Questo l’annuncio del sindaco Luciano Bacchetta, subito dopo il voto negativo del consiglio comunale alla mozione di Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, sulla partecipazione del primo cittadino tifernate alla commissione regionale in cui sarà ascoltato il collega umbertidese:
“La più grande moschea del Centro Italia sorgerà a pochi chilometri dal territorio di Città di Castello, abbiamo il dovere di dire la nostra” ha detto l’esponente dell’opposizione, presentando il documento, simile ad uno precedente già discusso dall’assemblea nel gennaio 2016. “Purtroppo i rilievi che sollevavo mantengono tutta la loro pregnanza: l’impatto sul territorio in termini di flussi demografici, movimento di credenti, transazioni economiche sarà notevole. Non possiamo fare finta di niente ma governare le dinamiche prima che ci investano” ha aggiunto Sassolini, chiedendo l’impegno del sindaco “su un accordo con le forze dell’ordine, per evitare infiltrazioni di estremisti islamici, verifiche sui flussi di denaro e prediche degli imam in italiano”.
Per la consigliera del Psi Benedetta Calagreti “L’intervento del sindaco in terza commissione è fuori luogo ed è una interferenza nell’amministrazione di un altro comune. Dovremmo procedere con razionalità e un’indagine sulla moschea da parte nostra sarebbe priva di fondamento logico e giuridico”.
“Non dobbiamo sottovalutare l’argomento” per Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd “Costruire un luogo di culto è un diritto costituzionale. La negazione inasprisce il dibattito culturale: dobbiamo fare comunità anche chi non ne è nato all’interno. Non mi sento di dire no al diritto dei musulmani di seconda generazione che sono cresciuti tra noi e parlano la nostra lingua. Ben vengano i controlli: giusto che si valuti ad esempio cosa si dice dentro la moschea. Ma il sindaco non ha competenze investigative e non può intervenire come spettatore silente alla commissione regionale”.
“Non esiste l’Islam moderato” ha sostenuto Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia “ma un Islam positivo che si confronta anche con la religione cattolica perseguendo il fine, attraverso la cosiddetta guerra santa, di convertire le popolazioni europee alla loro fede. Ci sono tantissime conversioni all’Islam non per proselitismo ma per matrimoni. La moschea di Umbertide ci riguarda: è vicina a noi e diventerà centro di irradiazione. L’audizione del sindaco in commissione regionale è opportuna, per far sentire la voce della comunità tifernate”.
“Ci sono problematiche di correttezza istituzionale che non possono essere violate” ha detto il sindaco Luciano Bacchetta: “Non so se il centro è opportuno ma non costituisce un pericolo. Se riusciamo ad instaurare un dialogo nel quale nessuno pretende di avere la verità rivelata, la convivenza è possibile. la strada della convivenza è tracciata. Città di Castello non può ingerire nelle decisioni di un altro comune. Sì al confronto anche se Umbertide ormai è ad un punto di non ritorno sulla moschea. L’occidente ha la forza della libertà e della tolleranza, che va esercitata anche verso religioni diverse. Naturalmente non dobbiamo subire gli estremismi, che vincono se cediamo allo scontro di civiltà”. Votazione finale: 17 voti contrari dalla maggioranza, tre a favore (Lignani Marchesani di Fratelli d’Italia, Sassolini di Forza Italia, Marco Gasperi del Movimento 5 stelle), tre astenuti (Gruppo Lega Nord e Braganti di Tiferno Insieme).
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