Clamoroso flop del Consiglio provinciale “aperto sulla sicurezza”.

Cittadini che si contavano sulle dita di una mano, rappresentanza di carabinieri e finanza non ai massimi livelli, assenza del Prefetto e del Questore, una fugace presenza del sindaco di Perugia, assenza completa di tutti gli amministratori delle città della provincia. Un Consiglio deludente e mortificante di cui nessuno troverà traccia e che ha dato la misura definitiva di un Ente provinciale ormai in disarmo. Si è persa una occasione per un riflessione sul fenomeno della violenza urbana nelle città dell’Umbria rinviando tutto ai prossimi episodi violenti.

Maurizio Ronconi

nota di redazione: La questione della sicurezza in Umbria è diventata una patata ultrabollente e nessuno vuole bruciarsi le dita. Tutto questo potrebbe essere anche comprensibile per quei sindaci che hanno impostato la propria campagna elettorale sull’accoglienza degli stranieri, clandestini o no, considerandola un segno di civiltà. Ma alcune  considerazioni sono obbligate:  i nostri sindaci i sono adeguati ad amministrare le città in emergenza sicurezza? Saranno capaci di prendere misure, anche odiose ed impopolari per riconsegnare le città sicure ai cittadini? Sinceramente molti dubbi li abbiamo.

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