
Gavarini. L’impresa, che ha sede nella zona industriale di Città di Castello, si é aggiudicata la fornitura di semoventi radiocomandati per la movimentazione di gru a torre, container e rimorchi speciali, il “Gapo”: così, i macchinari made in Città di Castello opereranno in uno dei cantieri più prestigiosi del mondo. Un anno importante per la società situata nella zona industriale del comune tifernate, visto che a dicembre sono già partire altre macchine alla volta degli Stati Uniti.
Gavarini che ha iniziato la produzione delle macchine semoventi nel 2007 é una di quelle aziende che come tante altre, strettamente collegate al comparto edilizio, ha maggiormente subito gli effetti generati dalla crisi economica nazionale iniziata nel 2008. Nonostante ciò, però, con impegno e sacrifici i vertici sono riusciti non solo a non licenziare nessuno, ma ad estendere l’operatività dell’azienda anche all’estero, esportando i propri macchinari i tutti i paesi d’Europa.
«Per una piccola realtà di provincia – hanno spiegato i titolari Marco e Massimo Gavarini – certi risultati, pur rappresentando punto di orgoglio nello stesso tempo non devono essere visti come traguardi ma come punti di partenza, che per assicurarsi il futuro richiedono investimenti molto importanti e aggiungendo anche la tenacia, la volontà e l’inventiva di noi umbri, magari anche con qualche supporto delle istituzioni che spesso invece che incentivare la crescita frenano il mondo imprenditoriale».
I Gavarini, poi, non nascondo che pur «dovendo affrontare i difficili momenti di crisi», sono riusciti ad oggi a mantenere l’attività conservando tutti i posti di lavoro: «Una responsabilità sociale che sentiamo particolarmente – hanno ribadito – perchè sappiamo che dietro a tutti i numeri, ci sono delle famiglie altotiberine e che in questi momenti difficili possono contare sulla loro impresa.
Il successo di impresa non puó essere attribuito solo all’imprenditore, ma anche a tutte le persone che attivamente ne fanno parte alle quali deve essere espressa gratitudine per la loro dedizione e attaccamento al lavoro e all’azienda».
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