UMBRIA – CI VUOLE UN PIANO PER IL PUBBLICO IMPIEGO

di Ciuenlai

Siamo stati noi, dopo una prima denuncia sulla rete, con l’articolo “PROGETTO UMBRIA – PIU’ TASSE AI CITTADINI E PIU’ SOLDI AI DIRIGENTI?” a sollevare la questione delle questioni e cioè quella del costo dei dirigenti e degli apicali in genere. Lo abbiamo fatto il 24 di dicembre scorso e da allora giornali, sindacati ed esponenti politici, ne hanno diffusamente parlato. Ma eccezion fatta per i sindacati, ed in particolare per la Cgil, nessuno ha colto l’essenza vera del problema. Siamo alle solite denunce, ma resta un deficit di proposte che fa paura. E il deficit viene soprattutto da chi dovrebbe trovare soluzioni strutturali al problema e cioè chi governa la cosa pubblica. L’immobilismo conservatore la fa ancora da padrone. Ma attenti perché, in questo campo, può fare danni irreparabili. La questione del pubblico impiego , nella nostra Regione, sarà, nei prossimi anni, una priorità. Perché si sta formando un intreccio di questioni che non possono essere affrontate con soluzioni “di giornata” o, al massimo, quando il problema si presenta. Tanto per capire di che parliamo, sul tappeto ci sono, ci saranno e ci potrebbero essere, gli esuberi derivati dalla soppressione delle Comunità Montane e di agenzie o altri enti intermedi, la possibile ricollocazione di parte o di tutto il personale delle due Province, se va avanti il progetto di cancellazione di queste istituzioni, la sistemazione del problema dei precari che lavorano negli enti locali, la riorganizzazione delle aziende pubbliche e la questioni relative all’indotto delle aziende che girano attorno ai servizi pubblici. C’è così tanto materiale in giro che diventa una necessità irrinunciabile costruire un progetto unitario di settore. Un progetto che coinvolga tutti gli enti e che preveda una gestione unificata di una specie di pianta organica regionale, con stop ai concorsi e l’avvio di un processo di mobilità compatibile. E’ in questo quadro che va vista la questione dirigenti e la necessità di un piano organico di riduzione delle posizioni più onerose dal punto di vista finanziario, per liberare risorse necessarie all’attuazione di questa riorganizzazione. Certo non mi nascondo che parliamo di una cosa delicata e complessa, perché il presupposto di una simile ipotesi e che “nessuno si deve far male”. La salvaguardia dei diritti dei lavoratori deve essere la prima garanzia. E, infine, bisogna far presto, perché una legge Monti, di cui si è parlato, e relativa alla gestione degli esuberi nella pubblica amministrazione, potrebbe portare diversi guai in una Regione nella quale la voce Pubblico impiego è di primaria importanza.

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