immobilismo della sinistra, che a forza di aspettare il Pd, è stata accomunata al sistema dei (more…)

CARLO GIACCHE’: AHI, BETTINO, QUANTO CI MANCHI !

15 aprile 2012

Carlo Giacchè

La Lega è sotto scacco come giusto che sia. Ricordo, senza rancore, ma per la storia, l’accanimento dei primi leghisti contro Bettino Craxi e gli slogan forcaioli -cappi compresi-di quei tempi. La disgrazia della Lega è quasi la fortuna della Margherita, saccheggiata dal suo ex amministratore Lusi, espulso dal PD a cose fatte. Lo scandalo rutelliano è finito in secondo piano ma Rutelli, altro forcaiolo che voleva Craxi in galera, continua a fare la vittima, si atteggia a derubato, dimentico dei 900mila € che Lusi ha dato alla sua fondazione politica. Delle due l’una: o non sapeva nulla e allora c’è quantomeno da diffidare di uno che si fa sfilare sotto gli occhi 13 milioni di euro (+ forse altrettanti) oppure sapeva e conniveva. Comunque è difficle che “non potesse non sapere”. Con questa formula CRAXI venne lapidato e costretto all’esilio. Toccherà la stessa sorte al giocondo Rutelli? Quanto a Vendola, quello con l’orecchino, dopo aver fottuto noi socialisti postmoderni, insiste nel moraleggiare pur avendo a fianco uno scandalo mostruoso, quello della sanità pugliese con a capo l’ex PD (ridagli…) sen. Tedesco e la sua corte di maneggioni alle spalle della salute pubblica e in barba alla sana amministrazione della cosa pubblica. Il caso Penati (PD, ridagli…) è scivolato nelle ultime cronache nonostante la colossale truffa che da sola è pari a metà di tutta tangentopoli. Il pulpito dei maestri moralizzatori trema ed è prossimo al crollo. Noi socialisti che troppo spesso li abbiamo puntellati, in varie parti d’Italia, non ne trarremo alcun vantaggio, perchè siamo quasi invisibili, con Nencini segretario misteriosamente silente, sperandosi in una futura ricompensa elettorale in vista di una possibile riforma. Ci regaleranno uno sbarramento al 4/5% (ma noi siamo – Umbria esclusa – praticamente all’ 1 – 1,5%, dunque? Allora ci daranno (forse) un misero diritto di tribuna in Parlamento e questo già piace a qualcuno che pensa occupare quello scranno. La politica, nel suo insieme, viste le isterie e la demagogia dell’IDV, l’ignavia dell’UDC (con Casini che studia da presidente della Republica e va a spasso con tutti), la confusione totale del PDL, la paralisi del PD, la politica dicevo è “a bestia”! Indisturbato scorrazza Monti che fa le “riforme” saccheggiando le tasche di chi lavora, aumentando il numero di chi non lavora, massacrando pensioni, stato sociale, sviluppo, impoverendo quelli già poveri tagliando su tutto meno su ciò dove dovrebbe tagliare. E’ un gran casino: il buon senso, l’intelligenza latitano. L’ossessione antiberlusconiana ha tolto alla sinistra ogni capacità di analisi e di proposta. Siamo nelle mani di Dio. Ma tutti noi possiamo comunque fare qualcosa. Per fortuna ci sono i “moniti” di Napolitano: sembrano però messaggi dei marziani, lanciati da uno arrivato in Italia solo ieri e che invece è da sei anni Presidente della Repubblica e da decenni in primari ruoli politici di governo e di opposizione. Poi dicono, forse è vero, che siamo un popolo di furbi, imbroglioni e paraculi. Sarà anche vero e forse è per questo che esprimiamo una classe politica conseguente, con rarissime eccezioni che però non hanno voce e dunque seguito. Per quelli che non vogliono arrendersi a tutto ciò, la battaglia si fa durissima.

Carlo Giacchè

NUOVA CULTURA. UN THINK TANK PER IL CAVALIERE

11 marzo 2012

L’idea, l’ultima in ordine di tempo, sarebbe questa: una Fondazione per il Cav, uno strumento diverso dal partito, un mezzo, insomma, per intrecciare nuovi dialoghi con mondi antichi e nuovi. Per interconnettersi, direbbe qualcuno. O per fund rising, aggiungerebbero altri, non ignorando che le Fondazioni, in genere, si fanno proprio in funzione di fondi da raccogliere. O, anche, di manager da incontrare, coinvolgere, utilizzare. Solo fondi? Solo manager? Chissà cosa ha in testa il Cavaliere che, pure, non sembra aver rinunciato al suo nuovo, inedito lavoro che è quello non soltanto di essere il padre nobile di un grande partito ma, e forse soprattutto, il detentore della golden-share di un governo. Il cui Premier, peraltro, manda a dire che la sua maggioranza è debitrice assai al Cav. Che si vuole dalla vita, pardon, da un governo dei tecnici? Il punto vero, però, sta in quell’idea di cui ha vagheggiato “ll Giornale” nei giorni scorsi a proposito della Fondazione che frullerebbe per il capo del Cav. Il punto, cioè, che riguarda un grande deficit, un vuoto, una sorta di buco nero che Berlusconi ha lasciato crescere ignorando quello ampio e fondamentale della cultura. Si tratta, semmai, di una riflessione che da anni andiamo ruminando ma che oggi sta assumendo pregnante attualità proprio perché il governo tecnico ha cambiato completamente le carte in tavola, il clima politico, il modo stesso di rapportarsi al paese delle forze politiche. Se non tutte, per lo meno quelle di vocazione maggioritaria. Il fatto è che Mario Monti si muove in un quadro in cui l’opposizione vera e propria, lo scontro da questa suscitato e che abbiamo conosciuto in tanti lustri di bipolarismo muscolare, è finita, non c’è più: la Lega è quello che è, un partito geografico costretto a mostrare i pugni agli altri perché impegnata a darsi colpi bassi al suo interno. Abbaia ma non morde. Di Pietro da sottoprodotto del berlusconismo è costretto a reinventarsi tutti i giorni per sopravvivere senza più il suo vero referente-pungingball attualmente padre della patria, Vendola non sa più che frasi immaginifiche inventarsi, salvo che triangolarsi con un sindaco postolaurismo e giustizialista (a Napoli n.d.r. ) e di un altro primo cittadino barese, ex giudice che va molto sui media ma che, prima o poi, insieme a tutti gli altri, dovrà fare i conti con la Politica. Perché di questo infine si tratterà, della ricostituzione dei partiti dopo il fallimento del bipolarismo urlante, agevolata dal governo di super Mario in una sorta di noman’s land, una terra di nessuno, una specie di serra dove i volonterosi sono costretti a riproporsi in termini diversi nei confronti del Paese. Ma se nessuno infatti più permettersi il lusso di staccare la spina, meno che meno Berlusconi e Bersani, ecco che per la legge dell’inerzia, i due sono costretti ad andare d’accordo, soprattutto sulle leggi elettorali, le leggi, cioè, che danno loro l’identità di maggiori partiti, di referenti più legittimi della maggioranza della popolazione. E’ in questo quadro che va inserita l’idea di una think-tank, di un luogo, di uno spazio collettivo, di una fondazione culturale cui il Cav attinga per dare al Pdl una marcia in più. Ciò che ora conta e fa la differenza, è la ricerca costante e feconda di nuovi orizzonti per la politica, e per chi la fa. La pax montiana va utilizzata per dare risposte di alto profilo, per dimostrare di avere una visione del Paese, della sua storia, del suo futuro in questo mondo. Per aprirsi all’universo della cultura, per dialogare con chi ne sa di più. E’ il tempo di un altro inizio. Se non ora, quando?

Paolo Pillitteri

 

Vendola: sull’Acquedotto abbiamo intrapreso la strada dell’efficienza e su quella proseguiamo. Per questo non abbasseremo le tariffe»

15 gennaio 2012

Nichi Vendola

I movimenti che hanno sostenuto la causa dell’acqua bene pubblico  si sentono abbandonati. Il leader di Sel è infatti giudicato colpevole dai comitati di aver fatto  esattamente al contrario di quanto aveva dichiarato  in  occasione dei referendum del giugno 2011, e  le sue due campagne regionali. . A far arrabbiare l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori la seguente dichiarazione del presidente pugliese: «È indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia: sull’Acquedotto abbiamo intrapreso la strada dell’efficienza e su quella proseguiamo. Per questo non abbasseremo le tariffe»

Gradimento Presidenti, la Marini esce dai primi dieci. Girlanda: “Un fallimento di tutta la Giunta”

10 gennaio 2012

Fuori top ten. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, esce dai primi dieci posti nella classifica di gradimento dei presidenti regionali stilata da Datamonitor. L’indagine si riferisce all’ultimo trimestre 2011. Sul dato Rocco Girlanda, deputato Pdl, ha affermato: ”Un risultato magro frutto di un’azione politica fallimentare e lacunosa, che gli umbri hanno chiaramente percepito, così come le divisioni interne all’attuale maggioranza a palazzo Cesaroni. Una fotografia impietosa nei confronti della più importante carica amministrativa della nostra regione e, di riflesso, dell’intera giunta, tanto più se confrontata con la passata legislatura, che aveva visto l’allora presidente Lorenzetti – conclude Girlanda – quasi sempre sul podio dei governatori regionali più amati dai cittadini”.

Per la cronaca sono Luca Zaia (Veneto) e Vasco Errani (Emilia Romagna) a guidare la classifica. Ad uscire dai primi dieci, oltre la Marini, anche Nichi Vendola (Puglia, SEL) e Vito De Filippo (Basilicata, PD).

fonte: http://www.lagoccia.it

PD: BERSANI SEGRETARIO DI MINORANZA?

24 novembre 2011

di Ciuenlai

Le richieste di dimissioni del responsabile economico del Pd, il “bolscevico” Fassina e di patto elettorale tra Pdl, Pd e terzo polo per un sostegno unitario, anche dopo le elezioni, ad un governo di larga coalizione, sono due facce di una stessa medaglia. Gli autori cominciano a rendere esplicito il vero obiettivo politico del Governo Monti : la scomposizione delle attuali coalizioni attraverso la disaggregazione delle aree cattolico – moderate del centrodestra e del centrosinistra, per formare un grande raggruppamento di centro. Un polo capace di calamitare un consenso bulgaro (oltre il 60%), che prenda il posto di berlusconi. Un polo formato da un grande partito stile Dc anni 2000 con coperture di vera destra (Fini) e di moderatismo mascherato da sinistra (Veltroni), in grado, per la sua ampiezza, di rendere minotari ed ininfluenti i raggruppamenti di destra (lega più qualche nostalgico del berlusconismo) e di sinistra (laburisti, ecologisti, movimentisti ecc.). Caro Bersani il tempo degli equilibrismi, “degli andare oltre” e dei “ma anche” è finito. Berlusconi non c’è più e bisogna scegliere se fare la minoranza (o meglio il testimonial) di sinistra, nel Pd e nel Governo, a questo progetto moderato o costruire e guidare un polo di sinistra insieme a Vendola, Di Pietro, De Magistris e compagnia. Scelta difficile e di campo che si può fare solo con un congresso. Un congresso che, probabilmente, sancirebbe una verità scomoda per lui. Gli ex democristiani, aiutati da tanti ex comunisti convertiti al liberismo, sono ormai maggioranza nel Pd “Un partito di centro che guarda (poco) a sinistra”

CERCANDO DISPERATAMENTE IL PD

9 ottobre 2011

di Ciuenlai

Sono ormai tre giorni che sfoglio i giornali alla disperata ricerca di un segno di vita del Pd e di Bersani. Mentre Il palazzo (Grazioli) brucia, l’opposizione parla per bocca di Fini, Casini e Vendola. I primi due vogliono fare il “Governo dei Padroni” (Montezemolo, Profumo, Monti, Della Valle e più soldi hai più ne metti) il secondo vuole votare subito. Bersani non dice niente (se no l’accoppano), Veltroni non dice niente (ed è una notizia), D’Alema non dice niente (perché tanto Veltroni sta zitto). Riflettono? No non possono parlare. Se intervengono per il Governo di tregua si incazza mezzo partito + 1, se chiedono le elezioni si incazza l’altra metà – uno. Ma il centrosinistra ha bisogno di una parola chiara. Soprattutto quel popolo che continua a scendere in piazza o con altri partiti (Sel e Idv), o con i movimenti (il 15 ottobre), o con gli studenti, o con la Cgil o con le associazioni (Giustizia e Libertà). C’è un moto nel paese che chiede di essere rappresentato da una coalizione che si proponga di vincere le elezioni su alcuni punti semplici, semplici : Redistribuzione del reddito, patrimoniale per i ricchi, salvaguardia dei beni comuni, cultura del merito, sostegno al sapere e alla ricerca, diritti e libertà individuali ecc. Non c’è più tempo. L’altro Centrosinistra sta aspettando il Pd, Intero o ridotto non importa, purchè si decida. Se mancano Casini; Fioroni e compagnia non è un problema perché l’allargamento che conta il centrosinistra deve farlo con la gente e non con questa gente.

PD –NUOVO ULIVO ADDIO, ARRIVA LA BARRA AL CENTRO

4 ottobre 2011

di Ciuenlai

La Direzione nazionale del Pd ha segnato un punto di svolta. La sinistra si è scoperta minoranza nel partito. Una svolta che non è giunta inaspettata e della quale si aveva sentore ormai da tempo. Bastava ascoltare, nelle ultime settimane, i racconti dei protagonisti delle varie riunioni che si succedono quotidianamente nella sede romana del Pd. Racconti che parlavano di forti malumori per la linea “rossa” (sic) del segretario. La maggioranza dei leader democratici non vuole il “Nuovo Ulivo”. Salvo i fedelissimi di Bersani e pochi altri, Area Dem, Modem, pezzi di maggioranza (Letta e Fassino) pensano che lo schema del segretario vada completamente ribaltato. Non si deve partire da un’intesa di ferro con Vendola e Di Pietro, da allargare possibilmente all’Udc, ma da un intesa con il terzo polo, da allargare eventualmente alla sinistra. Sta in questa distinzione la diatriba tra elezioni subito e Governo di emergenza. Il passaggio per un esecutivo largo è lo strumento necessario a cementare le future alleanze e la collaborazione con i centristi. E lo strumento metterebbe i più pericolosi concorrenti (Sel e l’Idv) nell’angolo, costringendoli o ad aderire ad un progetto moderato o a stare fuori dall’alleanza. Incanalandoli verso un cammino irto di difficoltà. Se aderiscono si snaturano, se vanno da soli saranno costretti a sopportare, per l’ennesima volta, una campagna di stampa ed elettorale tutta in salita all’insegna della responsabilità nazionale e del voto utile, contro il fantasma di Berlusconi. Le argomentazioni non mancano : il momento è difficile, anzi drammatico, occorre una maggioranza larga per governare e ricostruire il paese, ci vuole una grande alleanza tra moderati e progressisti per vincere le elezioni ecc. ecc. L’offensiva non arriva a caso. Tutti i sondaggi, quelli noti e, soprattutto, quelli riservati, dicono che se si votasse oggi il centrosinistra classico vincerebbe a mani basse. E vincerebbe su un progetto sbilanciato a sinistra. La proposta di Governo di emergenza, come scelta strategica, serve dunque a decantare questa situazione e a produrre una inversione di tendenza. La scelta si porta dietro anche un’ altra conseguenza. Non ci saranno le primarie. Il prossimo capo del Governo dovrà essere una personalità “bipartisan” in grado di azzerare tutte le pretese di leadership nell’area antiberlusconi, con buona pace di Bersani e di “Nichi”. In questa ottica appare anche meno incomprensibile l’uscita “massimalista” di Fausto Bertinotti, che invita la sinistra a rifugiarsi tra i movimenti, rinunciando a qualsiasi ipotesi di governo. Il minoritarismo come ideologia e la rinuncia alla sfida del Governo non sono certo soluzioni auspicabili per la sinistra, ma è indubbio che un simile scenario complicherebbe le cose. C’è però da dire che anche la strada del voto utile e della rincorsa al centro, comporta i suoi rischi per il Pd. Le simulazioni attuali parlano di una sinistra guidata da Vendola in grado di arrivare fino al 25% dei voti in caso di corsa solitaria. Questo avverrebbe a scapito del Pd, che si troverebbe a non essere più la forza principale ed egemone di una alleanza al centro, con il terzo polo rinforzato da truppe provenienti dal centrodestra. Per questo sono in molti tra i democratici a sperare che alla fine uno dei due “radicali” accetti di far parte della nuova coalizione. E le pressioni sono tutte per Vendola, perché Casini Di Pietro non lo digerisce proprio.

 

La campagna elettorale anticipata e i dolori del Pd Umbro

4 ottobre 2011

di Darko Strelnikov  Strelnikov.d@libero.it

Il ripetuto “mi ricandido” del Sindaco di Perugia Vladimiro Boccali denuncia una anomalia

Wladimiro Boccali

politica, che può determinare e sconvolgere il corso dell’intera legislatura amministrativa. L’attacco alle Province ha in pratica sancito l’apertura della campagna elettorale due anni prima del previsto. I posti che contano diminuiscono, quindi ogni partito, ogni componente e ogni aspirante candidato deve fare i conti con la contrazione dell’offerta. Le Province potranno anche resistere fino alle prossime elezioni, ma non saranno più un posto appetibile. Oramai sono il male nell’immaginario collettivo, come dimostra un sondaggio di un blog umbro, nel quale l’86% delle persone interpellate si sono espresse favorevolmente per la loro totale abolizione e solo il 4% per il mantenimento nella forma attuale. Quindi, al di là dei tempi di cambiamento, chi ci si avventurerà, rischierà di fare la parte del commissario liquidatore. Un tipico ruolo da fine carriera. Lo sanno in parecchi e  la “grande fuga” da Piazza Italia 11 è già iniziata. Da qui i “mi ricandido” che sanno tanto di gente che mette il

Catiuscia Marini

cappello sulla sedia occupata per non perdere il posto. Non è il caso di Boccali, che questa mossa non avrebbe mai voluto farla. Perlomeno adesso. Secondo persone vicine al primo cittadino di Perugia la sua intenzione sarebbe stata esattamente quella opposta. E c’è da capirlo : oggi fare il Sindaco è solo oneri e niente onori. E questa è una condizione che può levare il sonno a coloro che oggi siedono sugli scranni più alti dell’Umbria. La diminuzione degli incarichi a 5 stelle aumenta, inevitabilmente, il numero dei concorrenti. In questa situazione è impensabile che il centrosinistra possa scegliere la strada delle riconferme per i secondi mandati. Le primarie sono una opzione “senza se e senza ma”. E, in questa situazione, chi rischia di più sono, paradossalmente, Boccali e la stessa Marini. La crisi favorisce gli sfidanti. In un contesto fatto di tagli e di tasse, di diminuzione dei servizi e di aumento delle tariffe, di ticket sanitari e di panini che sostituiscono i secondi (come ai miei tempi) nelle mense scolastiche, Sindaci e Presidenti possono giungere all’appuntamento letteralmente spompati e con un alto tasso di impopolarità. Per di più sotto la minaccia del “fuoco amico” di consiglieri fedeli ai pretendenti al trono. Non c’è, nel partito di maggioranza relativa, il clima giusto per un accordo. Quello precedente (Regione e Comuni di Perugia e Terni alla maggioranza e Province alla minoranza) è stato fatto saltare in aria dalla nuova realtà dei fatti. Farne uno nuovo è difficile. Le inchieste giudiziarie hanno scosso dalle fondamenta gli equilibri interni alle componenti del Pd. Gira un aria di sospetto da far paura. L’accordo di pace tra Dalemiani e Area Modem siglato in un famoso pranzo è quasi carta straccia. L’unica soluzione sarebbe quindi quella di competere alle primarie e poi trattare sulla base dei risultati raggiunti. Ma questo presuppone che correnti, cordate e componenti parlino con una voce unica. Non è così. Meno posti fa rima con più litigi. Risultato i Bersaniani sono spaccati e  i modem sono divisi. La frammentazione aumenta e la fa da padrona. Non esiste un leader riconosciuto, non esiste un gruppo dirigente autorevole, non esiste una linea politica da indicare e da seguire. Si va alla giornata, secondo gli umori e tenendo conto delle tante asperità di percorso. Si va per compromessi che spesso sono storia di un minuto. Le cosiddette riforme regionali risentono di questo clima. Spostare o abrogare qualcosa è una delle 7 fatiche di Ercole. Ogni giorno è un passo indietro rispetto al punto di partenza. E allora enti e strutture da salvare si moltiplicano ogni documento che esce. Ma più conservazione si fa e più gli elettori si distaccano dall’attuale classe dirigente. E, a modo loro, lo fanno anche sapere. Per il secondo anno consecutivo le feste di partito hanno impietosamente fatto registrare il tutto deserto per il Pd e il tutto esaurito per Vendola e Soci.  Mentre la Presidente Rosy Bindi parlava nel pieno centro di Perugia a 4 gatti e tre micine, in quel di Ramazzano, sperduta contrada di campagna, per raggiungere la quale è consigliato il navigatore, tale Don Andrea Gallo, alla kermesse regionale di Sel, trascinava fino ad ore piccole, migliaia di persone. Una aspetto che marca la diversità tra l’indifferenza per gli uni e la passione per gli altri. Ma c’è un altro indicatore che registra queste difficoltà. Le ennesime elezioni amministrative parziali. Anche stavolta, come qualche mese fa, i rumors parlano di difficoltà dei democratici ad individuare candidati forti a Todi, Bettona e Deruta. Nella città della Marini si andrà probabilmente alle primarie nelle quali quasi tutti i partiti del centrosinistra hanno già un candidato decente. Tutti meno il Pd dilaniato tra l’avvocato Marconi e l’ex segretario Rossini. Due persone che non sembrano riscuotere grandi consensi dentro e fuori il partito. E allora spunta il grande favorito. L’uomo che ancora non c’è; il candidato dei socialisti. Come andrà a finire lo vedremo, ma questa è l’ennesima prova di un partito che non riesce più a governare e ad egemonizzare la coalizione. E stavolta non sono elezioni normali, sono elezioni parziali in casa della destra (Todi, Deruta e Bettona). Perderle vorrebbe dire sancire definitivamente le ragioni di un declino. E pensate che potrebbe succedere dentro il gruppo dirigente del Pd, se in casa della Presidente il candidato non fosse del Pd e non risultasse vincente. Dicono che Antonino Ruggiano abbia ultimamente ricevuto strani segnali di appoggio. Sarà vero?

 

 

 

 

Festa Sinistra Ecologia e Libertà, in migliaia per Vendola e Don Gallo

26 settembre 2011

Vendola “L’Umbria faccia i conti con la questione morale”

La festa regionale di Sinistra ecologia e libertà si è conclusa con due autentici bagni di folla. Migliaia di persone hanno partecipato, sabato,  all’intervista del Vice Direttore del Sole 24 Ore Elia Zamboni al leader del partito Nichi Vendola e, la sera dopo, alla incredibile performance di Don Andrea Gallo a sua volta intervistato da Giorgio Forconi giornalista di “Report”. Vendola ha ribadito la non preclusione per nessuno sul tema delle alleanze che “si costruiscono sui contenuti” e ha elencato le proposte concrete per il rilancio economico e sociale del paese basato su una diversa concezione di Governo (innovazione, sostegno mirato alle imprese, green economy, investimenti su sapere, cultura e giovani, lotta al precariato, piano per il lavoro, potenziamento dei servizi pubblici, nuovo welfare, uso pubblico dei beni comuni ecc.). Il Presidente di Sel si è soffermato anche sulle vicende che riguardano la nostra regione dicendo che “l’Umbria deve fare i conti con la questione morale per aprire la strada ad una nuova stagione politica e culturale del centrosinistra”. Don Andrea Gallo ha invece sfoderato tutto il suo repertorio ironico contro gli eccessi del capitalismo, invitando tutti alla partecipazione e ad essere uniti nelle dure battaglie che attendono i più deboli “dalla cui parte bisogna sempre stare”.  Lo scopo, per il “prete partigiano” è “essere tutti uniti sotto lo striscione di “osare la speranza”, lo slogan che è ormai diventato il cavallo di battaglia di Sel.

“Parlare della festa di Sel – commenta il coordinatore regionale del partito Gigi Bori – è parlare di un miracolo, è parlare del ritorno di antichi sapori della politica. Un miracolo permesso , in primo luogo, dalle decine e decine di persone che con il loro lavoro hanno fatto in modo che tutto funzionasse alla perfezione. Ed è un miracolo perché l’abbiamo realizzata senza un soldo e senza la tradizionale pubblicità che di solito accompagna i grandi eventi, sia per questioni finanziarie e sia, purtroppo, per la scarsa visibilità che l’avvenimento ha avuto sui media locali. Siamo riusciti a sopperire a tutto questo con il tam tam della rete, che ormai funziona a meraviglia. La nostra festa ha messo in luce, dunque, la grande voglia di partecipazione che c’è in giro. Ma non è una voglia qualsiasi. I cittadini sono stanchi delle vecchie litanie, dei riti oligarchici della politica e si indirizzano e guardano con attenzione a nuove proposte, come la nostra. Infine, con questa iniziativa Sel  ha dimostrato di non essere più una cenerentola, ma un soggetto radicato tra la gente, che si candida ad essere protagonista della vita politica della nostra regione. Un soggetto al quale i cittadini guardano con speranza, come dimostrano le decine di iscrizioni fatte durante i tre giorni della festa e le migliaia di firme raccolte per il referendum anti porcellum e, infine, un soggetto del quale, ormai, il centrosinistra non potrà fare a meno, sia sul piano numerico che su quello dei contenuti innovativi. Per questa Ragione la festa di Sel Umbria è un miracolo che si ripeterà e probabilmente si moltiplicherà”.

Welfare – Marini “la spesa sociale non è né superflua né improduttiva”

24 settembre 2011

L’impegno della Regione per mantenere “alto” il livello dei servizi

Dibattito tutto al femminile alla festa regionale di Sel.  Sul tema “Welfare al tempo della crisi” si sono confrontate la Presidente della regione Catiuscia Marini, la Segretaria regionale della Funzione Pubblica della Cgil Vanda Scarpelli, la Presidente della Caritas Daniela Monni e Per Sinistra Ecologia e Libertà Monica Cerutti del Coordinamento Nazionale e Silvia Menicali del coordinamento regionale del partito. Particolarmente seguito ed atteso l’intervento della Marini. La Presidente dopo aver attaccato la manovra del Governo che “dati alla mano porta alla morte del welfare in Italia”, ha contestato la tendenza di una certa cultura di destra che “considera la spesa sociale come inutile, improduttiva e da tagliare”. “E’ una concezione sbagliata – ha detto ancora la Marini – perché non si può ridurre la spesa sociale nel mezzo di una crisi, che aumenta il bisogno di politiche di sostegno a coloro che sono in difficoltà. Ed è sbagliata anche sul piano economico perché l’incremento e la difesa delle politiche sociali può garantire lavoro, innovazione ed aiutare concretamente lo sviluppo. Dietro il mondo dell’assistenza, dietro l’aiuto ai più deboli, ci sono decine di aziende che oggi rischiano di andare in difficoltà e che invece potrebbero produrre occupazione e ricchezza”. Rispetto all’Umbria la Marini ha detto che, nonostante i tagli draconiani, la Regione farà tutti gli sforzi per mantenere un livello alto di servizi al cittadino e che questa è una delle principali priorità che sta di fronte al governo regionale. la festa di Sel, che si svolge nell’area verde della frazione di Ramazzano di Perugia,  continua stasera con,  alle 18,00 con un dibattito sulle energie alternative con il segretario regionale della Cgil Mario Bravi, i Presidenti di Confagricoltura Marco Caprai e della Cna dfi Perugia Renato Cesca, il responsabile del marketing strategico Novamont Marco Versari e i dirigenti nazionali e regionali di Sel Gennaro Migliore e Alfonso Morelli. Seguirà alle 21,00 il momento clou della festa con l’intervista da parte del direttore del sole 24 ore Roberto Napoletano a Nichi Vendola. Infine, domani sera alle 21,00 Giorgio Forconi giornalista di “Report” intervista Don Andrea Gallo.

I primi tre svarioni di una sinistra riesumata

1 giugno 2011

di Andrea Di Sorte

Il primo errore clamoroso che ha fatto venire i brividi a tutti i cittadini di Milano, e forse anche a quelli dell’interland, è stato quello di Nichi Vendola, giunto dal Tavoliere delle Puglie per scongiurare dubbi e fugare le incertezze apparse evidenti in campagna elettorale. Ha preso la parola dal palco in piazza del Duomo poche ore dopo la vittoria di Giuliano Pisapia ed ha gettato la maschera: “Oggi cambia tutto – rivolto agli elettori milanesi –… È doloroso vivere in un Paese in cui improvvisamente appare Borghezio, poi torni a casa e ti ricordi che Gelmini fa il ministro. Però ti accorgi che oggi è cambiato tutto, che l’ipocrisia degli affaristi è stata battuta dalla mitezza di Pisapia… Una vittoria imponente, travolgente, un avviso di sfratto per chi occupa Palazzo Chigi. Ora mi aspetto le elezioni anticipate, perchè finisca un incubo… Ora abbracciamo i fratelli rom e musulmani”. Nella giornata di oggi non calate l’attenzione sui Tg o gli speciali televisivi perché potrebbe riapparire Vendola, magari parlando dei “fratelli abusivi”.

Il secondo scivolone lo ha fatto Bersani. Vi chiederete cosa può aver mai fatto dopo tutta quella baldoria di ieri… Ebbene sì, anche in un momento dove era impossibile sbagliare lui ci è riuscito. In conferenza stampa infatti, ha chiesto le dimissioni del Governo Berlusconi per la sconfitta del Pdl alle elezioni amministrative.

“Una nuova fase politica si apre con le dimissioni del governo e dopo le dimissioni la strada maestra sono le elezioni”

Come dire che Obama dopo aver perso la maggioranza alla Camera alle elezioni di medio termine (lo scorso anno, ricordate la sostituzione della Speaker obamiana Nancy Pelosi?) avrebbe dovuto dimettersi. Perché Bersani, che a tratti sembra il Barack de noattri, non ha chiesto proprio al Presidente americano un atto di coraggio? Perché non ha fatto a suo tempo un comunicato per chiederne le sue dimissioni? Come non lo ha fatto per Sarkozy o la Merkel che hanno subito sonore sconfitte elettorali belle principali città dei rispettivi paesi. Ma si sa, interpretare il Partito Democratico è mestiere arduo e complicato.

Terzo ed ultimo errore ascrivibile ad una stordita sinistra italiana è quello dei centri sociali. Devo ammettere, che qualche mese fa non avrei giudicato un atto dei centri sociali come errore politico, ma dopo la loro discesa in campo al fianco di Giuliano Pisapia sono a tutti gli effetti soggetto politico. Tal signori questa notte hanno assediato l’abitazione di Riccardo De Corato, vicesindaco di Letizia Moratti, a suon di minacce e fumogeni. Sono stati lì molte ore per cercare di turbare la vita familiare di un esponente politico milanese. “L’era Pisapia è iniziata la caccia all’uomo” ha detto il consigliere comunale. Bell’esempio di civiltà: mentre il neosindaco parlava di pace, amore, serenità e chiedeva di abbassare i toni, dall’altro lato della città un gruppetto di suoi sostenitori tornavano ad essere gli stessi di sempre. Mi domando come farà il Sindaco a tenere a bada tutti questi gruppi che siedono in consiglio comunale. Povera Milano… Nemmeno dodici ore e la sinistra ha già dato dimostrazione di quello che è in grado di fare. Le due punte di diamante hanno già fatto bellissimi autogol: Vendola e Bersani. Se a questo si aggiunge il tifo dei centri sociali, non posso esimermi da dire che siamo davvero tornati indietro, povera Italia

Elezioni la campagna elettorale ai tempi di Facebook

13 aprile 2011

di Lucia Rosati

http://luciarosati.wordpress.com/

In periodo di campagna elettorale assistiamo ad un fenomeno sempre più diffuso: lo sbarco dei candidati ( di ogni schieramento ed ideologia)  sui sociale network ed, in particolare, su Facebook Il fenomeno, ovviamente, non è solo di casa nostra. La campagna elettorale su Facebook portata avanti da  Obama ha fatto storia, ma per restare in Italia basi pensare a Nichi Vendola, che grazie ad un progetto di comunicazione integrato e  lungimirante e ad una presenza onesta e strategica sui social network è riuscito, non solo a vincere le elezioni, ma anche a posizionarsi come il primo politico in Europa per presenza sui social network. Cerchiamo di capire, brevemente, le ragioni di tanto successo e i motivi che spingono ( o dovrebbero spingere) i politici ad essere presenti sul web: Innanzitutto Facebook si configura non come semplice moda (come qualcuno ama definirla) ma come fenomeno trasversale che cambia la modalità di comunicare, di informarsi e creare/ condividere conoscenza. Facebook è ormai ovunque. Dati ufficiali parlano di 18 milioni di utenti in Italia (Facebook è il terzo paese più popolato al mondo). Facebook  ( ma anche Twitter, o Youtube) parla il linguaggio dei giovani. I social network sono, anche, i  canali di informazione  privilegiati da una larghissima fascia di utenti ( non solo giovanissimi) . Facebook, per sua stessa natura, favorisce la condivisione e la produzione di contenuti e valori, in perfetto stile web 2.0. ed in linea con una moderna concezione di comunicazione bidirezionale e collaborativa. Detto questo appare evidente come sia importante, direi indispensabile, per ogni attore politico valutare e programmare una strategia di presenza su tali canali. Alcuni consigli utili: Non improvvisarsi, qualsiasi campagna di comunicazione richiede pianificazione ed individuazione/ analisi di target e obiettivi. Definire quali canali usare ( Facebook?, Twitter?, Youtube? Il blog?) Integrare i vari canali tra loro. Prestare attenzione costante ai contenuti da pubblicare e condividere. Dimostrare coerenza, nello stile comunicativo e nel messaggio. Aggiornamento costante di tutti i vari canali, i social ne work non vanno abbandonati. Favorire il confronto, la discussione, anche quella “difficile”. Rispondere sempre e a tutti. Evitare le censure. Evitare le finzioni e le forzature, la rete premia la verità.

 

PDL di Todi, SEL e il futuro dei giovani

7 aprile 2011

Dopo un’attenta lettura fatta sulla presentazione dei programmi del nuovo movimento politico di Todi, Sinistra Ecologia e Libertà, faccio soltanto un appunto partendo proprio da una loro dichiarazione, in cui si afferma che i giovani che entreranno a far parte della nascente segreteria di partito dovranno impegnarsi a cambiare e dare una prospettiva al loro futuro. Se i giovani devono impegnarsi per creare un loro futuro, allora il mio auspicio, nei confronti della mia generazione, è quello di non entrare a far parte di un partito, di nome sel, che va contro il futuro stesso. Si parla del lavoro come emancipazione, e poi in Puglia, il cui Presidente di Regione è la stessa persona che sta a capo di questo partito, al livello nazionale, vi è una sanità che dire che è vergognosa è un eufemismo, con un buco di bilancio di oltre 500 milioni di euro, e un’indagine che ha visto interrogato lo stesso Presidente e il suo ex assessore alla sanità, il Senatore Tedesco. Un partito che pone il lavoro a capo del proprio programma elettorale, e poi crea buchi di bilancio, e quindi sprechi su sprechi, in un settore come quello della sanità, coordinato direttamente dalla Regione, con finanziamenti pubblici, e con un alto numero di persone che lavora al suo interno, è un partito che ha soltanto un obiettivo, ed è quello di non voler rappresentare la vera realtà. Nella presentazione si continua a parlare di scuola pubblica che deve essere tutelata, quando invece la Sinistra non ha fatto altro che contribuire al suo degrado, facendo aumentare il numero di baroni nelle università, con una terribile conseguenza che è quella di non avere più un’università pubblica basata sul merito, ma un’università pseudo pubblica basata sul clientelismo. Si è parlato di giustizia sociale, per cui la legge deve essere uguale per tutti; ma se è vero questo, allora perché il tutti non deve valere anche per magistrati, ma soltanto per una determinata categoria politica? Infine, alla conclusione del loro incontro, si è tirato in ballo l’argomento primarie, che al loro dire è uno strumento serio e democratico, che ha avuto dei risultati molto positivi in tutto il paese; se è uno strumento cosi efficace, allora perché le primarie del comune di Napoli sono state annullate? Insomma altro che Sinistra rinnovatrice, questa è una sinistra che ha come unico fine quello di fare politica, non per il bene comune, ma per il bene individuale.

Roberto De Vivo – Coordinatore giovani Pdl-Todi

RENZI – VENDOLA : LA STRANA SFIDA DELLE ANIME DEL PD

12 marzo 2011

Renzi & Vendola

di Ciuenlai

Bersani torna in discussione. E ci torna, stranamente, nel momento in cui ha faticosamente rimesso in moto il partito, come registrano tutti i sondaggi. Sotto accusa è il “movimentismo” del segretario, che darebbe al partito Democratico un’immagine troppo di sinistra, troppo vicina a Vendola, con il quale sembra iniziato uno strano sodalizio, che sta mettendo in crisi anche la base di Sel (vedi caso Napoli). Eppure, formalmente, la linea non è cambiata. Bersani continua a dire che l’obbiettivo è quello della grande alleanza con il terzo polo. Vero! Ma è anche vero che se si pratica sul campo una politica fatta, in prevalenza, di manifestazioni, di appoggio ai movimenti sulla scuola, sull’acqua e delle donne, se si strizza l’occhio alle ipotesi referendarie la risposta di Casini e, soprattutto, di Fini, non può che essere una e una sola : No! Allora è una finta? Non proprio. E’ un modo per rafforzare il partito e far capire che la “santa alleanza”, se si farà, non può vedere il Pd in posizione subalterna, sia sui programmi che sui candidati. Mi sbaglio o non è quello che aveva detto Vendola lanciando la Bindi? E infine; anche livello parlamentare la linea non sembra cambiata. La maggioranza congressuale del Pd continua a pensare alla spallata, cercando in tutti i modi di coinvolgere la Lega con lo zuccherino del “federalismo” e a non prendere in nessuna considerazione l’ipotesi di “dialogare” (come chiede anche Napolitano) sull’agenda delle “riforme” (si fa per dire) imposta dal Governo. Ecco perché, nonostante la “ripresina” del partito, un’altra parte dei democratici critica questa linea e ne propone un’altra diametralmente opposta : quella della vocazione maggioritaria. Una parte che si prepara a dare battaglia, facendo scendere in campo pezzi da novanta come il “ticket” Renzi- Chiamparino, pronto a sfidare Bersani a quelle primarie, che Veltroni vuole stabilire e regolare con legge. E’ forse per questo che dall’altra parte ci si prepara a rispondere adottando Nicki nella squadra? Domanda : Sta per succedere qualcosa o è solo la solita confusione?

FIORONI IL “VELTRONISTA” DEL DOPPIO GIOCO

25 febbraio 2011

di Ciuenlai

I FATTI :
1) Sono 23 i parlamentari del Pd che sono passati ad altri lidi (centrodestra, misto, Api e Udc) e quasi tutti provenienti dalla Margherita o area cattolica. Altri si appresterebbero a lasciare il partito. E’ una emorragia silenziosa ma costante, una linea tesa a non dare nell’occhio. Non fa notizia, perchè se fossero usciti tutti insieme avrebbero provocato l’effetto che Fli ha avuto sul Pdl.
2) Fioroni va all’assalto di Torino e di un consumatissimo e crepuscolare Fassino. Come, nel caso di Renzi (allora uomo di Rutelli), il suo “eroe” Davide Gariglio (un altro ex margherito), è accusato di farsi aiutare da destra, Cl e terzo polo. Se ci riescono stavolta salta il banco. Altro che Vendola!
3) Tra breve in Parlamento si voterà il testamento biologico e si prevedono dolori. Non sono escluse proposte autonome e divergenti sull’argomento, naturalmente da parte degli ex Dc
4) In diverse regioni si segnala l’attivismo dei cattolici del Pd su temi a loro cari che costringe sulla difensiva i dirigenti e i militanti laici. Si veda in Umbria la vicenda dei santi nello Statuto.
Come nei migliori film di spionaggio va in onda il doppio gioco. Da una parte i cattolici i moderati, i democristiani incalliti e i filovaticanisti del Pd fanno la voce grossa nel partito, cercano di aumentare la loro influenza,vanno alla conquista di nuove posizioni di potere, emarginano e tengono lontano il tessuto di sinistra (Cgil, cooperazione, associazionismo, movimenti ecc.), impongono la linea della diversità concorde e della non opposizione. Dall’altra, quatti quatti, iniziano a sloggiare verso il loro approdo naturale : il terzo polo, in omaggio alla politica dei due forni. L’obbiettivo? Il combinato disposto di questa operazione mira a portare il maggior numero di consensi all’area moderata e a rendere marginale la sinistra. Insomma a praticare un Veltronismo tutto loro. Allora perché insistere. Le forze che dentro il Pd non vogliono morire democristiani, battano un colpo. Ma lo facciano subito perché domani potrebbe essere troppo tardi.

IL CALENDARIO DI ROSSI, IL PDCI “MASCIO” E I “TROMBATI” DEL LAGO

24 febbraio 2011

LE PAGELLE DI CIUENLAI

Feliciano Polli – Si lamenta perché il Pd non riesce ad esprimere leader credibili e vincenti elettoralmente. Nella classifica dei Presidenti delle Province su 104 concorrenti , lui si è classificato centesimo. Film consigliato “Senti chi parla”. 4

Andrea Rossi – aveva detto, rispetto alla formazione della segreteria provinciale del Pd, che “se non riusciremo a farla a dicembre, andremo a gennaio”. Siamo a febbraio … Per la serie “campa cavallo che l’erba cresce” 4

Enrico Flamini – Per un segretario che dorme e non piglia pesci, a sorpresa, c’è n’è uno che va a trote. Il collega del Prc, in 10 giorni risolve ,senza contrasti interni, la vicenda della sostituzione di Giuliano Granocchia nella Giunta Provinciale. “Veni, vidi vici” 6 e mezzo

Roberto Carpinelli – Fonda un movimento“bipartisan”, partendo dal fiume (fiume è una parola grossa, diciamo torrente, forse è più adatto fosso, no è meglio un rigagnolo, facciamo “pescolla” e non se ne parli più) di voti (99) presi alle regionali. I Valori di riferimento sono chiari : a Perugia si rifà alla Marini, ad Assisi appoggia Ricci e sotto sotto pare aspiri ad essere in combutta anche con la Binetti. Dal film “L’attimo fuggente (Carpe Diem)” 4 e mezzo

Pcdi – Carpinelli non è la sola perdita del Pcdi. L’assessore Provinciale Feligioni viene dato per perso, mentre pezzi importanti di Gubbio, Tuoro e Spoleto se ne vanno verso Vendola. Domanda : “Com’è il Pdci?”, Un po’ Mascio.

Pd Trasimeno – In vista del Congresso hanno fatto i conti; sono 493 gli iscritti che hanno un incarico istituzionale o politico. Fatica inutile, non facevano prima a contare i “trombati” ?3

Lega nord – Dopo Il Consigliere Provinciale Giancarlo Carocci, lascia anche uno dei fondatori umbri, Mauro Mordenti. Si è scontrato con il “Commissario della Nazione Umbria” (non ridete si chiama così) Paolini. Problemi di linea. Dice che non era d’accordo con la secessione della Topinia.

Sanitopoli – Sembra che adesso spuntino gli appalti sulle strade. Sorge un dubbio. Le strade dell’Umbria sono piene di buche. Quindi, se non hanno incatramato, che cosa hanno appaltato?

Ali Cristiane – Daie , daie i cattolici ce l’hanno fatta. Sulla vicenda dei Santi, vista la resistenza e “l’ignoranza” dei laici, hanno deciso di “volare alto”. L’aeroporto di Perugia si chiamerà San Francesco che è di Assisi, ma fa lo stesso. Messaggio a Locchi : “Tie!”

I NO DI CASINI E IL PIANO “B” DI DALEMA E C.

11 gennaio 2011

di Ciuenlai

Silvio Berlusconi

“Tanto lo sposo lo stesso” era la frase con cui Philippe Noiret nel film “La grande abbuffata rispondeva agli amici che gli portavano prove concrete dell’infedeltà della donna che amava. La stessa cosa succede in politica. Più il Pd insiste con l’alleanza costituzionale da Fini a Vendola, più Casini si avvicina a Berlusconi, mandando a dire ai democratici che la cosa (forse) si può fare mandando a casa Vendola e Di Pietro. Insomma il terzo polo non si allea con la sinistra ma solo con il Pd, che evidentemente non viene più considerato di sinistra. Ma allora

Massimo D'Alema

perché questa insistenza? Voci romane parlano di un piano B. Adesso al Pd e ai terzopolisti non conviene votare, quindi si da altro tempo al governo Berlusconi (anche offrendo una escamotage al berlisca sul legittimo impedimento, costruito dal casiniano Vietti vicepresidente del Csm, nominato anche dal Pd). Il seguito lo annuncia il solito Fioroni “Da Casini una grande apertura verso il Pd,  per la prima volta non parla di equidistanza, non dice vedremo. Con chiarezza afferma che se il Pd vuole governare con i moderati deve fare delle scelte e dire dei no. Non è questione di alleanze è questione di contenuti. Prendi Mirafiori, io con la Fiom e Vendola non ci sto”. Tradotto in soldoni : La linea rimane la coalizione costituzionale da Vendola a Fini,

Pierferdinando Casini

ma il programma sarà indigeribile per la sinistra, che sarà costretta a chiamarsi fuori. A quel punto diranno che il Pd è una sinistra responsabile e riformista e che il resto è sinistra antagonista il cui atteggiamento di chiusura favorisce Berlusconi e aiuta la sua eventuale vittoria. Si la storiella del voto utile. A volte ritornano, soprattutto quando non si è alla frutta e non si hanno altre idee che quella del Governo per il Governo. A prescindere dai contenuti, vero caro Fioroni?

Pane e Volpe … e il trio lescano

18 dicembre 2010

di Ciuenlai

Tutto si può dire dei democratici nostrali, meno che manchino di fantasia. E di fantasia ce ne vuole molta per uscire dai casini (quelli veri non quelli desiderati) in cui si ficcano. Non a caso dice che a pranzo mangiano come piatto unico pane e volpe. Allora per andare al Governo, secondo loro, bisogna sposare Fini e Casini, continuando ad avere Vendola come amante. Una amante da nascondere perchè i terzopolisti il Governatore della Puglia non ce lo vogliono Quindi la missione è diventata “Come far sparire Vendola e non perdere i suoi voti” (vivendo felici al Governo). Prima idea : il Nuovo Ulivo. Hanno pensato che mettendolo dentro questo contenitore, il problema e lui fossero “missing”i e diventati come invisibili agli occhi degli altri. Ma il trio lescano della politica italiana (Casini, Fini Rutelli) ha avvertito Bersani che di fare accordi con l’Ulivo non voleva saperne. E’ una roba troppo di sinistra, modificare, modificare… E allora giù hanno messo sotto torchio tutti i loro migliori cervelli per trovare una soluzione alternativa. E allora dal cilindro è uscito il “grande cervello” La Torre che si è messo a cantare, sostenuto da un bel coro guidato da Sansonetti, questa allettante proposta : “dai dai, Nicki vieni via con me, it’s wonderfoul baby”. Insomma la nuova trovata è diluire Vendola dentro l’acido del Pd, perchè a quel punto i terzisti potrebbero trattare senza fare tante domande . Il tutto però dentro questo chiaro progetto di alternativa : Va bene il candidato loro, va bene il programma loro, va bene il Marchionne loro e vanno bene i voti nostri dati a loro. Il tutto per un posto al Governo senza se e senza ma. Come diceva Totò : “Ogni limite ha una pazienza”. Siccome questi non hanno limiti, speriamo che le pazienze finiscano e inizi un’altra storia, un altro racconto dell’Italia e della sinistra. Diceva Moretti “Con questi dirigenti non vinceremo mai”, meglio caro Nanni, meglio….

commenti:

Maura Firmani

Credo si siano autorottamati!
Enrico Letta ha definito una provocazione la proposta di “matrimonio” avanzata da Di Pietro al Pd! Invece la proposta di Bersani al terzo polo la dobbiamo digerire come una bella cosa.
Complimenti per la coerenza e per il rispetto dell’opinione della base!
E’ ovvio: si tratta di mosse per tenere buoni gli ex popolari dentro il Pd, altro che ragionare per il bene del Paese!! Comincio a non credere più alla buona fede del segretario Bersani. Non ho contribuito alla sua elezione e, come prevedibile, spesso non ho condiviso le sue uscite (molto ondivaghe per la verità),ma ho sempre ritenuto che ci fosse buona fede in quello che proponeva. Ora non lo credo più.
E come me molti militanti!

Federica Porfidi peccato che il risultato è sempre sconfitta e morte anche tecnicamente lasciando da parte la politica e le idee… che voti potrebbe prendere questo polo? il pd gli potrebbe potare un22- 23% ( a dire tanto…) il terzo polo è dato al 15%, con un’alleanza del genere porterebbe un 12%? non arriva neanche al 35%… il pdl da solo è dato al 29% …ditemi voi…

Stefania Piacentini propongo da tempo di reclutare vecchie maestre per ripetizioni di aritmetica, in particolare per somme e moltiplicazioni, chè le divisioni sono già la nostra specialità e le sottrazioni le lasciamo volentieri ad altri… le maestre che vorrei si recluteassero non sommerebbero mai fagioli con patate… e in classe cercherebbero strumenti per far partecipare al gioco anche quelli che se ne stanno in disparte, e sono tanti, perchè il gioco non gli piace più…i conti che si fanno, anche quelli di cui sopra, sono sempre senza l’oste… degli astenuti, non astemi, semmai disaffezionati ma in cerca di disassuefazione…. Vicenza. La strategia del centrosinistra? Degna di un romanzo dell’orrore. A dirlo è Nichi Vendola, governatore della Puglia e presidente di Sinistra ecologia e libertà, ieri sera in Fiera in una sala Palladio piena. Il suo intervento inizi…ato alle 22.10 è durato un’ora, e solo alla fine si è tolto i sassolini dalla scarpa del dopo fiducia. «Sono state portate in piazza San Giovanni a Roma dal Partito democratico migliaia di persone in attesa di una sfiducia senza essere sicuri dei numeri e per chiedere un governo di responsabilità nazionale – ha detto Vendola -. Il risultato è stato un rinculo depressivo micidiale. Ho letto tutti i libri di Stephen King, ma una cosa del genere non l’avevo mai letta». Sulla presa di posizione del segretario del Pd, Pierlugi Bersani, che ha aperto le porte per un’alleanza con il nascente terzo polo, Vendola ha tagliato corto: «Più che un’alleanza è un’annessione al centro».

Politica, “Profumo” di terza repubblica?

22 settembre 2010

di Francesco La Rosa

Silvio Berlusconi

Conversazione che non ti aspetti con un esperto di politica a Roma  e profondo conoscitore delle cose umbre (del quale consentitemi di non rivelare l’identità) Le riflessioni e le risposte che seguono vogliono essere solo un piccolo contributo di chiarezza nel mondo magmatico della politica romana e non, prendendo spunto dalla figura di Profumo che molti  danno neo candidato delle”sinistre” nella sfida a Berlusconi.

Il 28 qualcosa succederà?

Qualcosa sicuramente, un po’ di finiani, quelli del gruppo misto e qualche Udc. Forse anche uno o due Pd appoggeranno Berlusconi,  mi ha messo in sospetto la dichiarazione di Franceschini che ha detto che loro hanno votato tutti no. Precisazione da coccodrillo Però se  alla direzione Pd se decidono di far votare la relazione o il documento saranno botte da orbi. E ancora non è detto che dietro le quinte ci sia una mediazione. Quelli di area dem vogliono il sangue perché adesso sono una piccola minoranza. Marini e Franceschini non ci stanno a sancire lo status quo con 4 correnti principali

Alessandro Profumo

e quindi?

Chiederanno un voto. Loro insieme ai Bersaniani risulterebbero in grande maggioranza e alcuni aderenti al gruppo Veltroni, soprattutto quelli di Fioroni, potrebbero ripensarci. C’è da ricandidarsi, ma Bersani è per la pace provvisoria, vedremo che succede.

Per forza il pd è dato in declino nei sondaggi

Pace provvisoria per ragioni politiche ma anche perché la spaccatura di area dem non gli dispiace cosi diventa il capo assoluto.

Di mezzo partito però…

Si mezzo,  ma gli altri sono il 20% ci può giocare come vuole tanto lui è sempre maggioranza. Vedrai domani prova a parlare con Veltroni.

Però Andreotti comandava anche con il 15%. Non è un 20 % che rischia di appoggiare Berlusconi?

So da fonti attendibili che il burattinaio di tutto è Montezemolo. Prima ha spaccato il Pdl e adesso vuole spaccare il Pd. Vuole un terzo polo con un’anima centrista e due diramazioni di destra e di sinistra moderata

Poi allearsi o con i resti del Pdl senza lega?

… o con i resti del Pd che sarebbero in veste minoritaria e quindi non decisiva

la 7 ha anticipato Profumo al terzo polo, che ne pensi? o autore della banca del sud il che è lo stesso

Certo mica lo fanno presentare dal Pd, le prove le hanno fatte in Sicilia,  Palermo è maestra in politica Per Bersani e Veltroni è anche un mezzo per evitare Vendola. Diranno che c’è una emergenza democratica e che per battere Berlusconi ci vuole un candidato moderato

Appunto …   un film che ho già visto

E’ una pellicola in 4 tempi che dura 20 anni…comunque c’è un mondo in movimento. Ci vorranno alcuni mesi per capire i riposizionamenti. Adesso è tutto transitorio e corrisponde al tempo che si stanno prendendo prima di andare alle elezioni.

Da cosa lo intuisci?

Ci sono due dati oggettivi che stanno muovendo la situazione. Primo Berlusconi non ha più una maggioranza sua. Quindi o viene a patti o tenta il colpo. Il personaggio non è di quelli che patteggiano. Se deve farlo lo farà dopo le elezioni. Intanto sopravvive e si organizza

….si organizza e tenterà il colpo appena pronto?

Si,  deve colmare i buchi e pensare alla strategia elettorale. Però attenti, il tipo ha molte cartucce in canna ancora

Ci siamo dimenticati della Lega …

Il ragionamento sulla lega è particolare. E’ ad una svolta, da movimento contestatore a partito di governo e cominciano a venire fuori crepe e contraddizioni. E’difficile conciliare una cultura d’assalto con le poltrone politiche, le banche, gli enti. Dopo succede anche che fai una scuola con 700 simboli, quindi credo che sia arrivata al culmine. Del resto la richiesta del terzo polo a Berlusconi è quella di abbandonarli al loro destino ed allearsi con Casini. Ma lui tentenna perché di loro non si fida, ma comincia ad avere paura della Lega. Vedi circolare Gelmini.

e dipietro?… pensi ad un ritorno di mani pulite? è una variabile non da poco

Di Pietro è alla fine. E la sua fine si chiama Vendola. Tutti i sondaggi lo danno in calo e sotto a Sel. I Compagni che per disperazione lo votarono stanno tornando a casa e lui da solo vale il 3%.  Mani pulite non gli funziona più se c’è qualcosa di meglio a sinistra,  lui, destro di natura, non ha più spazio

…e vendola?

Vendola è il loro problema. Ha un carisma che sta lacerando partiti e movimenti, sposta grandi masse, racconta una storia che piace al popolo della sinistra. Tutte le mosse di questi mesi sono un disperato tentativo di bloccarlo.  Gli ex comunisti passati con lui cominciano a rendersene conto.

Tu segui anche le vicende umbre, secondo te che succederà?

Guarda i colpi che stanno assestando Brutti e soci. Si parano il c… dai vendoliani che hanno attaccato la Marini sulla vicenda Polverini

Spiegati meglio

Ma è difficile che riescano a difendersi,  loro sono datati e con Vendola  ci sono molti  giovani.,  la gente percepisce la novità ed è finalmente contenta di vedere una nuova classe dirigente.

Parli di sel?

Nichi Vendola

Si. Mi spiego, se Vendola fa breccia anche in Umbria  e i segnali dicono che sta succedendo, lo spazio per i dipietristi rimane pochino E anche qui bisognerà aspettare, perché ci potrebbero essere novità eclatanti sugli assetti istituzionali

Cioè?

Siamo agli approcci e non si sa come potrà finire

E di Prc cosa dici? Vendoliano?

O escono e si aggregano a Vendola o sono destinati ad essere lo zero virgola ma non credo che Vinti lo faccia,  altrimenti  il loro destino sarebbe  l’estinzione.

Mi sembra catastrofico dai, cosa ti fa pensare che affonderanno?

Hanno sbagliato al congresso e adesso ne pagano le conseguenze, lui si, i vendoliani, per quello che c’è stato, non lo prenderanno mai.

Ti riferisci a Vinti?

Si certo, hanno litigato di brutto, se ne sono dette di tutti i colori, in alcuni casi si è venuti alle mani. Basta o debbo continuare?

…continua

Lo attaccano tutti i giorni e non c’è la minima possibilità che possa essere accettato, del resto è in difficoltà anche nel Prc, vedi la vicenda assessorato Ed è  un peccato perché non è uno stupido…anzi

Pensi sia stato è stato un boomerang?

Ma il passato è un macigno difficilmente superabile,  il boomerang è stato quando hanno bocciato Vendola, l’orticello ti ripaga nell’immediato, ma il futuro sta nel podere

Chi vedi in ascesa in Umbria?

Catiuscia Marini

Per il momento nessuno. Ma ripeto c’è molto movimento e può finire con un cambiamento o con una restaurazione totale

Cambiamento con candidati trasversali? La Marini, riesce a tenere  botta?

Si se le fanno tenere botta, si . Non dipende da lei

E da chi?

Dai “capibastone”,  dai quali si vuole divincolare ma non ci riesce. E poi ha una giunta di m….. Quella dell’Idv è andata a Collazzone e l’ha scambiata per una frazione di Todi, facendo inorridire i cittadini presenti all’iniziativa. Ma gli altri non sono meglio

Dai chi sono i capi bastone?

I capicorrente Lorenzetti, Locchi, Bocci ecc.