Dovremo dire addio a ciò che è rimasto del Made in Italy?

Lettera a

goodmorningumbria

Qualcosa mi arrovella! C è qualcosa che non torna!. In questa crisi italiana ( e non solo) assistiamo inermi alle difficoltà di imprese produttive ed alle attività commerciali sull’orlo della chiusura , e molte altre già chiuse e fallite.

Un po’ di giorni fa sbarca a Perugia H&M, ma chi è H&M? E allora mi son documentata un po’ ed è venuto fuori che H&M è un azienda svedese fondata nel 1947 che inizialmente vendeva solo abiti femminili .Nel 1952 aprì il suo primo negozio a Stoccolma e successivamente nel ‘ 76 in Inghilterra, ’78 Svizzera , ’80 in Germania dove gestisce 400 punti vendita , ’89 Paesi Bassi, ’92 Belgio, ’94Austria , ‘ 98 Francia, 2000 Spagna).Nel 2000 entra ufficialmente a New York con l’ inaugurazione del negozio nella prestigiosa Fifth Avenue.. Il primo negozio in Italia in vede la luce nel 2003 in Corso Vittorio Emanuele a Milano. Nel 2006 comincia il suo percorso in Medio Oriente sino al Nord Africa e nel 2007 in Asia. Insomma questo è un colosso mondiale, e ricordiamo che molte star del cinema, musica e tv ne sono state testimonial. Punto di forza di H%M è il rapporto qualità prezzo, oltre ovviamente un alto profilo di moda, ma perché le nostre aziende non riescono ad offrire prodotti a questi prezzi? Possibile che in Svezia ci sono meno tasse e più basso costo del lavoro che in Italia?. Per quanto tempo durerà l’attrazione che ha sui mercati nazionali e internazionali il Made In Italy? In Italia si parla sempre di crescita interna, ma non riusciamo a farla, anche perché la politica poco ha fatto per aiutare l’ imprenditoria italiana a crescere sui mercati mondiali, se non per qualche prodotto di nicchia.

Sicuramente non c’è al mondo, un Paese che possa eguagliare il livello manufatturiero italiano , in questo libero mercato vince chi è veramente competitivo, ma la competizione ( è dimostrato) viene alterata se l’impresa si trova ad aver costo del lavoro elevato, tasse eccessive e burocrazia devastante ed una giustizia civile lentissima.

Pertanto, questo Governo metta in condizioni di competere le nostre aziende, altrimenti dovremmo dire addio a ciò che è rimasto del Made in Italy

Anila Marchetti

 

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Una Risposta to “Dovremo dire addio a ciò che è rimasto del Made in Italy?”

  1. sere Says:

    Bene per il libero mercato ma non a discapito del Made in Italy .Ultimamente i nostri prodotti nazionali stanno subendo una profonda crisi come tutto il Paese, siamo costretti a volte anche se a malincuore a comprare straniero perchè il prodotto italiano acquistato non ha qualità-prezzo equi.Sicuramente dietro c’è qualcosa che non va.Certo la capacità e il prodotto italiano non è in discussione ma spesso il costo è alto e di questi tempi molti non possono permettersi di acquistare e consentire cosi alle industrie italiane di riprendersi quella parte di mercato che ha perso e sta perdendo, sarebbe una buona cosa per tutti….

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