Comitati mense e asili nido, il Pd di Perugia al lavoro per un progetto alternativo Giacopetti e Mencaroni: “No alle esternalizzazioni senza una visione”

Comitati mense 2Su asili nido e mense scolastiche il Pd di Perugia chiede a Romizi e alla giunta cittadina un passo indietro, chiarezza e partecipazione delle scelte e soluzioni alternative a esternalizzazioni che hanno molto di burocratico e ragionieristico e poco o nulla di politico. “Appaltare senza pensare a idee innovative e a tutela della qualità del servizio è un approccio sbagliato” ha sottolineato il segretario del Pd di Perugia Francesco Maria Giacopetti in occasione dell’iniziativa sul tema organizzata dal partito cittadino al Cva di Madonna Alta. Presenti il capogruppo Diego Mencaroni e Nicola Mariuccini, ospite il consigliere comunale di Reggio Emilia Federico Montanari. “Reggio Emilia – ha detto Giacopetti – rappresenta in Italia e in Europa l’eccellenza nella gestione dei servizi pubblici per l’infanzia. Da lì vogliamo partire per contribuire a una discussione che non vogliamo sia deviata da una politica fatta con la calcolatrice in mano e senza la dovuta attenzione alle persone e alle istanze della popolazione. L’idea, in particolare, è quella di mettere a confronto le buone pratiche più innovative e sostenibili oggi esistenti, offrendo una sede di confronto e partecipazione e qualche spunto utile alla riflessione. Siamo convinti che se non ci si mette alla testa di progetti che salvaguardino la tenuta sociale, Perugia rischia di essere più povera non solo economicamente. Non è tutto riconducibile a una logica di budget e bilanci. E sono certo che risparmi ed efficienze si possono trovare anche senza compromettere la qualità dei servizi che offriamo ai nostri bambini.

Spero che ci sia spazio per una concertazione sui criteri e sull’oggetto dei tagli quantomeno che ci sia la volontà di ascoltare, nel merito, le esigenze della città, delle famiglie, dei lavoratori. Una famiglia in difficoltà si riunisce e decide le sue priorità e le spese da tagliare insieme; una famiglia in difficoltà non mette al primo posto delle spese da tagliare l’istruzione dei figli o la cura degli anziani. Spero, dunque, che si possa mantenere l’orizzonte di un ente locale che non si preoccupa solo di gestire, ma anche di progettare uno sviluppo che sia equo, sostenibile e attento all’interesse generale”.

Ecco perché “sentir parlare dei nostri bambini come di un costo, dei genitori come di ‘mamme ignote’ di cui non ci si può fidare fino in fondo non ci piace. E’ un atteggiamento – sottolinea Mencaroni – che mortifica il civismo e la partecipazione, che svilisce il ruolo dei cittadini”.

I comitati mense rappresentano, per il Pd di Perugia, “una risorsa”, garantendo ai bambini un’alimentazione sana, equilibrata e di qualità attraverso budget sostenibili e autogestiti, dai quali spesso si ricavano risparmi utili per le attività scolastiche. Così come il sistema degli asili comunali, il primo ambiente di socializzazione dei bambini, dove è importante mantenere alta l’attenzione sull’offerta di opportunità per tutti uguali. Sul punto, due le priorità per il Pd: la sostenibilità del servizio da parte dei genitori e la tutela di chi nel servizio ci lavora. “Non vorrei – sottolinea Giacopetti – che in un progetto di esternalizzazione a farne le spese, alla fine, siano le tasche di mamme e papà e gli stipendi delle maestre, oggi lasciate in un clima di incertezza. Alle maestre dei nidi e delle materne della nostra città dobbiamo molto, rappresentano la cura e la qualità e preoccupa il fatto che abbiano dovuto proclamare lo stato di agitazione per farsi ascoltare e per avere risposte”.

Il modello Reggio Emilia offre, dunque, spunti interessanti. Si tratta di una realtà che investe sull’educazione dei bambini di età compresa tra gli 0 e i 6 anni il 14% del bilancio annuale comunale, che offre servizi di avanguardia attraverso una vera e propria “Istituzione” che si occupa della gestione di 80 servizi educativi secondo una formula integrata pubblico-privato (48 gli asili gestiti dal Comune, 21 dalla Fism, 14 dallo Stato, 4 dal privato), che favorisce la partecipazione attraverso i Consigli Infanzia Città, che si riuniscono in una Consulta e vedono la partecipazione di oltre 1.200 persone, e Interconsigli locali cui partecipano cittadini, genitori, operatori.

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