
In questo orizzonte si ergono persone, attori e “ricordi” capaci di “andare oltre” in un “labirinto senza fine” verso l’assoluto consapevole dell’animo cosmico.
I “grandi”, come Paolo Poli, sanno attraversare il teatro come fosse un “ponte spazio temporale” verso l’essenza della vita insieme a “persone luminose” come Carlo Angeletti che fanno del teatro “la loro casa”.
Un “ricordo delicato”, per Paolo Poli e Carlo Angeletti, con un fotogramma al “piccolo” teatro degli Instabili di Assisi. I grandi sanno andarsene “prima che qualcuno se ne accorga” proprio per rimanere “per sempre” vicino a noi ma “sospesi” in un “universo parallelo” fatto di infinita energia di bene per ricolmare di vita la vita.
Claudio Ricci
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