“Più forza ai diritti, più vita al lavoro – è lo slogan che abbiamo scelto per celebrare la Festa dei Lavoratori. La nostra parola d’ordine è difesa dell’occupazione attraverso contratti stabili da ottenere mediante un’unità di azione e di intenti tra le organizzazioni sindacali” dichiara il segretario regionale confederale dell’Ugl dell’Umbria, Enzo Gaudiosi.
“Quest’anno – precisa il segretario – festeggeremo il Primo Maggio a Campobasso perché il Mezzogiorno non sia dimenticato e perché la vera ripresa non può prescindere dallo sviluppo economico e sociale del Sud. In piena notte da Perugia e da Terni partiranno numerosi pullman. A Campobasso sfileranno centinaia di lavoratori umbri che porteranno la loro solidarietà ai colleghi del Mezzogiorno e che faranno sentire alta la loro protesta per le difficoltà che il tessuto economico umbro sta attraversando.
Domenica saremo poi presenti anche a Roma. Una nostra delegazione umbra presenzierà alla beatificazione di Giovanni Paolo II, un evento che l’Ugl non vuole assolutamente mancare. Il Santo Padre si è occupato spesso dei lavoratori, ha restituito dignità al lavoro. La stessa dignità che il sindacato dovrebbe difendere giorno dopo giorno.
Un dovere che oggi purtroppo rischia di vanificarsi di fronte alla spaccatura creatasi già da tempo tra i Confederali e che si manifesta anche in occasione della Festa dei Lavoratori. Non è questo il momento di dividersi. La protesta e lo sciopero mosso da ideologie non aiuta i lavoratori. I lavoratori hanno bisogno, ora più che mai, di un clima diverso, meno conflittuale e più coeso, soprattutto tra chi è impegnato in primo luogo a difendere i loro interessi.
In questo scenario diventa così pericoloso accentuare le divisioni tra modelli diversi di praticare l’azione sindacale. L’Ugl dell’Umbria contrariamente alla Cgil intende privilegiare una logica di cooperazione nel rispetto dei differenti ruoli ed interessi nei confronti dell’impresa per salvaguardare investimenti e occupazione. Siamo convinti che sia meglio discutere delle mutate condizioni lavorative e aziendali piuttosto che rimanere ancorati a visioni sindacali anacronistiche e personalistiche.
Ci troviamo purtroppo ancora in una fase acuta della crisi. L’Umbria è in difficoltà, basti soltanto pensare alle ore di Cig autorizzate nel 2010 che segnano un’impennata senza precedenti. L’unità sindacale allora serve alla salvaguardia dei posti di lavoro, pur nella sacrosanta dialettica a volte aspra tra i rappresentanti sindacali nei tavoli di confronto.
Abbiamo interessi comuni da difendere – sottolinea Gaudiosi – di fronte ad una globalizzazione imperante che smembra gruppi industriali, segue soltanto il profitto, che guarda al marchio di fabbrica piuttosto che ai lavoratori, alle loro competenze e storie personali. Il pensiero corre inevitabilmente alla Merloni, alle acciaierie ternane, al polo chimico che vive la complicata vicenda Basell-Novamont, senza contare le piccole e medie imprese umbre i cui lavoratori ogni giorno ci segnalano difficoltà di pagamenti degli stipendi e annunci di mobilità del personale.
Il nostro tessuto economico regionale è frenato da un modello basato sulla spesa pubblica, che assorbe enormi risorse e poco restituisce in termini di valore aggiunto. E’ frenato da un sistema infrastrutturale scarso e deficitario che rende estremamente difficile scambiare merci e che scoraggia numerosi visitatori e turisti.
Snellire il sistema normativo, facilitare l’accesso al credito soprattutto per i giovani imprenditori, creare infrastrutture consone allo sviluppo industriale e turistico, puntare su una formazione mirata e calibrata sulle esigenze del mercato, introdurre il quoziente familiare, promuovere le tante eccellenze locali, sono soltanto alcune delle soluzioni su cui da mesi sollecitiamo i nostri amministratori”.
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