Posts Tagged ‘web’

Digitalizzazione e georefenziazione di tutto il patrimonio Ente Tuderte Assistenza e Beneficenza (la Consolazione), visibile da satellite e su web in formato accessibile a tutti,

28 gennaio 2015

10953485_924043827606379_1211390139_oL’importante patrimonio, in termini sia di consistenza che di valenza storica e socio-ambientale, dell’Ente Tuderte di Assistenza e Beneficenza di Todi sarà a breve a portata di “clic“. L’ETAB “La Consolazione” ha infatti dato corso alla completa digitalizzazione delle sue proprietà pubbliche, costituite da 1.100 ettari di terreni sui quali insistono un cospicuo numero di immobili rurali. (more…)

Libri: Women@Work, da oggi anche in eBook

14 marzo 2014

libriWOMEN@WORK, una produzione letteraria dinamica e variegata che ha sovvertito le regole del gioco, partendo dal web per poi confluire nel cartaceo, anziché praticare il percorso “standard.” Con l’eccellente risultato che non si tratta di uno dei tanti casi di sopravvivenza urbana, quanto piuttosto di autrici e autori che si identificano nella vita di oggi. E di questa scrivono, facendo viaggiare prima in Internet e poi nei libri le proprie rime e prose, trovando quella dimensione lirica nella tecnologia, che sarà la stessa, poi, a conferire valore aggiunto alla semantica del download. (more…)

CRONACHE DAL WEB.1- LA SOLITA ITALIA

14 aprile 2012

Flavio Sisi

Ieri, in un pomeriggio uggioso e umido, mi trovavo a girovagare fra link e commenti, in una delle mie frequenti incursioni su Facebook, ed è stato lì che mi sono imbattuto nella storia che voglio raccontarvi…

Tra i miei molti contatti, spesso sconosciuti, mi capita di scambiare due battute con una ragazza, che dalle foto che mostra di sé, pare la protagonista dark di un film fantasy: capelli nero corvino corti, piercing qua e là, tatuaggi che fanno bella mostra su un corpo esile. Se ne esordisce con un “La politica fa schifo, quel giorno a Roma…”gli indignatos”! c’ero anch’io… dove erano tutti gli italiani?? … vado a fare l’immigrato anch’io… me ne vado da ‘sto stato di merda… comandato da bastardi e seguito da caproni!”. L’inizio non è dei migliori e vi confido che spesso la prima impressione non mi tradisce ma alla fine dovrò ricredermi: mi racconta la sua storia, mi racconta di come a 26 anni si viva da invalidi al 100% in un paese come l’Italia. Vive con i suoi: il padre, ad un anno dalla tanto attesa pensione è finito in cassa integrazione, la madre fa assistenza domiciliare agli anziani, il fratello minore studia. Manca il lavoro, così lei fa la stagione in riviera romagnola, in una delle tante gelaterie, mi dice di aver paura del futuro, la stessa che ho io, pensando a quale mondo sto lasciando a mio figlio; nelle sue parole affabili noto una voglia incredibile di non mollare, anche se la sua è una malattia degenerativa che colpisce 1 bambino ogni 20, negli anni ’50 le aspettative di vita non andavano oltre il primo anno, ma oggi grazie alla ricerca si vive discretamente anche fino a 60 anni, con una media italiana che comunque non supera i 40. Nonostante la ricerca nel nostro paese sia sottovalutata, porta comunque risultati migliori che in altri paesi in termini di durata e di qualità della vita. Mi dice: “Prima c’era una legge che davano tot per fare sperimentazione.. adesso il Sig. Monti…ha tolto quella legge..perchè secondo lui le malattie rare non sono da trattare, quindi tutte quelle patologie come epatite D  o hiv o altre malattie rare non sono più prese in considerazione!”. Decido di vederci chiaro, seguo le sue indicazioni e mi leggo la legge 548/93. In effetti detta gli interventi che le regioni devono predisporre in ordine alla prevenzione, cura e riabilitazione della malattia, specificando che devono fornire gratuitamente materiale medico, tecnico, farmaceutico necessario per la cura e la riabilitazione a domicilio dei malati. Invece succede che nell’Italia di Monti accada di tutto e così scopro che nella discussione in corso sul nuovo Patto per la Salute 2013-2015, sarà considerata l’abolizione della quota di Finanziamento Finalizzato del FSN con messa a disposizione delle Regioni delle risorse dedicate nel fondo indistinto. In pratica quindi, le Regioni non avranno più nessun obbligo a trattare malattie del tipo Aids, Epatite D, Fibrosi Cistica, ecc. e potranno destinare altrove le risorse. La crisi si sente, questo è sicuro, ma non è solo economica! La crisi adesso è diventata di ideali, di valori, di dignità, di rispetto! Poi mi racconta un paio di aneddoti tutti italiani.

Il primo: con l’invalidità al 100% percepisce 260 euro al mese che diventeranno circa il doppio solo al compimento dei 65 anni, macabro da dire a chi sa di avere un’aspettativa di vita media di 40! Il secondo: il contrassegno d’invalidità per l’auto è rilasciato a discrezione delle regioni di residenza e permette l’esonero dal pagamento del bollo auto ma che, nella Rossa Toscana dalla quale vi scrivo, non viene concesso! Ci salutiamo, mi dice che almeno in riviera romagnola 4 mesi di stipendio sono sicuri e che continuerà a lottare per i suoi diritti. Che poi sono i diritti di tutti noi, di chi soffre e di chi gli sta accanto. Resto solo nei meandri del Web e mi sforzo d’immaginarla con un grembiule bianco e un gelato artigianale in mano. Sorrido, infondo siamo così diversi eppure così uguali… A lottare contro un governo trasversale che non fa gli interessi degli Italiani, contro un sistema che non ci piace, con determinazione e un pizzico di speranza per non arrendersi. Io ho un sogno: superare gli schemi, andare oltre le apparenze e riscoprirsi, per una volta, Italiani.

Flavio Sisi

A Montefalco si osservano i falchi dagli speciali nidi con telecamere live delle vigne Romanelli

24 gennaio 2012

Arrivano nuove tecnologie all’avanguardia per questo progetto innovativo che vanta pochi altri nel mondo, visibile gratuitamente da chiunque: con le cam live dell’Agricola Romanelli oggi si possono osservare anche i falchi. Dalle vigne di Montefalco un contributo importante per la biodiversità e la cura dell’ambiente

Telecamere posizionate all’interno dei nidi artificiali permettono di osservare le vite segrete e i comportamenti “in famiglia” degli uccelli. Nuove tecnologie all’avanguardia con webcam (telecamere di Rete e Telecamere IP) ad alta definizione perfezionano ancora più un progetto fortemente sostenuto dall’agricola Romanelli di Montefalco negli ultimi due anni. Nidi con telecamere live posizionati nelle sue vigne riprendono in diretta alcune specie di volatili, senza alterare né disturbare in alcun modo gli equilibri dell’ecosistema. L’eccezionalità di questo progetto è che chiunque può seguire gratuitamente i comportamenti di questi animali in tempo reale, accedendo semplicemente al portale natura.romanelli.se

La novità di questi giorni è l’aumento delle specie visibili in diretta web: oltre al gheppio, l’allocco, la cinciallegra e la ballerina bianca, oggi è possibile osservare anche la vita segreta dei falchi, volatili simbolo della città di Montefalco, che nidificano e si riproducono nel territorio.

L’agricoltura ecosostenibile e il rispetto per il sostentamento dell’ambiente è da sempre al centro delle politiche aziendali della produzione Romanelli. Il progetto dei nidi con cam live si muove in questa direzione, diventando un contributo importante per la biodiversità.
Ma la Romanelli conduce anche un progetto “eno-turistico” collegato alla sua attività produttiva: i nidi con cam live sono integrati con un originale percorso guidato che permette di immergersi nella natura passeggiando tra ulivi, noci, vigne e boschi osservando e curiosando tra le diverse specie animali che popolano il nostro territorio, le loro abitudini ed il loro perfetto ciclo riproduttivo.

“Se venite a trovarci – spiega Devis Romanelli, titolare dell’azienda – avrete modo di fare una passeggiata nella nostra tenuta, deliziarvi con degustazioni di vino ed osservare i falchi e gli altri volatili. Sarà una splendida esperienza a contatto con la natura. Il nostro auspicio è che più aziende possibili sposino il progetto di questi nidi speciali per allargarne i benefici su tutto il territorio. La tutela dell’ambiente deve avvenire in maniera condivisa tra pubblico e privato e questo è un esempio virtuoso di come essere partecipativi”.
Il percorso guidato è aperto anche agli studenti del territorio.

 

PRIVATIZZAZIONI – UN ATI, UNA AZIENDA. I RIFIUTI ALLA GESENU , L’ACQUA ALL’ACEA E LA WEBRED A CHI?

23 gennaio 2012

di Darko Strelnikov

Sia a livello nazionale che a livello regionale i riferimenti all’equità sono completamente scomparsi. Bisogna pagare e basta e non ha nessuna importanza chi è chiamato a farlo. Anzi la Regione e gli Enti locali “nostrani” sono impegnati, mani e piedi a cercare soldi dalle tasche dei cittadini, usando tutti la stessa scusa e cioè i tagli del Governo, di quel Governo (sic) che a Roma appoggiano e a Perugia (sommessamente, ma senza nemmeno un po’ di vergogna) indicano come capro espiatorio. E così addizionali, tasse, tariffe e tributi schizzano verso l’alto. C’è in giro una caccia al soldo che fa paura. Ci sono aziende pubblico – private come “Umbria Acque” che ne studiano di tutti i colori : dal deposito obbligatorio per chi non aveva l’accredito bancario, alla vicenda (poi rientrata) dei pozzi, al taglio delle agevolazioni per le famiglie numerose. Sinceramente questo tipo di politica è l’ennesima dimostrazione che c’è in giro una classe dirigente che manca perlomeno di fantasia, per non citare altri attributi sui quali è meglio non esprimersi. Perché se mancano i soldi, tutti i “corbelli” sono buoni a fare il conto della serva. Mi manca tot e allora chiedo soldi e taglio tanto quanto basta a raggiungere tot. “A prescindere” direbbe Totò. Per questa roba è sufficiente un ragioniere, non c’è bisogno di capi, Giunte, Consigli, apparati e quando fa spesa pubblica. Di ricette alternative non si parla. E non ci si sforza di trovarle. Non c’è quindi da meravigliarsi che nemmeno le più timide proposte di ridistribuzione del reddito vengono prese in considerazione. La cultura di Governo, quelle delle tradizioni delle Giunte sinistra, è stata letteralmente messa sotto i piedi. Ma se la parte ricerca soldi si risolve facilmente con gli aumenti, la parte tagli presenta qualche difficoltà in più, con la quale bisogna fare i conti. E qui si affaccia il problema dei problemi, quello di armonizzare le privatizzazioni dei servizi, come chiede il Governo, con la necessità delle riforme istituzionali e del dimagrimento dell’apparato pubblico. Alcune operazioni che riguardano la Vus e la Webred sarebbero già in corso*. Ma non è questo il punto. Il punto sono le gare di affidamento. Non tanto quelle attuali, ma quelle future. Sappiamo tutti che c’è una babele di società pubblico – private (o viceversa) in giro per l’Umbria. Se, per esempio, nei rifiuti gli attuali Ati vengono accorpati in un’unica struttura è presumibile che, in futuro ci sia un unico gestore. Stessa cosa per l’acqua. Molti territori temono che alla fine questo processo porterà alla nascita di monopoli dominati da società come la Gesenu sponsorizzata da Perugia e l’Acea sponsorizzata da Terni. Attraverso accorpamenti, cessioni, fusioni e alleanze le tante altre aziende umbre scomparirebbero. A Foligno, Spoleto, Città di Castello, Gubbio e al Trasimeno starebbero preparando le barricate. Barricate trasversali tra tutte le forze politiche, compresa la minoranza. La riforma endoregionale aveva fatto credere che la creazione delle unioni comunali avrebbe portato l’autonomia completa dei 12 territori insigniti del titolo di “provincette”. Ognuno, da solo o in aggregazione con altri, sperava di poter mantenere i propri collaudati sistemi di potere, che, per capire le dimensioni,come nel caso della Vus, sono grandi quanto quelli dei capoluoghi. Queste sirene, non vanno certo ascoltate. Perlomeno se messe in questi termini, perchè rappresentano solo interessi politici locali individuali o di corrente. La razionalizzazione e la centralizzazione, come dico da sempre, sono iniziative auspicabili. Ma prima occorre farsi una domanda. Al termine di questo percorso che cosa e quanto rimarrà di pubblico nella gestione dei beni comuni e dei servizi? Temo molto poco. Lo dice la linea tenuta in questi ultimi 10 anni che è stata caratterizzata dalla socializzazione delle perdite e dalla privatizzazione degli utili. In tutti i settori. Basta pensare ai Trasporto dove il pubblico si tiene il Tpl che ha milioni di debiti e vende ai privati la Sipa che fa soldi con i parcheggi. Per la serie “Il guadagno non sta sullo smercio”. Ed è una linea che nel tempo ha spazzato via le balle secondo le quali privatizzare, aiuta la concorrenza, migliora il servizio e fa risparmiare i cittadini. Da noi è successo esattamente l’inverso. Le tariffe sono enormemente cresciute e i servizi discretamente diminuiti. Il tutto cambiando lentamente, ma inesorabilmente, il concetto di servizio pubblico. Non si tiene più conto delle necessità dei cittadini ma dei costi e dei ricavi. Tutto questo mondo è diventato un business, una merce legata alle oscillazioni di mercato e gli utenti dei clienti da spennare. In tutto questo il Centrosinistra non ha nessuna sfida da raccogliere? Non ha niente da dire? Anzi non ha niente da fare? Purtroppo, non vedo prese di posizione o azioni delle amministrazioni tese a difendere il pubblico. La Regione non ha fatto nessun ricorso sui decreti degli ultimi Governi messi in campo da altri. Non si studiano soluzioni giuridiche che possano stoppare o solo limitare la cessione dei beni comuni ai privati. Ci si adegua. Solo i partiti minori (salvo i socialisti) provano ad opporsi. Ma già girano i soliti ricatti. “Non ti sta bene? Quella è la porta”. Tanto, come dice la Presidente Marini “Una maggioranza che Governa questa Regione si trova sempre”. E’ la gente che non si trova più.

*Secondo le voci che corrono e le proposte già sul tavolo :

1) l’unica azienda umbra completamente in mano pubblica, la Vus, si prepara a scorporare i rifiuti e l’energia. Le nuove società dovrebbero diventare S.p.a. con un capitale privato pari al 40%.

2) Da alcuni mesi si starebbe tentando di vendere o di privatizzare quello che un Consigliere Regionale di maggioranza definisce “il bubbone dei bubboni”; la Webred. Diverse settimana fa voci di corridoio parlavano di una trattativa in corso con una grossa società romana (Ingegnering ingegneria informatica s.p.a.) diretta da un Umbro di Lisciano Niccone, Michele Cinaglia (con il quale si sarebbe incontrata nella capitale la stessa Marini). Ma negli ultimi tempi queste voci si sono affievolite perché da ambienti interni alla Regione si sarebbe giunti alla conclusione che l’operazione, nei termini proposti, non “è giuridicamente fattibile”.